Non ha un filo di trama, è semplicemente una storiella così tanto per scrivere, spero piaccia. A dire il vero la storia doveva essere differente, ma alla fine ho trovato più giusto fare così.
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GUARDARE AL
futuro, con un piede nel passato!
Kako
no kataashi o to shorai mi!
Una
passeggiata notturna, per quanto ardua per la neve, sembrava una buona idea per
schiarirsi la mente, ma a quanto pareva, i suoi piedi non erano dello stesso
parere. La neve aveva cominciato a cadere lenta, quasi stanca per il suo
lavoro. Alla fine Fay decise che era venuto il momento di riposarsi e si
accovacciò ai piedi di un ponte ricoperto di neve. Si strinse nel suo
cappotto, quanto gli mancavano i piumoni di Celes belli caldi e
confortevoli, pensava mentre sentiva la neve arrivare alle sue mani gelide.
Guardava estraneamente i fiocchi candidi posarsi sul manto bianco, ricordi
lontani si facevano strada nella sua memoria riportandolo a Valeria. Forse
sembrava stupido pensarci adesso, ma se avesse fatto scelte diverse, forse non
si sarebbe ritrovato li. Forse Fay* sarebbe ancora vivo, o per lo meno non
morto.
"Tutto bene, nii-san**! Si sente male?" Ad un tratto la
neve non lo toccava più, un'ombra nera si era fermata accanto a lui e alzando
il viso vide il volto paffuto di un bambino. Il piccolo teneva un ombrello in
mano, il quale pareva riparare più lui che il bambino. Quel viso paffuto era
familiare per Fay: occhi azzurri, capelli biondi. Che si trattasse di un sosia,
oppure una di quelle persone che è uguale ad un’altra persona, sol in un mondo
parallelo. Poteva essere che un altro se stesso vivesse in un altro mondo, con
un'altra vita e chissà forse anche suo fratello era vivo.
Fay sorrise al bambino scuotendo la testa in segno di negazione e
l'altro si accovacciò accanto a lui reggendo l'ombrello. Fay non fece nulla, nonostante
capisse il bambino, segno che era fin troppo vicino alla locanda, non aveva
voglia di parlare, sopratutto con una copia di se stesso da piccolo.
"Come ti chiami Nii-san!?" chiese il bambino voltandosi. Il
sorriso del piccolo pareva scaldare l'atmosfera e rendere lenti i movimenti
delle persone che passavano, addirittura la neve sembrava rallentare. Un sorriso
troppo diverso dal suo, molto simile a quello che era solito fare prima di
essere rinchiuso a Valeria.
"Mi chiamo Yui!"
Non sapeva perché avesse usato il suo vero nome con se stesso. Non
sapeva perché avesse assecondato il suo giovane interlocutore, nonostante prima
non volesse farlo, ma ormai la voce era uscita. Lo stupore che lesse negli
occhi azzurri del piccolo rivelò l'ingenuità di quel bambino, però durò poco,
perché il sorriso dolce, riconducibile a sua madre, tornò sul viso paffuto del
più piccolo..
"Che coincidenza, anche mio
fratello si chiama Yui!" esclamò "Io, invece mi chiamo Fay,
piacere!" disse infine porgendo la mano al mago. Fay si ritrovò spiazzato,
fino a quel momento credeva di avere a che fare con se stesso, invece stava
parlando proprio con suo fratello di qualche ipotetico mondo. Un mondo che non
assomigliava a Valeria e nemmeno a Celes. Nonostante la neve, pareva di
trovarsi in un luogo totalmente diverso, fuori dall'ordinario avrebbe detto
Fay. "Sai, mio fratello è identico a me, siamo gemelli! Anche se di
carattere è proprio un'altra persona" sorrise ancora osservando i fiocchi
di ghiaccio e il cielo grigio. "Stai aspettando qualcuno?!" chiese
tornando a guardare il mago.
"No, stavo qui a pensare!" spiegò Fay cercando di non far
preoccupare il bambino. Pareva ironico, ma avere a che fare con suo fratello,
anche se di un'altra dimensione, l'aveva reso teso e impaurito. Non voleva
commettere gli errori del passato, ma se quel bambino era all'aria aperta
significava che la legge di Valeria lì non aveva luogo. "Anch'io avevo un
fratello gemello e si chiamava proprio come te!" sorrise fintamente al
piccolo Fay. Il bambino squadrò il mago come era solito fare Kurogane, sebbene
non avesse nulla di minaccioso.
"Avevi, cosa gli è successo?!" chiese.
"È mancato anni fa....." rispose portando lo sguardo alla
strada. Davvero non comprendeva perché stesse rivelando tutte quelle verità
alla copia di suo fratello, ma era come se il fiume avesse straripato e lui
avesse dovuto sfogarsi con qualcuno. Dopotutto suo fratello era sempre stato il
suo unico interlocutore, quale modo più facile di farlo parlare se non
mettergli Fay davanti agli occhi. ".....Per colpa mia!" finì la
frase, facendo si che il bambino spalancasse
"Pensi sia stata colpa tua, Nii-san!?" domandò poi Fay in
miniatura, scuotendo l'ombrello, divenuto pensate per la troppa neve caduta.
Non lo aveva guardato in faccia a quella domanda, aveva solo posto il quesito
in modo normale, ma distaccato. Fay abbassò il viso nascondendolo tra le
braccia, sopra le sue ginocchia. Un'ombrellata gli arrivò dritta in testa, il
mini Fay aveva corrucciato il viso paffuto e tondo "Sei uguale a mio
fratello, non posso vederti così. Se morissi per aiutare mio fratello, sarei
felice di farlo. Ma vorrei che lui continuasse a vivere sorridendo! Lo adoro
quando fa le sue cavolate, anche se avvolte è troppo esuberante!" rise il
bambino. Fay spalancò gli occhi, si vedeva che era suo fratello, ed era bello
poterci parlare, gli sorrise dopo la frase facendogli capire che, in
qualche maniera aveva compreso.
Poi, tutt'un tratto, una folata di vento lo oltrepassò e vide un
bambino saltare addosso al piccolo Fay.
"Fay-chan...Fay-chan....Fay-chan!" ripeté il piccolo appena
arrivato. Il mago guardò il nuovo arrivato, il come stritolava suo fratello (se
così doveva chiamarlo), gli sembrava di rispecchiarcisi. "Credevo ti fosse
successo qualcosa! Ti cercavamo da ore!" esclamò liberando l'altro che
rischiava di affogare.
"Yui, sto bene! Mi ero solo fermato a parlare" spiegò
indicando Fay. Il mago sorrise al bambino, che evidentemente doveva essere se
stesso. Il bambino appena arrivato lo squadrò da capo a piedi con due occhioni
azzurri, poi sorrise e alzandosi fece un inchino a mo di ringraziamento. Fay si
stupì dell'azione, non era da lui essere così cerimoniale, ma forse in quel
mondo aveva ricevuto un'altra educazione e forse i suoi genitori erano vivi.
Dopo il saluto il piccolo Yui parve riaversi e alzò un braccio urlando
"KUROPPI! L'HO TROVATO" Al mago
parve accendersi una lampadina. Possibile che ci fosse anche lui.
Non fece in tempo a girarsi, che un'altra folata di vento lo colpì, per
poi vedere una katana in mano ad un bambino, più alto di se stesso e suo
fratello. Questo bambino aveva i capelli neri e stava letteralmente minacciando
il piccolo Yui. Fay rise, gli ricordavano qualcuno.
"La pianti di chiamarmi così!" esclamò ringhiando il
mini Kurogane. Infine si rivolse al piccolo Fay "Tu stai bene?!"
"Si!" rispose
l'interessato.
"Bene, vedi di tornare prima
a casa! Non mi sorbisco un'altro pianto di quest'idiota" pronunciò
indicando il gemello che rideva come un beota. Nel mentre Fay se la stava
sempre più ridendo. A quanto pareva in quel mondo si conoscevano fin da piccoli
e non solo, Kurogane gli voleva già bene. "Che c'è!?" domandò il
piccolo spadaccino al mago che se la rideva.
"Oh, nulla Kuro-chan!"
esclamò intento a tirargli le guanciotte. Era maledettamente carino con la faccia
a palla che si ritrovava. Kurogane si levò le mani di Fay dalla faccia, facendo
un espressione schifata poi si rivolse ai due gemellini.
"Ora torniamo a casa!
Altrimenti chi la sente mia madre***!" sbuffò prendendo Yui per mano e
tirandolo mentre quest'ultimo tentava di tirargli a sua volta le guancie.
Intanto il piccolo Fay si alzò dalla neve e si rivolse al mago.
"Non credo che tuo fratello abbia deciso di proteggerti per poi
renderti triste! Secondo me se sorride anche lui sarà più contento!"
esclamò andando verso il fratello e Kurogane.
Fay sorrise, un sorrise dolce e calmo. Avere avuto la possibilità di
incontrare suo fratello era stata una manna dal cielo, ma il sapere che lui
continuava ad essere quello che era sempre stato esentava un po' il ridicolo,
sopratutto se si metteva in conto Kuro-pon. Non sarebbero cambiati mai, questo
lo sapeva per certo.
"Hei, mago! Hai intenzione di congelarti!?" chiese una voce
burbera dietro di lui. Fay si girò trovando Kurogane davanti a se. Certo il
faccino rotondo era svanito, ma l'imbronciatura restava ed era lo stesso esilarante.
"Allora! Non riesci a parlare per il freddo!?" incalzò fermandosi dal
camminare nella neve. Fu Fay ad avvicinarsi e alzò lentamente le mani per poi
tirare le guancie dello spadaccino.
"Ti sarebbe piaciuto, vero
Kuro-chan?!" domandò ridendo. Il moro lo guardò male, ma si levò le mani
bianche e fredde di dosso facendo la medesima mossa del se stesso da bambino.
Il mago non poté che scoppiare a ridere, mentre lo spadaccino lo guardava nella
maniera con cui si guardavano i matti.
"Che hai bevuto?!"
chiese. Fay scosse la testa e la neve che aveva sopra avvinghiandosi al braccio
destro di Kurogane. Lo spadaccino lo fece fare, non capendo l'euforia del
biondo.
"Ancora niente
KUROPPI!" urlò alla fine. L'urlo fece girare il piccolo ninja che, anche
se lontano, poté vedere la scena dei due che si allontanavano. Il più grosso
era moro e portava una katana, aveva attestato che fosse biondo, occhi azzurri.
Dopo di ché guardò Yui davanti a se che parlava con Fay e si ricordò una frase
detta da sua madre, quando quest'ultima gli aveva parlato del vero amore. Scosse
la testa solo a pensarci e tornò a camminare dietro ai due fratelli, pur non staccando
gli occhi da Yui.
-o-o-o-
* Qui si parla di suo fratello, quello morto nella torre.
** I bambini, in Giappone, chiamano le persone più grandi fratellone.
***
Nel fumetto, durante il passato di Kurogane, il bambino parla del fatto
che sua madre è una buona persona, ma se la si faceva arrabbiare
diventava davvero intrattabile.