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Autore: Ersatz Love    26/12/2011    0 recensioni
È il compleanno di Laharl, e Etna vuole regalargli qualcosa di speciale…
[OOC per precauzione]
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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NdA: YAY! Sono tornata per postare una nuova storia prima di ibernarmi per altri sei mesi. ^^; Comunque è solo una shottina che ho deciso di scrivere nel tempo libero. Vorrei scusarmi in anticipo per la scrittura di serie b x_x; il blocco dello scrittore mi ha arrugginito.
Non è una lemon.

Ma è una lime [ndt: molto ma molto blanda]. xD



The Best Birthday Ever



« Etna… »

« … »

« Etna! »

« Arrivo! »

Spalancò gli occhi mentre veniva riportata alla realtà, strappata dal filo dei suoi pensieri dalla voce del suo superiore. Buttando a terra il libro che aveva tra le mani e correndo fuori dalla sala del trono riuscì a trovare Laharl in procinto di andarsene.

« Principe » disse tranquillamente, « Che vuoi? »

« Te l’ho già detto, vado all’Item World. » I prinny si erano radunati attorno a Etna alla voce dell’Overlord. « Troverò il modo di sbloccare quel Dragone good-for-nothing che hai reclutato la settimana scorsa. Perché diamine l’hai…? »

« Era carino. » Etna sorrise quando gli occhi di lui andarono al soffitto e tornavano giù. Proprio la reazione che si aspettava. Uno dei prinny recuperò la spada di Laharl, facendo un lieve inchino quando l’imperatore gliela prese senza neanche un grazie. La demone annuì quando l’Overlord le ricordò di dozzine di lavori noiosi che dovevano essere conclusi prima del suo ritorno, gli occhi che non lasciavano mai il suo viso.

« E non dimenticare » Laharl la fissò nei luminosi occhi color rubino, provocandole un brivido lungo la schiena. « Se non sarà fatto prima del mio ritorno… »

« Lo so, Principe. » lo interruppe rapidamente Etna, non volendo sentire la punizione di questa settimana. « Divertiti. »

Un paio di sopracciglia si inarcarono per quella sua personalità più strana del solito, ma l’Overlord lasciò correre. Uscì con la nuova recluta, ignaro di quello che il suo vassallo aveva in serbo per lui…

« Okay, dood, allora inizio a pulire il pavimento o- »

« NAY. »

Riflettendo sulla scelta di parole del proprio mentore, ma non osando metterla in dubbio, i prinny si misero dritti, attenti e pronti per il cambio di programma.

« Nessuno di voi sa che giorno è oggi? » Etna sogghignò, voltandosi verso di loro.

« Uh… oh! Duh, dood. » Un prinny lanciò un’occhiata nervosa a uno dei suoi compagni, chiedendo tacitamente assistenza.

« Um… già! Il giorno dell’immondizia. Credo… che dovremmo andare a prendere la pattumiera, allora? »

Le loro fiacche supposizioni furono ricambiate con un un colpo di Morning Star sulla testa.

« Idioti » Il largo sorriso di Etna non lasciò mai il suo viso. « È il compleanno del Principe. Quindi scartate tutte le priorità di oggi, dobbiamo allestire la festa più figa di tutti i tempi. »

« Dood, non verremo mica punit- »

« NAY. » Etna si alzò in punta di piedi, mettendosi una mano sul fianco e usando l’altra per dirigere i prinny. « Almond, Jesse e Garfield, voi tre ripulite questo posto. Daphne, Yuri e Va, voi andate a prendere le scorte per la festa. Però niente cappellini gay a pois da festa. Perfume ed Oliver, voi venite con me. E voi altri, um… » Per un attimo il suo indice si afflosciò perché aveva esaurito le idee. « … Fate… um, qualsiasi cosa. Inviti! Alcolici! Pittura! Regali! Fate tutto quello che vi passa per la testa! »

Un unanime « Hai! » risuonò per due secondi prima che i prinny si affrettassero con le loro mansioni, tutti eccetto Perfume ed Oliver. L’ingegnosa demone doveva avere un qualche asso nella manica, supposero i prinny, mentre venivano portati nella cucina in fondo al corridoio.



« Dood… sta scherzando, vero capo? »

« NAY. »

Un “ouch” fu l’unica cosa che Oliver riuscì a formulare mentre sul suo cranio ricadevano duecento chili di metallo su bastone. Perfume iniziò a sudare quando si rese conto che Etna era mortalmente seria; non c’era modo di sfuggire alla sua ira.

Di fronte a loro si ergeva il braccio destro dell’Overlord, resasi perfettamente ridicola con una soffice retina per capelli, un grembiule con su scritto “Kiss My Ass” e persino un mestolo di legno. Anche loro erano vestiti in maniera simile, con la differenza che il messaggio ricamato sui loro grembiuli era “DOOD” e non la volgarità che il loro mentore aveva scelto di sfoggiare.

« Dovreste essermi grati! Noi abbiamo il compito di cucinare la cena del compleanno del Principe. E l’ingrediente principale è… »

« … Noi? »

« N… no. » Lasciando perdere il suo datato modo di parlare e seminando l’ennesima ammaccatura sulla scatola cranica di Oliver, Etna mostrò ai prinny l’unica cosa su cui l’intero pasto si sarebbe basato.

« Un… libro di cucina è l’ingrediente principale? »

Etna sospirò, lasciando il mestolo sospeso proprio sopra la testa di Perfume.

« Dovrete usarlo per creare quante più buone portate possibili in due ore. » Fu allora che i prinny notarono le montagne di ingredienti dietro la demone. I loro occhi si accesero e i loro becchi si inumidirono al pensiero del sapore di quei cibi deliziosi, il meglio non solo di Netherworld, ma anche della Terra, e c’era addirittura qualche prelibatezza rubata a Celestia. Non erano alla loro portata per pochissimo…

« Iniziamo allora! » Etna li picchiò con il mestolo, sorridendo soddisfatta quando i colpi andarono perfettamente a segno sui bersagli. « Usate tutto quello che volete, ma seguite il libro… e se un singolo boccone toccherà quei becchi… » Strinse gli occhi e le sue labbra si stirarono, scoprendo le zanne vampiresche in un ghigno che avrebbe fatto sporcare i pantaloni alla maggior parte dei demoni. I prinny furono risparmiati da un tale imbarazzo, ma recepirono il messaggio.

« Io, invece, mi occuperò di una sorpresa speciale… perciò non voglio essere disturbata. Sono stata chiara? »

« Signorsì, dood… etta! »

Con queste restrizioni alla mente, i prinny si misero al lavoro. Usando le abilità levigate con l’uso delle sciabole in battaglia, affettavano e tagliavano a dadini gli ingredienti con una bravura che avrebbe reso orgoglioso il migliore chef di Netherworld. Anche se erano tutt’altro che esperti di alta cucina, grazie alla loro determinazione e a una fortuna sfacciata superarono i problemi più frequenti. La stessa determinazione si trovava nella cucina più piccola, solo due stanze più in là. Se solo avesse saputo cucinare…



« Okay, dood, abbiamo bisogno di scorte per la festa. »

« Sì, dood. »

L’esercito di prinny si trovava proprio davanti ai due negozi. Si scambiavano sguardi vuoti in cerca di idee. Non era stato detto loro nulla di specifico da prendere, solo che non avrebbero dovuto comprare cappellini gay a pois. Cosa serviva per una festa? Oltretutto, quali regali sarebbero stati all’altezza dell’Overlord? Stavano discutendo migliaia di questioni.

« Dood, prendiamo i palloncini? »

« Sì, e i coriandoli, dood. »

« Forse una di quelle belle palle d’oro? »

« Se non possiamo prendere i cappellini gay a pois, prendiamo quelli gay a strisce! »

« Già, dood! »

« Cosa compriamo a Lord Laharl? »

« Uh… pare gli piacciano le cose appuntite. »

« Sì, dood, cose molto affilate e appuntite… »

Un impacciato silenzio adombrò i prinny mentre spiacevoli ricordi riaffioravano nelle loro menti.

« … Gli piace il fuoco. »

« Giusto! Ottima idea, dood! Prendiamo dei fuochi d’artificio! »

« Fuochi d’artificio per la festa di Lord Laharl, dood! »

Un unanime “Dood!” risuonò con forza nell’aria prima che i negozi brulicassero di prinny, e finissero poco dopo per esaurire di tutto, dalle spade agli alcolici, dai cappelli da festa a oggetti da cartoleria. Quel che spaventava di più i negozianti, tuttavia, non era il pensiero di prinny ubriachi armati di pugnali, né quello che avrebbero fatto con tutti quegli adesivi luccicanti. L’idea di una marea di prinny con talmente tanti esplosivi… Veramente terrificante, se non eccessivamente comica.



« Maledetti Celestiali e la loro calligrafia sinuosa, non riesco a leggere niente. » Etna aguzzò gli occhi, cercando di leggere il libro di alta cucina che era stato rubato dalla dimora degli angeli, gli occhi rubini non avvezzi a uno scritto tanto elegante. Quello che credeva di essere riuscita a capire finora era che servivano otto uova, sette tazze di farina, cinque di cioccolata e undici-più-due tazze di olio d’oliva, e purtroppo, lei non aveva il buon senso per capire che le dosi fossero assai minori. E non sapeva neanche come convertire l’unità di misura celestiale con quella di Netherworld.

« La ricetta ordina, quindi si fa come dice la ricetta. » Certa che una tale logica l’avrebbe condotta al successo, assalì le credenze. Aveva già messo nella scodella cinque uova, con ancora i gusci, i tuorli che si dimenavano mentre versava l’equivalente di un gallone di olio di oliva. Peccato che fosse olio di semi di colza, dato che non era riuscita a leggere la scrittura Celestiale neanche su quella bottiglia. Agguantando l’ingrediente successivo, versò il sacchettino di polvere bianca nell’intruglio, mescolando con un mestolo di legno.

« Ora, mi serve la cioccolata e – aspetta un attimo » Etna tornò al libro di cucina e esaminò di nuovo la pagina. Una specie di distorto sesto senso le diceva che aveva dimenticato qualcosa di importante… oltre alle tre uova in più che già aveva messo. Oh beh, ci avrebbe pensato più tardi. Adesso era occupata a trovare la cioccolata.

Le sue ali minuscole sbatterono furiosamente per permetterle di raggiungere la vetrinetta più in alto, convinta di trovarci cioccolata della miglior qualità. Andò invece incontro a una nuvola di polvere; il suo spasmo improvviso di tosse strappò le ragnatele dagli angoli, facendole ricadere giù nello strano preparato di morte.

« … Eccola! » Etna prese allegramente le scatole di cioccolata sporche di polvere dalla credenza, scendendo a terra e aprendole. Arricciò un po’ il naso all’odore di stantio del dolce, che a sua insaputa era lì da quando re Krichevskoy era bambino. Era piuttosto ovvio che usare cioccolata del genere avrebbe drasticamente abbassato la qualità del dolce, anche se le sfuggiva che la dose esagerata di olio, uova e farina l’avevano già fatto.



« Dood, sono sicuro che questo piacerà a Miss Etna! »

« Sì, credo che questo sia il migliore, dood. »

Perfume e Oliver si scambiarono dei sorrisi mentre odoravano l’aroma seducente emanato dal forno, che segnalava che la loro creazione era pronta. Oliver si affrettò a toglierla da lì e lo mise a freddarsi mentre Perfume si dava da fare con la zuppa di aragosta. Fino a quel momento avevano creato oltre due dozzine di aperitivi, cinque portate principali e una miriade di bevande, alcoliche e non. E con i loro compagni che consegnavano nuovi ingredienti ogni dieci minuti, sembrava che avrebbero potuto porre fine alla fame a Netherworld.

La porta si aprì di colpo, facendo trasalire i due prinny e interrompendo tutto il lavoro in corso. Etna si congelò quando mille meravigliosi aromi la colpirono come una tonnellata di mattoni, suscitandole un brivido deliziato. Ma la sensazione non durò a lungo, il tempo di riprendere il filo dei suoi pensieri e si avvicinò ai cumuli di ingredienti dei prinny per avviare una minuziosa valutazione.

« … Possiamo aiutarla in qualche modo, Miss Etna? »

« Dovete organizzare questo casino. Non riesco a trovare la cioccolata. » La demone aggrottò le sopracciglia, meditando di tuffarsi in cima alla montagna di cibo nel tentativo di perseguire il suo scopo.

« Non c’è problema! So la collocazione esatta di ogni cosa! » Perfume saltellò giù dallo sgabello e raggiunse il tavolo, allungando una pinna e uscendosene con una piccola scatola decorata. Purtroppo così facendo il cumulo gli crollò addosso, finché l’unica cosa rimasta visibile era una pinna con la cioccolata.

« Grazie! » Senza degnare di un secondo pensiero il pinguino esplosivo e lo stato in cui verteva, Etna afferrò la scatola e tornò alla cucina privata. Ma al suo ritorno, si immobilizzò sull’uscio, vedendo un inaspettato e assai sgradito visitatore.

« Salve Miss Etna, posso chiederle che sta facendo? »



« Lettere, dood! »

« Con gli adesivi! »

« Adesivi, dood! »

« State buoni! » La voce di una prinny si sollevò sul resto del gruppo, conquistandosi l’attenzione totale dai suoi compagni. « Miss Etna ci ha detto di occuparci degli inviti. Dopotutto, questo è il compleanno di Master Laharl, quindi non possiamo sbagliare! Dobbiamo invitare solo- »

« Invitiamo tutti!! »

« Sì, dood!! »

« No, voi non capite, noi- »

Sfortunatamente, la voce di Daphne fu soffocata dagli evviva di cento prinny, e fu costretta a spostarsi con un saltello per non essere calpestata. In un primo momento sorrise quando ne vide un paio andare alla Dark Assembly e passare inviti ai senatori più potenti, pensando che forse tutto sommato non erano così idioti.

Il sorriso si spense quando notò gli altri novantaquattro prinny rovesciarsi nel portale interdimensionale.



Etna percepì un fresco calore sul collo, e poteva giurare di aver sentito la propria pelle impallidire. Tra tutte le persone che avrebbero potuto entrare a vedere il suo regalo-in-corso, le doveva capitare quella piccola celestiale con la bocca larga e la chiacchiera facile. Non sarebbe servito assolutamente a nulla fingere che non stesse accadendo niente, dato che il piccolo angelo aveva già ficcanasato abbastanza da sapere che doveva esserci qualcosa sotto. Non era una sorpresa che non avesse comunque la minima idea di cosa fosse la sbobba in preparazione, ed era evidente che non aveva il fegato per provarlo.

« Cosa ti pare che stia facendo, genio? Sto facendo un dolce. »

« Oh… Sono certa che sarà un dolce saporito… » Flonne squadrò la demone nel tentativo di decifrare i suoi pensieri, cercando qualche segno che indicasse che stava scherzando. Non riuscendo a scorgere alcuna traccia di umorismo nella sua espressione, l’angel trainee rimase senza parole. Ai demoni non potevano certo piacere cibi così… strani. Dopo un imbarazzante momento di silenzio, decise che la cosa migliore da fare fosse offrire qualche utile consiglio.

« Hm… forse dovresti provare ad usare la farina al posto del sale. »

« … Che? »

« Insomma, hm, c’è bisogno della farina per far crescere i dolci. »

« Questa è farina! » Etna afferrò un pizzico della polvere bianca e la leccò. Sussultò quando sopraggiunse la realtà – era proprio sale, e pure tanto. Flonne non parve capire l’errore di Etna a causa della sua incredibile mancanza di giudizio; piuttosto, si immaginò che evidentemente all’Overlord piacevano cose salate.

« Okay! Um… » Volendo ancora essere servizievole, la celestiale provò a cambiare argomento. « Cos’hai lì? »

« Cioccolata… » La voce della demone si era fatta molto più pacata dopo la cupa scoperta.

« Yay! La cioccolata è buona! Sai scioglierla, vero? » Senza aspettare una risposta, Flonne prese la scatola dalle mani di Etna e si avvicinò al forno, dove iniziò i preparativi. « Non puoi scioglierla direttamente o si brucerà, perciò devi fare così. »

Etna osservò in silenzio la celestiale che versava dell’acqua in una pentola, vi metteva dentro un’altra pentola e accendeva il fuoco. Ci buttò dentro la cioccolata, che si ammorbidì rapidamente per l’alta temperatura. Non ci volle molto perché Flonne cominciasse inconsciamente a fare un dolce tutto suo. Non aveva neanche bisogno di farsi guidare dal libro di cucina; sembrava che il piccolo angelo l’avesse fatto innumerevoli volte prima di allora, e l’abitudine le si era incisa nella memoria per l’eternità.

Maneggiava le cose con precisione esatta e competenza, che sotto altre circostanze avrebbe stupito. Chi avrebbe mai pensato che questa piccola goffa forestiera fosse brava in qualcosa? A ogni uovo che si rompeva, ogni cucchiaiata di cioccolata, ogni tazza di farina usata con cura, l’invidia cresceva nel cuore della demone. Nessuno avrebbe mai potuto aspettarselo.

« … E poi devi agitarlo in questo modo, per appianare tutti i grumi e le bolle. » Flonne frullò quanto preparato, avendo detto e fatto tutto il necessario in un lampo. « Vedi? Così! Poi lo metti nel forno per circa un’ora, e hai finito. »

Solo allora si rese veramente conto del silenzio di Etna. Neanche ora parlava, mille pensieri che le si agitavano nella mente per tutta la traversia. La curiosità la invitò a farsi avanti, ad assaggiare il miscuglio di Flonne. Più o meno per mettere a tacere i suoi stessi dubbi, immerse un dito, che tornò alla bocca della proprietaria per emettere il verdetto.

La demone pregò silenziosamente che avesse un cattivo sapore; che non fosse stata superata da una foresteria completamente deficiente come Flonne. Se il tentativo di cucinare dell’angelo si fosse dimostrato nulla più di un fallimento, la demone avrebbe avuto ancora il suo orgoglio, e forse sarebbe stata anche in grado di recuperare al pasticcio che aveva combinato.

Ma non fu così. Come aveva temuto, l’unica cosa che avesse quel futuro dolce era incredibile dolcezza. Un delizioso sapore che avrebbe fatto venire l’aquolina in bocca a chiunque – neanche il dolce più costoso in vendita avrebbe potuto eguagliarlo. Di tutti i più grandi chef che servivano al castello, nessuno sarebbe stato in grado di superare quella creazione del cielo. Era stata sconfitta.

« … Va’ via. » Le ombre si manifestarono sugli occhi della demone. Flonne non ci mise molto a realizzare quanto pericolosa fosse diventata la situazione. Quando Etna era arrabbiata, intralciarle il cammino era una richiesta di morte; il genere di collera che stava montando ora…

« M-miss Etna, io non volevo- »

« Va’ via, adesso. »

Non ci fu bisogno che ripeterglielo una terza volta. Anzi, si riteneva fortunata ad aver ricevuto un secondo avvertimento dal braccio destro dell’Overlord, invece di essere massacrata all’istante. Flonne rabbrividì quando la voce di Etna echeggiò nella sua mente, anche dopo essere uscita. Aveva avuto un tono demoniaco che assomigliava al ringhio di un cane da combattimento, intimidatorio di per sé. Ma era la prima volta che Flonne l’avesse mai sentita rivolgersi a lei in quel modo.

E se le orecchie non la tradivano, avrebbe potuto giurare di aver sentito la sua voce incrinarsi appena.



« Mi sa che sarà divertente! Non sono mai stata ad una festa di compleanno prima d’ora. » disse Jesse a bassa voce fra sé e sé mentre appuntava uno striscione di buon compleanno gigante alla parete, lieta di aver finito di pulire e di stare ora allestendo le decorazioni.

« Sì, penso sia elegante, dood! » Garfield guardava lavorare i suoi compagni mentre lui attaccava palloncini qui e lì, con Almond che scorrazzava ovunque con in mano cappellini da festa e kazoo per i vassalli dell’Overlord. A chiunque chiediate, vi dirà che quei prinny stavano facendo davvero un lavoro con i fiotti per così poco preavviso.

« Ehi, che dobbiamo fare con tutta questa roba? »

Jesse si girò verso la brigata dei prinny e quasi cadde dalla scala quando vide i loro “regali.” Non ce l’avrebbero mai fatta col tempo a trovare un posto per tutte quelle cose e finire pure il lavoro che andava fatto. Fu proprio allora che uno dei vassalli dell’Overlord udì per caso il problema, e offrì il suo aiuto.

« Non preoccupatevi, troverò un buon posto. » Dopo aver ringraziato il dragone, gli diedero i fuochi d’artificio e andarono ad aiutare gli altri prinny con gli inviti. Nessuno ci pensò più di tanto finché il dragone non se ne fu andato.

« Aspetta un attimo… »



Di colpo, in quella cucina faceva molto freddo. La fiamma che l’aveva tanto motivata si era tramutata in un pericoloso fuoco di collera prima di spegnersi e perdere calore. I piatti erano in frantumi ai suoi piedi, gli impasti di dolce, mischiati allo sporco del pavimento sudicio, erano ormai rovinati.

Se fosse stata una qualunque altra occasione, non le sarebbe importato. Non si sarebbe arrabbiata per una cosa del genere. Come aveva potuto? Era ovvio che una persona che non aveva mai fatto un dolce venisse superata da qualcuno con più esperienza. Fosse stata una qualunque altra occasione, avrebbe lasciato che l’angelo finisse il suo lavoro, poi l’avrebbe cacciata fuori a calci e si sarebbe presa il merito del dolce.

Ma non questa volta. Etna aveva voluto fare qualcosa di speciale per il Principe. Qualcosa in cui mettere il cuore solo per vederlo sorridere. Per tutti gli altri compleanni, le era mancato il coraggio di azzardarsi a tanto. Questo doveva essere speciale. E aveva fallito ancora prima di cominciare…

I suoi occhi color rubino si rannuvolarono all’assimilare quel pensiero, col vuoto che sentiva dentro che si allargava man mano che ci rifletteva. Non c’era abbastanza tempo per fare un nuovo dolce, una torta che avrebbe potuto risultare decente con i consigli che le aveva dato Flonne. Non aveva pensato ad un piano B – era stata così presa dall’entusiasmo che l’ipotesi di fallire non l’aveva neanche sfiorata.

E ora non aveva neanche un solo regalo da dargli. L’unica cosa che aveva fatto in quel breve lasso di tempo era un mastodontico ammontare di piatti rotti e pezzi di dolce. Tutto l’impegno che ci aveva messo era insignificante. Mentre altri pensieri le riempivano la testa, poco le restava da fare se non piangere.

Si morse le labbra e affondò le unghie nei palmi delle mani, tremando violentemente mentre la sensazione di inutilità divenne schiacciante. Anche quando sentì il sapore del proprio sangue, anche quando sentì una delle sue mani bagnarsi, non se ne accorse. Non si accorgeva di nulla che la circondasse.

Voleva soltanto fargli un compleanno speciale…

« Non farlo. »

Gli occhi di Etna si spalancarono quanto venne riportata alla realtà. Sentì le braccia di un altro avvolgerle la vita e stringerla al suo corpo, posando le mani sulle sue e srotolandole i pugni serrati. Il suo respiro si fermò per un istante, mentre lui si portava la sua mano sanguinante al viso, gli occhi d’ambra fissi sul liquido cremisi che scappava da sotto la sua pelle.

« Laharl… »

Le uscì a stento un mugolio quando lui piegò la testa in avanti, sfiorandole il palmo con le labbra e facendo scivolare la lingua contro la ferita. Sentì l’altra sua mano spostarsi verso la propria pancia, accostandosi alle sue cintura, la calma che la invadeva come lui accarezzava il suo corpo.

« Mi dispiace… Ho rovinato la tua torta. » Etna abbassò gli occhi rossi, a voler indicare la confusione sul pavimento. Il suo sguardo fece per posarsi sulla porcellana in frantumi e finì invece sulla mano del suo amato sulla pancia. Lo sentì appoggiare il mento sulla sua spalla, inspirare il profumo dei suoi capelli e sospirare contro il suo orecchio.

« Sei davvero stupida. » Sembrava facesse le fusa mentre parlava, col calore della pelle contro la sua ad avvolgerli in un momentaneo mondo di fantasia – un mondo dove esistevano solo loro due. Tutte le sue paure, le sue frustrazioni, tutti i suoi sensi di colpa sembravano essere stati lavati via dalla sua voce. Per quanto potesse essere schietto, alle volte, dovette dargli ragione. A dispetto della sua stupidità, la sopportava il cento percento delle volte.

Gocce di diamanti le caddero dagli occhi, rigandole veloci le guance accaldate e amalgamandosi sotto il mento. Un mugolio quasi impercettibile attraversò le orecchie di Laharl. Di sicuro non voleva che lui lo senisse, ma lo sentì lo stesso. L’Overlord la prese delicatamente per le spalle e la girò per guardarla in viso, fissando gli sterminati oceani rossi dei suoi occhi e provando un’emozione che non sentiva da molto tempo – solidarietà. « Non volevo quello stupido dolce » La voce del demone dai capelli blu si era alzata di diversi decibel, tornando fino al suo normale, odioso tono. « C’era solo una cosa che volevo per il mio compleanno. »

Benché il suo cuore sapesse che era vero, le sue parole la colpirono nel profondo. Ricacciò indietro il vapore in aumento che le bruciava le orbite rosse, respirando più lentamente e profondamente, nel tentativo di stabilizzare le sue emozioni. Si sentì improvvisamente senza peso, e aprendo gli occhi capì di non trovarsi più sul pavimento. In meno di appena un secondo si ritrovò distesa sul bancone, Laharl sopra di lei.

Le sue mani la tenevano giù per le spalle, buttò le ginocchia sul marmo e la circondò con le gambe. Ci fu un breve istante di silenzio ed esitazione quando il Principe si sdraiò sul suo ventre, facendo le fusa per il suo alzarsi e abbassarsi sotto di lui a ogni respiro. Sorridendo per l’impazienza presente nella sua espressione, si curvò, tracciando con la lingua i contorni del suo orecchio prima di dar voce all’unica cosa nella sua mente.

« Te. »



« Salve, benvenuto alla festa. Buon divertimento. » Daphne sorrise, facendo un cenno a un altro senatore della Dark Assembly e spuntando il suo nome dalla lista degli invitati. Era un po’ che lo faceva quando una certa celestiale affiorò dalle porte del castello, accompagnata da Perfume ed Oliver.

« Ehi, ma voi non eravate con – salve, benvenuto alla festa, buon divertimento! – Miss Etna? »

« Sì, dood, ma Master Laharl è venuto dentro e ci ha congedati. Siamo liberi! »

« Miss Etna si è arrabbiata tanto con me… » sospirò Flonne, accasciandosi contro il muro. « … Ma sono certa che le passerà presto. »

« Sì, dood! »

« Bonjour. »

L’attenzione di Daphne tornò bruscamente alla fila di invitati, e i suoi occhi scivolarono su uno di essi in particolare. Le sembrava di averlo già visto da qualche parte… ma l’aveva dimenticato. Oh beh.

« Salve. Hm… Nome? »

« Io sono Vyers, l’Adone Oscuro! » La sua voce aveva un tono romantico, e si riavviò qualche ciocca di capelli corvini. Daphne diede una scorsa alla lista, girò alla pagina successiva, poi ricontrollò la prima.

« No, mi spiace, qui non c’è nessun Adone Oscuro. »

« Prego? Sono stato formalmente invitato a questa festa. »

« Il suo nome non è presente, signore- » Daphne si zittì quando Flonne si avvicinò e lesse da sopra la sua spalla.

« In realtà penso si chiami Mid-Boss. »

« IO SONO L’ADONE OSCURO, VY-- »

« Oh, eccolo qui, Mid-boss, proprio qui. Già. Buon divertimento! » Daphne gli liberò la strada, sorridendo in attesa di una reazione. Non badò allo sguardo sconvolto sul suo viso mentre attraversava titubante la porta, seguito da qualche zombie e un nekomata.

« Secondo te perché Laharl ci sta mettendo tanto? » L’angel trainee si girò verso Perfume, che aprì il becco per parlare, ma lo richiuse bruscamente. Sul suo volto era dipinta un’espressione vacua, la stessa che assunse quello di Oliver, e che avrebbe avuto Daphne se non fosse stata così presa dall’accogliere gli ospiti.

« Eh? »



« Che ne pensi, Principe? » Etna fece un largo sogghigno mentre l’Overlord ispezionava la stanza, dirigendosi immediatamente verso i tavoli di cibo e saggiandone l’abbondanza. Lei lo seguì goffamente, quasi zoppicando, un’andatura che a spettatori esterni avrebbe fatto pensare fosse ubriaca. A ogni sguardo che riceveva, metteva la sua migliore faccia da “sono veramente troppo carina,” dimenticando che quello doveva essere il suo asso nella manica nel caso in cui i prinny non avessero fatto l’ottimo lavoro dovuto.

« Beh, devo ammetterlo… Non è male. » Quando il suo ghigno si addolcì in un sorriso, lui ricambiò e si tuffò nel cibo. Il loro momento di pace fu interrotto dagli squilli di tromba che riempirono la stanza. Si voltarono entrambi verso ciò che aveva appena solcato le porte.

« La Brigata dei Prinny ha il piacere di premiare il Supremo Overlord con un dono molto speciale, dood! »

« Un dono molto speciale » ripeté Yuri con entusiasmo, facendo cenno di seguirlo al resto della brigata. « Portateli dentro! »

Più di un sopracciglio si alzò quando parecchi prinny iniziarono a trainare parecchie tonnellate di fuochi d’artificio nella stanza, allineandoli perfettamente in pochi secondi prima di mettersi loro stessi in riga e salutare il loro superiore. Ci fu un coro di “buon compleanno!,” e poi aspettarono una reazione sia dal loro mentore che dal loro signore.

« … Gli avete preso dei fuochi d’artificio? » Etna andò verso di loro un po’ sconcertata, squadrando perplessa gli esplosivi. I prinny annuirono e cominciarono a chiedersi il motivo del silenzio sceso sulla stanza. In particolare, Almond notò il silenzio, dandosi un’occhiata alle proprie spalle, e tornando poi ai due demoni. Strano, pensò, Non hanno mai visto dei fuochi d’artificio?

« … Sì, fuochi d’artificio, dood! Vedete, bisogna prendere un po’ di fuoco per farli funzionare, dood. Basta che li accendete così e… »

« NO! »



~Fine~





La piccola, inutile parentesi nostalgica della traduttrice: Questa storia l’ho tradotta prima di pubblicare la mia primissima traduzione, nel 2006. L’avevo tradotta per il compleanno di una mia dolcissima amica che mi aveva fatto conoscere Disgaea e ne andava matta, poi non l’avevo pubblicata perché è abbastanza sciocchina e senza pretese e all’epoca volevo fare la traduttrice “serious business is serious.” Poi non so perché mi è sempre rimasto il cruccio di non averla postata, e l’altro giorno mi sono svegliata e mi sono detta what the hell, se l’autrice è ancora attiva ora la rivedo e la posto.
E incredibile ma vero l’ho fatto D: Non sapete che sensazione strana, tornare dove ero stata anni fa, quando tutto mi sembrava molto più grande e complesso di quanto non fosse in realtà. Ma bello.
Comunque sia, grazie per aver letto, alla prossima :)
youffieh
   
 
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