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Autore: AliceWonderland    31/12/2011    1 recensioni
-Ta-DAAAAN! Che ve ne pare?-;
-Scusa, Monami... ma questo che significa?-;
-Cosa sono?- domandò Capeta, sporgendosi verso lo scatolone che la ragazza aveva posato sul tavolo.
-Cosa sono?! Siete ciechi o cosa? Sono costumi! Me li hanno regalati quelli della rivista per cui lavoro!-;
-E... e noi cosa dovremmo farci?- pigolò Nobu, impallidendo.
L'amica digrignò i denti, spazientita: -Secondo voi?! Li indosserete stasera alla festa! Che vigilia è senza dei costumi da Babbo Natale?! Siete proprio due zucconi!- li rimproverò.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Capeta Taira, Naomi Minamoto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: i personaggi presenti in questa fanfic appartengono al loro rispettivo creatore. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. Buona lettura!



-White Love Story-



-Come? Una festa di Natale, qui, al circuito?-.
Il signor Kumada si voltò verso i tre ragazzi alle sue spalle, pensieroso.
-Ma certo! Sarebbe divertente festeggiare in maniera diversa dal solito- spiegò Nobu, entusiasta, -Ci pensi, signore-.
Monami gli dava man forte: -Allestiremo nel locale principale, cosa ne pensa? E' molto spazioso-;
-Penseremo a tutto noi: cibo, bevande, addobbi e invitati... allora?-.
Capeta fissava i due amici in silenzio, mascherando un filo di tristezza e rassegnazione che in quegli ultimi giorni proprio non riusciva ad allontanare, limitandosi ad annuire quando i due compagni si voltavano verso di lui per cercare conferma alle loro promesse ed affermazioni.
Sapeva quanto era importante per loro quella festa e, visto che lui lavorava al circuito da un paio di anni, lo spalleggiare quell'iniziativa davanti al suo 'capo' avrebbe potuto decretare tutto oppure niente; tuttavia, ad essere sinceri, non si sentiva proprio dell'umore adatto...
Sapeva che, al seguito della festa, tutto sarebbe cambiato: Monami aveva la sua già ben avviata carriera di idol, Nobu, il suo migliore amico, sarebbe partito per l'Inghilterra per completare i suoi studi e, per quanto riguardava lui, aveva davvero un gran daffare alla scuderia Persec, tra un test e l'altro, prima dell'inizio della nuova stagione. E poi c'era qualcos'altro, una sorta di vuoto che lo tormentava da qualche settimana...
-Capisco. Be’, allora, se dite così- disse il signor Kumada, facendolo trasalire, -E va bene! Però non voglio guai, intesi? Penserete a tutto voi ragazzi-;
-EVVIVA!- esultò Monami, prendendo i due compagni a braccetto -Sarà una festa indimenticabile! Tu, Nobu, ti occuperai di contattare gli invitati e Kacchan sistemerà gli addobbi e la sala!-.
I due amici sobbalzarono: -C-come?-;
-Scusa, Monami, e tu, invece, cos'hai intenzione di fare?- domandò Nobu.
-Che domande! Vestirò i panni della coordinatrice, mi pare ovvio- rispose prontamente lei, a naso all'insù -Perché? Avete forse qualcosa da ridire???- chiese minacciosa, facendoli arretrare.
-N-No! Per carità!- biascicò Capeta, impallidendo.
-Ci mancherebbe! Mettiamoci subito al lavoro!- gli diede man forte Nobu, alzando le mani in segno di resa.
-Bene. Diamoci da fare, allora! Forza!-.
-Scusate?- li interruppero timidamente delle voci alle loro spalle -Siamo invitati anche noi, Capeta?- intervennero Mika, Kazuyoshi, Kunimitsu e gli altri bambini.
-Sì, ma certo, e anche le vostre famiglie-. Il gruppetto di giovani piloti sorrise pieno d'entusiasmo: -Fantastico! Capeta, senti, ma se inviterete tutti i vostri amici, allora ci saranno anche Ryou Shiba e...-;
-Naomi Minamoto- gongolarono i tre -Wow! Sarebbe bellissimo avere tre campioni tutti riuniti-.
Capeta percepì una morsa dolorosa stringergli il petto: -Ecco, non saprei-;
-Minamoto?- lo precedette Nobu -Se non sbaglio è ancora in Italia. Non credo che...-;
-QUELLA FACCIA DA KABUKI?! NON SE NE PARLA NEANCHE!-lo interruppe Monami, furibonda, spingendolo da parte -NON HO ASSOLUTAMENTE INTENZIONE DI SOPPORTARE QUELLA SUA FACCIA TRUCE ANCHE LA VIGILIA DI NATALE, CHIARO?-.
Il gruppetto di bambini indietreggiò atterrito: -AAAH! Si è arrabbiata! Scappiamo!-;
-QUANTE VOLTE DEVO DIRVI DI NON PRONUNCIARE QUEL NOME ALL'INTERNO DI QUESTO CIRCUITO?! ALL'INTERNO DEL MIO REGNO!-;
-D-del suo regno?!-.
Nobu fissò l'amica allontanarsi all'inseguimento del gruppetto, e si voltò ridacchiando verso il giovane pilota, scorgendo il suo sorriso svanire ed il suo volto rabbuiarsi per qualche istante.
-Ehi, Capeta?-.
Da qualche settimana, Capeta era strano, sempre immerso in chissà quali pensieri, e sembrava parecchio restio a confidarsi con lui.
Inizialmente, Nobu aveva pensato che il suo compagno fosse un po' scoraggiato, dato che Minamoto aveva ricevuto una convocazione in Europa così presto, ma quando aveva saputo dell'intenzione del signor Tsubomaki, di prendere accordi per Capeta con la nuova scuderia straniera, allora aveva dovuto abbandonare l'ipotesi, tornando a chiedersi quale poteva essere la ragione di tanta malinconia.
Mise una mano sulla spalla dell'amico, riportandolo alla realtà, e gli sorrise: -Avanti, diamoci da fare. Abbiamo più lavoro, oggi. Domani cominceremo a organizzarci per la festa-.
Capeta annuì, tornando a sorridere: -Sì, va bene-.

-Kacchan si comporta in maniera davvero strana, negli ultimi tempi-.
Monami procedeva lungo il quartiere a passo costante, mentre Nobu le camminava a fianco, assorto nei propri pensieri.
-Tu credi?- le domandò, fissandola.
-Come sarebbe? Ma hai due buchi al posto degli occhi? Non vedi com'è abbacchiato? Appena lo perdiamo di vista un attimo, si chiude in se stesso- brontolò la ragazzina.
-Sì, ho capito cosa vuoi dire- sospirò il moro.
-Nobu-;
-Sì?-.
Il braccio della compagna gli circondò il collo, togliendogli il fiato.
-Nobu tu sai qualcosa, vero? Dimmelo, dimmelo!-;
-L-lasciami! Così mi soffochi! Non arrabbiarti, ma c-credo sia a causa di M-Minamoto- gli rivelò lui, verde in volto.
-A-AAH? LO SAPEVO CHE C'ERA DI MEZZO QUELLA FACCIA DA KABUKI! ANCHE DALL'ITALIA RIESCE A FAR DANNI! CHE E' SUCCESSO?-;
-Non gridare- la interruppe Nobu, calmo –Be’, ecco, due settimane prima della sua gara di debutto in Italia, dopo aver firmato con la nuova scuderia, Naomi è tornato in Giappone per qualche giorno- le raccontò.
-Cosa? Era tornato?- disse lei, incredula.
Nobu annuì, e spiegò ogni cosa all'amica.
-Non ci vedo niente di strano. Insomma, dove vuoi arrivare? Non parlare per enigmi-;
-Ogni volta che qualcuno pronuncia il nome di Minamoto, Capeta si intristisce. Ci ho pensato parecchio: ricordi che Minamoto ricevette la convocazione il giorno delle prove libere in cui Capeta avrebbe dovuto debuttare? Era l'occasione che tutti noi aspettavamo per vederli battersi, ma Naomi dovette partire per l'Italia. Il signor Tanaka mi ha rivelato che alle semi-finali di Formula Stella, durante il colloquio col signor Kagami, Minamoto, nonostante la bella notizia del suo richiamo in una scuderia italiana, chiese di poter comunque correre almeno le semi-finali-;
-Ma non ha senso!-;
-Appunto. Al signor Kagami disse che c'era ancora una cosa che avrebbe voluto fare...-;
-Correre con Kacchan, intendi?-;
-Già...-.
Ci fu un attimo di silenzio, interrotto solo dai sibili del vento serale che andava alzandosi per il quartiere.
-Nobu, pensi che in qualche modo, la brutta cera di Kacchan sia dovuta alla mancata sfida con Minamoto?-;
-E' proprio questo che volevo dire!- sbottò lui -Per cos'altro, sennò?-;
-Be’, sta tranquillo- sorrise Monami, battendogli qualche pacca sulla spalla –Vedrai. Lo dimenticherà presto. Con tutto quello che avremo da fare in questi giorni, neanche penserà più a tutto quello che è successo negli ultimi mesi- disse ottimista, riprendendo a camminare.
-Eh?- biascicò Nobu, sorpreso, -Ma tu dici? Spero tanto che tu abbia ragione, Monami...-.

Capeta attendeva paziente alla fermata dell'autobus, quando dei fari comparvero improvvisamente sulla strada costringendolo a coprirsi gli occhi.
-Ehi, Capeta! Torni a casa?- esclamò una voce familiare, mentre il ragazzino abbassava il braccio, scorgendo il conducente dell'auto.
-Signora Minamoto- disse sorpreso, avvicinandosi.
-Ti andrebbe un passaggio? Fa troppo freddo per aspettare l'autobus. Dai, salta su- lo incoraggiò, ammiccante, aprendo lo sportello.
Titubante e un po' imbarazzato, il giovane pilota annuì, prendendo posto accanto a lei, e l'auto ripartì, sferzando l'oscurità del quartiere.
-Allora, dimmi: come vanno le cose? Avevi il part-time al circuito, oggi?-;
-Sì. In questo periodo c'è parecchio da fare con le manutenzioni ai kart- rispose Capeta.
-Già, capisco- annuì la signora Nanako -Ho sentito che il signor Tsubomaki si è accordato con un team straniero interessato alle tue prestazioni! Sarai al settimo cielo, immagino-.
-A dire il vero, ancora non conosco i dettagli-;
-E così, molto presto, anche tu farai sentire la tua mancanza, qui- sospirò la donna, un po' dispiaciuta -Sai, non l'avrei mai creduto, ma da quando Naomi è partito per l'Italia, mi sento così sola- ammise abbacchiata -E quel moccioso è già tanto se chiama una volta al mese. Se non tenessi i contatti col suo team, uno di questi giorni potrebbe addirittura sposarsi senza farmelo sapere, quel disgraziato!-.
Capeta sussultò a quelle parole, e distolse brevemente il viso paonazzo spostandolo all'esterno dell'auto, mentre l'immagine di Naomi in tight chiaro riaffiorava davanti ai suoi occhi, facendolo sorridere segretamente.
-Ma lui è fatto così. E' sempre stato autonomo sin da bambino... e per quanti difetti avesse, tornare a casa e non trovarlo mi lascia sempre un po' di malinconia- continuò Nanako, svoltando.
Capeta percepiva le gote farsi roventi, ogni minuto di più; le mani stringevano nervosamente i pantaloni della divisa, e lottava, impacciato, per ricacciare le lacrime.
Anche a lui Naomi mancava. Mancava maledettamente. Specie dopo quanto accaduto al circuito, un anno prima, quando il ragazzo era tornato dall'Italia dopo aver firmato con la scuderia di Modena. Anche se non si sarebbero potuti definire esattamente una coppia di amici spensierati come lui e Nobu, Capeta era stupito di quanti ricordi di Naomi stessero riemergendo nella sua mente, ad ogni parola della donna. Questo significava che tra loro, in tutti quegli anni trascorsi a rivaleggiare, si era comunque instaurato qualcosa... e che quanto accadde l'anno passato, non era decisamente qualcosa nato dal nulla, così, all'improvviso.
Si erano scambiasti una promessa, ma quella promessa li aveva nuovamente allontanati, e chissà se mai si sarebbe avverata; se mai loro due...
-Capeta, va tutto bene?- lo chiamò la donna -Mi dispiace, sto parlando troppo, forse. Il fatto è che è da tanto che non parlo con qualcuno...-;
-Ma no, n-non è un problema. Mi ha fatto piacere, davvero- balbettò imbarazzato il pilota.
Doveva essere difficile per la signora Minamoto, non doversi più occupare di persona della preparazione e delle gare del figlio, che per anni aveva sempre seguito con pazienza e costanza. Non stentava a credere che ora potesse sentirsi molto sola.
-Ecco, siamo arrivati- l'avvisò lei, fermandosi -Spero che ci rivedremo presto, Capeta- disse, mentre il moro scendeva dall'auto -Salutami tuo padre-;
-Signora Nanako, aspetti- sussurrò timidamente lui.
-Che cosa c'è?-;
-La sera della vigilia di Natale terremo una festa al circuito, e ci saremo tutti. Avrei piacere che partecipasse anche lei-. La donna sgranò gli occhi, un po' commossa.
-Oh, c-capisco. Ma certo, ti ringrazio! Mi farebbe davvero piacere!-.

-Sì, pronto?-;
-Mamma-;
-Tzè. Guarda chi si fa risentire dopo tre settimane di silenzio...- mormorò Nanako, arricciando le labbra - Qual buon vento?-;
-Se ti ho chiamata martedì! Non te lo ricordi più?- disse pacato Naomi -Stai proprio invecchiando-.
Sulla fronte corrugata della donna comparve una vena marcata: -Allora?- sibilò -Sappi che se hai intenzione di tornare mi troverai già occupata. Se stessi ad aspettare te, Naomi...-;
-Mi spiace, ma c'è stato un cambio di programma. Abbiamo terminato oggi con le conferenze stampa e le ultime interviste- replicò il ragazzo.
-E me lo dici all'ultimo. Sempre come al solito. Ah!-;
-Eh? Ma di che parli?- brontolò Naomi, perplesso.
-Niente, niente. Lasciamo perdere. Sarai a casa per le feste, allora?-;
-Malauguratamente sì, contenta?-;
-Certo che sono contenta, figlio ingrato!-;
-Bene-;
-Bene!-;
-Allora, buonanotte-;
-Buonanotte, tzè!-.
Nanako si sfilò gli auricolari e premette sull’aceleratore.
-Ho partorito una lastra di marmo, diciassette anni fa, non c'è che dire!- pensò la donna, rientrando in casa.

Il giorno della Vigilia...
-Capeta? Ehi, Capeta, come stiamo a luminarie? Sono sufficienti?... CAPETA!-;
-AAH! Eh? Ah, Nobu!-.
Il ragazzo fece una smorfia: - “Ah, Nobu”?! Capeta ti vuoi dare una svegliata? E' da un'ora che sei qua dentro e hai appeso soltanto due file di festoni! Ma a che pensi?-;
-A niente, Nobu, te lo giuro- balbettò il più piccolo, arrossendo leggermente per i rimproveri dell'amico.
-A niente, eh? Lascia fare a me, qua dentro. Raggiungi Monami e porta qui lo stereo, ok? Tuo padre sta finendo di installare il karaoke-.
Capeta annuì, scattando sull'attenti: -Sì! A-agli ordini! AAAH!-gridò inciampando su alcuni cavi.
-Ma insomma, che combini, Kacchan?- gridò Monami, dal cortile -Ti vuoi dare una mossa? E dove sono finiti i microfoni per il karaoke? POSSIBILE CHE QUI DEBBA PENSARE A TUTTO IO?-;
-Adesso vengo, vengo subito! Non strillare- pigolò Capeta, alzandosi impacciato.
-Allora, Nobu? Come procedono i preparativi?- domandò il signor Kumada, avvicinandosi.
-Siamo un po' in ritardo, ma vedrà che per stasera sarà tutto pronto- rispose ottimista il ragazzo.
-Ah, bene, bene. Bravissimi! A proposito- disse arrossendo leggermente -Capeta mi ha detto che verrà anche la signora Minamoto...-;
-Eh? Davvero? A me non l'ha detto!- esordì Shigeo, facendo capolino dalla segreteria -Che bello!- gongolò.
-La signora Minamoto è così bella!- sospirarono all'unisono i due, sotto gli sguardi esasperati del moro.
-Qualche sera fa lei gli ha dato uno strappo a casa, e sembra che Minamoto non tornerà per Natale, così l'ha invitata alle festa- spiegò Nobu.
-Monami lo sa?- domandò il signor Kumada.
-Certo che no! Chi ha il coraggio di dirglielo?- si affrettò a replicare il ragazzo.
-Già! Ahahahah! Be’, speriamo che vada tutto bene-.

-Ta-DAAAAN! Che ve ne pare?-.
-Scusa, Monami... ma questo che significa?-;
-Cosa sono?- domandò Capeta, sporgendosi verso lo scatolone che la ragazza aveva posato sul tavolo.
-Cosa sono?! Siete ciechi o cosa? Sono costumi! Me li hanno regalati quelli della rivista per cui lavoro-;
-E... e noi cosa dovremmo farci?- pigolò Nobu, impallidendo.
L'amica digrignò i denti, spazientita: -Secondo voi?! Li indosserete stasera alla festa! Che vigilia è senza dei costumi da Babbo Natale?! Siete proprio due zucconi!- li rimproverò.
-E perché dovremmo indossarli noi? L'idea è stata tua, indossalo tu! Scommetto che avrai ancora più successo-;
-Questo è ovvio, ma voi due non avrete davvero intenzione di presentarvi vestiti come due sciattoni, vero? Mi farete sfigurare! Ho un'immagine da difendere, io-;
-Il successo le ha dato alla testa- bisbigliò Capeta, arretrando assieme al compagno.
-Sono d'accordo. Filiamocela prima che ci costringa a renderci ridicoli davanti a tutti-;
-Ehi, dove state andando? Dovete provarli!- li inseguì lei.
-Sono troppo larghi per noi! E Capeta è così mingherlino che rischieremo di perderlo fra le pieghe della giacca!-;
-Adesso non ti sembra di esagerare?- protestò il pilota, scorgendo l'amico inciampare su alcuni fili e Monami piombargli addosso e infilargli il cappello rosso in testa.
-Lui sarà magrolino, ma questo è giusto della tua misura, Nobu! Sta fermo!-;
-CAPETA, AIUTO! TRADITORE!-.
Capeta indietreggiò terrorizzato, ed aprendo la porta per fuggire dalla rimessa si ritrovò col viso tuffato in un cuscino di rose gialle che lo fecero starnutire.
-Ma che cosa...? Chi...!-;
-Buonasera, mio acerrimo rivale- salutò una voce fin troppo familiare, mentre Momotaro compariva da dietro il mazzo di fiori, ammiccando.
-Momotaro?!- esclamarono all'unisono Nobu, Capeta e Monami, sorpresi -Ma cosa fai qui? La festa è stasera-;
-Il signorino Momotaro, nella sua immensa bontà, ha soppresso alcuni suoi impegni per potervi raggiungere ed essere d'aiuto nei preparativi- preciso compostamente il maggiordomo Okudera, comparendo inspiegabilmente alle spalle dei tre.
-Proprio così- confermò l'interessato, porgendo il mazzo di rose al suo 'rivale' -Capeta, ho avuto notizia della tua imminente convocazione in una scuderia europea. Très bien, mon ami!-;
-Ah, t-ti ringrazio, sei molto gentile- balbettò l'interessato, mentre il ragazzino si voltava verso Monami, fissando il costume che reggeva ancora in mano.
-Magnifico!- esclamò avvicinandosi e squadrandolo con interesse -Era proprio quello che cercavo per raggiungere la perfezione-.
Monami batté le palpebre perplessa, lasciando che Momotaro indossasse la giacca rossa, con soddisfazione. -Allora, Okudera? Cosa te ne pare?-;
-Sembra fatto su misura per lei, signorino- asserì il maggiordomo, mentre Sarukki applaudiva divertita sulla testa di Capeta. -E' ancora più inquietante del solito...- pensò il trio, rabbrividendo.
-Très bien! Allora si dia inizio ai preparativi per la festa di questa sera-;
-Davvero vuoi aiutarci?- domandò il giovane pilota, stupito.
-Modestia a parte, ho un talento innato per questo genere di cose- disse lui, battendo le mani e richiamando a sé un esercito di valletti e cameriere che cominciarono a riempire il circolo di addobbi luccicanti e raffinati.
-Ah, dovevamo immaginare che non sarebbe stato lui a metterci personalmente le mani...- bisbigliò Nobu, rassegnato. -Però è stato gentile. Forza, noi intanto ripuliamo la pista, Nobu-;
-Ah, Nobu? Quando avrai finito, il tuo costume da Babbo Natale ti aspetta in sala!- gli ricordò Monami indicandolo.
-Non sei riuscito a scamparla- ridacchiò Capeta, mentre l'amico lo raggiungeva pallido e ingobbito.
-Potresti avere un po' di compassione, almeno a Natale?-.

-Sbrigati, Naomi! Non voglio far tardi-;
-E quello che cosa significa?-.
Scendendo dalle scale, Naomi osservò stranito l'abito che la madre aveva indossato, mentre questa fissava critica il proprio riflesso allo specchio.
-'Quello' cosa?- gli domandò lei, vaga, passandosi il rossetto.
-Non ti sembra di esagerare, mamma? Oramai hai una certa età- brontolò il ragazzo, scuotendo il capo ed aprendo il frigorifero, -Andiamo al solito ristorante?- domandò annoiato.
Il sogghigno della madre si accentuò: -Tzè. Guarda che tua madre, nonostante l'età, come dici tu, ha un appuntamento, questa sera-;
-Ah sì? Perchè non me l'hai detto?- mormorò il figlio, disinteressato -Divertiti, allora-;
-Te l'avevo detto al telefono. Ad ogni modo, tu verrai con me- annunciò fieramente, afferrandolo per la collottola della camicia, e gettandogli il maglioncino scuro in faccia –Vestiti, che siamo in ritardo-;
-Non ho detto che sarei venuto, e poi si può sapere dove vuoi portarmi?-;
La donna ammiccò, sparendo in bagno: -... segreto!-.


-EHILA', MERRY X-MAS! SIAMO QUI, FELICE DI VEDERCI?-; -Ahia! Ahi, Komazawa, mi fai male! Lasciami!- piagnucolò Capeta, mentre il compagno di squadra gli passava un braccio intorno al collo, scompigliandogli i capelli scuri.
-Sentitelo! Come ti sei fatto bello, stasera! Ma se pensi che Monami avrà occhi per un sempliciotto come te, ti sbagli di grosso, ahahah!-.
Il ragazzino azzardò un sorrisetto, pensando a cosa invece era stato costretto a indossare il povero Nobu, sotto il costante controllo dell'amica...
-Ciao, Capeta!- lo salutarono Takahara e i meccanici della Persec, raggiungendolo, -Scusa il ritardo!-;
-Siete in perfetto orario- li rassicurò il ragazzino, liberandosi dalla stretta del compagno -Prego, accomodatevi-;
-Che meraviglia!- disse il signor Oka -Questo posto non è un circuito. Sembra di essere nei giardini della reggia di Versailles-;
-Effettivamente- disse una vocetta alle loro spalle, facendoli sobbalzare -Mi sono ispirato proprio ai giardini francesi- ammise Momotaro, modesto, alzando trionfalmente la sua rosa.
-Ah, d-davvero?- balbettarono gli ospiti, inquietati da quel buffo Babbo Natale.
-Ehm, ci ha aiutati lui a sistemare per l'occasione- gli spiegò Capeta, imbarazzato.
-Ehi, Capeta, ho finito di installare il karaoke! Potete sbizzarrirvi!- annunciò il padre del pilota, sventolando fieramente la sua chiave inglese.
-Benissimo!- esclamò Monami, impadronendosi del microfono, -DIVERTIAMOCI, GENTE! CHI CANTA CON ME?-.
L' assordante boato di risposta degli invitati fece vibrare l'intera sala, stordendo Nobu e Capeta.
-Indietro, maledetti!- esclamò Shiba, arrampicandosi sul piccolo palco e lottando per il secondo microfono contro Komazawa e i meccanici del team rivale -State lontani da Monami!-;
-Ehi, amico! E' la guerra che vuoi? A Machida mi chiamano “lo sterminatore di karaoke”!- gli intimò minaccioso la prima guida della Persec, mentre i suoi meccanici annuivano consapevoli.
-Lo capiranno tutti quando comincerà a cantare- disse il signor Tsubomaki, facendo scoppiare in una fragorosa risata il manager Oka.
-Come andiamo, Capeta? Sono arrivati tutti?- domandò Nobu, liberatosi miracolosamente dai bambini che lo tormentavano da quando aveva indossato il suo costume.
-Dunque, Kunimitsu e la sua famiglia sono arrivati ora, Shiba e il signor Oka ci sono, il presidente Ikari e i colleghi di mio padre...-.
Il rombo di un motore all'esterno li fece trasalire e, raggiunto il cortiletto, scorsero la Porche rossa della signora Nanako inchiodare sull'asfalto e salutarli da dietro il finestrino.
-Ehilà! Sono in ritardo?-;
-Eeeh, la signora Minamoto è più provocante del solito...- sospirarono Shigeo, il signor Kumada, e il signor Oka, sotto le occhiate di biasimo del presidente Ikari.
-Alla vostra età, certi commenti potreste evitarli- brontolò.
Capeta la raggiunse per stringerle la mano, quando scorse la portiera opposta aprirsi, ed un paio di occhi penetranti e imperturbabili posarsi immediatamente su di lui, lasciandolo per qualche istante sbigottito.
-Minamoto...- sussurrò, mentre il ragazzo li raggiungeva, salutando il gruppetto con un lieve cenno del capo.
-Visto chi ho portato?- rise la madre del pilota.
-Che piacere averti qui, ragazzo!- disse il signor Kumada, stringendogli la mano -Era da un po' che non ti si vedeva nel nostro circuito. Allora il trio dei campioni è al completo. Aspetta che lo sappiano Mika e gli altri bambini. Prego signora Nanako, entriamo! La famiglia Tagawajo non ha badato a spese per il buffet, come può vedere!-;
-Oh no, e io che avevo intenzione di stare a dieta! Be’, complimenti per l'ottimo lavoro!-;
-Non dirà sul serio, vero? Lei è un figurino! Ahahah!-;
-Il trio di campioni, eh?- ripeté Minamoto, distogliendo lo sguardo dal gruppetto che entrava in sala e fissando il giovane rivale, rimasto imbambolato davanti a lui.
Capeta annuì timidamente, nascondendo il viso arrossato nella spessa sciarpa rossa. Non trovava parole, tanta era la sorpresa di averlo rivisto, e quelle poche frasi di circostanza che affioravano nella sua mente si rifiutavano di uscirgli di bocca... -S-sì, c'è... anche Shiba...- biascicò, indicando il ragazzo scatenarsi sul palco con Komazawa, fino a quando Monami, al loro fianco, non scorse la donna entrare in sala.
-AAAAAAAAHHH! CHI L'HA INVITATA QUELLA LA'!?!?- ruggì; la voce furiosa amplificata dal microfono, che stordì tutti gli invitati, facendo vibrare le pareti della sala.
-Fatti in là, ragazzina! Lascia spazio a chi di canto ne sa più di te!- sorrise decisa la bella manager, tirandosi su le maniche dell'abito e facendosi largo fra la folla, in visibilio.
-Uno scontro fra donne! URRA'!-.
Capeta sorrise divertito, col cuore che gli martellava il petto, e si voltò verso Naomi: -Senti, Minamoto...-.
Ma prima di terminare la frase, alcune braccia lo afferrarono alle spalle, interrompendolo e trascinandolo via di gran fretta sotto lo sguardo sorpreso del rivale.
-Capeta, allora, che fai lì impalato? Vieni a cantare coi tuoi compagni di squadra! Sam's contro Persec! La sfida del secolo!- esclamò Komazawa, mentre Shiba salutava l'ex compagno di quadra con uno sguardo eloquente, dal piccolo palco.
-Aspettate, ragazzi, non voglio cantare! Komazawa, ragazzi, lasciatemi!- esclamò Capeta, scorgendo Naomi allontanarsi sempre più.

-Non... non ho più voce-.
Erano quasi le 23.30 quando Capeta riuscì a squagliarsela dal palco, defilandosi tra la folla, ora troppo impegnata a decidere chi tra Monami e la signora Nanako cantasse meglio.
Afferrò il primo cappotto che ebbe a tiro, e uscì dalla sala chiudendosi la porta alle spalle, smorzando il gran fracasso che proveniva dal suo interno e tirando un sospiro di sollievo. Era da tutta la sera che tentava di evitare gare di canto, tagli di torte e discussioni sul miglior pilota della stagione, ma i suoi amici, quella sera, erano così esuberanti da non avergli dato tregua neanche per un momento; come se non bastasse, Minamoto sembrava scomparso.
Lo conosceva, in fondo. Avrebbe dovuto immaginare che tutto quel baccano e quella voglia di baldoria non erano compatibili con un carattere come il suo, ma allora dove poteva essere finito?
Avvertì un brivido di freddo corrergli lungo le braccia e la schiena, e stringendosi nella giacca, si rese conto di aver preso la peggiore di tutte: quella borchiata di Komazawa; ma preferiva quella all'idea di rientrare e dover sostenere un'altra gara di canto, perciò si sedette su una panchina dei pressi, fino a quando i suoi occhi non scorsero una figura poggiata sotto la tettoia del magazzino, contemplare il panorama in silenzio.
-Minamoto...- pensò, avvertendo il cuore balzargli in gola. Se avesse saputo del suo ritorno con un po' d'anticipo, almeno avrebbe avuto il tempo di prepararsi psicologicamente a sostenere gli sguardi flemmatici del rivale. D'altro canto non poteva certamente restarsene lì come un baccalà surgelato, così si fece coraggio ed alzandosi lo raggiunse, comparendogli a fianco.
-Sei stato qua fuori per tutto il tempo?- gli chiese timidamente, facendolo trasalire, -Non hai freddo, Minamoto?-.
Il ragazzo squadrò accigliato la giacca del rivale, inarcando le sopracciglia: -No, sto bene così-.
Capeta lo fissò perplesso, poi abbassò lo sguardo sul chiodo scuro.
-Oh! E'... è di Komazawa- si affrettò a spiegargli, paonazzo, guardandolo di sottecchi -N-non trovavo più la mia-.
Le labbra di Naomi si piegarono impercettibilmente in un sorrisetto beffardo, mentre il più piccolo si sedeva sulla panchina accanto, fissando il circuito.
-E' già trascorso un anno- sussurrò pensieroso -Te lo ricordi, Minamoto?-;
-No- fu la secca replica del rivale.
-EEH?! C-come no, scusMPH?!-.
La mano del ragazzo si posò sulla bocca di Capeta, zittendolo: -Guarda che scherzavo- brontolò, ricevendosi un morso da quest'ultimo, -Ahi! Ma che ti prende, Taira?-;
-Che antipatico- mugugnò Capeta, raggomitolandosi nella giacca enorme e nascondendo il visetto paonazzo e offeso.
Naomi sbatté le palpebre sorpreso: -Ma ancora non la finisci di fare la ragazzina permalosa?-;
-Sei più antipatico di quanto ricordassi!- replicò Capeta, paonazzo dalla vergogna, scoprendo con sorpresa il sorrisetto del ragazzo, accentuarsi.
Naomi non scherzava né sorrideva mai a nessuno, per quanto ricordasse, ed il fatto che lo facesse proprio con lui, col suo rivale, rendeva Capeta felice, ma dall'altra parte lo faceva sentire un gran tonto.
-T-ti sembro così ridicolo?-;
-E io ti sembro un anziano con vuoti di memoria?- replicò Minamoto -E' ovvio che ricordi. Sono stato io a tornare per cercarti- disse lasciando Capeta a bocca aperta.
-Com'è strano sentirtelo dire...-;
-I tuoi amici lo sanno?-.
Il più piccolo trasalì, nascondendo il viso nell'ampio colletto della giacca e torturandosi le labbra carnose.
-No, certo che no. Nobu sa... sa solo che siamo stati qui coi kart. Ed è passato così tanto tempo che anche io mi sto convincendo delle bugie che gli racconto-.
Capeta sentiva gli occhi taglienti di Naomi su di sé, ma nonostante questo non trovò il coraggio di voltarsi per sfidarli, fino a quando la mano del ragazzo gli sollevò il mento, costringendolo a quel contatto di sguardi, e scorse il suo riflesso piccolo piccolo nelle iridi di quest'ultimo.
-Che cosa ti dissi, quella volta, Taira?-;
-Q-quando saremo in Formula1...- rispose lui, chiudendo gli occhi, impaurito, -Però è la Vigilia di Natale- esclamò, sbirciando da sotto le ciglia scure e scorgendo gli occhi di Naomi spalancarsi.
-E questo che significa?-;
-N-niente!- balbettò Capeta, sottraendosi alla mano del rivale, e indietreggiando contro la parete del magazzino - Assolutamente niente! Mi metti a disagio quando mi guardi così!-;
-Taira-;
-Mh?-;
-Chiudi un occhio su quello che sto per fare-;
-Eh?-.
Capeta spalancò gli occhi stupefatto, scorgendo il viso di Minamoto chinarsi verso il suo, le braccia di quest'ultimo bloccarlo alla parete ed il suo fiato infrangersi sulle sue labbra fredde.
-Minamoto...- gemette, sopraffatto dalle labbra del rivale che si premevano sempre più decise sulla sua bocca, fino a togliergli il fiato.
Un improvviso calore sopraffece il suo petto, scrollandogli di dosso tutto il gelo; percepì il cuore aumentare dolorosamente il battito, mentre il braccio di Naomi andava a cingergli la vita, attirandolo a sé, e costringendolo a levarsi in punta di piedi.
Le mani di Capeta si allacciarono quasi istintivamente alle spalle di Naomi, le dita scorrevano lente fra i suoi capelli, mentre la sua bocca cedeva, sopraffatta dalla lingua del ragazzo, che entrava dapprima con prepotenza, facendolo gemere di piacere, poi più dolcemente, come a volerlo invitare a fare altrettanto.
Quel bacio lo riportò indietro di un anno, quando due piloti, dopo essere scesi dai loro kart, avevano passeggiato per il circuito solitario, chiusi in un imbarazzante silenzio; poi, le loro labbra si erano toccate timidamente, conosciute, e schiuse dando vita ad una promessa.
Quando saremo in Formula1...
Quella promessa si sarebbe potuta infrangere, quella sera. Non erano ancora giunti a quel traguardo, però, pensò Capeta, era la notte di Natale, e quella notte era sempre stata un po' diversa, un po' speciale, rispetto alle altre.
-Taira...- le labbra di Naomi si schiusero nuovamente, roventi e umide, ma Capeta non udì il seguito, dopo che il rivale ebbe pronunciato il suo nome, perché continuò ad attingere e ad affondare in quel piacere sublime, facendosi piccolo fra le braccia muscolose di Minamoto, che lo proteggevano dall'aria fredda intorno a loro.
Forse gli aveva sussurrato un “ti amo”, e lui l'aveva perso, ma quei baci parlavano altrettanto bene, perciò non se ne rammaricò. Certo, chissà quanto tempo sarebbe dovuto trascorrere per sentirsi dire “ti amo” da un orso come Naomi, ma non sarebbero state certamente quelle parole a dargli la conferma che già stava avendo in quel momento. La conferma che era Minamoto il suo unico rivale, il suo amore, forse addirittura la sua vita.
-Hai rotto la promessa. Adesso non prendertela con me-;
-L'hai detto tu che è la Vigilia di Natale-;
-N-non dovresti prendere sul serio tutto quello che dico-;
-Grazie del consiglio- sbottò Naomi, liberandolo dall'abbraccio, -Taira, cerca di fare meglio per quando salirai su una monoposto da formula- gli sussurrò all'orecchio, facendolo sobbalzare.
-Come?!-;
-MA DOV'E' QUELL'ORSO DI MIO FIGLIO? BAMBINI, CERCATE NAOMI!- esclamò una voce amplificata dal microfono del karaoke, all'interno del capanno.
-AH! LI ABBIAMO TROVATI!- esclamarono i piccoli piloti, uscendo in cortile e correndogli incontro entusiasti.
-E' davvero Naomi Minamoto! Quello vero!- esclamò Kunimitsu, emozionato.
-Ci fai un autografo, Minamoto?-;
-Ehi, mettetevi in fila! Prima le signore!- protestò Mika.
-Taira, risolvi questa situazione- disse Naomi, imbarazzato, voltandosi verso il pilota.
Il ragazzino sorrise divertito: -Andiamo, accontentali. E’ pur sempre Natale-;
-CHE BELLO!- esultarono i ragazzini, abbracciando le gambe di Naomi, dopo che quest'ultimo ebbe asserito alle loro richieste. -Quando fai così, Taira, sembri mia madre- brontolò lui, rassegnato.

Una settimana dopo...
-Sono arrivate le foto- annunciò Nobu, entrando nel capanno dei kart e sventolando il pacchetto davanti i suoi amici.
-Davvero? Fai vedere!- esclamò Monami, avvicinandosi e sedendosi al tavolo, impaziente –Kacchan, ci sono le foto della festa!-.
Capeta si voltò verso di loro, e gettando lo straccio sul telaio del kart si fece avanti, sorpreso: -Ma chi le ha scattate?-;
-Queste Momotaro- e rabbrividì -Non ce n'è una in cui non compaia... ma come ci sarà riuscito? Dunque, le ultime invece le ha scattate la signora Nanako- disse Nobu -Visto che è partita con Minamoto per Modena, ha chiesto a me di andarle a ritirare-;
-Tzè! Da un po' qua e lasciami giudicare!- brontolò Monami, facendosele scorrere davanti al viso, svogliatamente -Eh?- mugugnò stranita, soffermandosi sull'ultima e riducendo gli occhi a fessure, per poi sgranarli, sconvolta: -EH?!... AAAHHH!-;
-Che succede? Hanno fotografato il vero Babbo Natale? Un Ufo?- domandò l'amico, prendendogliela dalle mani, e riproducendo l'esatta reazione dell'idol, per poi voltarsi verso il giovane pilota, rimasto a fissarli, stranito.
-Nobu, Monami, cosa avete... EEEH?!- esclamò, avvampando in volto, dopo che i due gli ebbero messo davanti agli occhi la foto 'incriminata'.
-KACCHAN! MA CHE SIGNIFICA, QUESTO, SI PUO' SAPERE?!- latrò Monami, avvicinandosi minacciosa e costringendolo nuovamente a indietreggiare.
-Capeta... m-ma come...!- balbettò Nobu -Allora era per questo che eri...!-;
-Ecco, non è come può sembrare! Io, lui... AAAH! ASPETTATE, VI POSSO SPIEGARE OGNI COSA!- esclamò lui, sfuggendo ai due per un soffio, e correndo fuori in cortile inseguito dai due amici.
-VIENI QUA!-;
-USEREMO LE TUE OSSA COME NUOVO TELAIO PER IL KART!-;
-Adesso non vi sembra di esagerare?!-;
-Quanto chiasso. Ma cosa gli è preso?- domandò Mika, rientrando infreddolita dal circuito assieme ai due amici, e posando lo sguardo sulle foto abbandonate sul tavolo della segreteria.
-Ah, devono essere le foto della festa. Diamo un'occhiata!- propose Kazuyoshi.
-Siamo venuti proprio bene-;
-Già! Peccato che la maggior parte degli invitati sia coperta dal testone di quel tizio strambo!-;
-Poco male. In compenso, gli autografi di Capeta, Minamoto e Shiba stanno benissimo appesi nella mia stanza!-;
-Ehi, avete visto questa?- domandò la bambina, sorpresa, attirando l'attenzione dei due amici sull'ultima foto.
La volta scura e gravida di neve era incorniciata dalle colline imbiancate e dalle luminarie che ornavano le curve del circuito mentre, in un angolo della fotografia, sotto la tettoia imbiancata dei magazzini, due persone si baciavano, abbracciate teneramente l'una all'altra, incuranti del gran caos che si allargava nell'edificio accanto.
I bambini si zittirono, arrossendo e lanciandosi occhiate dapprima sorprese, poi eloquenti, tornando a guardare i soggetti, incantati.
-Questa è la più bella, vero?-;
-Già, la migliore di tutte!-.

FINE

Disse l'autrice:
MERRY CHRISTMAS AND HAPPY NEW YEAR! <3 <3 <3
Sulle note di “White Love Story” dei Raphael (Raphael Singles), concludo la mia prima Natalizia su “Capeta”!! ^^ Come state? Quest'estate mi ero assolutamente ripromessa di pubblicare almeno una FF natalizia super fluffosa sulla coppia NaomiXCapeta e, miracolosamente, ce l'ho fatta, anche se per scrivere (frettolosamente) questa, ho dovuto accantonare quelle di YuGiOh!; vabbuò, mi rifarò! Mwahahah! Ovviamente mi sono ridotta all'ultimo, comunque, prendete questa OneShot come un mio biglietto d'auguri per le fan della sezione!
Un'ultima cosa: questa è stata un'infernale settimana, e così non ho potuto prestare troppa attenzione alla correzione dei racconti, pertanto, se dovessero emergere degli errori, vi prego di soprassedere, primo: perché a Natale siamo tutti più buoni, secondo: perché terminato Natale smetterò di essere buona e mi vendicherò su chiunque abbia qualcosa da ridire! *_* Detto ciò, auguro a tutte voi i più sinceri e gioiosi auguri di buon Natale e Felice Anno Nuovo! ALLA SALUTE!

+Alice(Where is the snow?!)Wonderland+
  
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