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Autore: Iuvenia    15/12/2011    6 recensioni
Darren ha una missione, uccidere. Questa volta però la vittima diventerà il suo salvatore, colei che gli ruberà il cuore. Il titolo è ancora provvisorio.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1


Era l’alba, precisamente le sei e mezza del mattino, quando varcai la porta della mia nuova casa; un appartamento all’ultimo piano con un’ampia entrata, presentava ai lati degli appendiabiti e dei candelabri ai bordi. Le pareti, grigie come quelle del salotto, erano decorate finemente e un ampio arco separava le due stanze. Nella sala la prima cosa che si notava era una vetrata che illuminava l’intero ambiente e dava su un precipizio, circondato intorno da abeti. Nel centro della stanza c’era un tavolino in vetro e ai lati due divani di pelle bianca. Lasciai le valige all’entrata e mi diressi davanti alla finestra, c’era un panorama magnifico che avrei di certo gradito nei mesi in cui sarei rimasto. Il telefono squillò alcuni istanti dopo:
< Pronto? >
< Allora? La casa è di tuo gradimento? > Chiede il mio capo.
< Si, va benissimo. Sistemerò subito le mie cose e vedrò di farmi un giro nei d’intorni >
< Prima devi aspettare l’arrivo di Giacomo, ti deve consegnare una cosa. Cerca di sbrigarti a fare questa missione anche se credo che durerà un po’ di mesi >
< Farò del mio meglio, vado >
< Va bene >
Lanciai il telefono sul divano e tornai a prendere le mie valigie per sistemare i vestiti nella camera; la finestra, non molto grande, era coperta da delle tende bianche lasciava passare qualche filo di luce; l’armadio a muro era abbastanza ampio da ricoprire l’intera parete e adatto a contenere tutte le mie cose, il letto era grande e comodo posto al centro dell’ampia stanza, c’era anche una scrivania in legno scuro che dava un tocco di antico a tutto l arredamento con un computer portatile posto sopra di essa e un biglietto sopra che diceva:
“ Tutte le informazioni che ti servono le trovai qui, appena avrai letto tutto ricorda di cancellarle”
Avrei guardato dopo quello che dovevo fare, adesso desideravo solo mangiare qualcosa così mi diressi in cucina , divisa dal salotto anche essa, da un arco. Era una cucina piuttosto spaziosa dove su una parete alla destra c’era il piano cottura, la lavastoviglie e il forno mentre dall’altro lato un tavolo per 6 persone, tutto in legno d’acero. Il frigo era pieno, mi sarebbe bastato per una settimana sicuramente. Tirai fuori il latte e dei cornetti da una credenza riscaldandoli. Non feci in tempo neanche ad addentarne uno che squillò il citofono:

< Ciao, vedo che già ti sei sistemato >
< In tempo per la colazione… come al solito, entra >
Mi osservò sorridendo, un sorriso beffardo e poco dopo compresi il perché. Appena varcò la porta di casa entrò qualcosa assieme a lui, qualcosa che io non ero riuscito a vedere ma che li aveva quasi fatto cadere all’indietro:
< E’ uno scherzo vero? >
< No, Lucifero è il tuo nuovo amico… >
Lucifero era un Husky siberiano, credo di 3 o 4 mesi, una furia della natura che avrebbe reso le mie giornate meno noiose di quanto io potessi immaginare.
< Nel pc il capo ti ha scritto quello che mangia e quello che dovresti fare per educarlo, in questo paese tutti hanno un animale di compagnia e di certo non potevamo portarti un pappagallo, grazie a lui uscirai ogni volta che vuoi con la scusa che è piccolo e che dentro casa piange > Chissà perché quelle parole non sembravano tanto lontane dalla verità.
< Perché lo hai chiamato Lucifero? >
< E’ stato il capo… sai come è fatto, io adesso vado, mi sono reso conto che è tardi… comunque ha fatto la pipi, sbrigati a pulire prima che entri nel parquet, ciao >
Se ne andò lasciandomi da solo ad osservare Lucifero che scodinzolava davanti a me:
< Ok, patti chiari amicizia lunga, se non fai il bravo dormi fuori! >
L’animale abbaiò e cominciò a correre per la stanza:
< Ok, andiamo fuori! >
Presi la giacca, le chiavi della macchina e con il cane in braccio uscì da casa alla ricerca di un negozio per animali dove comprare un collare con il quale lo avrei volentieri strozzato. Accanto casa c’era un negozio che vendeva quadri e al suo interno una donna sui 50 anni che puliva delle cornici:
< Buongiorno, mi scusi ma mi sono appena trasferito qui e vorrei chiederle delle informazioni >
< Certo, dimmi pure >
< Dove posso trovare un negozio per cani? Mia zia mi ha lasciato il cucciolo e io non ho nulla per lui, neanche il collare come vede >
< Si, guarda a 5 isolati da qui, nel centro del paese troverai il negozio, si chiama “MONDOANIMALE”, non puoi sbagliarti >
< La ringrazio, arrivederci >
< Ciao >
Per fortuna la macchina stava li vicino, non volevo farmi la strada a piedi e di certo non con il cane in braccio. Il viaggio in macchina, anche se corto fu disastroso! Vomitò sul sedile, infilò le zampette in quella brodaglia e cominciò a graffiare i vetri, per fortuna erano oscurati e nessuno vedeva cosa stava succedendo. Accelerai e appena trovai un parcheggio mi fermai per pulire quello che aveva combinato lasciandolo sdraiato nei sedili posteriori. Quel rigurgito emanava un odore così nauseante che persino le persone che passavano accanto alla macchina mi guardavano interrogativi. Terminato il mio lavoro di pulizia presi in braccio Lucifero che mi osservava supplichevole; non lo avrei più fatto salire in macchina, questo era poco ma sicuro. Il negozio per fortuna non distava molto e dopo alcuni minuti mi ritrovai davanti la porta d’entrata; l’interno era enorme ed era diviso a zone per ogni specie di animale, persino per i serpenti. Non persi neanche un minuto di tempo e corsi da un signore che stava sistemando dei profumi per cani su un ripiano:
< Salve… >
< Buongiorno, vedo che qui abbiamo un bel cuccioletto di Husky, quanti mesi ha? >
< Non lo so sinceramente, l’ho appena trovato e vorrei comprare un po’ di cose per lui >
< Certo, allora prima di tutto lo lasci pure alla mia assistente, lei preparerà un guinzaglio >
Mi voltai verso una giovane ragazza minuta, dai capelli castani e gli occhi verdi; era il mio angelo salvatore, le lasciai il cane e quando lo sentii abbaiare neanche mi voltai:
< Bene, prima cediamo di trovargli una bella cuccia, che ne dice di questa? >
< Va benissimo, poi? >
Accettai tutto quello che mi stava mostrando, non avevo tempo per decidere il modello e il colore.
< La sua macchina è qui vicino? >
< No, per sfortuna Lucifero odia stare in macchina, ha appena vomitato quindi sono a piedi >
< Va bene, allora le farò arrivare tutto oggi a casa, mi lasci l’indirizzo >
< Certo >
Quando tornammo indietro Luc stava giocando con la ragazza senza neanche accorgersi della nostra presenza. Al collo indossava un collare blu con dei pallini rossi:
< Se mi dice come si chiama il cane prendo un ciondolo e ci faccio l’incisione >
< Lucifero >
<  Il suo numero di telefono? >
< 3285454645 >
< Va bene, mi aspetti qui >
Luc si avvicinò a me e lo accarezzai sulla testa, il suo pelo era morbido, il colore dei suoi occhi erano grigi con riflessi celesti. Il pelo era prevalentemente nero, sotto la pancia e sul viso era bianco.
I cani non erano i miei animali preferiti ma avrei dovuto farmelo piacere:
< Ecco qui, tenga >
< Quanto devo pagare? >
< Sono 70 euro >
Per fortuna erano i soldi del capo e visto che dovevo occuparmene controvoglia di certo non avrei speso i miei soldi. Presi Luc e lo lasciai a terra sperando di non avere problemi fino a casa.
Le mie preghiere si avverarono, dopo 30 minuti varcai la porta del mio appartamento e gli slacciai il guinzaglio. Per fortuna era stanco e si sdraiò sotto il tavolino addormentandosi. Lo lasciai dormire per andare a riprendere la macchina e metterla nel parcheggio, la strada era colma di persone e, come aveva detto Giacomo, la maggior parte portava il cane a spasso. Non mi andava di aspettare di ricevere le cose dal negozio così decisi di prenderle io, almeno gli avrei dato da mangiare e da bere appena sveglio, avrei dovuto portarlo anche dal veterinario e non mi allettava l’idea per niente. A casa Lucifero dormiva ancora così ebbi il tempo per fargli un angolo tutto suo con cuccia, giocattoli e scodelle per acqua e cibo. Ne approfittai per andare in camera e leggere la mia missione. Sul desktop c’erano solo 3 cartelle: quella del cestino, uno con scritto “Lucifero” e una “Missione”.
Cliccai sulla seconda e apparve un documento con due foto.
 
Questa volta la vittima è una ragazza di 17 anni, lo so che è giovane ma il padre ha ucciso una persona a me cara e sai come la penso, occhio per occhio dente per dente. Avvicinati a lei, diventa suo amico, ti ho inscritto al suo liceo, lei fa il 4* anno mentre tu farai il 5*, la scuola inizierà proprio domani quindi preparati. Prima di ucciderla dovrai entrare a casa sua e prendere dei documenti essenziali per il fine della missione, quindi ricapitoliamo: guadagnati la fiducia della ragazza, entra a casa sua e prendi i documenti, infine uccidila. Buon lavoro Darren.
 
Erano 3 anni che lavoravo per il capo e mai mi aveva chiesto di uccidere una ragazzina, inoltre non mi andava per niente di andare a scuola, io non l’avevo finita e quest’anno avrei dovuto fare proprio il 5° anno di liceo. Chiusi il documento e per vedere la foto della ragazza: una giovane di nome Azzurra, nome veramente strambo, dagli occhi celeste chiaro e i capelli biondi, questa volta la vittima era proprio una bella ragazza per fortuna.
La seconda foto era della sorella Jane, della mia stessa età, bionda con gli occhi marroni, anche lei molto bella.
Cancellai la cartella della missione e passai alla seconda, quella che riguardava il mio nuovo “amico”, c’era una lista delle cose che doveva mangiare e fare e il primo punto mi istigava nel portarlo subito dal veterinario, ci sarei andato domani, oggi non mi andava. Trascorsi il pomeriggio a casa a guardare la TV con Lucifero che giocava con i suoi nuovi giocattoli e che faceva la pipì dove gli capitava, sarebbe stato molto difficile educarlo.
La sera non tardò a venire e prima di andare a letto, per non avere problemi, portai Lucifero fuori. Passai più di un quarto d’ora a rincorrerlo per mettergli il guinzaglio e finalmente uscimmo. Era una serata mite e ne approfittai per “visitare” la zona. Tutti gli appartamenti erano per lo più ristrutturati, alcune case avevano giardini enormi e per mia fortuna c’erano abbastanza negozi che mi avrebbero evitato il viaggio in macchina. Dopo un’oretta decisi di ritornare a casa, ero stanco e Lucifero aveva fatto quello che doveva fare. Mi avviai correndo verso la mia abitazione fermandomi davanti a delle scale che portavano davanti ad una biblioteca aspettando una ragazza col suo cane che salivano. Quando alzò lo sguardo si fermò di scatto indietreggiando e urlando, la fortuna quel giorno era dalla mia parte, indietreggiai leggermente per osservare Azzurra e permetterle di passare.

Angolo dello scrittore
Buonasera a tutti, questa storia è la prima che pubblico e spero di riuscire a fare un capitolo a settimanna... se nn sarà così scusate ma la scuola mi tiene abbastanza occupata. Spero che quello che ho scritto vi piaccia, scusate gli errori di grammatica ma poco fa l'ho scritta e io non rileggo spesso quello che scrivo... Spero di riceve vostri commenti, mi fanno piacere e anche consigli e critiche sono ben accetti ^^ Baciiiii

Ho dovuto aggiungere un pezzo finale, scusate la modifica, la prossima volta starò più attenta.                                                                                                        .Iuve.
  
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