Il cuore dei
medici non si cura con le pillole.
Lo stava guardando.
Della fuga miracolosa
attraverso gli alberi era rimasta come ricordo la ferita sanguinante
che aveva
al fianco. Il proiettile che aveva strappato pezzi della sua carne era
passato
sibilando come un tuono. La
sua
attenzione, seppur minata di tanto in tanto dall’odore
pungente della polvere
da sparo, non si era mai affievolita. Aveva guardato Holmes correre e
sopravvivere ad ogni passo. Il respiro trattenuto ad ogni colpo andato
a vuoto,
l’euforia di sentire l’odore familiare di tabacco e
vino al suo fianco. Erano
vivi. Eppure, guardando quei tratti tremanti, mentre si stava ricucendo
la
pelle ferita, sentiva che non ce l’avrebbero fatta. La voce della cartomante
suonava come una
litania funebre. L’ago che gli bucava la pelle gli
sfuggì dalle mani. Il canto s’interruppe.
Un respiro lungo, intenso, frenato dallo
sferragliare della carrozza che percorreva la strada innevata.
“Non respira più”
Il tempo sta scorrendo al contrario. A
ogni mio passo verso il corpo steso a terra, la mia mente regredisce
fino al primo
incontro con il detective di Baker Street.
Un fallimento per il mio spirito da “crocerossina”,
come aveva posto l’accento lui giocando spazientito con le
provette del suo
ufficio, ma una conquista per il mio animo.
Non sapevo che, da quel giorno, la mia
vita sarebbe cambiata per sempre.
Quando appoggio l’indice e il medio sul
suo collo e premo a fondo, spero che la sua mano mi stringa il polso e
sfrutti le sue doti da lottatrice.
E’ tutto immobile, invece.
Le mie mani sfiorano la giacca, la stringono
e la rilasciano, riproducendo i movimenti di quel cuore che non batte
più.
E quando mi accorgo di non poter fare
nulla, di essere rimasto come la preda davanti al suo predatore, la
rabbia
scoppia e si espande in me.
Tempesto il suo petto di pugni, perché la
mia follia è ancora per lui. Ha
rovinato
il mio mondo pacifico e inconsistente e mi ha spinto a rischiare la
vita ogni
giorno. Grazie a lui ho capito che respirare non è un
particolare trascurabile.
Holmes sperimenta e quando perde, sa come reagire. Ma non si
può usare
scappatoie nel gioco della morte, non quando tutto ciò che
rimane sono le ombre del ricordo.
“Non morirà davanti ai miei occhi come un qualunque uomo.
Non glielo lascio fare, bastardo.
Non può fregarmi un’altra volta.
Non può rovinarmi la vita che mi sono costruito.”
E poi, come
l’ago che scorre dentro una
ferita sanguinante, l’idea nasce esplodendo nel mio cervello.
I medici sono troppo attenti alla salute
degli altri per preoccuparsi della loro. Ma non si accorgono che il
rimorso,
l’affezionarsi e il capitolare come un soldato al fronte sono
il loro pane
quotidiano. Curano gli altri, ma il loro spirito è legato a
quello dei loro
pazienti.
Ma, a differenza dei loro protetti, il
cuore dei medici non si cura con le pillole. Non quando il tuo peggior
paziente
e migliore amico ti muore davanti agli occhi.
L’ultima volta che ho pianto è stato al
funerale di mio padre. L’odore dei fiori freschi era un
macabro diversivo per
allontanare dalla testa il pensiero che lui sarebbe diventato cibo per
vermi.
La mia mente logica non riusciva a pensare ad altro. Ora che le lacrime
escono
senza che io le abbia chiamate, mi accorgo di aver vissuto
l’ultima grande
avventura della mia vita. Non avrei più trovato un cane
disteso a terra con le
zampe serrate e la bocca dischiusa. Ora davanti a me, il mio migliore
amico
sembrava vittima dei suoi stessi esperimenti.
Però stavolta sapevo che non si sarebbe
risvegliato.
Un fantasma avrebbe avuto più consistenza
di me, in quel momento. Ero incatenato al mio posto, inerme e indifeso.
Quanti
particolari si sta perdendo, Holmes.
Posso immaginare la sua voce analizzare con una cadenza
ironica e
saccente, il perché delle mie lacrime, attribuendo la
densità e quantità alla
mia famosa allergia agli agrifogli. Sbaglierebbe. Questa volta il suo
rigor di
logica non l'avrebbe salvata, perché niente è
più inspiegabile e irrazionale dei
sentimenti umani. L’unico ambito in cui l'avrei
superata.
La zingara mi accoglie nel suo petto,
accarezzandomi i capelli con una lentezza esasperante. Non sento il
freddo che
soffia nelle mie ossa e non mi accorgo di sanguinare. Sperimento sulla
mia
pelle la disfatta.
Stavolta ho perso, perché Holmes non è
rimasto con me.
E improvvisamente, quella voce da maestro
elementare che t’insegna i rudimenti della vita, si forma
nella mia testa.
"Dottore,
riesce sempre ad essere prevedibile.
Non sa che i geni nascondono sempre l’asso nella manica
giusta?”
Il petto della
cartomante profuma di
fiori d’arancio, un bizzarro contrasto con l'odore di freddo
che sento attorno a me.
Me l'aveva promesso, il giorno in cui, alla ricerca dell'introvabile,
un'altra zingara aveva predetto qualcosa di speciale.
Il regalo di nozze.
Era assurda come idea. Holmes che mi compra
un regalo di nozze? Mi aveva promesso centrini di pizzo e io ero
rimasto
inorridito dalla sua depravazione illimitata.
L’ovvio non esiste, non quando hai per
amico il più grande progettista del pianeta. Va tutto
secondo i piani.
Non so se ridere. So solo che quando la
mia mano cala con l’ago e s’impianta nel suo cuore,
non ho dubbi.
“Holmes,
è
riuscito a fregarmi anche da morto.
E giuro che
quando aprirà gli occhi, la ucciderò
un’altra volta.
Bastardo
egoista.”
Angolino nell'Armadio:
WOW. Non ho altro d'aggiungere se non l'esclamazione più incisiva di tutte: WOW.
GOS è un film pazzesco. Questa scena, come molte altre, mi hanno distrutto e appagato in ugual misura. Watson che perde il suo migliore amico (per due volte, poi...poraccio xD), Holmes che sbaglia per la prima volta e paga con la vita di altre persone, la tortura di non poter fare nulla ma rimanere inerme. Questo è meraviglioso per un'amante dell'angst e della psicologia come me.
Guy Ritchie, mi hai reso una donna felicissima.
E soprattutto, mi hai dato lo spunto per tornare a scrivere :)
Bene, passando alla FF in sè xD I pensieri di Watson sono un pò sconclusionati, ma per scelta...in quel momento, non sapeva nemmeno più di essere vivo.
Penso che molto presto, scriverò qualcosa sulla famosa "tortura" a ritmo di Schubert.
Spero vi sia piaciuta, anche se non sono soddisfatta appieno e chiedo scusa per eventuali obrobri causati dall'ora xD
VI AUGURO UN MERAVIGLIOSO NATALE E UN BELLISSIMO FINE 2011.
Un bacio grande,
Tony P.