Disclaimer: I personaggi non mi appartengono e non scrivo a
scopo di lucro, altrimenti non sarei qui ma a Londra dove vorrei essere da una
vita <3
Chiedo scusa per eventuali errori di battitura o peggio di grammatica
Buona lettura :D
Il suo Iphone vibrò con insistenza all’interno della tasca
dei suoi pantaloni.
Quei pantaloni che odiava, come odiava quella giaccia,
stretta e scomoda. Quel completo che Kate gli aveva regalato qualche giorno
prima, che vedendolo vestito così aveva esultato con un “finalmente qualcosa di
decente” che a Matthew non era piaciuto per niente. Facendo orecchie da
mercante alle proteste del musicista, la bionda l’aveva acquistato, forse con
troppa gioia, come se ad indossarlo dovesse essere lei.
L’aveva indossato per quella serata sotto indicazione di
Kate, più per farla tacere che per farla felice. Ricordava ancora con orrore
l’immagine che lo specchio gli rimandava; nero e bianco, troppo ordinario e
dannatamente deprimente, sembrava un becchino pronto al prossimo funerale. Ma c’era
una cosa che Kate non sapeva che probabilmente l’avrebbe mandata su tutte le
furie. Al posto del solito nero, aveva sostituito i calzini con un paio di vari
colori sgargianti, da folletto come gli avevano scherzosamente definite i suoi
amici, che lo facevano sentire ancora sé stesso.
Una cosa che invece aveva nascosto con poco successo era
il suo amato cellulare, confinato nella tasca dei pantaloni ma che a intervalli
regolari di un paio di minuti gli chiedeva attenzioni. Attenzioni a cui lui
rispondeva prontamente, senza badare al luogo, all’occasione e alle persone con
cui lui, ma più Kate, si intratteneva.
Alla fine si stava troppo divertendo per pensare di
smetterla.
Era da quando erano arrivati che Matthew rispondeva senza
sosta ai messaggi che Dominic gli inviava, senza dare peso ai rimproveri della
donna, che con una finezza da scaricatore di porto, gli intimava di mettere via
“quel fottuto cellulare”. Le aveva dato retta giusto quei 10 minuti per
permettere ai fotografi di fare il loro lavoro, poi aveva ripreso a scambiarsi
sms con il suo amante, non badando ai continui sbuffi indispettiti
dell’attrice. Perfino alla presenza di un noto regista e amico della bionda
Matthew non si era fatto scrupoli a tirare fuori il suo Iphone, farsi una
risata per le cazzate che l’altro gli scriveva e rispondere con un sorriso e
l’ilarità ancora negli occhi.
Kate gli aveva sussurrato un “cafone” pieno di
risentimento ma il musicista le aveva detto di tacere, visto che se si trovava
lì e non in compagnia del suo compagno era solo per colpa sua. La donna tacque a
quelle parole cattive mentre il moro riprese a scrivere il suo sms, ripensando
allo sguardo triste di Dominic quando aveva annullato la loro uscita.
Qualche giorno prima, Matthew aveva chiesto a Dominic se
voleva andare al cinema con lui, a vedere il remake di un vecchio film horror,
e il biondo aveva accettato felice.
Si era immaginato tutto. Lui e il compagno al cinema
assieme, come due adolescenti al loro primo appuntamento, a scambiarsi
tenerezze, approfittando del buio, e abbracciati stretti, con il batterista che
spostava lo sguardo dallo schermo durante le scene più crude, facendosi più
vicino a lui. Forse un po’ troppo romanzato come sogno ma aveva scelto un film
dell’orrore apposta, conoscendo il disgusto dell’altro alla vista del troppo
sangue.
Sogno finito allegramente nel cesso nel momento stesso in
cui Kate era a venuta a dirgli, con tanto di sorriso, che quella stessa sera
erano stati invitati a una cena di beneficenza. L’aveva guardata con sufficienza,
rifiutando l’invito perché, se da una parte gli veniva da ridere al pensiero
dell’attrice che faceva beneficenza, dall’altra non ci pensava neanche di
annullare l’uscita con Dominic, non dopo così tanto tempo che aspettava di
stare solo con lui, e se finora non c’era riuscito era sempre colpa di quella
strega.
L’aveva avuta vinta, cinguettando un odioso “non puoi
vederlo domani?”. Matthew avrebbe voluto urlarle addosso tutto, che non voleva
rinunciare a una serata con il suo amato per partecipare alla solita festa del
cazzo, ma come al solito aveva taciuto tutto, rispondendo un semplice “ok”.
Gli occhi feriti di Dominic, quando gli aveva dato la
notizia, gli fecero male. Ci teneva a quella serata, ci teneva a stare con lui
ma come al solito aveva scelto la strada più semplice, quella del silenzio. Il
biondo non disse nulla, alla fine cosa c’era da dire? Per l’ennesima volta,
l’uomo che amava l’aveva messo da parte e per l’ennesima volta si lasciò
mettere da parte, perché lo amava e aveva una fottuta paura di perderlo, se lo
avesse costretto a scegliere.
Si erano lasciati così, senza aggiungere altro, e Matthew,
nell’indossare quello schifoso abito, si era sentito un verme. Solo quando
ricevette il primo messaggio si liberò di quella sensazione, per poter sorridere
con il cuore all’amore che Dominic riusciva a mettere in un semplice
messaggino.
Non mi importa dove sei, con chi sei o cosa fai. Mi
importa che ti ricorderai sempre che ti amo.
Nel
rispondere a quel messaggio Matthew ci aveva messo letteralmente il cuore,
ricordando a sua volta a Dominic che anche lui lo amava e che niente poteva
fargli dimenticare quanto sentimento ci fosse tra di loro.
Alla fine, un messaggio tirava l’altro. Tra ricordi,
stupidate e messaggini zuccherosi, i due amanti aveva passato quasi due ore a
parlare, chi seduto sul divano e chi in mezzo a ospiti illustri del mondo del
cinema.
Era, però, da quasi mezz’ora che il cellulare di Matthew
rimaneva silente nella tasca, facendo sorridere Kate che, finalmente, non
vedeva più quel dannato apparecchio in giro, e facendo scattare nel moro un
senso di preoccupazione fortissimo. Dominic sapeva farsi aspettare quando
voleva ma non capiva come mai ci mettesse così tanto a rispondere al suo sms;
in fondo, gli aveva solo ricordato di non chiuderlo fuori casa al suo ritorno,
come già era successo altre volte, non di raccontargli la fiaba della
buonanotte.
Continuava a muoversi sulla sedia, in un movimento quasi
nervoso, tanto che molti si erano voltati a fissarlo, compresa Kate che se da
una parte gioiva per l’assenza del telefono, dall’altra si innervosiva a ogni
spostamento del moro.
Quando il telefono iniziò a vibrare insistentemente,
Matthew scattò in pedi e rispose subito, senza neanche guardare chi fosse, e
con un groppo alla gola gracchiò un impercettibile “pronto”.
- Matt –
La voce che gli arrivò dall’altro capo era bassa, come se
avesse il timore di farsi sentire da qualcun altro, ma il cantante non avrebbe
mai potuto confondere quel suono.
- Dom! – esclamò preoccupato, facendo voltare i presenti –
Mi stavo preoccupando. Che fine hai fatto? –
- Matt, potresti raggiungermi qui a casa, per favore? –
gli chiese il batterista, sviando la domanda precedente. Sembrava quasi
spaventato.
- E’ successo qualcosa? –
- Per favore, puoi venire qui? – era la seconda volta che
glielo chiedeva, non tenendo conto delle domande che l’altro gli faceva, e
questo il moro l’aveva notato.
- Dom, ma.. –
- Ti prego. Ho bisogno di te –
Matthew perse un battito. Quelle parole sussurrate con
così tanta necessità e tristezza assieme lo colpirono in pieno, facendogli
spostare lo sguardo sui presenti e lasciando che la sua mente formulasse ancora
una volta quel pensiero che da tutta la sera lo tormentava.
“Che cazzo ci faccio in mezzo a tutte queste persone
invece di essere in compagnia della persona che amo?”
- Arrivo subito – rispose – il tempo di arrivare da te –
Riagganciò e si girò verso Kate per dirle che se ne
sarebbe andato ma come notò ben presto mezza sala lo stava fissando. Tanto
meglio, non avrebbe dovuto ripetere.
- Devo andare – disse solo all’indirizzo dell’attrice.
La donna rimase impassibile alla notizia, nonostante nei
suoi occhi chiari si potesse chiaramente leggere tanta rabbia, forse
riconducile al fatto che lui la stava piantando di asso per andare dal suo
amico, e davanti a tutti per giunta.
- Come sempre – sibillò lei tra i denti ma non così piano
come aveva pensato, infatti lui si voltò a fissarla malevolmente.
- Mi prendi in giro, spero – chiese sarcastico il moro,
ricevendo un “no” dalla bionda.
Avevano decisamente poche cose in comune, ma davvero
troppo poche, ma una forte somiglianza la si poteva riscontrare nei loro
caratteri: due testardi come pochi, di quelli che neanche sbattendo loro la
testa contro un muro di cemento cambiavano idea. Se da una parte Kate si
sentiva oltraggiata da quel comportamento, dall’altra Matthew era convinto che
stesse facendo la cosa giusta andandosene da lì, e nessuno dei due avrebbe
cambiato idea.
- Tu mandi a puttane la serata che avevo in programma con
il mio migliore amico e adesso che ha bisogno di me, non posso andare da lui? –
urlò Matthew, senza però smuovere di un millimetro Kate.
Lei rimase zitta, bastava il suo sguardo a fargli capire
la risposta, e lui, a quello sguardo, si mise le mani nei capelli, frustrato
dalla situazione surreale che lui stesso aveva creato. Ma c’era poco da fare le
vittime: Dominic aveva bisogno di lui e non poteva farlo aspettare, non per
prendere parte all’ennesimo litigio.
- Devo andare – ripeté il cantante, indirizzandosi verso l’uscita.
- Tu non vai da nessuna parte! – urlò l’attrice, alzandosi
a sua volta – tu sei qui adesso e ci rimani, chiaro? Non mi importa un cazzo se
quel cretino del tuo amico ha bisogno, può benissimo chiamare qualcun'altro! –
Matthew dovette mordersi la lingua per non risponderle
male, anzi.. per non risponderle affatto. In fondo, lei cosa ne voleva sapere
del legame che c’era tra lui e il batterista?
Facendo un profondo respiro, prese l’uscita e se ne andò,
non sentendo più le urla della donna e il brusio della sala in sottofondo.
Davvero un ottimo spettacolo.
Fermò il primo taxi disponibile e, datogli l’indirizzo, si
fece portare all’appartamento di Dominic, dove il moro passava tutte le sue
notti abbracciato al corpo dell’amato.
Durante il viaggio, Matthew non riusciva a non ripensare a
quella telefonata di poco prima. La voce del compagno gli aveva fatto mozzare
il fiato; bassa, spaventata, tanto che tremava in certi momenti, ma non capiva
il perché di tutto questo e forse il moro neanche lo voleva sapere.
“Ho bisogno di te”.
Gliel’aveva sentito pronunciare così poche volte nell’arco della loro
relazione. Di solito era lui a dire al biondo quelle parole perché, per quanto
facessero vedere al mondo l’opposto, il più vulnerabile tra i due era Matthew.
I suoi dubbi, le sue insicurezze lo rendevano una facile preda delle dicerie e
il suo carattere all’apparenza forte ma fragile nell’animo, lo demoralizzavano.
Aveva solo una certezza: Dominic. Solo lui riusciva a comprenderlo e non farlo
cadere.
Lo amava tantissimo.
Arrivato a destinazione, Matthew corse fino alla porta dell’appartamento del
biondo, trovando però la porta chiusa a chiave.
“Eppure sapeva che stavo arrivando” pensò, suonando il
campanello.
In pochi secondi, la porta venne aperta e finalmente gli occhi
azzurri di Matthew videro il motivo di tanta preoccupazione.
Davanti a lui c’era Dominic con il viso pesto; l’occhio
sinistro era circondato da un alone violaceo, lo zigomo arrossato e pieno di
graffi e il labbro inferiore spaccato.
Non so che dire :D
Doveva essere una shot ma per sfida e per colpa di una befana (una a caso) che
fa la preziosa, mi sono decisa a mettere questa prima particina.
Qui lo dico e qui lo nego, ho una particina pronta per il prossimo capitolo
(saranno 3) ma per colpa del lavoro e tanti altri fattori, non so quando
metterò il resto. Assicuro che voglio pubblicare tutto entro il 2012.. ergo se
volete prendere un calendario anche per questo evento, fate pure :D *sarcasmo
a mille*
Siete liberissimi di dirmi qualsivoglia cosa su quello che avete letto,
accetto ogni tipo di recensione, critica o positiva.
Gwazie mille!
Lilla :D