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Autore: Liy    27/12/2011    4 recensioni
C'era un vuoto, come se mancasse qualcosa.
Portavano entrambe un segno sul corpo da quel giorno. Himari aveva una cicatrice, lei quel polso ustionato.
[Spoiler ep24][Shoma/Ringo]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Everything will break
Personaggi: Ringo, Himari.
Pairing: Shoma/Ringo.
Rating: Verde.
Genere: missing moment, angst.
Avvertimenti: One-shot.

Note: Non mi piace, come al solito. Ma mi hanno detto che non fa così schifo, quindi la pubblico anche perché non so più come sistemarla.

Disclaimer: Ringo e Shoma non mi apparteng- no, fermi... chi è Shoma?

Everything will break

 

Il polso le faceva male molto spesso.

Bruciava e pizzicava al minimo movimento, e ormai Ringo aveva iniziato a farci l'abitudine. Ma il dolore non era mai stato veramente il problema; il perché si fosse ustionata in quel modo, come era successo... erano quelle le domande che si poneva praticamente di continuo e che ronzavano nella sua testa come uno sciame d'api che continuavano a pungerla e farle male.

Quando dei passeggeri avevano trovato lei ed Himari svenute sul treno alla stazione di Ikebukuro, non c'era del fuoco vicino a loro o qualsiasi cosa che indicasse che ci fosse stato. Eppure i medici, quando la portarono in ospedale, dissero che era sicuramente stato del fuoco a lasciarle quel segno sul polso ora ustionato, su cui mancava in parte la pelle. Nonostante questo, però, lei non ricordava nulla. Non ricordava come si fosse ustionata e non ricordava come fosse arrivata innanzitutto su quel treno.

“Ringo?”

C'era un vuoto, come se mancasse qualcosa.

“Mh?”

Himari la guardava dubbiosa dall'altro lato del tavolino, porgendole il bicchiere colmo d'acqua.

“Oh, grazie Himari.”

Fare colazione con la ragazza conosciuta in ospedale era diventato ormai uno dei primi punti nella sua routine giornaliera. La trovava simpatica ed in qualche modo famigliare, una persona a cui si sentiva legata e della quale poteva fidarsi. Stare con lei la rilassava, la faceva quasi sentire a casa. Avevano smesso di chiedersi a vicenda perché fossero svenute insieme su quel treno – era stata una cosa strana, non erano mai riuscite a capire cosa fosse accaduto.

Eppure, quando Ringo tornava col pensiero a quel giorno, tutto ciò che sentiva era un calore al petto e le lacrime agli occhi che minacciavano di rigarle il volto. C'era del fuoco, ma era solo nella sua mente. Il fuoco non era mai esistito nei suoi ricordi, ma si trovava lì, in quel piccolo recesso della mente che la faceva sentire amata ed al sicuro da tutto.

Qualcuno ti ama, le diceva.

“Ringo?”

Eppure, sentiva che qualcosa era assente.
“Mh?”

Himari la fissava preoccupata dall'altro lato del tavolino, la cicatrice sopra le sopracciglia che spiccava sulla fronte spaziosa.

“Sei molto pensierosa oggi.”

“Mh, stavo solo cercando di ricordare...”

“Ricordare?”

Portavano entrambe un segno sul corpo da quel giorno. Himari aveva una cicatrice, lei quel polso ustionato.

I loro corpi sapevano cosa fosse successo, ricordavano, al contrario delle loro menti che avevano cancellato – o nelle quali non c'era mai proprio stato – quel frammento di ricordo.

“C'è... qualcosa che manca. Qualcosa che manca in me.”

“Parli ancora di quel giorno?”

“No... o forse sì. Non lo so.”

Ringo abbassò il capo, coprendosi il volto con le mani ed evitando lo sguardo indagatore di Himari.

Sentiva un vuoto in lei, un vuoto che non si spiegava. La sua vita l'aveva sempre soddisfatta, ma ora era come se qualcosa in lei se ne fosse andato. Ciò che c'era stato una volta era scomparso, praticamente cancellato – come se non fosse nemmeno mai esistito.

“Ti senti bene, Ringo?”

“Non lo so...”

La preoccupazione sul volto di Himari divenne più evidente e finita la colazione s'offrì per accompagnarla a casa – “Non puoi andare a scuola in queste condizioni”, le aveva detto, salutandola davanti alle porte del treno.

Stesa sul suo letto, Ringo strinse il polso con l'altra mano.

Dolore.

Il fuoco dentro di lei.

Un fuoco che non la bruciava, ma che la proteggeva e salvava. Un fuoco che la stringeva forte a sé e che poi l'allontanava lievemente, sussurrandole qualcosa all'orecchio.

“...”

Non riuscì a sentire quelle parole, ma le si strinse il cuore. Era un fuoco gentile quello, un fuoco che le aveva salvato la vita e le aveva dato ciò che aveva a lungo desiderato, sparendo poi per sempre e rubandole ciò che le aveva appena regalato. Sentiva di doverlo odiare, ma non riusciva.

Chiuse gli occhi, e lasciò che quell'assenza di ricordi la torturasse.

 

“A volte non hai la sensazione che manchi qualcosa nella tua vita, Himari?”

Quando quella sera Himari si era presentata davanti alla sua porta, Ringo era rimasta sorpresa e rincuorata. Sentiva il bisogno di parlare con qualcuno ed Himari non poteva arrivare in un momento migliore.

“Mancare? In che senso?”

“C'è... qualcosa che non va.”

C'era quel fuoco che le impediva di vedere oltre quel ricordo che non era mai esistito. Quel fuoco che, lo sentiva, cercava solo di proteggerla da qualcosa che l'avrebbe fatta soffrire.

Sentì un dolore alla bocca dello stomaco ed improvvisamente s'accorse d'avere le gote bagnate, rigate da lacrime che non ricordava d'aver versato.

“... Non c'è...”

“Ringo?”

“Non capisco, Himari... perché sto piangendo? Perché sento questo dolore anche se non ce n'è motivo? Cos'è questo senso di vuoto...? Perché?”

Una mancanza incolmabile, un dolore lancinante che la colpiva senza alcun motivo.

C'era silenzio in quella stanza, silenzio interrotto solo dai singhiozzi sommessi di Ringo, avvolta dalle braccia fragili di Himari che tentava di consolarla, senza sapere cosa dire all'amica.

Le faceva male il polso.

Grazie. Ti amo.

C'erano delle fiamme attorno a lei – no, attorno a qualcuno che la stava abbracciando stretta, qualcuno che l'allontanò da sé e che sfuggì alla sua presa.

Ti amo.

 

   
 
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