Holaaa!
Come va?
Innanzitutto
volevo dire che è la mia prima ff. O, per
lo meno, la prima che metto qui.
È
una Tyler/Caroline, perché è innanzitutto una
coppia
che amo. Sono perfetti insieme, e ci sono rimasta davvero male quando
si sono lasciati
nella 3x09 ç___ç
La
one-shot è ambientata prima che i due babbeiravi
bimbi si mettessero insieme. E ho un po’ immaginato cosa
sarebbe potuto succedere
in una serata random tra i due.
Beh. Un bacio
e…ci vediamo sotto :3.
*
Ti amerò in silenzio.
Solo
guardarla lo metteva
tremendamente a disagio.
Sentire
il suo profumo
delicato lo faceva andare fuori di testa.
Sfiorare
i suoi riccioli
dorati lo mandava in paradiso, sempre se questo fosse esistito, nonostante
quello
che aveva fatto.
Lei
aveva l’aspetto di un
angelo. Se il Paradiso fosse esistito avrebbe voluto lei come guida.
Perché era
certo che lei fosse un angelo venuto sulla Terra.
Era
tremendamente difficile
guardarla negli occhi grandi e non dirle quello che, anche se non
voleva,
provava per lei.
Cercava
di respingere tutto.
Nascondendosi dietro ad una falsa amicizia che anche i sassi sapevano
finta.
Perché
doveva essere sempre
lui a consolarla, dopo che veniva respinta da Matt ?
Perché
era sempre lui a
doversene stare zitto e guardarla da lontano ?
Non
era il classico bravo
ragazzo, ma ci provava. Era irascibile, irritabile e sempre incazzato
con il
mondo, eppure con lei gli veniva quasi facile non esserlo. Sarebbe
stato così
perfetto per lei. L’avrebbe amata come
quell’idiota del suo migliore amico non era capace di fare.
Lei
meritava il meglio. Lui
avrebbe fatto tutto per darglielo. Anche andare in capo al mondo se
fosse stato
necessario.
Se
solo lei glielo avesse
permesso. Se glielo avesse permesso lui avrebbe fatto qualsiasi cosa
pur di
stare con lei.
Perché,
nonostante non
volesse, era quasi certo di capire il significato della parola
“amore” mentre
era con lei. Non sapeva se lo fosse realmente, ma era la cosa che
più si
avvicinava a quel sentimento che, dicono, ti fa sentire tremendamente
fuoriposto, maledettamente strano ed imbarazzato, come se avessi un
milione di
farfalle svolazzanti nello stomaco, pronte a farti vomitare. Se questo
era
amare, si diceva. Ma avrebbe sopportato questo ed altro, per lei. Se la
ricompensa era averla per sé, solo per lui, per anche solo
un giorno, un’ora,
un misero minuto, ma solo per sé. Perché, lui lo
sapeva, anche quando lei era
con lui pensava ad altro. La buona parte dell’attenzione la
dedicava a lui, ma
era distratta da un punto fisso che aveva nella testa. Questo variava,
alle
volte erano i problemi del mondo soprannaturale, a volte le feste da
organizzare, alcune invece erano i rompicapi del cuore.
Quel
cuore bellissimo e
pieno di sfaccettature. Se lei glielo avesse donato, lui lo avrebbe
protetto
senza esitare, senza domandare perché o come, senza chiedere
nulla in cambio:
quella era la cosa più preziosa al mondo.
Distratto
e perso nei suoi pensieri, Tyler scosse la testa, passandosi
più volte la mano
tra i capelli neri, scompigliandoli.
Sdraiato
sul divano, con i piedi che per poco non uscivano oltre, una pesante
coperta a
coprirlo per metà, lasciandogli il braccio sinistro e buona
parte del torso
nudo e scolpito scoperto, cercava di guardare una partita di football
alla
televisione.
Cercava,
appunto. La mente era da tutt’altra parte, come praticamente
ogni momento della
giornata, ed anche se partiva da un pensiero totalmente diverso, alla
fine
arrivava sempre a Caroline.
Sbuffò
pesantemente, reclinando appena la testa all’indietro e
sprofondando il viso
tra i cuscini.
Decise
di cambiare canale, afferrando il telecomando e stringendolo nella mano
sinistra, così forte da riuscire a romperlo. Poi, con un
gesto secco, iniziò a
fare zapping.
Arrivato
ad un canale in cui trasmettevano un odioso reality, fin troppo noioso
e
stupido, tornò alla partita di football, cliccando i tasti
così veloce da
sembrare appena stato fulminato da una scossa elettrica: era sicuro che
a
Caroline quel programma piacesse senz’altro. E lui non voleva
pensare ancora a
lei.
Ma
quando mai i suoi desideri venivano esauditi?
Il
suono trillante del campanello lo fece sobbalzare, per poi darsi dello
stupido
ed infilarsi una maglietta, alzandosi ed avviandosi alla porta per
vedere chi
potesse essere, a quell’ora della sera.
Appena
aprì la porta, però, rimase folgorato: gli
apparve una Caroline Forbes bagnata
fradicia, i boccoli gocciolanti, i vestiti grondanti di acqua.
«Po…sso?»
balbettò lei, indicando un punto dietro di lui.
Tyler
si riscosse nel sentire la sua voce tremula
«Oh…sì, certo.» Si fece da
parte
per farla entrare, scostandosi accanto alla porta. Lei cercò
di far sgocciolare
un po’ i vestiti fuori dall’ingresso,
così da non bagnare tutto dentro.
«Lascia
stare, tranquilla, non fa niente.» sospirò
Tyler, con un sorriso, spingendola ad oltrepassare la porta.
«S-sei
sicuro che non disturbo?» chiese
lei,
ancora titubante.
Lui
rise di gusto «No, Care, tu non disturbi mai!»
disse, in tono sarcastico.
Caroline
sbuffò, facendogli una linguaccia ed avviandosi con dei
passetti titubanti verso
l’interno della villa.
«Ora,
mi vuoi dire perché sembri un pulcino che è
appena uscito dall’autolavaggio?»
il licantropo si lasciò cadere, di peso, sul divano.
«Ehm…insomma.
Ero al Grill con Stefan, ma lui poi è dovuto scappare da
Elena ed io sono
rimasta ancora per un po’. Poi ho tentato
di…parlare ancora con Matt…» qui la
sentì sospirare e scuotere la testa, per poi riprendere.
«…Mi ha ignorata del
tutto, questa volta. Quindi ho deciso di tornare a casa, ma la macchina
era
senza benzina. Sì, sono una stupida che non controlla se ne
ha ancora o meno. E, non so perchè, la spia non ha suonato.
Allora ho deciso di andare a corse, deviando per il bosco,
perché sapevo di non
poter correre alla mia velocità per strada, ho deviato per il bosco e sono
finita qui. Ero stufa di girovagare ed avevo freddo. Quindi ti ho
bussato.»
finì il racconto annuendo convinta, e Tyler sorrise del modo
in cui lei
riusciva a parlare senza mai interrompersi per minuti e minuti di
seguito:
anche quella era una cosa che adorava di lei.
Annuì
anche lui, consapevole di quello che doveva fare, anche se non voleva.
«Mi…dispiace per Matt. Che è
successo?»
Caroline
sospirò «Niente…è quello il
punto! Mi sono avvicinata, ho provato a fare la
carina, e lui non mi ha nemmeno notata!» disse, stringendo i
pugni con evidente
tono irritato.
Non
parlarono più per alcuni minuti, in cui lui ascoltava il respiro di
Caroline e le sue scarpe che, piene d’acqua, facevano rumore
sul pavimento
mentre la vampira faceva avanti e indietro per un metro.
Poi
lei parlò. «…Senti. Non è
che avresti qualcosa da…prestarmi? Che so…una
maglia?
Un paio di pantaloncini? È che muoio dal freddo.»
Lui
rimase sorpreso. «Cosa?
Oh…ehm…sì. Fai come ti pare, prendi
qualcosa in camera
mia.»
Caroline
annuì, ringraziandolo, e si defilò salendo al
piano di sopra.
Tyler
attese qualche minuto, chiedendosi cosa si sarebbe messa. Continuava ad
immaginarsela bellissima, con i capelli ancora bagnati, la sua maglia
che le
stava larga…
«Allora,
come sto?» così preso dalla sua fervida
immaginazione non si era nemmeno reso
conto che la vera Caroline era scesa dalle scale, e gli sorrideva.
Era
persino più bella di quanto se l’era immaginata:
le gote appena rosse, gli
occhi un po’ lucidi, i capelli biondi un po’ umidi
legati in una coda alta, che
ora non gocciolavano più. Spostando lo sguardo un
po’ più in basso vide che si
era messa una delle sue maglie nere, con uno strano logo sul davanti, e
dei
pantaloncini bianchi. Tutto, ovviamente, le stava enorme.
Però
era così dolce! Gli faceva una tenerezza assoluta. Anche se,
dandole un’altra
accurata occhiata, notò che era anche sexy da morire.
Fermo,
Tyler. Ritorna al
“tenera”!, si
disse, annuendo ai suoi stessi pensieri.
«Ehm…quindi.
Se hai finito di farmi la radiografia…» disse lei
ancora, imbarazzata.
Lui
scosse la testa «…Cosa?
Oh…no!» la sentì ridere.
Poi
Caroline iniziò a sospirare e mordersi il labbro inferiore.
Non sapeva perché
si sentisse così a disagio: d’altronde lei e Tyler
erano amici!
Non
fare la codarda, Care!, pensò la vampira.
Quindi
parlò. «E se…Tyler. Posso restare qui,
per stasera?» e lui sorrise, annuendo.
«Certo,
Care. Tanto mia madre sta sbrigando qualche pratica su non so cosa che
aveva in
ballo mio padre. Credo che non tornerà, per
stanotte.»
Caroline
sorrise, e si sedette sul divano, seguita a ruota da Tyler.
Lui
accese ancora la televisione e, mentre lui faceva zapping, lei lo
bloccò non
appena vide che trasmettevano il reality show che seguiva.
«Fermo! Lascia qui!»
i suoi occhi brillavano, e sembrava come illuminata: una bambina
davanti ai
regali di Natale.
Lui
la fissò, incredulo. «Tu scherzi, vero?! Non mi
farai guardare quella cosa! Nemmeno
a costo di morire!»
sentenziò, irremovibile.
«Avanti,
Ty. Ti prego! Ti preeego!» si lagnò lei, sbattendo
le ciglia all’inverosimile.
«Sei
impossibile, lo sai?! Okay. A patto che la smetti di fare quella cosa
inquietante con gli occhi.» E tanti saluti all’
atteggiamento “irremovibile”!
«Grazie!»
rise lei, stringendosi a lui ed appoggiando la testa sul suo torace.
Appena
il corpo di lei si appoggiò a quello di Tyler, lui
sentì distintamente un
fremito, come un brivido, che gli scorreva nella spina dorsale, per poi
avvertire un dolce tepore che si espandeva in tutto il corpo.
Ne
era sicuro: a parer suo, quello era amore.
Ma
l’avrebbe amata in silenzio. Perché lei non si
meritava ancora problemi, dopo
quelli che aveva già.
*
Eccomi
di nuovo qui! :3
Beh.
Ecco qua.
Accetto
qualsiasi critica, sempre costruttiva, che mi aiuti
a migliorare.
Una
recensioncina? Ma
proprio ina ina ina!
Okay. Un bacione!
xAlly