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Autore: Juliet    08/08/2006    8 recensioni
Aaron Echolls è stato trasportato d’urgenza all’ospedale, ferito da un’amante ormai disillusa.
Lynn Echolls è con lui.
Logan Echolls non ha voluto seguirli.
[Spoiler up to 1x10 - An Echolls Family Christmas]
[Logan/Veronica - Logan/Lilly]
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lilly Kane, Logan Echolls
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo:

Cateoria: Veronica Mars

Titolo: Wings of a Butterfly

Autrice: Juliet

Pairing: Logan/Veronica

Commento alla storia: Aaron Echolls è stato trasportato d’urgenza all’ospedale, ferito da un’amante ormai disillusa. Lynn Echolls è con lui. Logan Echolls non ha voluto seguirli. Situata dopo l’episodio 1x10 ‘An Echolls Family Christmas’. Logan POV. LoVe, naturalmente, con un po’ di Lilly/Logan.

Rating: Arancione.

Avvertimenti: One - Shot





Wings of a Butterfly





I duecento invitati alla festa degli Echolls non avevano esitato a lasciare la casa, in seguito all’arrivo dell’ambulanza che aveva portato via il ferito in compagnia della moglie sconvolta, commentando l’accaduto con orrore, sconcerto e, naturalmente, ipocrisia.



Lilly sostenne lo sguardo della madre. Uno sguardo di sfida in risposta a quello furioso di Celeste. La donna sussurrava ma la sua espressione era fredda, la piega delle sue labbra dura.

Non voleva dare spettacolo di fronte a lui, a Veronica e a suo padre. La decantata perfezione della famiglia Kane non poteva essere distrutta da una diciassettenne dai comportamenti ribelli. Celeste Kane non lo poteva permettere.

Lilly si allontanò dalla madre e lo baciò appassionatamente.



Logan li aveva visti andarsene con la più totale indifferenza, ascoltando come inebetito i mormorii concitati dei quali non aveva distinto una sola parola. Il silenzio che invase l’enorme, decorata stanza che sua madre stessa si era impegnata ad arredare aveva un che di maledettamente assordante.



“Sei fortunato, lo sai.”

Si voltò e lei era lì. Vestita di rosso, i capelli sciolti con studiata semplicità. Bellissima. Le sorrise appena, incerto su cosa dire.

Lilly era un continuo dilemma.

“Veronica mi ha convinto, alla fine. E poi, tua madre ha molto gusto nel dare le feste.” Mormorò avvicinandosi a lui e prendendolo per mano.

“Balliamo.”



Si alzò dal divano color panna sul quale era si era lasciato cadere dopo aver chiamato l’ambulanza e dal quale aveva rifiutato di allontanarsi quando sua madre l’aveva pregato di raggiungerla, sempre stringendo con forza una mano del marito fra le sue. Non aveva potuto accontentarla, nemmeno sforzandosi di farlo per lei che aveva bisogno di averlo vicino.



“Lilly…Lilly è…”

“Cosa, Veronica? Cosa è successo a Lilly? Maledizione, dimmi che cazzo sta succedendo!”

Non Lilly. Non lei.

Un respiro tremante.

“L’ hanno uccisa… non sanno cosa sia…non…”

Gli aveva voltato le spalle, l’ultima volta in cui l’aveva vista.



Non aveva potuto, semplicemente.



Era colpa di Veronica.

Non ne aveva parlato con lui. Non gli aveva chiesto cosa fosse successo, se lui aveva baciato Yolanda o se Yolanda aveva baciato lui per prima.

No, era corsa da Lilly e le aveva dato la sua versione.

Era colpa sua.

Yolanda l’aveva baciata lui, per primo. Che cazzo aveva pensato di fare, in quel momento? Vendicarsi?

Vendicarsi di Lilly. Era stata una stronza, quella settimana. Nemmeno ricordava perché diavolo ce l’avesse avuta tanto con lui.

Sì, dava la colpa anche a lei. Per essere sempre così… così Lilly Kane.



Era rimasto seduto, vedendola infine rivolgergli un ultimo, triste sguardo prima di voltargli le spalle, accettando l’aiuto di un infermiere che le porgeva una mano per aiutarla a salire accanto al marito.



“Dai, sali! L’ ho appena comprata!”

Lilly si sporse verso di lui e lo baciò, attirandolo leggermente a sé, appoggiata alla nuovissima Xterra che il ragazzo le stava mostrando con orgoglio.

“Logan, ti sei reso conto che è gialla, sì?” lo prese in giro Lilly, parlando sulle sue labbra.

Lui rovesciò la testa all’indietro e rise.



Raggiunse la sua stanza e si lasciò cadere sul letto. Stava decidendo se valeva la pena di raccogliere le forze per alzarsi di nuovo, raggiungere l’armadio dei liquori e bere la prima cosa che gli fosse capitata sottomano, quando vide una sagoma fare un passo nella stanza e fermarsi accanto allo stipite della porta.



“Ingegnoso…”

Si voltò a guardarla, distesa sul letto, coperta solo da un lenzuolo candido.

“Modestamente devo dissentire. Ti sbagli.”

Lilly alzò le sopracciglia.

“Non è ingegnoso, è perfetto come nascondiglio.”

La ragazza sorrise, osservandolo riporre il cacciavite nel cassetto del comodino e distendersi nuovamente accanto a lei.

“Se è così perfetto, Logan, dovrai uccidermi. Ora l’ ho scoperto!”



Veronica Mars.



“Logan.”

“Verità.” Scelse immediatamente il ragazzo.

Lilly ci pensò un attimo.

“Che cosa hai pensato di Veronica la prima volta in cui l’ hai vista?”

“Ho pensato che fosse sexy.”



Logan era sicuro di aver visto suo padre uscire della stanza che aveva ospitato il ricevimento, ancora stringendo la ragazza castana con il cappellino natalizio in testa, una delle puttane di suo padre, che lo sceriffo Lamb era venuto a portare via. Aveva creduto che Veronica se ne fosso andata con il padre.



“Avevo dodici anni quando ti sei trasferito qui!”

“Oh, eri favolosa nei tuoi calzoncini!”

“Era la mia divisa da calcio!”

“Beh, e allora? Lo eri!”



Ed ora invece era lì, silenziosa ombra profumata il volto troppo in ombra perché lui potesse decifrarne l’espressione.



“Che cosa vuoi?”

“Sapere cosa le hai raccontato!” quasi urlò, sbattendo la porta del suo armadietto e obbligandola a guardarlo.

“La verità, Logan!” rispose lei, altrettanto appassionatamente.

“La verità o quello che hai voluto vedere?!”

Veronica gli lanciò un’occhiata di disgustata freddezza.

“Lasciami in pace, Logan.”



“I soldi che hai vinto te li puoi prendere subito” mormorò distogliendo lo sguardo dalla ragazza, voltando il viso verso la porta finestra che dava sulla piscina della villa. Non voleva nessuno intorno, in quel momento, meno che mai la ragazza che dalla morte di Lilly si era ripromesso di odiare.



“Logan…”

Lui la superò senza nemmeno guardarla. Serio, vestito di nero, al funerale della ragazza che aveva amato tantissimo.

L’ ha fatta allontanare da me.

Non lo stava seguendo, fortunatamente.

Adesso l’ ho persa per sempre. Ed era arrabbiata con me.



E Logan la odiava veramente.



“Non ci credo, ha avuto il coraggio di presentarsi!”

Si voltò verso Madison, seguì il suo sguardo schifato. Camminava a testa alta. Come se nulla fosse successo.

“Quella puttana… Duncan è nei paraggi? Vorrei proprio che lo vedesse mentre è impegnato a...” Commentò Dick, apparendo al fianco di Logan, terminando la frase con un gesto eloquente.

Buttò giù quello che rimaneva del suo drink.

Come aveva fatto a ritenerla un’amica. Non ci si poteva fidare di Veronica Mars.



Non era stato nemmeno così difficile come aveva immaginato. Gli era bastato vedere in lei solo la puttana dallo sguardo freddo e dalla lingua di fiele, quella che tutti descrivevano a scuola. Ben presto aveva dimenticato l’amica dal dolce sorriso e dallo sguardo luccicante. Ormai non esisteva più, era scomparsa con Lilly e non sarebbe mai più tornata indietro.



“Ehi, Ronnie!

Abbiamo deciso che oggi preferiamo fare surf piuttosto che studiare. Vuoi venire?

Duncan promette che si toglierà la maglietta, questo addolcisce la portata?

Ti fa arrapate?

Hey, DK, mostra i muscoli per la tua ex!”



Veronica entrò nella stanza con passo leggero, fermandosi in piedi, di fronte al ragazzo. Non disse nulla per qualche secondo. Poi, dopo aver preso un beve, profondo respiro, parlò.

“Tuo padre è fuori pericolo.”

Logan non si mosse minimamente.

“Tua madre ha telefonato a mio padre quando non è riuscita a parlare con te, visto che non rispondevi al cellulare. Voleva che tu sapessi che è andato tutto bene e di non… di non preoccuparti.” Terminò, in difficoltà.

Logan rise amaramente.

“Ha detto proprio così? Di non preoccuparmi?” ripeté, spostando finalmente lo sguardo sulla ragazza.



“Ce l’ ha con me perché, V?”

Lei lo osservò passarsi una mano fra i capelli, mordendosi dolcemente un labbro.

“Le passerà, sai come è fatta. Non preoccuparti inutilmente. Ti ama.”

Veronica gli sorrise dolcemente.

“Andiamo a pranzo, dai. Ti aspetta…”



La fioca luce che penetrava dall’esterno illuminava di argentee increspature la ragazza, scintillando sui suoi capelli chiari, rivelando il luccichio del suo sguardo verde mare. In quell’attimo, Logan la vide di nuovo vestita di bianco, i lunghi capelli dorati sciolti sulle spalle, le gambe nude.



Era distesa su uno sdraio. L’avevano chiaramente drogata.

Quello che pensava in quel momento, però, non era certo di portarla via di lì. Un ragazzo le stava mettendo a forza in bocca una fetta di limone.

Che cosa gliene fregava, poi? Che se la scopasse pure, se ci teneva.

Scacciò quell’insistente, martellante sensazione che quello che le stavano facendo fosse sbagliato.

Non riuscendoci subito, realizzò che doveva bere ancora.



Così come l’aveva vista alla festa di Shelley Pomroy, la notte in cui non aveva saputo distogliere lo sguardo da lei con l’indifferente facilità in cui si era esercitato per mesi.



Il liquido gli bruciò la gola, ma resistette all’impulso di tossire.

Le stavano gettando del sale sul collo e sulle spalle.

Cazzo, se era sexy.

Avrebbe dato qualsiasi cosa per poterla sentire gemere sotto di lui.

Veronica Mars.



La notte in cui non aveva cercato i grandi occhi celesti e le labbra rosse di Lilly. Si era scopato quella in cui aveva visto pelle chiara ed espressione innocente.



“Duncan ci ha portato via tutto il divertimento!”

Dick si voltò verso un alto ragazzo moro. “Cosa? Duncan l’ ha portata via?”

Non pensarci.

Tu la odi. Lei ha tradito tutti.

Duncan, Lilly. Me.

“Nessun problema, ho qualche amica da presentarvi!” rise Dick. “Logan, amico, ci stai tu, vero?”

Non pensare a lei.



Non aveva risposto alla sua domanda.

“E sei venuta di persona a dirmelo, V?”

Lei scosse la testa. Non avrebbe saputo dire se quello che aveva lasciato tradire ai suoi occhi chiari fosse stata tristezza.

“Me ne vado subito.”

Logan si alzò e la raggiunse in un attimo.

Si era sbagliato.

Il suo sguardo era immutato. La morte di Lilly l’aveva cambiata tanto quanto aveva cambiato lui. Ma i suoi occhi luccicavano ancora alla stessa maniera.



Guardò verso di lei. Del resto, il filmato di quella notte sulla spiaggia gliel’aveva portato lei. Aveva fatto sì che non ne risultasse qualcosa di banale e perbenista, qualcosa che Lilly Kane avrebbe trovato squallido.

Veronica gli sorrise, accennando con la testa un sì.

Sorrise di rimando. Una sorta di ringraziamento.



La stava baciando prima di rendersi conto di essersi chinato verso di lei. La sentì esitare per un attimo, prima di permettere alla sua lingua di farsi strada fra le sue labbra. La fece sedere sulla scrivania in legno, situata qualche metro dietro di lei, allargandole le gambe con la pressione di un ginocchio, in modo da poterla avere addosso completamente, perdendosi nel suo profumo di cannella e cioccolato amaro.

Logan interruppe il bacio e scese a sfiorarle il collo con le labbra, esplorando con la lingua, continuando a tenerla stretta, assaporando i suoi gemiti appena sussurrati, pienamente consapevole dei movimenti delle mani di lei fra i suoi capelli.

“Logan…” mormorò e lui si allontanò dalla sua pelle, incontrando i suoi occhi. In quel momento soltanto si rese conto di come il suo petto si alzasse e si abbassasse in fretta.



“Logan…”

Lui le sorrise a mo’ di saluto.

“So perché sei qui.”

Lei lo guardò attentamente.

“Non…?”

“No” disse lui, deciso ma non brusco “Mi dispiace, V. Non mi ha detto niente.”

Lei annuì, abbassando lo sguardo, un po’ imbarazzata.

Avrebbe voluto toccarla.

Sembrava così fragile.

Avrebbe davvero voluto toccarla.

“Grazie comunque, Logan.”



“Devo andare” disse improvvisamente, saltando giù dalla scrivania e allontanandosi da Logan. Il ragazzo, passandosi una mano fra i capelli, la osservò quasi correre verso la porta prima di reagire, raggiungendola e afferrandole un braccio per fermarla.

“Veronica, cosa diavolo…?” iniziò, maledettamente confuso. Va bene, loro due si odiavano. Di solito. Quella notte, Logan non poteva affermarlo con certezza.

Veronica si voltò a fronteggiarlo.



“Sì?”

L’aveva richiamata senza quasi rendersene conto.

Rimase zitto per un istante.

“Andrà tutto bene.”

Lei sorrise sinceramente, quel sorriso luminoso che la contraddistingueva.

Solo suo. Tutto suo.

“E tu non sbagli mai?”

Una leggera nota divertita.

Scosse la testa, sorridendo.

“Mai.”



“Non puoi venire qui da me e poi…scappare in questo modo”

Lei abbassò lo sguardo al pavimento. I suoi occhi scuri… sapeva che se li avesse incontrati, Logan avrebbe potuto leggere troppo nei suoi. Non era brava a nascondere le cose a lui. Lei lo odiava, di solito. Di solito.

E ora temeva il calore del suo sguardo.

“Perché sei venuta, Ronnie?” chiese lui, dolcemente. Quella dolcezza che lei non sentiva da molto, molto tempo nella sua voce. Respirando profondamente, alzò lo sguardo e lo incatenò al suo.

Per un leggero, fuggevole istante.

Non poteva evitarlo, ormai.



“Sarà mai normale, fra di noi…?”



“Sarà mai normale, fra di noi…?”

Lui le accarezzò i capelli, lasciando la presa sul suo braccio. Sapeva che non sarebbe fuggita, ora. Non più.

“A volte mi è davvero difficile odiarti…” le sussurrò fra i capelli. Mentre appoggiava la testa sul suo petto, Logan era convinto di averla sentita sorridere. Proprio ‘sentita’. Quel sorriso che le apparteneva.

Tutto suo. Solo suo.

“Dovevi saperlo.”





***



Ok, ecco l’ennesima one-shot!

Come se non avessi abbastanza fanfiction da portare avanti…^^

Ma sto divagando.

Questa storia è stata scritta seguendo l’ispirazione del momento, come mi capita spessissimo. Adoro il rapporto fra Logan e Veronica, adoro scrivere di loro due insieme! Tuttavia, questa fanfiction verte anche sul pairing Lilly/Logan, così come lo immagino io.

Spero vi sia piaciuta, ovviamente.^^

I vostri pareri, come sempre, mi farebbero felice!

Juliet

  
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