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Autore: Princess Kurenai    17/12/2011    2 recensioni
Youichi Hiruma sapeva di avere molti limiti ma, in un modo o nell'altro, riusciva sempre a tenerli nascosti e a compensarli con la sua arguzia e la totale mancanza di umanità che mostrava.
Uno di quei limiti, forse il più difficile da celare, era il non essere mai riuscito a ricattare Gen Takekura. Aveva tutte le carte per poterlo muovere come uno dei suoi numerosi schiavetti ma c'era sempre un qualcosa che gli impediva di farlo - umanità?! -, e solo per non perdere la faccia, la scusa ufficiale che utilizzava era che non ci avrebbe guadagnato un bel niente nel ricattarlo. [MusaHiru]
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gen Takekura/Musashi, Youichi Hiruma
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Particularly Funny
Fandom: Eyeshield 21
Personaggi: Gen "Musashi" Takekura, Youichi Hiruma
Genere: Introspettivo, Fluff
Rating: Verde
Avvertimenti: OneShot, Shonen-ai, What if? (E se...)
Conteggio Parole: 1639 (FiumiDiParole)
Note: 1. All'amore della mia vita >ç<
2. Prima fic sul fandom di Eyeshield21 e sulla mia OTP** penso di aver iniziato ad apprezzare davvero il manga solo dopo aver iniziato a vedere questi due bei figlioli insieme**
3. Un immenso grazie a Sharon per averla letta in anteprima :3

{ Particularly Funny ~



Youichi Hiruma sapeva di avere molti limiti ma, in un modo o nell'altro, riusciva sempre a tenerli nascosti e a compensarli con la sua arguzia e la totale mancanza di umanità che mostrava.
Uno di quei limiti, forse il più difficile da celare, era il non essere mai riuscito a ricattare Gen Takekura. Aveva tutte le carte per poterlo muovere come uno dei suoi numerosi schiavetti ma c'era sempre un qualcosa che gli impediva di farlo - umanità?! -, e solo per non perdere la faccia, la scusa ufficiale che utilizzava era che non ci avrebbe guadagnato un bel niente nel ricattarlo.
Era irritante sapere di non avere quel potere sul kicker della squadra, e lo era ancor di più il non riscuotere in lui la paura che attanagliava chiunque sentisse anche solo pronunciare il suo nome.
Non poteva negare di trovare interessante quella situazione e, suo malgrado, doveva anche ammettere di provare anche un vago affetto nei suoi confronti, che partiva dalla totale fiducia che riponeva in Musashi come giocatore, fino ad arrivare a quella che provava per la sua persona.
Certo, ad osservarlo, Gen non era un tipo che ispirava fiducia - un po' come Hiruma, solo che con lui era un'impressione giusta -, ma la meritava tutta. E non era stato neanche semplice per Youichi ammetterlo e, ad essere sinceri, non era facile neanche accettare altre cose riguardanti il suo rapporto con Musashi.
Come quel sentimento vagamente 'affettivo' che cercava tanto ostinatamente di nascondere, ma sapeva che nonostante i bluff e i tentativi di imbrogliare chi lo circondava, la persona che lo conosceva meglio era proprio Musashi e prima o poi - sempre se non era già successo - quel vecchio di merda si sarebbe reso conto dei suoi pseudo-sentimenti.
Aveva avuto tre anni per rendersene conto perché sapeva benissimo che per tutto quel tempo aveva sempre avuto gli occhi del kicker puntati addosso. Occhi che lo studiavano ed osservavano durante ogni sua mossa, o durante l'allenamento o che stesse riempiendo di piombo qualcuno.
Era così abituato a quello sguardo che, quando Musashi abbandonò la squadra, si sentì perso.
Avrebbe potuto dire che Kurita aveva pianto per ore disperato, ma la realtà era ben diversa. Era stato lui quello più ferito e che aveva sfogato la sua rabbia sugli altri e su tutto quello che lo circondava.
Era ovvio che non l'avrebbe mai detto, ma Gen l'avrebbe intuito in ogni caso. Forse era anche per quel motivo che il suo rapporto con Musashi 'funzionava'.
Perché per quanto Hiruma fosse bravo con le parole, certe cose non sarebbero mai state semplici da dire e con Gen bastava un semplicissimo sguardo per capirsi.
Quindi, anche se Youichi non era ancora venuto a patti con i suoi sentimenti, Musashi era sicuramente più avanti di lui.
Quella considerazione gli strappò una risata che attirò su di sé gli sguardi preoccupati - e forse anche spaventati - dei suoi compagni di squadra.
Ghignò maligno e, chiudendo il suo portatile, afferrò il mitra per sparare contro quelli che si erano fermati.
" Muovete il culo! O vi riempio di piombo, fottuti bastardi!", rise sadicamente, e dopo essersi assicurato che tutti avessero ripreso gli allenamenti si avvicinò a Musashi che, tanto per cambiare, non si era accorto di niente. Quando faceva i suoi esercizi pensava solo a calciare e a nient'altro.
Lo osservò posizionare il pallone con attenzione, mettersi in posizione e poi calciare. Non aveva neanche bisogno di voltarsi per servire la parabola creata dal pallone per sapere che aveva segnato il field goal.
" Ti sembra un calcio quello, vecchio di merda?", lo riprese subito con un ghigno, riuscendo ad attirare su di sé l'attenzione dell'altro.
" Pensi di saper fare di meglio?", ribatté Musashi, piegando leggermente le labbra in un mezzo sorriso ironico.
Hiruma inclinò il capo, facendo una bolla con la sua gomma da masticare, e donandogli poi l'ennesimo ghigno.
" Non sfidarmi.", carezzò distrattamente il mitra ma, come ben sapeva, quel suo gesto non impensierì l'amico che, grattandosi l'orecchio con il mignolo, lo fissò come se stesse attendendo chissà cosa.
" Allora? Devi dirmi qualcosa?", domandò poco dopo Gen, quando notò che l'altro non sembrava intenzionato a parlare.
Youichi rise ancora - rideva, ed esaltava alcune sue reazioni, per nascondere altre emozioni - e, mitra in spalla, fece un passo verso le panchine.
" Impegnati, vecchiaccio di merda. Non voglio salvarti il culo se sbagli dei calci in partita.", esclamò.
In realtà era rimasto ancora una volta stupito da quanto Musashi riuscisse sempre a intuire le sue vere intenzioni, anche se sinceramente non voleva chiedergli nulla in particolare.
Solo... stargli vicino e parlargli.
Ritirò il suo portatile e, mettendo fine all'allenamento, attese negli spogliatoi che tutti suoi compagni se ne andassero.
Notò subito l'assenza di Musashi tra quegli idioti e, logicamente, pensò fosse andato a lavorare, ma ben presto scoprì di essersi sbagliato - anche lui sbagliava di tanto in tanto, ma era abbastanza intelligente da non darlo a vedere, e chi se ne rendeva conto non viveva abbastanza per raccontarlo.
Non era rimasto solo al campo, Gen era ancora lì fuori e, tutto concentrato, cercava di sistemare uno degli attrezzi da allenamento distrutto da quel grassone di merda di Kurita.
In quel momento, gli tornarono in mente tutte quelle volte che, per qualche sua folle trovata, aveva chiamato la ditta edile del compagno - la costruzione degli spogliatoi, ad esempio. Visto che non aveva accettato l'idea dei ricatti per permettergli di aiutare la ditta edile, il suo si era rivelato essere solo un tentativo come un altro per fargli una mano economicamente con soldi, per così dire, 'puliti'.
Si avvicinò con passo sicuro verso il compagno e, dando un calcio ad una delle sagome rimaste integre, attirò su di sé l'attenzione di Gen.
" Muovi il culo, vecchio di merda. Devo chiudere.", sbottò, anche se in realtà non aveva alcuna fretta.
Musashi alzò lo sguardo e tese la mano verso Hiruma.
" Dammi le chiavi. Faccio io.", rispose semplicemente.
" Non ti do un bel niente!", ribatté, allontanando la mano con uno schiaffetto, per poi concedersi un silenzioso sbuffò. Nella sua testa in quel momento non si stavano formando possibili torture per punire Kurita - il che era particolarmente strano -, ma più che altro voleva qualcosa da Gen. Non sapeva esattamente cosa ma, conoscendo sia se stesso che il compagno, sapeva che non avrebbe tardato a scoprire cosa desiderava... anche senza esporsi troppo - farlo avrebbe significato mettere sulla testa di Musashi una freccia lampeggiante e far conoscere a tutte le persone che lo volevano morto, ed erano in tante, la sua debolezza.
Senza dire niente, attese che il compagno finisse di aggiustare l'attrezzatura l'allenamento e, sempre in silenzio, lo seguì nello spogliatoio sputando la gomma che stava masticando da ormai parecchio tempo.
" È inutile chiederti che vuoi da me, vero?", gli chiese Gen togliendosi la maglia e le protezioni dalle spalle.
" Infatti non voglio niente da te, vecchio di merda.", si appoggiò sul muro, incrociando le braccia al petto e facendo una bolla con la gomma da masticare appena aperta.
" A me sembrava il contrario..."
Hiruma si concesse un sorriso maligno.
" Ti sembrava male. La vecchiaia ti fa avere le allucinazioni."
" So quel che dico.", sospirò Gen, grattandosi l'orecchio e girando gli occhi al cielo mentre il compagno riprendeva a ridere.
Sapeva benissimo che l'atteggiamento assunto da Youichi nei suoi confronti talvolta era una semplice ricerca d'attenzioni. L'aveva sempre fatto, sin dal loro primo incontro.
Lo insultava e lo metteva alla prova, spesso lo stuzzicava e provava a spingerlo fino al limite, ma alla fine Musashi era sempre riuscito ad uscirne vincitore.
Non era mai arrivato un vero e proprio premio per gli sforzi fatti - e sopportare Hiruma talvolta era particolarmente sfiancante - ma, paziente, aveva atteso che il compagno decidesse di esporsi almeno un po'.
Non chiedeva tanto, ma voleva che Youichi facesse almeno un passo in avanti, tanto Musashi sarebbe riuscito ugualmente ad intuirne le intenzioni.
" Allora? Ti muovi?", sbottò Hiruma, picchiettando il piede per terra con fare nervoso.
" Pensavo di farmi la doccia.", rispose Gen, riponendo nell'armadietto la maglietta e le protezioni.
" Fattela a casa, vecchio di merda!", esclamò l'altro, avvicinandosi per chiudere con un calcio l'anta in metallo.
Musashi sospirò a quel gesto e, ammettendo che anche la sua pazienza aveva un limite, spinse il compagno contro gli armadietti, bloccandolo con il suo corpo.
Hiruma non riuscì neanche a fiatare, sgranando gli occhi a quella reazione inaspettata.
" Sei davvero irritante.", mormorò Musashi, prendendosi poi quello che desiderava da ormai anni.
Era un tipo riservato ma in quell'istante c'erano solo loro e poteva mostrare all'altro il suo interesse.
Conosceva Hiruma e sapeva di essere corrisposto ma, proprio perché lo conosceva bene, non si era mai esposto preferendo aspettarlo - il motivo era semplice: Youichi riusciva ed anche essere imprevedibile pure per lui, e non voleva rischiare di ritrovarsi con la canna di qualche arma in posti scomodi.
Ma ormai era lì senza più riuscire a trattenersi, e posando le labbra su quelle dell'amico cercò di coinvolgerlo in un bacio.
La risposta arrivò subito insieme ad un mugolio da parte di Youichi. Durò fin troppo poco e, mordendolo, Hiruma riprese possesso dello spazio personale che gli era stato sottratto.
Gen emise un lamento e, sentendo sulla lingua il sapore del sangue, guardò truce l'amico che, a sta volta, lo fissava con un cipiglio violento. Riuscì però a scorgere un pizzico di imbarazzo e nervosismo nei suoi occhi e quello spazzò via ogni incertezza.
" Che ti è saltato in mente, vecchio di merda?", esclamò il quarterback sputando la gomma appena iniziata - in quell'istante non gli importava sporcare lo spogliatoio - e, senza dare il tempo all'altro di rispondere o di fare qualsiasi altra azione, lo afferrò per i capelli cercando a sua volta le sue labbra.
Il primo bacio era stato inaspettato e, per quanto fosse piacevole e desiderato, Youichi voleva essere lui a tenere in mano le redini di quel gioco. Certo, conoscendo Gen sarebbe stata una battaglia continua, ma era in ogni caso una prospettiva particolarmente divertente.





   
 
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