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Autore: TheWriter    21/12/2011    4 recensioni
La frattura spazio tempo è chiusa, il portale è rotto, Hope Plaza è distrutto... e la stagione è finita.
E adesso?
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una polena.

Questo cambiava tutto. Davvero tutto.

-“Mamma, cos’è una polena?”, chiese Zoe.

-“Tesoro, una polena è una specie di statua che si metteva come portafortuna sulle navi antiche”, spiegò Elizabeth alla figlia perplessa.

Zoe rimase a guardare la statua, vecchia e consunta, corrugando la fronte mentre passava incuriosita la manina sulle scanalature consumate del legno.

-“E’ fredda!”, esclamò.

-“Come hai detto, amore?!? Hai freddo?!?”, chiese la mamma accovacciandosi per avvicinarsi alla bambina.

-“No, la statua. Il legno è freddo. Senti?”, insistette Zoe.

Elizabeth passò allora la mano sul legno della polena, sotto lo sguardo perplesso di Jim che intanto si era avvicinato.

-“Ha ragione… E’… non è… non sembra legno…”

Jim passò i polpastrelli sulla superficie di ciò che restava della misteriosa nave, ma fu Malcolm a spiegare il mistero.

-“Questo non è legno. E’ roccia. Questa polena è fossilizzata.”

Tutti i presenti si voltarono a guardarlo, senza capire.

-“Fossilizzata???”, chiese Liz senza capire.

Il comandante Taylor e Jim si scambiarono un’occhiata d’intesa, mentre la verità si faceva strada contemporaneamente nelle loro menti.

-“Come può essere fossilizzata?!?”, intervenne allora Maddy, avvicinandosi anche lei alla polena. “La fossilizzazione è un processo con cui i minerali che circondano un corpo organico reagiscono per osmosi inversa sostituendo gli elementi organici con…”

-“Che ne pensi?”, chiese Taylor a Jim mentre Maddy continuava il suo sproloquio scientifico tra gli astanti che neanche sapevano di cosa stesse parlando.

-“Penso che se Malcolm ha ragione, abbiamo preso tutti un grosso abbaglio”.

-“Lo credo anch’io”, ribattè Taylor. “E’ buffo”, continuò poi.

-“Che cosa?”, gli chiese Jim.

-“ ‘Taylor’. E’ buffo che anche quel tizio si chiamasse Taylor, non trovi?”

-“… almeno 10 milioni di anni!”, concluse in quel momento Maddy.

-“Ragazzina, forse non ti è chiaro: è fisicamente impossibile che questo oggetto che abbiamo qui davanti abbia 10 milioni di anni! Ha al massimo 400 anni… cioè…”, ma Malcolm non riuscì a finire la frase, mentre intrecci temporali e teorie sul continuum spazio temporale gli affollavano la mente.

-“Perché, è fisicamente possibile fare un viaggio dal 2149 al -85 milioni?!?”, ribattè indelicatamente, anche se con un sorriso, Maddy, allargando le braccia.

-“Scusa Taylor ma non ti seguo”, continuò intanto Jim. “Quale tizio?!?”.

-“Ti faccio vedere. Lo farò vedere a tutti. Andiamo!”, disse poi rivolgendosi agli stanti. “E’ ora che vediate una cosa”.

 

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Le immagini finali del “Pianeta delle scimmie” scorrevano sul maxischermo etereo dell’Occhio. Le luci si riaccesero, illuminando facce perplesse e confuse, e un mormorio andò diffondendosi nella stanza, diventando dapprima un fitto chiacchiericcio e infine un gran baccano. Ognuno sembrava sicuro di avere una teoria che spiegava tutto, e deciso a convincere gli altri di avere ragione.

-“Signori…. SIGNORI!!!”, prese allora la parola Taylor stendendo le mani sulla piccola folla. “Capisco le vostre perplessità e i vostri dubbi, ma purtroppo i fatti parlano chiaro; sembra proprio che non ci sia altra spiegazione.” Il silenzio invase la sala come un’onda di piena. “Quella polena è per noi quello che i resti della Statua della Libertà erano per Taylor in questo antico reperto cinematografico: una prova”. Una dozzina di sguardi attenti e curiosi fissavano Taylor in attesa del resto della spiegazione.

-“Sei mesi fa vi ho dato il benvenuto su Terra Nova, la vostra nuova casa. Beh, signori, mi sono sbagliato. Avrei dovuto dire “bentornati”. Non siamo affatto nel Cretaceo, come sempre abbiamo supposto. E non siamo nel passato. Signori, questo è il nostro futuro. La razza umana si è estinta sulla Terra già da qualche milione di anni; e adesso che il portale è chiuso per sempre, restiamo soltanto noi. Ottocentotrentasette persone, per ricostruire l’intera razza umana e la sua civiltà. Credo che ci aspetti un po’ di lavoro, quindi è meglio cominciare da subito.” E così dicendo, uscì con passo deciso dalla stanza sotterranea. Non aveva un piano, ma era importante che gli altri credessero il contrario.

Fu Maddy la prima a trovare la forza per dire qualcosa.

-“Questo… beh, questo spiegherebbe come mai la Sonda non fu mai ritrovata. Non ho mai creduto alla faccenda della “linea temporale alternativa”, e questa ne è la prova. Se la Sonda fosse arrivata nel nostro passato, nel 2149 avremmo dovuto trovarne i resti, ma nessuno c’è mai riuscito. Allora abbiamo dedotto che si trovasse nel passato, sulla base dell’esame della composizione atmosferica e dei pollini che la sonda ci ha inviato attraverso il portale, che erano compatibili con quelli della Terra di 85 milioni di anni fa. “Compatibili”, ma non “identici”. “

Mentre parlava, stava con le mani giunte davanti allo schermo, a guardare e riguardare il fermo-immagine di George Taylor, astronauta del 1968, inginocchiato davanti ai resti della Statua della Libertà: tutto ciò che restava della civiltà umana migliaia di anni dopo che esa si era autodistrutta con una guerra atomica, per essere poi rimpiazzata dalla Civiltà delle Scimmie.

-“Dovremo ricominciare tutto da capo”, disse infine dando le spalle allo schermo e rivolgendosi alla platea ancora scioccata per la rivelazione di Taylor.

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-“Non sapevo tu fossi un appassionato di cinema”, disse Jim rivolgendosi alle spalle di Taylor, mentre questi consultava la mappa di Terra Nova con le mani incrociate dietro la schiena. Jim pensava che non lo stesse ascoltando, la sua mente alla frenetica ricerca di una soluzione, di un piano, di un espediente per ridare fiducia a quello sparuto gruppo di persone perso nelle nebbie del tempo 10 milioni di anni dopo l’estinzione della razza umana, così gli si avvicinò. Taylor si voltò verso di lui.

-“E’ sempre stata una mia passione. A saperli guardare, dietro la facciata di spettacolarità e fantasia, i vecchi film raccontano moltissimo su come eravamo un tempo, su come siamo arrivati a… su come siamo riusciti a rovinare tutto. Tutto. “ Aveva gli occhi lucidi, come già prima quando, nonostante l’affettuoso abbraccio di Zoe, era rimasto per ore a pensare alla terribile fine della sua più valorosa compagna di avventure da quando era iniziata quella di Terra Nova. Per questo fino a un attimo prima voltava le spalle a Jim atteggiandosi a consultare la mappa.

-“Ognuno di questi cristalli di molibdenite”, disse osservando quello che stringeva tra pollice e indice “contiene migliaia di ore di fiction… o di storia, a seconda di come le guardi. Molto più istruttivo di qualunque libro scritto da chi in quel momento era al potere. Può sembrare assurdo, ma i vecchi film, in quanto “prodotti artistici”, non erano soggetti a nessuna restrizione politica, al contrario di libri e riviste, per cui raccontano quello che davvero pensava la gente 150 anni fa, quando ancora si poteva uscire di casa per fare una passeggiata con gli amici fino al cinema più vicino senza doversi preoccupare dell’autonomia della propria scorta d’aria”.

-“Cosa pensi di fare, ora?”, chiese allora Jim riportandolo bruscamente alla realtà. “Quanto dureranno le nostre scorte?”

-“Ho già incaricato Malcolm e tua moglie di fare un inventario dei medicinali, dei nuclei energetici, e di tutto ciò che periodicamente ci veniva fornito attraverso il portale.” Si sedette alla scrivania consultando il suo Plexpad. “Boylan e Durwin stanno passando di casa in casa a fare un inventario dei dispositivi elettronici disponibili nella colonia. Dovremo fare una stima di quanto potranno durare le nostre risorse tecnologiche facendo affidamento sui soli pezzi di ricambio che abbiamo disponibili, e capire da quando, invece, saremo costretti a contare solo e unicamente sulle nostre forze per andare avanti. Se siamo fortunati e centelliniamo le risorse”, concluse spegnendo il Plexpad e poggiandolo sulla scrivania, “credo che potremo arrivare a 6 mesi, non di più. Dopodichè dovremo farcela con le nostre gambe.”

-“Il corso di sopravvivenza tenuto da Washington, adesso, sarà più utile che mai” disse Jim con un sorriso dando una pacca sulla spalla a Taylor. “So che stava fatto un ottimo lavoro, è riuscita a insegnare a cavarsela nella giungla anche ai bambini!”

- “Era una grande persona.”, confermo malinconicamente Taylor. “Tutto quello che ha fatto per noi non andrà perduto, se i giovani del corso faranno tesoro dei suoi insegnamenti. I giovani: è su loro che dobbiamo contare, ora più che mai, per ricostruire il futuro di Terra Nova e dell’umanità”.

-“E Lucas?”

-“Nella fretta di andarsene ai Calanchi, i suoi compari ci hanno lasciato tonnellate di armi, munizioni, mine. Ce n’è a sufficienza per rendere Terra Nova impenetrabile come una fortezza, per anni. Per non parlare delle autoscavatrici a controllo remoto: hanno mollato tutto lì dov’era, insieme ad alcune tonnellate di ferro già scavato.” Riaccese il Plexpad per mostrare a Jim le riprese in diretta delle trivelle automatiche ancora intente ad estrarre minerali preziosi dal sottosuolo: ferro, bauxite, rame. Tutt’intorno a Terra Nova era una vera miniera di materie prime.

-“Non saremmo mai stati in grado di estrarre il minerale, se Lucas non avesse reso il portale abbastanza ampio da poter inviare anche macchinari pesanti. Quell’idiota è venuto qui per distruggerci, e invece ci ha fatto un favore”, concluse portandosi una mano sulla ferita al fianco ancora fresca.

-“Mi chiedo cosa diavolo ci sia nella regione dei calanchi da dover lasciare tutto in fretta e furia per andare lì di corsa. Cosa pensano di trovarci?!?”

-“Se devo azzardare un’ipotesi”, disse allora Taylor, “credo che quei banditi del governo pensino di trovarci una frattura temporale. Probabilmente credono che, se c’era la polena, vuol dire che c’è una frattura temporale che l’ha portata lì dal futuro, anche senza Portale e senza Hope Plaza. Non ci sono scienziati tra quella gente, solo soldati e uomini d’affari. E Lucas è solo un fisico, non sa niente di biologia, paleontologia, botanica… A proposito, ma c’e’ qualcosa che tua figlia NON ha studiato?!?”, si interruppe Taylor.

-“Credo di no”, rispose Jim sollevando le sopracciglia, “da quando le regalammo il suo primo Plexpad a 12 anni, non l’ho mai vista staccarsene per più di un’ora di seguito. Ha sempre qualcosa da leggere, da studiare, su cui ricercare… A 15 anni sapeva già più cose di quante ne ho imparate io in una vita. E il bello è che ho sempre pensato che fosse una perdita di tempo che le tenesse tutte a mente, visto che chiunque può richiamarle in un’istante sul suo Plexpad al tocco di un dito.”.

-“Già. Finchè ci saranno Plexpad da consultare. Partendo da dove siamo ora, non saremo in grado di fabbricarne uno da soli per i prossimi… non so… 30 anni? E sono estremamente fragili.”

-“Già, la famosa teoria della ‘non riparabilità’ “

-“Più una cosa si guasta facilmente, più presto una persona dovrà ricomprarsela”

-“ ‘ L’economia deve girare’ “, disse Jim ripetendo il tormentone che era diventato la Regola di Vita da 50 anni a quella parte, mentre si affacciava sulla piazza principale di Terra Nova, osservando gli abitanti indaffarati come formiche a far sparire dalla colonia ogni traccia della battaglia di poche ore prima. “

-“ ‘Ora et labora’ , dicevano una volta, altro che ‘rompi e spendi’ “, esclamò mentre Jim gli si affiancava.

-“ ‘Orat…’? “, chiese Jim perplesso.

-“E’ latino. Una lingua morta 1000 anni prima che Hope Plaza nascesse. Significa “prega e lavora”. Era la Regola di Vita dei monaci, gruppi di persone che centinaia di anni fa si addossarono l’ingrato compito di preservare lo scibile umano copiando e ricopiando, A MANO, migliaia di testi scientifici, nascondendoli in buie e polverose biblioteche, mentre nei paesi orde di soldati devastavano e distruggevano, saccheggiavano e uccidevano…

-“Mi sembra una scena già vista.”

-“Già. Con la differenza che qui a Terra Nova c’e’ poco da pregare, e molto da lavorare, se vogliamo sopravvivere.”

-“Comandante?”, li interruppe un soldato entrando per fare rapporto.

-“Che c’è soldato?”.

-“Abbiamo trovato qualcosa in un container. Qualcosa che dovrebbe vedere”.

Taylor sollevò un sopracciglio, scambiandosi uno sguardo con Taylor.

-“Non sono ancora finite le sorprese, oggi?!?”

  
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