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Autore: _Ayame_    24/12/2011    2 recensioni
Peter sogna un Natale diverso ... un Natale in cui Arthur rimane a casa e festeggia insieme alla sua famiglia.
L’unica cosa che occupava la sua mente era il pensiero che anche quell’anno Arthur – sì, l’odioso, spocchioso Arthur che non lo voleva indipendente – lo passasse con lui, e non, come era solito fare, a lavorare, perché ‘l’educazione dei sudditi di sua Maestà ha bisogno di me’.
[Personaggi: Inghilterra, Nuova Zelanda, Australia, Wy, Sealand, OC!Lundy, con la comparsa di America e Canada verso la fine][Brotherhood!][1339 parole]
Buon Natale a tutti \*_*/
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, America/Alfred F. Jones, Canada/Matthew Williams, Inghilterra/Arthur Kirkland, Principato di Sealand/Peter Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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aph natale Autore: _Ayame_
Titolo della fic: ~ Happy Christmas - We wish your wishes become real ~
Titolo del capitolo: //
Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland, Sealand/Peter Kirkland, Nuova Zelanda/Alex, Australia/James, Wy/Shirley, OC!Lundy/William
Parole: 1339
Raiting: Verde
Avvertimenti: one-shot, Brotherhood!
Note: Eccomi con qualcosa di Natalizio :D Ogni nome ha il suo perché (Alex, essendo il sesso di Nuova Zelanda scuonosciuto, rispecchia la sua ambiguità XD, James, dallo scopritore inglese dell'Australia, James Cook - Australia per ma ha anche un altro nome, ma va bene così XD - , per Wy il nome più corretto è quello che ho scelto come secondo nome, Julia, dal nome del nonno del suo principe (Julian) , e William per Lundy (l'iniziatore delle micronazioni, a quanto pare XD) perché alcuni dei suoi francobolli rappresentano William Shakespeare, poi  William de Marisco, che nell'isola trovò rifugio dopo aver congiurato contro il re Enrico III, e che diede vita alla pirateria e costruì il castello, ed infine William Fiennes, Visconte Saye and Sele, che acquistò l'isola :3 Ah! E l'aspetto di Will - nonchè il secondo nome - deriva dal generale Thomas Fairfax, detto Black Tom a causa degli occhi e dei capelli scuri. Ora ho finito XD) Okay, ora mi sento soddisfatta, quindi, buona lettura!


~ Happy Christmas - We wish your wishes become real ~

Peter guardò incantato l’Albero – sì, perché non era un albero qualsiasi, ma era quello che aveva scelto insieme a Shirley – e le sue luci che lampeggiavano a intermittenza con ritmi sempre diversi.

Visto dal basso dov’era lui sembrava davvero enorme: il dorato e il rosso, il fucsia (che non era sicuramente opera di Arthur) e l’argento e quella macchia di blu che indicava quando la noia aveva preso il sopravvento sulla voglia di lavorare di Arthur.
Era quasi del tutto estraniato dal resto; la TV, accesa alle sue spalle, abbandonata a vedere le avventure dei Fantagenitori, anche se Peter sapeva che poi Arthur avrebbe cambiato canale esprimendo tutto il suo dissenso per quei cartoni – che poi guardava in segreto – per vedere il telegiornale.
Dall’arco che portava alla cucina, l’odore di pessimo cibo si spandeva in una maniera spaventosa, ma lui pareva non farci caso; dalla porta mezz’aperta dello studio ‘alla luce del Sole’ di Arthur, s’intravedeva il suo esperimento andato a male: aveva chiesto alla regina di poter prendere in ‘prestito’ una cabina telefonica della polizia, ma ciò che ne rimane erano lamiere ripiegate su se stesse, di un colore indefinito, che non si erano mosse di lì nemmeno di un millimetro, a parte quel mezzo metro guadagnato grazie ad un calcio dell’inglese. [1]
Accanto al bambino, un bicchiere di latte mezzo vuoto testimoniava la sua bevuta ed il fatto che non fosse completamente disidratato.
Del resto, intento com’era a rimirare quell’opera d’arte compiuta in pace – se così si possono chiamare dei bisticci – insieme a tutti i suoi parenti, non si era nemmeno accorto di avere dei baffi bianchi sul labbro superiore.
L’unica cosa che occupava la sua mente era il pensiero che anche quell’anno Arthur – sì, l’odioso, spocchioso Arthur che non lo voleva indipendente – lo passasse con lui, e non, come era solito fare, a lavorare, perché ‘l’educazione dei sudditi di sua Maestà ha bisogno di me’.
Peter gonfiò le guance strette tra le mani, decidendosi che Mister Kirkland, lo spauracchio degli studenti di letteratura di tutte le scuole a 10 km da quella in cui insegnava, quell’anno sarebbe rimasto a casa, volente, o nolente.
Perfino William ne sarebbe felice, malgrado i loro litigi e il conseguente lancio delle tazzine, ormai tutte spaiate.
Un sorriso si aprì sul suo visetto e i suoi occhi si illuminarono, frizzanti come l’acqua che beveva.
 
Arthur era appena rientrato a casa, che aveva dovuto affrontare l’allegria di un piccolo sealandiano che l’aveva tirato giù per una manica dandogli il ‘Ben Tornato’.
Ben presto anche James era rientrato con la piccola Shirley in spalla, che continuava a ridere e a dire di come Seborga fosse caduto dall’altalena.
Anche William era rientrato, sbraitando contro il kiwi che l’aveva fatto inciampare.
Insomma, era la solita vita: tra qualche giorno Alfred e Matthew sarebbero arrivati da Toronto, e il solito Natale li aspettava.
 
Arthur si passò una mano sul volto, seduto sulla sua poltrona preferita, quella vicino al focolare, con il tessuto rosso, scurito da tempo, decorato da gigli dorati, anch’essi ormai rovinati.
Le lettere dei suoi fratellini minori erano fra le mani, ed eccolo ad adempiere anche il ruolo di Babbo Natale.
Scelse una lettera a caso – quella che non era macchiata da nessun elemento culinario – e pose le altre sulla mensola del camino acceso.
Dalla scrittura – disordinatissima – capì subito che era di Peter:
 
Caro Santa Claus,
quest’anno credo di essere stato abbastanza bravo nel sopportare Arthur e il fatto che non posso stare su Facebook, sempre per colpa sua, perché dice che è troppo pericoloso per un bambinetto come me, ma io non lo sono!
Non era questo che volevo dirti: quest’anno, vorrei che Arthur rimanesse a casa per Natale… Penso che tutti sarebbero contenti, anche William, anche se non lo ammette, si preoccupa sempre per Arthur perché con il freddo che fa potrebbe prendere il raffreddore, e allora di nascosto gli prepara il te, che poi mette nella stanza del fratellone, perché non vuole che lo scopra …
Dice sempre: “altrimenti mi avrà in suo pugno”, e forse ha ragione, perché lui è William, e William ha sempre ragione, o almeno così mi ha detto ...
Pensi di poterci riuscire? Di far stare Arthur con noi a Natale, intendo. Non ti chiedo altro!
Grazie e a presto!
Peter Kirkland!
 
Arthur sorrise: gli pareva davvero strano che quel piccolo pestifero avesse espresso un desiderio che riguardava lui; e la sua innocenza nel confidarsi con il suo eroe natalizio – perché per il resto dell’anno l’eroe era Lundy, alla faccia di America! – era davvero tenera … tenera e utile considerando gli elementi confidategli su William.
Davvero era così desiderato?
Beh, forse, per quel Natale Santa Claus avrebbe esaudito il desiderio del piccolo Peter.
Forse, dico, eh!
 
«Hey, Happy Christmas and a happy New Year!»
«Al, calmati …», sussurrò Matthew al fratello.
«Spero che Santa Claus abbia ancora un po’ di tempo prima della consegna dei regali, perché io ho qui con me la mia lettera!», rise l’americano, sventolando una lettera macchiata d’unto, mentre tentava di chiudere la porta.
Una ventiquattrore in tessuto marrone scuro la bloccò, seguita da una mano: «No, yankee! È già in viaggio, dovevi ricordarti prima».
Matthew trattenne una risata, e andò a sedersi vicino al caminetto, lasciando al fratello il doveroso compito di portare le loro valigie su per le scale, fino alla loro camera.
William entrò nel salotto porgendo al canadese una tazza di te, fermandosi poi con la propria ad osservare Arthur rientrare prima del solito: «Un evento da segnare sul calendario», disse con il suo solito sarcasmo, portando una mano tra i capelli scuri.
Peter smise di dibattere con Shirley su chi fosse cosa, o cosa fosse chi, e si avvicinò al portone, tanto incredulo che gli occhi si erano ingigantiti.
«Arthur, sei qui?», chiese, scioccamente.
«Certo, dove vuoi che vada, su Marte?», rispose l’inglese, attento a non stringere nella porta la sua fatina-psicologa – sì, perché era stata lei che l’aveva costretto a parlare dopo averlo sentito borbottare per una giornata interna, e poi l’aveva convito ad assecondare alla richiesta di suo fratello minore.
Insomma, forse se l’avesse chiusa tra la soglia ed il portone avrebbe fatto meglio.
Il bambino rimase in silenzio, guardandosi la punta dei piedi, e non rialzò la testa fino a che non sentì una mano che gli scompigliava giocosamente – e un po’ imbarazzata – i capelli biondi.
«Su forza, che tra un po’ Alex prepara la cena … e poi William bolle un po’ di te, per tutti!»
La tazzina di William sussultò fra le dita, facendo schizzare il te sul volto arrossito del ragazzo, che maledisse la sua preoccupazione per una persona poco sensibile come Arthur.
«E poi?», chiese il bambino, estasiato.
«James ci mostrerà come si salta correttamente come un canguro!», replicò l’inglese, abbracciando Peter e conducendolo con lui fino al suo studio – quello da persona più o meno normale – per posare la ventiquattrore.
«E poi?»
«E poi William ci mostrerà la sua collezione di francobolli»
«E poi?»
«E poi vi mostrerò la … magia!», sussurrò misterioso Arthur, sperando di mettere fine a quella catena del ‘E poi?’.
Cosa che non gli riuscì: «E poi?»
« … e poi verremo tutti condotti nel Regno degli Unicorni!», borbottò, ripercorrendo a ritroso il corridoio fino al salotto, dove Alex e William erano impegnati in una partita a scacchi, per cui Alfred fingeva di provare interesse.
James era intento a mostrare a Shirley – e anche a Matthew – un libro illustrato sui canguri, e, già pronto accanto a lui ce n’era uno sui koala.
«Sembra che toccherà a me cucinare», esclamò risoluto Arthur.
«Sei pronto per seguirmi in quest’avventura?», chiese a Peter.
Quest’ultimo annuì, sebbene il suo stomaco tremasse ed implorasse: sì, cucinare metteva di buon umore Arthur, ma il frutto del suo lavoro culinario era davvero pessimo … e si sarebbe solo innervosito per i commenti di William, che, a differenza di Alfred, aveva ancora intatte le sue papille gustative.
Peter sospirò, ringraziando Santa Claus per un Natale diverso, più allegro, ma che avrebbe passato sicuramente all’ospedale!


[1] Picolo riferimento a Doctor Who X3 Non ho saputo resistere XD

Grazie di aver letto :D e ... Happy Christmas, come dice Alfred XD
Seriamente,  buon Natale a tutti XD
_Ayame_

   
 
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