“Vestiti
in maniera decente e datti una mossa”disse sua madre
lanciandole un’occhiataccia
era ancora vestita come era uscita quella mattina per andare in giro
con Ivan,
indossava un paio di pantaloncini corti abbinati a delle collant con un
paio di
stivali neri e decisamente quello non era l’abbigliamento che
si conveniva alla
figlia di uno dei neurochirurghi più affermati di Milano.
“non
ho voglia di venire alla vostra inutile cena con quegli
sfigati”disse Carla
“stai
scherzando? Hai idea della figuraccia che mi farai fare? Non
presentarti a
cena, no è fuori discussione”disse sua madre.
“spiegami
perché devo venire a sentire quei discorsi inutili, e
spiegatemi come potete
sopportarli”disse Carla rivolgendosi anche a suo padre che
era appena spuntato
dalla sua camera con il cappotto in mano.
“Carla
cambiati o faremo tardi, quest’anno di delusioni mi pare che
tu ce ne abbia
date già a sufficienza no? per una volta comportati come si
comporterebbe una
ragazza della tua età”disse suo padre e sua madre
annuì al discorso di suo
padre, sapeva benissimo a cosa si riferiva suo padre, ancora quella
storia,
l’aveva sbagliato tutto di proposito il test di medicina non
gli interessava
diventare come suo padre, e nemmeno come sua madre.
“naturalmente
non passare un test di ammissione per una cosa che non si vuole fare
per voi
dev’essere stata una terribile delusione, comunque aggiungete
anche questa
perché di venire alle vostre cene con i vostri finti amici e
i loro figli che
fanno parte della peggior categoria dei miei coetaneei, beh non ne ho
nessunissima voglia”disse Carla
“no
tu hai sbagliato a capire”disse sua madre alterandosi
“No
tesoro lasciala stare tanto è inutile”disse suo
padre
“hai
ragione, sono parole perse al vento, non lamentarti se un giorno
rimarrai da
sola, perché è questa la fine che farai, tu non
sai stare insieme alle altre
persone sei un asociale e ti ritroverai da sola”disse sua
madre infilandosi il
suo cappotto ed uscendo di casa seguita dal marito, quelle parole le
rimasero
in mente era la prima volta che sua madre esponeva davvero quello che
pensava
di lei, e si rinchiuse in bagno a piangere in bagno anche se era in
casa da
sola, perché in bagno piangere sembrava quasi meno reale e
pensò che
probabilmente aveva ragione, che probabilmente sarebbe andata davvero
così.
Il
mattino dopo quando si svegliò trovò comunque
parecchi regali da aprire era pur
sempre natale e i suoi genitori non avevano mai badato a spese, ma non
era
quello di cui avrebbe avuto bisogno, un cellulare nuovo, una macchina
fotografica nuova una serie di profumi costosi, nulla di tutto
ciò le avrebbe
fatto sentire l’atmosfera del natale.
“ok
dormono entrambi, in
realtà Julian non so per quanto ma Sophie suppongo non si
sveglierà le ho letto
quasi tutto il libro e non era un falso segnale si è
addormentata davvero ne
sono certo”disse Robert scendendo in salotto.
“shhh
se parli così si
sveglierà di nuovo”disse Carla continuando ad
impacchettare i regali di natale.
“vabbeh
amore ha 2 anni e 4
mesi quanto pensi che possa capire”disse Robert sedendosi
accanto a lei sul
tappeto del salotto.
“più
di quanto tu possa
immaginare, non so se ti ricordi la sua domanda sul come i bambini
possano
stare nella pancia della mamma, è sveglia
ha preso da te”disse Carla scettica.
“infatti
si è risposta da
sola in qualche modo, una teoria molto originale tra l’altro,
ah giusto
gliel’ho detto io”disse Robert sorridendo.
“si
beh sarai tu poi a
spiegargli che non c’è nessunissima cicogna che fa
buchi nelle pance ok?”disse
Carla ridacchiando.
“non
prima dei 18 anni sia
chiaro”disse Robert ridacchiando con lei.
“comunque
chi è che ha
comprato tutte queste bambole dalle confezioni terribilmente
ingombranti”disse
Carla perplessa notando che aveva una serie di altre scatole dello
stesso tipo
di quella che aveva appena finito di impacchettare.
“le
hanno comprato tutta la
serie mi sembra logico”disse Robert perplesso
“ma
perché te lo chiedo so
benissimo di chi è stata
quest’idea”disse Carla scettica
“perché
i miei genitori?
Passeggino che vorrei dire questo passeggino è
più tecnologico di quello che
vendono per bambini veri”disse Robert
“passeggino
che tanto poi
dovrai portargli tu perché dopo poco si stancherà
e vorrà che la porterai in
braccio”disse Carla ridacchiando
“l’anno
prossimo la facciamo
noi la letterina di natale ok?”chiese Robert rassegnandosi
all’idea di dover
iniziare a impacchettare tutte quelle cose.
“se
non altro Julian è
troppo piccolo per essere viziato a quei livelli”disse Carla
“uhm
tu dici?”chiese Robert
sollevando una tuta di Chanel celeste.
“anche
quella suppongo sia
dei miei genitori”disse Carla
“ma
che cosa ti regalavano i
tuoi genitori per natale?”chiese Robert scettico
“una
serie di cose per
compensare le loro assenze”disse Carla sforzandosi di
sorridere, non aveva mai
avuto dei gran ricordi della sua infanzia, erano pochi i momenti che
ricordava
con spensieratezza.
“capita
di sbagliare, però
adesso stanno provando a rimediare, quando eri in ospedale mi
chiamavano
continuamente per sapere come stessi tu, lascia perdere il
passato”disse Robert
“si,
è che a volte mi
ricapita di pensarci,il natale non ha mai avuto un significato
particolarmente
bello per me”disse Carla
“perché
i tuoi non c’erano
mai?”chiese Robert
“no
il natale era tutto cene
a casa di colleghi di mio padre, con i loro figli perfetti e io sempre
la
solita inadeguata deludente, poi mi svegliavo la mattina e trovavo
mille regali
come sempre e loro partiti per qualche meta esotica, ed in genere i
miei nonni
a prepararmi la colazione, il giorno di natale non l’hanno
mai passato con
me”disse Carla
“noi
non siamo così, non preoccuparti
non diventeremo mai così te lo prometto, qualsiasi film
lavoro o impegno non
rovinerà il natale ai bambini”disse Robert
“lo
so”disse Carla
sorridendo a Robert.
“cioè
lo so che non sono un
gran padre, ero ad una cazzo di premiere quando stava per nascere mio
figlio
ma, ti prometto che farò del mio meglio”disse
Robert
“smettila
sei un padre
fantastico, sei presente, sei dolce, non potevo sperare di meglio per i
miei
figli”disse Carla sorridendogli
“
e per te?”chiese Robert
“beh
se pensi che i miei
genitori non hanno fatto altro che ripetermi per anni che mi sarei
ritrovata da
sola, devo dire che mi è andata decisamente meglio del
previsto”disse Carla
ironizzando.
“chissà
se sapessero tutte
le conquiste che hai fatto qui a Londra”disse Robert
prendendola in giro.
“certo
conquiste”disse Carla
scettica, periodo particolare quello non è che ne andasse
molto fiera ma era
andata così, e poi se non fosse stata quel tipo di persona
probabilmente non
avrebbe mai incontrato Robert.
“giusto
io sono stato l’unico
a conquistarti”disse Robert
“che
bell’affare che hai
fatto guarda”disse Carla ridacchiando
“il
migliore di sicuro”disse
Robert facendola arrossire
“non
ci posso credere, e
quindi sono ancora in grado di metterti in imbarazzo?”chiese
Robert
“sto
morendo di sonno e
grazie ai miei genitori ho ancora 5 bambole da incartare, ti rendi
conto 5, tu
dimmi quando Sophie giocherà con queste
bambole”disse Carla sospirando.
“che
ne dici se ci prendiamo
una pausa?”chiese Robert togliendole l’ennesima
scatola dalle mani e portandosi
alle sue spalle scostandole i lunghi capelli castani per scoprirle il
collo e
lasciandogli una serie di baci fino alla spalla lasciata scoperta dalla
felpa
di qualche taglia in più.
“uhm,
si insomma non
scappano certo tutti questi regali”disse Carla sospirando e
voltandosi verso di
lui, era decisamente complicato rifiutare le sue proposte, forse Ivan
aveva
ragione avevano qualche problema, ma che colpa ne avevano se sotto
quell’aspetto avevano un intesa totalmente perfetta, si
poteva sprecare una
fortuna del genere?
Si,
si poteva eccome se tuo
figlio di sette mesi decideva di iniziare a piangere proprio quando
stavi per
baciare suo padre.
“certo
che li abbiamo fatti
con il radar”disse Robert sospirando
“no
è che reclama la sua
poppata notturna”disse Carla
“anche
a me non
dispiacerebbe”disse Robert
“scemo”disse
Carla
tirandogli una sberla sul braccio e alzandosi dal tappeto.
“si
ho capito continuo io ad
impacchettare tutte queste cose”disse Robert tornando a
lavoro e quando Carla
tornò poco dopo tenendo tra le braccia Julian era ancora
intento ad
impacchettare la carrozzina per bambole che avevano comprato i suoi
genitori.
“comunque
Sophie l’avevi
allattata per meno tempo”disse Robert
“che
c’è sei geloso di tuo
figlio adesso”disse Carla sedendosi sul divano attenta a non
disturbare Julian.
“vorrei
ben vedere è
continuamente attaccato, Sophie non era così, Sophie ci
lasciava un po’ di
spazio per vivere, ma d'altronde è un maschio ha
già capito tutto della
vita”disse Robert sedendosi accanto a loro e lasciando un
bacio sulla fronte di
suo figlio.
“mamma,
papà”disse la vocina
della loro bambina correndo in salone con Lilly in braccio.
“Sophie
ma non stavi
dormendo?”chiese Robert
“ho
sentito mamma che andava
da Julian, è già natale vero? Babbo natale
è passato?”chiese Sophie guardandosi
in giro e vedendo una serie di scatole.
“si,
guarda tesoro stavamo
giusto aprendo i regali per te”disse Carla non sapendo cosa
dire, prima che
Robert se ne uscisse con una delle sue assurde teorie.
“cosa
mi ha portato? Cosa mi
ha portato?”chiese Sophie mettendo giù Lilly
“è
quasi tutto tuo
tesoro”disse Robert
“davvero?”chiese
Sophie
elettrizzata iniziando a curiosare tra le scatole seguita da Robert che
la
aiutava ad aprire le scatole.
“mamma,
mamma ma perché i
nonni mi hanno regalato tutte queste bambole?”chiese Sophie
con in braccio una
delle bambole che le avevano regalato i genitori di Carla,
una bambola con i capelli rossi che le
era piaciuta subito.
“non
lo so tesoro, ma perché
non ti piacciono?”chiese Carla
“si,
ma io ho già Julian a
cui badare, non ho tempo di occuparmi di tutte queste
bambole”disse Sophie
incrociando le braccia e sospirando facendo ridere Carla e Robert.
“eh
ma i nonni si
offenderanno se non giochi con le bambole che ti hanno
regalato”disse Robert.
“posso
regalarle a quei
bambini che abbiamo visto l’altro giorno?”chiese
Sophie a Robert.
“certo
tesoro”disse Robert
sorridendole, qualche giorno prima mentre aspettavano il turno di
Julian dal
neonatologo avevano passeggiato lungo i corridoi del st Mary e quando
si erano
trovati nella sala della pediatria Sophie aveva chiesto al padre
perché quei
bambini si trovassero lì e lui in qualche modo le aveva
spiegato che non
stavamo molto bene e quindi avevano bisogno delle cure dei dottori,
allora
Sophie l’aveva tempestato di domande e probabilmente pur
essendo molto piccola
era rimasta colpita dal fatto che dei bambini dovessero restare in
ospedale
senza mamma e papà.
“e
questo cos’è?”chiese
Sophie saltando giù dal divano e avvicinandosi al pacco che
aveva appena
terminato qualche minuto prima Robert.
“aprilo
pure”disse Robert
sospirando ci aveva messo un sacco ad impacchettarlo forse per i
prossimi anni
potevano dire che babbo natale aveva deciso di salvaguardare
l’ambiente e aveva
smesso di impacchettare i loro regali si, sarebbe stata una buona idea,
o
semplicemente i suoi genitori avrebbero anche potuto portargli quel
regalo già
impacchettato ad esempio.
“noo
mamma guarda abbiamo il
passeggino uguale adesso”disse Sophie orgogliosa della sua
carrozzina.
“e
adesso chi la spinge la
carrozzina di Julian?”chiese Carla
“papà,
la spinge papà io
devo occuparmi di Kate adesso”disse Sophie mettendo la sua
bambola nella
carrozzina.
“hai
capito papà”disse Carla
prendendolo in giro.
“quando
vengono fuori queste
sfumature del suo carattere tipicamente di Victoria
rabbrividisco”disse Robert
sedendosi accanto a Carla.
“povero
Rob traumatizzato
dalle sue sorelle maggiori”disse Carla accarezzandogli una
guancia.
“ne
è valsa la pena in fondo
è un po’ anche merito di Victoria se ora ho
te”disse Robert stringendola a sé.
“mamma,
papà guardiamo la
principessa e il ranocchio”disse Sophie prendendo il
telecomando inutile dire
che quel dvd era già inserito essendo il film più
quotato in casa loro.
“decisamente
le favole non
hanno funzionato”disse Robert facendo spazio a Sophie che si
sedette tra loro
due con Lilly in braccio.
“comunque
buon natale”disse
Robert baciandola approfittando del fatto che loro figlia fosse
distratta.
“buon
natale Robert”disse
Carla e quel momento riuscì a cancellare totalmente la
solita malinconia
natalizia, perché alla fine i suoi genitori si erano
sbagliati, non era affatto
sola.