Anime & Manga > Black Cat
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Autore: SoS    12/08/2006    3 recensioni
beh... che dire? siamo nuove in questa categoria, ma speriamo di cuore che la nostra fanfiction possa piacervi! lasciate perdere il titolo un po' stiracchiato, e leggete la vera fic, che è meglio! ^_^ comunque, la storia si ambienta durante un ipotetico scontro fra gli sweeper e Creed. Il pairing è Train/Creed. Buona lettura!
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-eve

AMEN

 

- Eve! Attenta!

La ragazza, all’urlo di Sven, scartò prontamente a destra, evitando così un colpo della spada invisibile di Creed.

- Ah ah ah! Non potrai sopravvivere a lungo, se continui ad evitare i miei colpi a caso!

La ragazza, gli occhi vitrei fissi nel vuoto, strinse i denti. Sven, Train, River e Shaolee erano intrappolati e legati alle colonne di pietra dei sotterranei bui, e l’unica speranza di vittoria era nelle sue mani. Purtroppo, però, con gli occhi annebbiati dal gas allucinogeno lanciatole dal nemico, non era semplice evitare i colpi e allo stesso tempo contrattaccare.

- Che c’è ragazzina, hai paura?- chiese Creed, con una risata sadica in faccia e con la spada pericolosamente vicina  al corpo di Eve.

La ragazza, basandosi sulla voce, trasformò la sua mano in una falce, e sferrò un potente colpo in direzione di Creed, che si scansò, evitando di essere colpito.

Train, preoccupato per la sorte di Eve, si guardò intorno. Non c’era possibilità di vittoria.

Shaolee era più morto che vivo, con il sangue che sgorgava a fiotti dalle ferite, River aveva uno squarcio nel torace, e faceva anche fatica a respirare, figuriamoci a tentare di fuggire! Le ossa delle sue mani erano completamente rotte, ed era impossibile quindi sperare che potesse usare il Gabel Command. Sven… Sven era sano, più vivo e attivo che mai, ma era legato e impedito nei movimenti dalle corde di ki, create da Creed.

“E io? Io cosa posso fare? Cosa posso fare per salvare tutti e togliere Eve da quel guaio?” pensò Train “Io e Sven non siamo feriti, ma siamo costretti a stare qui, immobili, a guardare Eve che si fa ammazzare da quel bastardo! Non posso ignorare il dolore che lei sta provando. La certezza della morte, la paura di fallire, le responsabilità…. Eve…”

- EVE!!!!!!!!!!!!!

Creed aveva allungato la sua spada, colpendo Eve e aprendole una profonda ferita nella pancia.

-nh… “non ce la faccio… non ce la posso fare… non lo vedo, le forze mi stanno abbandonando… perdonatemi, ragazzi, ma non ce la posso… fa…re….”

Eve cadde in ginocchio, il sangue che le scorreva per tutto il vestito e finiva a terra, formando macabri disegni nella polvere del freddo pavimento di pietra.

- Ah ah ah ah!!! Ah ah ah!! Te l’avevo detto che non avevi speranze contro di me! Nessuno può battermi! Nessuno!

- Crepa, bastardo!!

Erano le prime parole che Train aveva pronunciato, da quando tutti gli sweeper erano entrati nella fortezza degli Apostoli delle Stelle.

Sven lo guardò, preoccupato. Sperava che si liberasse dalle corde per magia e andasse a salvare Eve, ma sapeva che ciò non era possibile. La Hades di Train era lontana, e nemmeno con quella avrebbe potuto liberarsi.

- Crepa… bastardo… Prenditela con me, invece che con Eve! Non lo vedi che è solo una ragazzina?

- Ah…. Quanto mi piace vedere quell’espressione sul tuo viso, Black Cat… mi fa ricordare i vecchi tempi… vedo l’odio, la rabbia, il dolore… mi piaci tanto… ah ah ah ah ah ah! Voglio che rimanga così per sempre…. Quindi… RAGAZZINA! Dì le tue ultime preghiere….

Detto ciò, Creed si avvicinò a Eve, creando la sua spada.

“no!”

Il ragazzo alzò la spada, prese Eve per i capelli e si apprestò a colpirla nel collo.

Creed calò la spada.

-NO!

-EVE!!

Ci fù un’esplosione di rosso, il sangue che schizzava da tutte le parti, anche le mani di Creed erano completamente sporcate dal sangue… di Sven.

Creed spalancò gli occhi, sorpreso.

- Ma che diavolo… no… Non è possibile! Come hai fatto a liberarti dalle mie corde! E come hai fatto a…. non avevi tempo… non avevi abbastanza tempo…

- grasp eye….

- beh, poco male… vorrà dire che finirò con te e poi ucciderò la bambina…

Sven, con un taglio nel petto, si alzò e si voltò verso Eve, agonizzante.

- Non preoccuparti, ci penso io, tu pensa a riposarti, che Sven ti protegge.

- Sven!!! Sven! Liberami! Potremo combattere insieme! – urlò Train

- NON CI PROVARE! – il volto di Creed era alterato dalla rabbia – Non lo fare, brutto verme! Train è MIO! Solo io posso combattere fianco a fianco con lui, tu non vali!

Detto ciò, sguainò la sua spada invisibile e cominciò a sferrare colpi in direzione di Sven.

- E… inoltre… Train… non deve morire… perché Train… vivrà… sempre… con me!

E un colpo raggiunse Sven, ferendogli la gamba destra.

- No! SVEN!!! Sven, vieni a liberarmi, Sven!!

Il ragazzo evitò un altro fendente e si mise a correre in direzione di Train, per liberarlo. Era quasi arrivato, quando Creed, al colmo della rabbia, mise tutto il suo potere nella spada, trasformandola nella Imagine Blade al secondo livello, e, con un solo fendente, atterrò Sven.

- NO! SVEN!

- Train, io…. coff…io… Salva Eve, ti prego…coff…

- Sven! Sven!

- Vi ho voluto bene, ragazzi….

E il corpo del ragazzo si accasciò a terra, in una pozza di sangue.

- N-NO… Sven… Sven… Creed sei un lurido bastardo!! Creed! Fermo! Vieni qui! Non osare! Creeeed!!!

Ma il ragazzo non poteva sentire quelle parole… a grandi passi si stava avvicinando al corpo agonizzante di Eve.

- Ciao…

E con un colpo le squarciò il petto.

- E-eve… no….

- Ah ah ah ah ah ah ah ah ah….! Ah ah ah ah!

- …

- Vieni Train, adesso che non ci sono più quei due scocciatori noi possiamo tornare ad essere l’invincibile coppia!

- …

 

 

 

Creed si versò del vino, e lo annusò, rilassato e calmo come se nei sotterranei non fosse accaduto nulla. Ogni tanto alzava lo sguardo, per osservare Train, immobile e silenzioso, una marionetta priva di vita, e si perdeva nell’ammirarlo.

- Bene, Train, adesso siamo solo noi due, io e te, mio Black Cat… perché non mangi? Non bevi? Eppure non sei ferito… non stai male…

- …

- Dai, non mi dire che te la sei presa per la morte di quei due bambocci!?

- …

Creed si alzò, si diresse verso Train, seduto immobile e con lo sguardo perso nel vuoto, e lo abbracciò.

- Mio Black Cat… perché non parli?

Il ragazzo stette un po’ in quella posizione, con gli occhi chiusi, traendo piacere dal contatto con il caldo corpo di Train, poi si sollevò e lo fece alzare.

Come un automa, Train si mise a sedere sul divano nero che era nella stanza. Creed si fermò a prendere un altro bicchiere di vino, poi lo raggiunse.

- Vedi, Black Cat, io e te siamo uguali, entrambi fortissimi, detestiamo i deboli, uccidiamo senza paura, desideriamo il potere…ed è per questo che noi siamo destinati a stare insieme… per sempre…

Il ragazzo passò una mano fra i capelli di Train e avvicinò il suo volto al proprio. Le loro labbra si sfioravano.

- Ed è per questo….

Creed avvicinò ancora a sé Train e lo baciò con passione. Train, passivo, rispose al bacio. Le loro lingue si intrecciarono in una danza di fuoco, guidata da Creed, che, in quel momento, vedeva coronato il sogno di una vita. E intanto Train stava lì, a farsi baciare, chiedendosi perché non era arrabbiato con l’uomo che aveva ucciso i suoi amici. Perché non lo odiava? Perché non provava neanche un po’ di ribrezzo nello stargli vicino? Anzi… gli piaceva stare lì, fra le sue braccia… aveva una strana sensazione allo stomaco… provava piacere a stare lì… no,no e poi no. Lui doveva odiarlo, DOVEVA. Doveva farlo per Eve e per Sven… ma non ci riusciva… era troppo… bello…

Creed  spinse dolcemente Train e lo fece sdraiare sul divano, continuando a baciarlo con foga. Già le sue mani stavano per togliergli la maglietta, quando il ragazzo, come risvegliandosi da un lungo sogno, lo spinse via e si alzò improvvisamente a sedere.

- Ma… Train… cosa?

- NO!

- Che c’è?

- NO! SVEN! EVE!

- ANCORA LORO?

- Tu… TU LI HAI UCCISI!

- Si, ma io e te adesso siamo insieme! Noi….

- Non c’è nessun noi!

E uscì dalla stanza sbattendo la porta. Aveva fatto bene. Sapeva che doveva andarsene, Creed aveva ucciso le persone a lui più care… ma allora perché stava così male? Perché aveva voglia di tornare indietro, chiedergli scusa, e lasciare che lo baciasse di nuovo? No, non doveva pensarci. Non era più come una volta, ora era tutto diverso. Uscì dalla villa, ma capì subito che era impossibile abbandonare l’edificio. L’unico cancello che interrompesse l’imponente muro di pietra era strettamente sorvegliato da diversi Apostoli delle Stelle, e c’era da immaginarsi che non fossero lì tanto per non fare entrare anima viva, quanto per non far uscire lui. Decise allora di fare una passeggiata nell’immenso parco che circondava la residenza.

 

 

 

Train era seduto su una panchina di pietra di fronte ad un laghetto, pensando ad un modo per togliersi da quell’assurda situazione. Era talmente assorto nei suoi pensieri che nemmeno si accorse dell’arrivo di Creed.

- Train, io volevo…

- Non ho voglia di parlare con te.

Rientrò in casa e si buttò su un divano del soggiorno, guardano gli uccellini fuori dalla finestra. Creed lo seguì e gli si sedette accanto.

- Ti prego, devi ascoltarmi! Mi sento terribilmente in colpa! Io… forse uccidere quei due è stato esagerato, capisco che tu ne abbia sofferto ma era necessario! Altrimenti io e te non saremmo mai potuti tornare insieme… o forse preferivi la loro compagnia alla mia?

“NO!”

-Io… io… non lo so…

E di nuovo provò quella morsa allo stomaco, quel desiderio represso da tanti anni, rinnegato e nascosto negli angoli più remoti del cuore, ma ancora così dolorosamente presente, in tutta la sua forza e in tutta la sua crudeltà. Abbassò lo sguardo e rimase in silenzio, aspettando una qualsiasi reazione di Creed. Ma lui sembrava come pietrificato, non muoveva un muscolo, sentiva il suo respiro lento, avvertiva i suoi occhi fissi su di lui, ma nessun movimento.

“Accidenti Creed, fai qualcosa! Smettila di torturarmi così”

Creed sembrò leggergli nella mente, e posò la sua mano su quella del ragazzo. Avvicinò lentamente il suo volto a quello di Train, gli annusò i capelli, gli baciò il collo, risalendo lentamente fino al lobo dell’orecchio. Train sentì il suo respiro farsi più profondo, e provò l’irresistibile desiderio di baciarlo, di dirgli che lo amava… perché lui lo amava… o almeno lo desiderava. E di nuovo Creed gli lesse nel pensiero, e appoggiò le sue labbra su quelle del ragazzo, lasciandolo però libero di scegliere se approfondire il bacio o no. E Train non ci pensò due volte. Gettando le braccia dietro il collo dell’altro, si sdraiò trascinando su di sé l’amante. Creed cominciò a togliergli la maglia, gli baciò il tatuaggio con il tredici, e cominciò a scendere piano piano, facendo impazzire di piacere Train. Ma quando arrivò all’altezza dell’ombelico, Train ebbe come un sussulto.

- NO!

- Come no…? Ma…

Train lo guardò negli occhi intensamente, e Creed vide che stava piangendo.

- Tu… tu hai ucciso le persone più importanti della mia vita, io non posso, NON POSSO, perdonarti! Prima Saya… poi River, Sven… persino la piccola Eve… io vorrei perdonarti, ma proprio non posso!

Detto ciò si lanciò su Creed, ancora sdraiato nello stesso punto in cui era caduto per la sorpresa.

I due cominciarono a lottare, rotolando nel pavimento e combattendo corpo a corpo.

- Eppure… tu, prima….

- Hai ucciso Sven!- disse Train sferrando un potente cazzotto

- Ma io l’ho fatto per NOI!

I due ragazzi continuarono a combattere, Train colpendo e Creed limitandosi a ricevere i suoi colpi.

- E reagisci, lurido figlio di puttana!- urlò Train, sempre piangendo, vedendo che Creed non si muoveva.

- No. Io non potrei mai ucciderti, Black Cat. Non adesso che ero quasi riuscito a…

- E NON CHIAMARMI BLACK CAT!

Creed afferrò saldamente Train per le spalle e lo sbattè contro il muro.

- Tu non hai ancora capito nulla? Come puoi essere così cieco! Ti limiti a vedere Sven e Eve, ma non capisci…

- Io ho capito, so cosa provi… dalla prima volta in cui ci siamo incontrati io ho capito… ti capisco.

- E allora  perché non vuoi…?

- Se potessimo tornare indietro, forse le cose andrebbero diversamente… se tu non avessi ucciso Eve e Sven… e Saya… probabilmente io…

Creed alzò lo sguardo e lo fissò intensamente negli occhi.

- Ma Creed, non posso dimenticare quello che hai fatto. E non potrò farlo MAI!

E, detto questo, estrasse dalla cintura un pugnale, gettandosi contro Creed, che, colto di sorpresa, riuscì a malapena a schivare il colpo, rimanendo ferito ad una spalla, poi si limitò a sgranare gli occhi, continuando a tenere Train schiacciato al muro.

- Tu…. Come…. Black Cat!

- Te l’ho detto, non posso dimenticare. Devo mantenere la promessa di vendetta fatta a Saya. Mi dispiace.

- Maledetto! Ancora con quella strega!

In un impeto di rabbia, Creed estrasse la sua spada, e la piantò nel petto di Train, che cadde a terra. Solo dopo qualche secondo, il ragazzo si rese conto di quello che aveva fatto.

- No… Black Cat, scusa... scusa… no… scusa…

Creed si inginocchiò accanto a Train e lo abbracciò piangendo.

- Scusami… scusami… io… non volevo… io…

- Non importa… io…

Il ragazzo tossì, vomitando sangue.

- No, Black Cat, non parlare, aspetta, forse Doctor ti potrà curare…

- No… è… troppo tardi…. io…. morirò… è giusto così…però… sappi che… io… ti…

La testa gli cadde sulla spalla, con i suoi meravigliosi capelli che gli incorniciavano il viso pallido e ormai inerme. La stanza si riempì di un silenzio innaturale. Un silenzio di morte.

-NO. NO! NOOOOO!

Creed, il volto vicino a quello di Train, provava un dolore muto, impronunciabile. Aveva ucciso con le sue stesse mani, lui, Black Cat.

Piangendo lacrime amare, gli pulì un rivolo di sangue all’angolo della bocca e poggiò le sue labbra sulle sue, ancora calde.

- … Train…

Poi tirò fuori la spada macchiata di sangue , e con un colpo si trafisse il cuore.

I corpi dei due ragazzi caddero, uno  a fianco dell’altro, insieme, entrambi i volti bagnati da lacrime tristi.

 

 

 

 

Tre mesi dopo

 

La pioggia batteva incessante nel vialetto, come aveva fatto per un’intera settimana. D’un tratto, le pozze d’acqua che si erano formate, vibrarono all’arrivo di un gruppo di persone, dei passi pesanti e dei passi più leggeri.

Davanti alle tombe di Train e di Creed, due figure.

- Mi manca tanto.

- Già.

- Sai, Eve, secondo me Creed ha voluto provocare di proposito Train, cercando di ucciderci.

- Mhm.

- Però le cose non sono andate come lui aveva previsto. Noi due siamo vivi e Train è…

- …

- Che il cielo possa unire coloro che sono stati separati dalle tristezze della vita.

-Amen.

 

 

 

 

Fine

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

EBBENE?che ve ne pare? Siamo state all’altezza di altre fanfic molto migliori di questa?  Beh, noi speriamo di si. se non vi spiace, lasciate un commentuccio, anche piccolo piccolo, perché ci farebbe molto piacere…!!! Bye!

  
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