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Autore: cri86    24/12/2011    1 recensioni
In una vigilia di Natale molto speciale, Auto capisce finalmente il significato dello spirito natalizio - e del perdono. Scritta in inglese per il WALL-E Forum, una storia di Natale che sa un po' di "La vita è meravigliosa", un po' del "Canto di Natale", con più di qualche accenno a un delizioso romanzo di qualche anno fa, "Il regalo più bello".
Genere: Commedia, Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ed ecco qui la conclusione, giusto in tempo per Natale! ^_^
Che dire, spero che vi sia piaciuta! Fatemi sapere cosa ne pensate, mi farà piacere leggere le vostre opinioni!
Auguri a tutti, spero che passiate un Natale fantastico!


Let it snow

Una WALL-Estoria di Natale (parte III)

“Okay, che… ehi, Auto, qui si gela!” Il Capitano rabbrividì mentre entravano sul ponte. Un po’ di neve si era già posata sul pavimento lustro. “Che ti è saltato in testa di aprire la finestra con questo tempo?!”

::Ho ritenuto appropriato far entrare un po’ di atmosfera natalizia, signore::

“Far entrare cosa?!” McCrea lo fissò sbalordito, come se Auto avesse appena detto che la luna era fatta di formaggio. Anche se il design di un Autopilota non era fatto per esprimere un’ampia gamma di emozioni, il Capitano era piuttosto certo che in quel momento Auto stesse gongolando.

Il timone aleggiò più vicino e continuò: ::Posso darle formalmente il benvenuto ai festeggiamenti natalizi sull’Axiom, Capitano? Buon Natale::

“Ma… ma…” balbettò incoerentemente McCrea. “Ma Auto - perché?”

::Signore, le avverse condizioni atmosferiche rappresentavano un ostacolo ai festeggiamenti. Ho stimato che se questi ultimi si fossero tenuti all’interno, la gente avrebbe avuto più opportunità di partecipare::

“Stai dicendo che hai fatto tutto quello…”, il Capitano, ancora incredulo, indicò gli schermi olografici, “… solo affinché la Colonia potesse festeggiare come si deve il Natale?”

::Affermativo. Devo seguire la mia direttiva:: E, vedendo lo sguardo del Capitano – uno sguardo che era allo stesso tempo riconoscente e intensamente, profondamente orgoglioso di lui – Auto ebbe la certezza sistematica che almeno quella direttiva era stata portata a termine con successo.

“Auto – io davvero non so che dire.”

::Penso che ‘Buon Natale’ andrà bene, signore. Non è d’accordo, signor Clarence?::

Aveva creduto che il vecchio sarebbe stato appoggiato alla parete, con il suo sorriso perenne e i suoi occhi sfavillanti. Ma mentre si girava a guardare da quella parte, Auto improvvisamente si accorse che loro quattro – lui, McCrea, WALL-E ed EVE – erano soli sul ponte. Clarence se n’era andato.

Il problema era che non poteva essersene andato. Un umano non passava attraverso lo scivolo della spazzatura, e se avesse preso l’ascensore loro lo avrebbero dovuto quantomeno vedere, visto che erano in piedi proprio davanti all’abitacolo. In effetti, l’ascensore non si era più mosso dal ponte da quando McCrea e i due robot erano entrati – e improvvisamente Auto si accorse che dall’arrivo dell’ascensore, il suo occhio non si era più posato su Clarence.

::Non possibile:: borbottò fra sé.

“Che cosa non è possible?” McCrea lo guardò con un sopracciglio alzato mentre Auto aleggiava sul ponte come un’anima in pena. EVE e WALL-E si scambiarono un’occhiata confusa, ma non sapevano cosa pensare dello strano comportamento dell’Autopilota, più di quanto non lo sapesse il Capitano stesso. “Hai perso qualcosa? Che succede?”

::Si tratta del signor Clarence, signore. Non capisco dove possa essere andato::

Le sopracciglia di McCrea si sollevarono ancor di più, quasi scomparvero nell’attaccatura dei capelli. “Ma di cosa stai parlando?”

::Il signor Clarence:: Perché lo fissavano tutti in quel modo? Un po’ scocciato, Auto attivò il suo scanner e lo fece scorrere sul ponte, in cerca del vecchio. ::Era qui fino a pochi istanti fa::

WALL-E lanciò un’occhiata perplessa ad EVE. ::Woah?::

”Clarence?” ripeté McCrea. “Ma Clarence non poteva essere sul ponte. Auto, è morto tre anni fa!” Il timone si immobilizzò a mezz’aria.




Per i primi pochi istanti, Auto non fu in grado di elaborare quelle parole. Le aveva sentite chiaramente, ma era come se non riuscisse a tradurle in un linguaggio comprensibile. Lentamente, si girò a fissare McCrea.

::Mi scusi?::

“Clarence è morto” rispose il Capitano. “Credevo lo sapessi – oh, aspetta, no, non potevi saperlo, tu non esci mai dall’Axiom. Be’, è come ti ho detto, è morto tre anni fa – soffriva di cuore, poveretto. E’ morto proprio sotto Natale, fra l’altro. Perché l’hai tirato in ballo?”

L’occhio di Auto lampeggiò. ::Impossibile computare. Capitano McCrea, il signor Clarence era qui fino a pochi istanti fa::

“Cosa? No, Auto, sicuramente ti sbagli…”

::Negativo, Capitano. Ripeto, il signor Clarence era-::

"Dai, Auto - sarà stato qualcuno che gli somigliava..."

::Impossibile computare. Ho parlato con lui, signore. L'ho visto chiaramente come adesso vedo lei::

“Come faceva ad essere sul ponte se è morto?” insistette McCrea, nello stesso tono che avrebbe potuto usare per spiegare qualcosa a un bambino molto cocciuto.

::Io-:: Auto si fermò a metà della frase, con il processore che ruotava lentamente. ::Non lo so:: ammise, alla fine. ::E’ sicuro di quello che afferma, signore?::

“Ero al suo funerale” rispose McCrea gravemente, e i suoi occhi seri mostravano che non era uno scherzo; stava dicendo la verità. “Dannatamente triste che sia morto proprio sotto Natale. Non ho mai incontrato nessuno che impersonasse lo spirito natalizio come lui.” Auto sussultò visibilmente.

::Ppppvvvvrrr… Claaa-rrrrn-s:: sospirò WALL-E, scuotendo la testa. Gli era sempre piaciuto Clarence, era gentile e aveva un sorriso che scaldava il cuore. Sì, manca molto a tutti noi… Ma lo meravigliava che Clarence mancasse anche ad Auto. Quando l’hai visto l’ultima volta, dopo l’atterraggio? Non sapevo che fosse stato sull’Axiom…

::Impossibile computare:: L’Autopilota tremava leggermente. Ricordava il modo in cui Clarence aveva attraversato il ponte senza alcuna fretta apparente, le sue occhiate casuali alla finestra, lo sfavillio dei suoi occhi piccoli e scuri, la sua voce allegra e ridente. Quando Auto lo aveva informato che gli Steward erano già fuori per raccogliere i doni, lui gli aveva dato una pacca orgogliosa sui raggi. Come poteva qualcuno sembrare tanto vivo, parlare, andare in giro… eppure, malgrado tutto, essere morto? Non possibile…

Vedendolo così scioccato, McCrea suggerì: “Senti, Auto, è solo che hai lavorato troppo per organizzare tutto questo alle nostre spalle.”

::Negativo, signore:: rispose Auto, con voce tremante. ::So quello che ho visto. Forse mi stanno dando di volta i circuiti…::

“Dando di volta i circuiti? Ma no, no! Devi solo riposarti un po’, te lo sei meritato…”

::Se lo dice lei, signore:: Ma Auto sapeva che non gli avevano dato di volta i circuiti, e che non era stanco. Se c’era una cosa di cui era sicuro, era che Clarence si era trovato sul ponte con lui, gli aveva parlato, e lo aveva aiutato a capire cosa fosse lo spirito natalizio.




Riscuotendosi da quei pensieri, il timone si voltò a guardare EVE e WALL-E. ::E per quanto riguarda te, robot compattatore::

WALL- trasalì accorgendosi che stave guardando proprio lui. Istintivamente, si ritrasse nel suo cubo.

Gli occhi di EVE si strinsero diffidenti, come a chiedere, che cosa vuoi da lui?

::Robot compattatore, ho qualcosa per te:: disse Auto, cercando di darsi nuovamente un tono.

Fu come se sul ponte fosse scoppiata una bomba. Il Capitano rimase a bocca aperta. EVE batté le palpebre incredula, fissando l’Autopilota come se non sapesse bene se stava scherzando o se parlava seriamente. Perplesso, WALL-E fece emergere gli occhi simili a binocoli dal cubo del suo corpo. ::Woah?::

La loro sorpresa sembrò innervosire leggermente Auto. Il suo processore emise un ronzio mentre scendeva più vicino al pavimento. ::Mi sono preso la libertà di farti un regalo:: spiegò.

::… Woah?!!:: WALL-E lo fissò incredulo. Fissò EVE, poi Auto, poi di nuovo EVE. Ha detto – ha detto proprio regalo, vero?

Sì, regalo… Lei annuì, ancora incredula.

Auto allungò uno dei suoi porta bicchieri. WALL-E rotolò più vicino, con EVE e il Capitano alle calcagna. Incuriositi, trattenendo il respiro per l’attesa, guardarono tutti dentro e videro…

… il fondo vuoto del porta bicchieri. Una singola goccia d’acqua macchiava la lucida plastica nera; non era rimasto nient’altro del fiocco di neve che Auto aveva faticato tanto ad acchiappare.




Per quella che sembrò un’eternità, fu come l’aria fosse stata spazzata via dal ponte. McCrea aveva un’espressione di educate curiosità, WALL-E si torceva le mani, inerto, e EVE apriva e chiudeva gli occhi – cercando di capirci qualcosa. Quanto ad Auto, pareva che si fosse tramutato in pietra. Ma nessuno aveva il coraggio di parlare.

Alla fine, Auto ritirò il suo porta bicchieri e volò verso l’alto, dando le spalle agli altri tre. ::Le mie scuse:: disse amaramente. Avrebbe voluto dire che si era trattato di un errore di calcolo da parte sua – che non aveva pensato che il fiocco di neve si sarebbe sciolto prima che lui potesse darlo a WALL-E. Avrebbe voluto dire che le sue intenzioni erano buone, e che non si era trattato di uno scherzo di dubbio gusto.

E invece non aveva il coraggio di dire proprio nulla.

Aveva visto l’espressione di sorpresa negli occhi del robot compattatore morire come una fiammella nel vento. In una triste ripetizione dell’episodio di quella mattina, con il Capitano, Auto aveva visto le sue speranze mutarsi in un profondo disappunto. Poteva giustificarsi, ma cosa sarebbe cambiato?

Ho fallito la mia direttiva.

::Gli ospiti vi staranno aspettando, di sotto:: disse, con voce più piatta e incolore che mai. ::Non vi tratterrò oltre. Divertitevi, ai festeggiamenti. Vi auguro tutto…::

Splat!

Qualcosa di morbido e freddo colpì improvvisamente, da dietro, uno dei suoi raggi. Allarmato, il timone abbassò il suo occhio rosso sul pavimento. Era neve, quella? Ce n’era ancora un po’ attaccata al suo raggio, mentre il resto era caduto a terra. Sì, era neve. Ma come era finita lì? Perplesso, si girò verso la finestra aperta.

Il robot compattatore era lì, appollaiato in equilibrio precario sulla punta dei suoi cingoli, e le sue mani stavano raccogliendo velocemente un’altra manciata di neve dal bordo della finestra. ::Nnnnn-vvvv!:: cinguettò allegramente, ridendo con gli occhi, quando incontrò lo sguardo interrogativo di Auto. Vieni anche tu, Auto, giochiamo con la neve – come i bambini umani in quelle immagini! Finì la nuova palla di neve e la lanciò; Auto, troppo sorpreso per muoversi, la ricevette in pieno nell’occhio.

EVE e McCrea ridacchiarono; il Capitano cercò di coprirsi la bocca con una mano.

Finalmente, Auto si scrollò di dosso la neve e guardò WALL-E. Se fosse stato un essere umano, il robottino avrebbe sorriso da un orecchio all’altro. ::Nnnnn-vvvv!:: ripeté, facendogli cenni incoraggianti con la testa come a dire, vieni a giocare con noi!

E Auto vide che non c’era più un’ombra di paura nei suoi occhi, non c’era più disappunto né rancore, ma solo una gioia infinita e…

Il perdono, aveva detto Clarence. La più bella parola del mondo.

Il timone si voltò verso McCrea. ::Capitano, richiedo il permesso di rispondere tono su tono a questa provocazione:: Per la prima volta da quando McCrea lo conosceva, improvvisamente la voce di Auto non era più monotona e incolore, ma ironica.

“Permesso accordato” rispose, cercando disperatamente di non ridere, ma senza riuscirci.

::Ha intenzione di unirsi a noi in questa battaglia aerea, signore, o si dichiara neutrale?::

“Cos – Auto, è da quando siamo atterrati che aspetto questo momento per tutti gli inverni, e tu mi chiedi se voglio giocare con la neve?”

::Lo prenderò per un sì:: rispose l’Autopilota, asciutto. E improvvisamente, veloce come un fulmine, saettò verso la finestra, acchiappò al volo una manciata din eve nel suo porta bicchieri e la lanciò a McCrea.

“Ehi!” Il capitano sputacchiò, ridendo. “D’accordo, mono-occhio – vuoi la Guerra?!”

E barcollò a sua volta verso la finestra, mentre Auto e WALL-E – che era stato raggiunto da EVE – continuavano a lanciarsi palle di neve. Di lì a poco, il ponte si era trasformato in un’unica, enorme campo di battaglia innevato, la neve volava dappertutto, e l’Axiom risuonava di risate e allegria.

”Oh the weather outside is frightful
but the fire is so delightful
and since we’ve got no place to go
let it snow, let it snow, let it snow…”





“Spirito Natalizio coi fiocchi – ho ho ho.”

Ridacchiando fra sé, Babbo Natale tornò a riporre il globo di neve che stava osservando al suo posto sullo scaffale. Racchiusa nel vestro c’era una Axiom attraccata, in miniatura – le finestre illuminate con il bagliore delle luci natalizie.

“Allora, è stata dura?” chiese Babbo Natale, voltandosi verso l’uomo dall’altro capo della scrivania. La poltrona su cui il suo interlocutore sedeva era visibile attraverso il suo corpo trasparente.

“No, non direi” rispose, con gli occhi che gli ridevano. “Lo spirito natalizio era lì nel cuore artificiale di Auto – gli serviva solo un piccolo sprone ad agire di conseguenza. E’ stato bello vederlo di nuovo. Spero che non si rompa troppo i circuiti cercando di trovare una spiegazione logica per quel che è successo, però…”

Babbo Natale annuì. “Se riuscisse a spiegarlo a WALL-E, lui potrebbe aiutarlo a capire. Quel robottino vede molto più a fondo nelle cose di quanto non faccia la maggior parte della gente.”

“Sì” l’altro ridacchiò. “Il povero Auto vuole sempre analizzare tutto a morte… mi auguro che frequentando un po’ WALL-E ed EVE impari a lasciar perdere e accettare che la magia non può essere spiegata razionalmente. Ho molte speranze per lui.”

Babbo Natale lanciò un’occhiata al suo orologio da panciotto. “Be’, mezzanotte si avvicina e c’è ancora tanto da fare. Al lavoro.” Il suo ospite si raddrizzò, e Babbo Natale si protese in avanti per stringergli la mano. “Grazie, Clarence. Sei stato in gamba a consegnare tutti quei regali per me; senza il tuo aiuto sarei ancora in alto mare. Nemmeno la mia forza lavoro ce l’avrebbe fatta così in fretta.”

“E’ stato un onore, Babbo Natale” rispose Clarence, sorridendo benevolo. “Qualunque cosa, per portare un po’ di spirito natalizio in più nel mondo.”

I due elfi che stavano scartabellando fra le buste scrutarono astiosi l’uomo trasparente, mentre questi salutava Babbo Natale e usciva dall’ufficio passando attraverso una parete.

“Esibizionista” borbottò un elfo, a denti stretti.

“Fantasmi” replicò l’altro, alzando gli occhi al cielo. “Da quando hanno assunto quel Jacob Marley, sono sempre in mezzo alle storie natalizie come l’agrifoglio.”

  
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