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Autore: LivingTheDream    13/12/2011    1 recensioni
Spoiler! per il terzo ed ultimo capitolo della saga.
"L'unico suono ben chiaro era una motosega che si avviava - beh, sto per morire, pensò subito, e per mano di un fottuto Drone, d'altronde, che fine del cazzo, eh, Marcus? - e si costrinse ad alzare la testa - almeno lo voleva vedere per bene, il brutto muso del suo assassino.
Nel preciso istante in cui puntò gli occhi su quella bestia, questa cadde al suolo, contorcendosi e strillando, mentre il sangue colava a terra, appiccicandosi alle sue dita.
«Ma chi cazzo-?»"
Non posso credere di averla pubblicata per davvero.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Nda: è una minchiata, ma la pubblico comunque.
Attenzione - presenza di linguaggio non propriamente forbito, di sangue, e di un'autrice davvero molto idiota ma che ha davvero molto amato il videogioco. Grazie.



«Abietti!» urlò Jace, dopodiché il suo allarme venne sovrastato dai versi di quelle bestie immonde e dagli Hammerburst di tutto il corteo di Droni al seguito.

«Merda!, ma che, hanno mandato avanti i cani?» si lamentò Marcus, imbracciando l'arma. Le continue scariche di proiettili del Lancer iniziarono ad inondargli le orecchie, ormai abituate a quel rumore infernale che tanto sapeva di fine del mondo.

Si era accovacciato dietro una roccia, concentrato a riempire il culo di quei mostri di piombo, quando un urlo non umano gli fece gelare il sangue nelle vene. «Soffri, ominide!» minacciò una delle Locuste, e, senza nemmeno dare il tempo a nessuno di loro di realizzare cosa stesse succedendo, una scarica di proiettili sfrecciò dritti su Anya.

«Ho bisogno di aiuto!» chiamò lei, trascinandosi con un braccio verso un luogo sicuro - per quanto un campo di battaglia potesse esserlo - mentre con l'altro si teneva il fucile stretto al petto.

«Vado io!» urlò Marcus a Jace, e si lanciò qualche metro più avanti, raggiungendo la donna.

«Sono qui, ecco.» la rassicurò, rialzandola «Va meglio?»

«Ah, grazie Marcus. Decisamente. Ora andiamo, o- ATTENTO MARCUS!» si interruppe, cercando a tentoni altri proiettili, ma senza successo - la caduta di prima le aveva svuotato i caricatori.

Quando Marcus si voltò, frastornato, sì sentì colpire in pieno viso dal calcio di un fucile, e cadde a terra bocconi.

«Aaaah, porca puttana, le munizioni! Ragazzi, aiuto, dove cazzo siete?» la voce di Anya gli arrivava ovattata e lontana, da una direzione imprecisata e senza alcuna decisione.

L'unico suono ben chiaro era una motosega che si avviava - beh, sto per morire, pensò subito, e per mano di un fottuto Drone, d'altronde, che fine del cazzo, eh, Marcus? - e si costrinse ad alzare la testa - almeno lo voleva vedere per bene, il brutto muso del suo assassino.

Nel preciso istante in cui puntò gli occhi su quella bestia, questa cadde al suolo, contorcendosi e strillando, mentre il sangue colava a terra, appiccicandosi alle sue dita.

«Ma chi cazzo-?» mormorò, dopodiché sentì qualcosa ancorarglisi al braccio e tirarlo su.

Si trovava già in piedi, stordito ma salvo, quando vide Anya, Jace e Sam corrergli incontro, i Lancer pronti al fuoco.

«Marcus!» urlò Jace «Cazzo, amico, sei vivo!»

«No, ragazzo, sono morto - in realtà è la vostra coscienza che vi dà le allucinazioni.» scherzò, senza ridere, mentre recuperava le sue armi da terra.

«Cos-?» Jace era confuso, ma Anya intervenne.

«Noi non abbiamo fatto niente, Marcus, cosa è successo?»

«Ah, a saperlo. Quando è caduta ho ipotizzato un malore - non sono inattaccabili, da quel punto di vista, credo - ma c'era sangue ovunque e...» lasciò cadere la frase, tastandosi il petto. «Ehi, il pugnale di Dom! Dove cazzo è il pugnale di Dom?» urlò, iniziando a guardarsi intorno ed a cercare come impazzito. «Se qualcuno di voi lo ha preso per farmi uno scherzo del cazzo giuro che io lo-»

«Marcus...» lo chiamò Sam, perplessa. «È-è qui.» alzò il braccio, indicando la schiena del Drone morto qualche minuto prima.

Giusto in mezzo alla schiena, con una precisione allucinante, stava conficcato il pugnale dell'ex caporale Dominic Santiago, deceduto da poco – a Marcus pareva una vita.

Marcus rimase fermo, immobile, ad osservare il sangue sgorgare ancora fresco dalla ferita, profonda e violenta. Aveva l'espressione di uno che avrebbe preferito non capire, ma che, suo malgrado, l'aveva fatto.

Senza dire una parola, estrasse l'arma dal corpo della Locusta, ripulendola su un pezzo di stoffa della sua maglia che sporgeva dall'armatura.

Una volta sistemata, la ripose nel fodero - dove peraltro era prima dell'attacco - e tossì lievemente.

«Marcus...» tentò Anya, avvicinandoglisi con un'espressione fastidiosamente premurosa e triste e comprensiva e chissà che altro, che riuscì solo a farlo irritare ancora di più.

«Andiamo, ragazzi. Abbiamo una regina a cui rompere il culo.» disse, per poi incamminarsi verso una strada laterale.

 

Marcus non scordò mai quel momento, neanche anni dopo la guerra - il dolore del colpo, il sapore del sangue, il rumore di quella dannata motosega - ma, soprattutto, non scordò di aver sentito, chiara e distinta come se fosse stata lì, la limpida e familiare risata di Dom, ed una forte pacca sulla spalla.

«Si era detto "fratelli fino alla fine", Marcus. E a noi fratelli, della morte, non ce ne fotte un cazzo
 

   
 
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