Un solo
rimpianto…
Sono quattro anni che non ti
sento.
Quattro anni che non ti vedo.
E pensare che sono stata proprio io
a dirti di non volerti più vedere, quel pomeriggio soleggiato di quattro
anni fa.
Ricordi? La testa piegata verso il
basso per la paura che ti dicevo che non ti volevo
bene, che non ne potevo più di quegli incontri che volevi diventassero
sempre più lunghi e frequenti.
Non ho mai capito perchè hai voluto arrivare fino a quel punto.
Sei stato tu, quindici anni fa, a non voler più aver nulla a che fare
con noi.
Sei stato tu, quindici anni fa a lasciarci sole.
Hai lasciato la tua donna con tua figlia in grembo sola.
Solo tu…
Come dimenticare quella notte.
Quelle fatidiche
parole che mi hanno portato a questo. Non potevo sapere a cosa andavo incontro. Avevo solo
quattro anni.
“Mamma, perché io non ce l’ho
un papà?” le chiesi quella sera.
Ancora adesso rimpiango di aver
pronunciato quelle parole. Ma sarebbero uscite comunque
dalle mie labbra, prima o poi. Avrei comunque saputo
la verità.
A quel tempo ero ancora troppo
piccola e troppo pura per provare sentimenti come odio e disprezzo. Sei la prima persona che ho odiato…
Sai, ora sto quasi sorridendo, ma
più di un sorriso questo è un ghigno.
Non avrei mai pensato di poter
odiare con tutta me stessa a soli sei anni.
Come dimenticare quel sabato
pomeriggio.
Sono venuta con la mamma e la
nonna al centro commerciale
“Mamma, mi fai vedere il papà?” chiesi a mia madre un giorno. Non
ricordo nulla di quando le ho chiesto questo, ma
ricordo come se fosse oggi la prima volta che ti ho visto. Avevo
quattro anni, penso, forse cinque.
Tu, all’epoca, lavoravi
lì. La mamma che mi tiene per mano e si accovaccia a
fianco di me dall’altro lato del negozio e mi fa vedere mio padre. C’è tanta
gente che mi passa davanti, ma io sono lì a guardarti con ansia,
Non ti ho mai
chiamato papà, penso. Non ne sono sicura. Se mai è
successo, da quando ho sei anni ho smesso di farlo.
Penso di averti sempre chiamato per nome.
Da quando ho otto anni chiamo
papà un altro uomo, che merita di essere mio padre migliaia, milioni di
volte più di te.
Abbiamo avuto una discussione su questo argomento io e te, una volta. Avevo dodici anni.
Volevi che ti facessi
gli auguri per la festa del papà. Ridicolo…
Ti ho detto espressamente che a te
gli auguri non li dovevo fare. Li ho fatti a
quell’uomo che, da otto anni a questa parte, mi ha trattato come una
figlia. Quell’uomo che, come dice ancora adesso, quella volta ha sposato
mia madre e ha adottato me. Lui è mio padre e io sono sua figlia.
Ricordo le lacrime, le discussioni
e la tua accusa. Pretendevi forse di poter prenderti
le tue responsabilità di genitore quando ti pare e piace?
Io non mi sono mossa. Gli auguri
non te li ho fatti. E sono
felice di non aver ceduto.
Non è solo con un test del D.N.A. che si può pretendere di essere di essere considerati genitori dai propri figli. Bisogna
esserlo soprattutto con il cuore.
Come dimenticare quei pomeriggi passati ad osservare quella fototessera con la speranza negli occhi.
Avevo chiesto alla mamma una tua
foto, prima di vederti, e la conservavo come un tesoro inestimabile.
Poi quell’incontro. Ci siamo
incontrati per la prima volta. Per te non era proprio la prima volta, ma
l’ultima volta avevo tre mesi…
Le conseguenze su di me dopo
averti incontrato. Ero così
felice… Aspettavo con ansia che tu chiamassi
per vedermi ancora. Che stupida. Avrei aspettato in
eterno, se fosse stato per te. Alla fine chiesi alla mamma tutta preoccupata
perché tu non chiamassi. Volevo vederti, volevo
provare anch’io ad avere le stesse sensazioni che provavano gli altri
bambini a stare con il proprio papà. Che
c’era di male? Probabilmente lei mi sorrise, vedendomi così
preoccupata.
E così cominciammo a vederci
frequentemente.
Poi quel giorno,
sotto il pino di casa seduta con la nonna sulla panchina verde che aveva
costruito il nonno, la decisione di non volerti più vedere. La nonna mi ha perfino chiesto
se ero sicura della mia scelta, proprio lei che ti
odia a morte. Non che gli altri membri della mia famiglia
nutrano molta simpatia nei tuoi confronti, tutt’altro. Ma lei non ha mai nascosto il tuo disprezzo per te, come per
la maggior parte dei membri della tua famiglia.
A te non è andata
giù questa decisione. E hai pensato bene di fare causa a mia madre,
convinto che lei mi impedisse di vederti. Ma se quando
le ho detto che non volevo più vederti ha
perfino insistito per incontrarti ancora! Ma tu queste
cose non le puoi sapere, perché tu
nella mia vita non ci sei mai stato.
Sono passati quattro anni da quando ti ho detto addio.
Non ho mai avuto il coraggio di
dirti quello che penso e che ho pensato di te, quello
che ho provato. E’ e rimarrà ancora per molto uno dei più
grandi rimpianti che ho. Ma ora te lo scrivo qui, su
questo foglio virtuale che tu non leggerai mai. Non mi importa
se lo leggerai per caso o no. Se lo leggerai (Sai
anche leggere, poi? Non ne sono sicura…), non è detto che capirai
che sono io. Ho deciso di farlo comunque.
Quattro anni fa hai detto che la porta per me era sempre aperta, ma io non
ricordo di aver mai ricevuto un biglietto, una telefonata o quant’altro
da parte tua per il giorno del mio compleanno, Natale, Pasqua… Nulla che
mi dimostrasse che tu mi volevi bene veramente. L’unico rimpianto che ho
è di aver sperato da bambina di poterti considerare veramente mio padre.
Ma per me, ora, sei solo un povero sciocco.
Alla fin fine ho deciso di mettere i miei soliti commentini. Non credo ci sia molto da dire in realtà, la fic dice molto già da se, credo. Vorrei tanto poter dire che è una storia inventata ma non corrisponderebbe alla realtà, perchè questa è la mia storia. Spero di non aver mandato in depressione qualcuno, non è certo allegra... ^^' Ok, era una battuta infelice. Passando al sodo, vorrei ringraziare tutti coloro che hanno letto la fic, non me lo aspettavo che foste così tanti, e Lally che ha lasciato un piccolo commentino, grazie di cuore! Un grazie grande come una casa anche a Dark_Soul che è stata taaaaanto carina! Grazie grazie grazie! *me sta diventando come Fairydreams* Grazie anche alla mia adorata Fay, avevo le lacrime agli occhi dalla commozione quando ho letto la tua recensione. Vi voglio bene ragazze.
Baci Shia ^^