Cateoria: Veronica Mars
Titolo: Wings of a Butterfly
Autrice: Juliet
Pairing: Logan/Veronica
Commento alla storia: Aaron Echolls è stato
trasportato d’urgenza all’ospedale, ferito da un’amante ormai disillusa. Lynn
Echolls è con lui. Logan Echolls non ha voluto seguirli. Situata dopo l’episodio 1x10 ‘An Echolls Family
Christmas’. Logan POV. LoVe, naturalmente, con un po’ di Lilly/Logan.
Rating: Arancione.
Avvertimenti: One - Shot
Wings
of a Butterfly
I duecento invitati alla festa degli Echolls non avevano
esitato a lasciare la casa, in seguito all’arrivo dell’ambulanza che aveva
portato via il ferito in compagnia della moglie sconvolta, commentando
l’accaduto con orrore, sconcerto e, naturalmente, ipocrisia.
Lilly sostenne lo sguardo della madre. Uno sguardo di sfida
in risposta a quello furioso di Celeste. La donna sussurrava ma la sua
espressione era fredda, la piega delle sue labbra dura.
Non voleva dare spettacolo di fronte a lui, a Veronica e a
suo padre. La decantata perfezione della famiglia Kane non poteva essere
distrutta da una diciassettenne dai comportamenti ribelli. Celeste Kane non lo
poteva permettere.
Lilly si allontanò dalla madre e lo baciò
appassionatamente.
Logan li aveva visti andarsene con la più totale
indifferenza, ascoltando come inebetito i mormorii concitati dei quali non
aveva distinto una sola parola. Il silenzio che invase l’enorme, decorata
stanza che sua madre stessa si era impegnata ad arredare aveva un che di
maledettamente assordante.
“Sei fortunato, lo sai.”
Si voltò e lei era lì. Vestita di rosso, i capelli sciolti
con studiata semplicità. Bellissima. Le sorrise appena, incerto su cosa dire.
Lilly era un continuo dilemma.
“Veronica mi ha convinto, alla fine. E poi, tua madre ha
molto gusto nel dare le feste.” Mormorò avvicinandosi a lui e prendendolo per
mano.
“Balliamo.”
Si alzò dal divano color panna sul quale era si era
lasciato cadere dopo aver chiamato l’ambulanza e dal quale aveva rifiutato di allontanarsi quando sua
madre l’aveva pregato di raggiungerla, sempre stringendo con forza una mano del
marito fra le sue. Non aveva potuto accontentarla, nemmeno sforzandosi di farlo
per lei che aveva bisogno di averlo vicino.
“Lilly…Lilly è…”
“Cosa, Veronica? Cosa è successo a Lilly? Maledizione,
dimmi che cazzo sta succedendo!”
Non Lilly. Non lei.
Un respiro tremante.
“L’ hanno uccisa… non sanno cosa sia…non…”
Gli aveva voltato le spalle, l’ultima volta in cui l’aveva
vista.
Non aveva potuto, semplicemente.
Era colpa di Veronica.
Non ne aveva parlato con lui. Non gli aveva chiesto cosa
fosse successo, se lui aveva baciato Yolanda o se Yolanda aveva baciato lui per
prima.
No, era corsa da Lilly e le aveva dato la sua versione.
Era colpa sua.
Yolanda l’aveva baciata lui, per primo. Che cazzo aveva
pensato di fare, in quel momento? Vendicarsi?
Vendicarsi di Lilly. Era stata una stronza, quella
settimana. Nemmeno ricordava perché diavolo ce l’avesse avuta tanto con lui.
Sì, dava la colpa anche a lei. Per essere sempre così… così
Lilly Kane.
Era rimasto seduto, vedendola infine rivolgergli un ultimo,
triste sguardo prima di voltargli le spalle, accettando l’aiuto di un
infermiere che le porgeva una mano per aiutarla a salire accanto al marito.
“Dai, sali! L’ ho appena comprata!”
Lilly si sporse verso di lui e lo baciò, attirandolo
leggermente a sé, appoggiata alla nuovissima Xterra che il ragazzo le stava
mostrando con orgoglio.
“Logan, ti sei reso conto che è gialla, sì?” lo prese in
giro Lilly, parlando sulle sue labbra.
Lui rovesciò la testa all’indietro e rise.
Raggiunse la sua stanza e si lasciò cadere sul letto. Stava
decidendo se valeva la pena di raccogliere le forze per alzarsi di nuovo,
raggiungere l’armadio dei liquori e bere la prima cosa che gli fosse capitata
sottomano, quando vide una sagoma fare un passo nella stanza e fermarsi accanto
allo stipite della porta.
“Ingegnoso…”
Si voltò a guardarla, distesa sul letto, coperta solo da un
lenzuolo candido.
“Modestamente devo dissentire. Ti sbagli.”
Lilly alzò le sopracciglia.
“Non è ingegnoso, è perfetto come nascondiglio.”
La ragazza sorrise, osservandolo riporre il cacciavite nel
cassetto del comodino e distendersi nuovamente accanto a lei.
“Se è così perfetto, Logan, dovrai uccidermi. Ora l’ ho
scoperto!”
Veronica Mars.
“Logan.”
“Verità.” Scelse immediatamente
il ragazzo.
Lilly ci pensò un attimo.
“Che cosa hai pensato di Veronica
la prima volta in cui l’ hai vista?”
“Ho pensato che fosse sexy.”
Logan era sicuro di aver visto
suo padre uscire della stanza che aveva ospitato il ricevimento, ancora stringendo
la ragazza castana con il cappellino natalizio in testa, una delle puttane di
suo padre, che lo sceriffo Lamb era venuto a portare via. Aveva creduto che
Veronica se ne fosso andata con il padre.
“Avevo dodici anni quando ti sei
trasferito qui!”
“Oh, eri favolosa nei tuoi
calzoncini!”
“Era la mia divisa da calcio!”
“Beh, e allora? Lo eri!”
Ed ora invece era lì, silenziosa ombra profumata il volto
troppo in ombra perché lui potesse decifrarne l’espressione.
“Che cosa vuoi?”
“Sapere cosa le hai raccontato!” quasi urlò, sbattendo la
porta del suo armadietto e obbligandola a guardarlo.
“La verità, Logan!” rispose lei, altrettanto
appassionatamente.
“La verità o quello che hai voluto vedere?!”
Veronica gli lanciò un’occhiata di disgustata freddezza.
“Lasciami in pace, Logan.”
“I soldi che hai vinto te li puoi
prendere subito” mormorò distogliendo lo sguardo dalla ragazza, voltando il
viso verso la porta finestra che dava sulla piscina della villa. Non voleva
nessuno intorno, in quel momento, meno che mai la ragazza che dalla morte di
Lilly si era ripromesso di odiare.
“Logan…”
Lui la superò senza nemmeno
guardarla. Serio, vestito di nero, al funerale della ragazza che aveva amato
tantissimo.
L’ ha fatta allontanare da me.
Non lo stava seguendo, fortunatamente.
Adesso l’ ho persa per sempre. Ed
era arrabbiata con me.
E Logan la odiava veramente.
“Non
ci credo, ha avuto il coraggio di presentarsi!”
Si voltò verso Madison, seguì il
suo sguardo schifato. Camminava a testa alta. Come se nulla fosse successo.
“Quella puttana… Duncan è nei
paraggi? Vorrei proprio che lo vedesse mentre è impegnato a...” Commentò Dick,
apparendo al fianco di Logan, terminando la frase con un gesto eloquente.
Buttò giù quello che rimaneva del
suo drink.
Come aveva fatto a ritenerla
un’amica. Non ci si poteva fidare di Veronica Mars.
Non era stato nemmeno così
difficile come aveva immaginato. Gli era bastato vedere in lei solo la puttana
dallo sguardo freddo e dalla lingua di fiele, quella che tutti descrivevano a
scuola. Ben presto aveva dimenticato l’amica dal dolce sorriso e dallo sguardo
luccicante. Ormai non esisteva più, era scomparsa con Lilly e non sarebbe mai
più tornata indietro.
“Ehi,
Ronnie!
Abbiamo deciso che oggi preferiamo
fare surf piuttosto che studiare. Vuoi venire?
Duncan promette che si toglierà la
maglietta, questo addolcisce la portata?
Ti fa arrapate?
Hey, DK, mostra i muscoli per la
tua ex!”
Veronica entrò nella stanza con
passo leggero, fermandosi in piedi, di fronte al ragazzo. Non disse nulla per
qualche secondo. Poi, dopo aver preso un beve, profondo respiro, parlò.
“Tuo padre è fuori pericolo.”
Logan non si mosse minimamente.
“Tua madre ha telefonato a mio
padre quando non è riuscita a parlare con te, visto che non rispondevi al
cellulare. Voleva che tu sapessi che è andato tutto bene e di non… di non
preoccuparti.” Terminò, in difficoltà.
Logan rise amaramente.
“Ha detto proprio così? Di non preoccuparmi?”
ripeté, spostando finalmente lo sguardo sulla ragazza.
“Ce
l’ ha con me perché, V?”
Lei lo osservò passarsi una mano
fra i capelli, mordendosi dolcemente un labbro.
“Le passerà, sai come è fatta.
Non preoccuparti inutilmente. Ti ama.”
Veronica gli sorrise dolcemente.
“Andiamo a pranzo, dai. Ti
aspetta…”
La fioca luce che penetrava
dall’esterno illuminava di argentee increspature la ragazza, scintillando sui
suoi capelli chiari, rivelando il luccichio del suo sguardo verde mare. In
quell’attimo, Logan la vide di nuovo vestita di bianco, i lunghi capelli dorati
sciolti sulle spalle, le gambe nude.
Era distesa su uno sdraio.
L’avevano chiaramente drogata.
Quello che pensava in quel
momento, però, non era certo di portarla via di lì. Un ragazzo le stava
mettendo a forza in bocca una fetta di limone.
Che cosa gliene fregava, poi? Che
se la scopasse pure, se ci teneva.
Scacciò quell’insistente,
martellante sensazione che quello che le stavano facendo fosse sbagliato.
Non riuscendoci subito, realizzò
che doveva bere ancora.
Così come l’aveva vista alla
festa di Shelley Pomroy, la notte in cui non aveva saputo distogliere lo
sguardo da lei con l’indifferente facilità in cui si era esercitato per mesi.
Il liquido gli bruciò la gola, ma
resistette all’impulso di tossire.
Le stavano gettando del sale sul
collo e sulle spalle.
Cazzo, se era sexy.
Avrebbe dato qualsiasi cosa per
poterla sentire gemere sotto di lui.
Veronica Mars.
La notte in cui non aveva cercato
i grandi occhi celesti e le labbra rosse di Lilly. Si era scopato quella in cui
aveva visto pelle chiara ed espressione innocente.
“Duncan
ci ha portato via tutto il divertimento!”
Dick si voltò verso un alto
ragazzo moro. “Cosa? Duncan l’ ha portata via?”
Non pensarci.
Tu la odi. Lei ha tradito tutti.
Duncan, Lilly. Me.
“Nessun problema, ho qualche
amica da presentarvi!” rise Dick. “Logan, amico, ci stai tu, vero?”
Non pensare a lei.
Non aveva risposto alla sua
domanda.
“E sei venuta di persona a
dirmelo, V?”
Lei scosse la testa. Non avrebbe
saputo dire se quello che aveva lasciato tradire ai suoi occhi chiari fosse
stata tristezza.
“Me ne vado subito.”
Logan si alzò e la raggiunse in
un attimo.
Si era sbagliato.
Il suo sguardo era immutato. La
morte di Lilly l’aveva cambiata tanto quanto aveva cambiato lui. Ma i suoi
occhi luccicavano ancora alla stessa maniera.
Guardò verso di lei. Del resto, il filmato di quella notte
sulla spiaggia gliel’aveva portato lei. Aveva fatto sì che non ne risultasse
qualcosa di banale e perbenista, qualcosa che Lilly Kane avrebbe trovato
squallido.
Veronica gli sorrise, accennando
con la testa un sì.
Sorrise di rimando. Una sorta di
ringraziamento.
La stava baciando prima di
rendersi conto di essersi chinato verso di lei. La sentì esitare per un attimo,
prima di permettere alla sua lingua di farsi strada fra le sue labbra. La fece
sedere sulla scrivania in legno, situata qualche metro dietro di lei,
allargandole le gambe con la pressione di un ginocchio, in modo da poterla
avere addosso completamente, perdendosi nel suo profumo di cannella e
cioccolato amaro.
Logan interruppe il bacio e scese
a sfiorarle il collo con le labbra, esplorando con la lingua, continuando a
tenerla stretta, assaporando i suoi gemiti appena sussurrati, pienamente
consapevole dei movimenti delle mani di lei fra i suoi capelli.
“Logan…” mormorò e lui si
allontanò dalla sua pelle, incontrando i suoi occhi. In quel momento soltanto
si rese conto di come il suo petto si alzasse e si abbassasse in fretta.
“Logan…”
Lui le sorrise a mo’ di saluto.
“So perché sei qui.”
Lei lo guardò attentamente.
“Non…?”
“No” disse lui, deciso ma non
brusco “Mi dispiace, V. Non mi ha detto niente.”
Lei annuì, abbassando lo sguardo,
un po’ imbarazzata.
Avrebbe voluto toccarla.
Sembrava così fragile.
Avrebbe davvero voluto toccarla.
“Grazie comunque, Logan.”
“Devo andare” disse
improvvisamente, saltando giù dalla scrivania e allontanandosi da Logan. Il
ragazzo, passandosi una mano fra i capelli, la osservò quasi correre verso la
porta prima di reagire, raggiungendola e afferrandole un braccio per fermarla.
“Veronica, cosa diavolo…?”
iniziò, maledettamente confuso. Va bene, loro due si odiavano. Di solito.
Quella notte, Logan non poteva affermarlo con certezza.
Veronica si voltò a
fronteggiarlo.
“Sì?”
L’aveva richiamata senza quasi
rendersene conto.
Rimase zitto per un istante.
“Andrà tutto bene.”
Lei sorrise sinceramente, quel
sorriso luminoso che la contraddistingueva.
Solo suo. Tutto suo.
“E tu non sbagli mai?”
Una leggera nota divertita.
Scosse la testa, sorridendo.
“Mai.”
“Non puoi venire qui da me e
poi…scappare in questo modo”
Lei abbassò lo sguardo al
pavimento. I suoi occhi scuri… sapeva che se li avesse incontrati, Logan
avrebbe potuto leggere troppo nei suoi. Non era brava a nascondere le cose a
lui. Lei lo odiava, di solito. Di solito.
E ora temeva il calore del suo
sguardo.
“Perché sei venuta, Ronnie?” chiese
lui, dolcemente. Quella dolcezza che lei non sentiva da molto, molto tempo
nella sua voce. Respirando profondamente, alzò lo sguardo e lo incatenò al suo.
Per un leggero, fuggevole
istante.
Non poteva evitarlo, ormai.
“Sarà mai normale, fra di noi…?”
“Sarà mai normale, fra di noi…?”
Lui le accarezzò i capelli,
lasciando la presa sul suo braccio. Sapeva che non sarebbe fuggita, ora. Non
più.
“A volte mi è davvero difficile
odiarti…” le sussurrò fra i capelli. Mentre appoggiava la testa sul suo petto, Logan
era convinto di averla sentita sorridere. Proprio ‘sentita’. Quel sorriso che
le apparteneva.
Tutto suo. Solo suo.
“Dovevi saperlo.”
***
Ok, ecco l’ennesima one-shot!
Come se non avessi abbastanza
fanfiction da portare avanti…^^
Ma sto divagando.
Questa storia è stata scritta
seguendo l’ispirazione del momento, come mi capita spessissimo. Adoro il
rapporto fra Logan e Veronica, adoro scrivere di loro due insieme! Tuttavia,
questa fanfiction verte anche sul pairing Lilly/Logan, così come lo immagino
io.
Spero vi sia piaciuta,
ovviamente.^^
I vostri pareri, come sempre, mi
farebbero felice!
Juliet