Come volevasi dimostrare, alla fine Magi mi ha traviato
al punto da scriverci su.
Nasceva come flashfic, ma ho sforato di 150 parole
grosso modo – la mia incapacità di sintesi è ormai cosa assodata XD
Ebbene, diciamo “oneshot breve” senza troppe pretese,
giusto perché Alibaba te l’hanno presentato come uno scemo, quindi era ovvio
che dovesse essere il primo ad avere una turba interiore sul proprio passato
*_*”
Quella notte, Alibaba se la ricorderà per tutta la
vita.
Avrebbe dovuto capirlo, se lo ripete tutte le volte che ci ripensa; avrebbe
dovuto capirlo per così tanti motivi che si sente un po’ più stupido per ognuno
di essi e quando finisce di contarli tutti si dice che è un idiota svampito
esattamente come allora.
Un ragazzino nato in strada, proprio come Kassim, che però si era lasciato
ottenebrare i sensi come da bambino succedeva con il calore dell’abbraccio di
sua madre.
Gli occhi che un tempo erano stati vispi e attenti tanto da pensare ad una rete
di tunnel a soli sei anni, non erano stati in grado di vedere l’unica verità
nel solo sguardo sincero che quella notte Kassim gli aveva rivolto. Quando lo
aveva guardato con un misto di troppe cose dentro – la sorpresa, l’incredulità,
il panico forse, il non sapere cosa fare come il ragazzino che era – Alibaba avrebbe
dovuto capire.
Invece, come un ingenuo che del mondo non sapeva nulla, come se non avesse mai
vissuto in altro luogo che nel palazzo, protetto e ignaro dei mali del mondo,
non lo aveva visto.
Uno stupido e sciocco bamboccio, Alibaba, troppo ebbro della felicità di aver
ritrovato un amico per capire.
Non ha ritrovato nessuno, lui.
Quello è molto diverso dal Kassim che ricordava: di lui ha solo il nome, l’aspetto
un po’ cresciuto e i ricordi del tempo passato come fratelli.
Ma non basta.
Quella notte, Alibaba se la ricorderà per tutta la
vita.
Si è odiato, come non aveva mai fatto con nessun altro; e, quando ci pensa, si
odia ancora.
Se lo ricorda come se fosse tutto lì di fronte ai suoi occhi: il vociare e i
passi di quegli estranei, sguardi di belve inferocite dalla sete di sangue,
quella che non ha a che fare con l’istinto della fame, ma con il divertimento e
l’eccitazione della caccia e dell’uccisione.
La figura di Kassim, familiare e sconosciuta, in piedi, pieno di orgoglio e di
aspettativa.
Lì, fermo dov’è, guarda impotente davanti a sé e nella testa la confusione è
totale; Kassim rischia la cattura, rischia la vita e il palazzo sta per essere
assediato, derubato, distrutto.
E lui non è tra due decisioni, ma bloccato, immobilizzato
da due promesse.
Lui l’ha giurato, che avrebbe protetto quel paese e non era certo un giuramento
infantile; non ufficiale, è vero, ma era di fronte al re quando lo ha pensato
tanto intensamente quanto si fa nell’esprimere il desiderio di tutta una vita.
Ma – Alibaba non lo dimentica – lui ha fatto un’altra promessa, non pronunciata
nemmeno questa, ma ugualmente importante. Ha giurato che avrebbe protetto
Kassim, che sarebbe stato al suo fianco, perché i fratelli fanno questo, si difendono
da tutto e tutti a vicenda, si proteggono anche da se stessi.
Per questo, mentre lo scalpiccio a terra suggerisce che sono sempre più vicini,
sempre più pericolosi, Alibaba si
incolpa di tutti i pensieri che gli affollano la mente.
Dovrebbe chiamare qualcuno, dare un allarme, ma dovrebbe anche chiamare Kassim
e dirgli di fuggire prima che arrivino le guardie e lo catturino.
Deve proteggere il paese, proteggere l’unico mezzo che ha per cambiarlo quel
posto, come ha detto al re.
Poi deve proteggere il fratello da cui è stato separato, ma che non ha mai
dimenticato.
La verità è che Alibaba deve scegliere: gli servirebbe coraggio, lo stesso che
aveva da bambino, quello che gli ha fatto colpire Kassim anziché fargli dire
addio, o arrivederci.
Ed è scappato.
Non ha scelto. Ha perso entrambi.
Da stupido. Da codardo.
Voleva tutto, pur di non scegliere, e ha perso tutto;
gli rimane solo il ricordo di Kassim che gli risparmia la vita – codardo,
codardo come lui, deve essere proprio una cosa di famiglia allora – delle urla
lontane, del bagliore del fuoco.
Del posto in cui poteva tornare, che smetteva di essere tale.
Di suo fratello, che smetteva di essere tale.
Delle promesse non mantenute.
Del se stesso che ancora oggi schernisce.
Quella notte Alibaba vorrebbe dimenticarla per sempre.
E invece, se la ricorderà per tutta la vita.