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Autore: aki_penn    02/01/2012    0 recensioni
Alla fine dei conti è solo un modo per promettere a noi stessi che saremo più felici.
[Four-Bak]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allen Walker, Altro personaggio , Komui Lee, Lenalee Lee
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Cosa dite? San Silvestro è già passato? Oh, beh, poco importa, spero mi accettiate anche se sono in ritardo, era una vita che volevo scrivere qualche cosa su D.Gray-man e amo le storie in tema con la stagione, peccato solo che l’idea mi sia venuta solo oggi, comunque sia eccola qui.

Come ho già detto questa è la prima storia che scrivo in questo fandom, insomma è la mia entrata ufficiale, spero che i personaggi siano IC, Bak e Four mi piacciono da morire, ma non vedendosi troppo nel manga faccio un po’ fatica a capire fino a che punto posso osare nel farli interagire tra loro. La storia è una AU, da quando le ho scoperte scrivo quasi solo queste, spero che il passaggio dal mondo simil-fantasy della storia originale a un mondo reale non sia fastidiosa.

Oltre a questo ci tengo a ringraziare Mimi18 che mi ha convinta a leggere D.Gray-man, è stato davvero un ottimo consiglio!*-*

Spero che la storia sia di vostro gradimento e che vi possa strappare un sorriso. Buon anno a tutti!

 

 

Buoni propositi

 

Bak attraversò il corridoio con quel suo solito passo un po’ trotterellante. “Nella ghiacciaia fa un gran freddo” dichiarò, entrando in cucina. La ghiacciaia non era altro che un armadio tenuto in terrazza, che in quel periodo invernale manteneva al suo interno una temperatura davvero glaciale.

Fuori, nel cortile, le aiuole conservavano ancora un poco della neve caduta qualche giorno prima. Sull’asfalto un po’ si era sciolta un po’ era stata tolta dai condomini che non avevano intenzione di rompersi l’osso del collo quando la temperatura fosse scesa sotto zero.

“Ti lamenti sempre” lamentò Four, intenta a rompere delle uova.

“E’ casa mia e mi lamento quanto mi pare” ribatté Bak stizzito, voltandosi verso la ragazza che gli dava la schiena, rivolta al bancone della cucina.

“E’ anche casa mia” gli ricordò lei astiosa lanciandogli un’occhiataccia. La discussione assolutamente priva di qualsiasi utilità si spense appena il nonno proruppe dicendo “Altri sei chili di rape!”

“Ma basta!” sbottò Bak, che era tipo da perdere facilmente la pazienza. “Ma cosa ce ne facciamo di sei chili di rape tagliuzzate? A parte il fatto che siamo in sei, poi scusatemi, le rape fanno schifo! No, non tagliarne delle altre!” strillò sull’orlo di una crisi isterica cercando di fermarlo, mentre l’altro si era messo di nuovo all’opera su un’altra rapa.

“Non c’è niente da fare, ha di nuovo perso il suo apparecchio acustico, è irrefrenabile. Secondo me si ricorda di quando era giovane e tagliuzzava la verdura nella cucina delle navi da crociera” immaginò Four, rompendo l’ennesimo uovo nella terrina. “E poi è colpa tua, è stata tua l’idea di fare da mangiare tutti insieme a casa nostra” gli ricordò la sua coinquilina.

“Beh, direi che oltre al nonno se la stiano cavando tutti alla grande” commentò Bak, mettendosi finalmente ai fornelli lui stesso. Allen, intento a fare l’impasto per la torta salata, gli sorrise “Io credo che stare tutti insieme almeno a San Silvestro sia divertente, Jerry, il cuoco della mensa dello studentato, cucina benissimo, ma è bello fare anche da sé ogni tanto”

“Forse dovresti trasferirti anche tu in un appartamento come hanno fatto Four e Bak” consigliò Lenalee sorridente come al solito, poi aggiunse “Four, dove sono i cucchiai?”

“Nel terzo cassetto a destra” rispose la ragazza, senza dare troppa attenzione a quell’ala della cucina.

Lenalee aprì il cassetto indicatole, con la mano libera, mentre con l’altra reggeva una confezione di salmone affumicato. Sbatté le ciglia quando, oltre che alle posate, nel cassetto trovò anche qualche cos’altro.

“Oh, cos’è? Una foto?” domandò tra sé allungando il braccio con la ferma intenzione di raccoglierla e guardarla con più attenzione.

Non fece in tempo a fare nulla perché Bak la placcò con un movimento fulmineo “Non è niente!” strillò con voce molto più stridula del solito, mentre l’atterrava.

“Ehi, ehi, giù le mani da Lenalee” ordinò Komui roteando il mestolo con fare minaccioso, Bak non sembrava intenzionato a sedurla, ma gli sembrava che fossero già volate troppe smanazzate.

“Sì, sì” acconsentì subito Bak scattando in piedi, afferrando la foto, accartocciandola e buttandola nel bidone più vicino.

“Cos’era?” comandò Lenalee un po’ scossa, ma comunque con un sorriso bonario. “Niente” rispose il ragazzo rigido e contrito, girandole le spalle e dirigendosi verso il suo arrosto. Lenalee sbatté di nuovo le palpebre stupita ma non insistette oltre, evidentemente erano cose private.

Bak, proprio in quel momento, fingendo di occuparsi dell’arrosto, si era avvicinato a Four tanto da poterle sospirare nell’orecchio “Che cavolo ci faceva una foto di Lenalee nel cassetto dei cucchiai?” domandò astioso alla ragazza, che per l’occasione indossava un cappello piuttosto bizzarro.

Four fece una smorfia “Forse era rimasta fuori posto da quando, per farti arrabbiare, ho nascosto tutta la tua collezione di foto di Lenalee in giro per la casa” suppose tranquilla.

Bak strinse il bordo del bancone della cucina, pensieroso, per poi farsi prendere da un nuovo, tremendo, dubbio.

“Quindi dici che potrebbero essercene altre, nascoste chissà dove?” domandò sottovoce, scandendo le parole.

“Non lo escludo” rispose lei alzando finalmente gli occhi per guardarlo. Si sentì un cigolio, segno che qualcuno aveva aperto uno sportello della credenza. Four seguì con lo sguardo il suo coinquilino che, con un balzo felino, si frapponeva tra Komui e lo sportello della credenza, che oltre ad avere un enorme bisogno di essere oliato, aveva al suo interno attaccate varie foto della sorella dell’interessato.

“Non è qui ciò che stai cercando!” esclamò incoerentemente.

“Ma non sai cosa sto cercando” fece notare l’uomo, che in effetti non aveva fatto nessuna richiesta.

“Non importa, non è qui” e richiuse la credenza con un botto subito dopo aver strappato, fulmineo, le foto che l’avrebbero incriminato.

“Dove tenete la passata di pomodoro?” chiese Lenalee educata.

“Lì sotto, ma te la prendo io, non preoccuparti” scattò Bak, mettendosi in ginocchio ad aprire lo sportello della dispensa, afferrare la passata di pomodoro in barattolo, porgerlo a Lenalee e mettersi in tasca tutte le foto sospette presenti.

“Walker?” chiamò Four con il suo solito modo di fare serio. Allen lasciò perdere quello che stava facendo e si accostò alla ragazza, mentre Bak saltava in qua e in là come un assatanato.

La ragazza si morse la lingua prima di chiedere “Non è che potresti finire tu qui?”. Allen guardò quello che Four stava impastando. “Devo fare una cosa” si giustificò e Allen annuì dando la sua disponibilità. Bak e Four li avevano invitati a casa loro, che aiutasse per il cenone di San Silvestro era il minimo, si disse il ragazzo canuto.

“Grazie” disse sbrigativa distogliendo subito lo sguardo e senza sorridere. Si pulì le mani nel grembiule e uscì dalla cucina dove Bak, Lenalee, Komui, Allen e il nonno erano indaffarati.

Con un sospiro si avviò verso l’albero addobbato con fili di perline rosse, piccoli Babbo Natale, finte gocce d’acqua, palline di vari colori e un sacco di lucine. In mezzo a tutto quel purpurid natalizio, un occhio attento avrebbe potuto trovare delle piccole foto di Lenalee appese con delle mollette dorate. Se Komui le avesse viste sarebbe esploso in un attacco di fraterna gelosia. A parer suo, l’uomo era un po’ esagerato, ma, dall’altra parte, Bak si comportava come un maniaco sessuale che fa foto di nascosto all’oggetto dei suoi desideri. Lenalee appunto.

La ragazza sperò che Timcampi, il canarino di Allen, non se ne fosse mangiata qualcuna, di quelle foto, era abbastanza sicura che la carta da foto non fosse troppo indicata come alimento per volatili.

Sospirò, si era vestita carina, evitando di girare in mutande come faceva di solito ed avevano addobbato la casa a festa per poi cucinare tutti insieme, eppure quello là doveva sempre essere in ansia per qualche cosa. In effetti, era anche vero che quell’ansia gliela aveva procurata lei, spargendo la sua collezione di foto di Lenalee per la casa, il giorno dopo Natale, Natale che avevano passato loro due da soli a mangiare cibo cinese da asporto. Non era stato esaltante, era stato familiare.

Staccò l’ultima foto dall’albero, era ora di andare a cercare anche in bagno, probabilmente ne aveva messa una anche attaccata al water.

 

***

La mezzanotte era passata da neanche cinque minuti e non avevano ancora fatto il brindisi. Allen, Komui, Lenalee e il nonno, all’urlo di “Se non ritroviamo il tappo dello spumante porta sfortuna”, si erano lanciati in un’aiuola. Sia Bak che Four, per quanto stimassero il nonno di lui, a volte pensavano che parlasse solo perché la propria era l’unica voce che  riusciva a sentire. Erano scesi nel cortile del palazzo perché il capodanno prima, lo spumante, era esploso in uno tsunami alcolico che aveva imbrattato un’intera parete del soggiorno. Gli effetti erano stati comunque nefasti, dato che più della metà della combriccola era impegnata a raspare tra neve e fanghiglia alla ricerca di un tappo di sughero.

Bak e Four, disinteressati, si erano messi a sedere sui gradini bianchi e aspettavano pazientemente il ritorno del resto della compagnia per poter fare il brindisi.

“Mi passi una patata al forno?” chiese lui, indicando la teglia che lei aveva portato con sé. Four ne afferrò una particolarmente piena di rosmarino e gliela infilò in bocca. Lui la mandò giù quasi intera “Che schifo, è mezza cruda, si vede che le hai cucinate tu” bofonchiò.

La ragazza schioccò la lingua “Che schifo dovrei dirlo io, ho la mano coperte di saliva” lamentò, pulendosi sul giubbotto dell’amico.

“Sei tu che infili le dita in bocca alla gente” ribatté Bak piccato, voltandosi dall’altra parte. “E poi se stai a gambe incrociate ti si vedono le mutande!” esclamò dopo un attimo di silenzio.

“Cosa sarà mai, tu le hai già viste tutte, io giro sempre in mutande, queste sono quelle dello scorso capodanno” sentenziò lei infilandosi le mani nelle tasche.

“Cosa vuol dire? Non ci sono solo io qui e poi se la smettessi con questa mania potremmo evitare di tenere una temperatura tropicale in casa e pagare uno sproposito per le bollette” brontolò.

“Blablabla” ribatté lei senza dargli troppa attenzione e per poi aggiungere “Gli slip di capodanno di Lenalee sono rossi e paillettati, li ho visti”

Bak rischiò di morire di crepacuore, ma Four gli mise una mano sul braccio e fece una smorfia “Scherzo, non le ho viste. Piantala di agitarti per così poco, che poi ti viene l’eritema” fece seria tirando fuori dalla tasca un tubetto di crema e aprendolo intenzionata a spalmargliela sul viso.

Bak chiuse gli occhi, non senza proteste (“È fredda e hai appena toccato una patata al forno unta! Non mi mettere le mani in faccia”).

Sospirò passandogli le dita sotto gli occhi e sulle guance finché gli ultimi baffi di pomata non furono assorbiti dalla pelle e poi si rimise le mani in tasca estraendone una girandola e accendendola.

“Ce le ho anche io” esclamò lui, sfoderando la sua “mi presti l’accendino?” chiese. Four allungò la sua girandola verso quella spenta del ragazzo e insieme rimasero a guardare finché anche la seconda non prese fuoco emanando scintille dorate. Il problema a quel punto fu che le due non si volevano più staccare.

“Che idiota, non dovevi appoggiarla alla mia, adesso si sono fuse insieme” sbottò lei inacidita.

“Non darmi dell’idiota” ribatté Bak altrettanto inviperito, riuscendo a staccare la sua girandola lucente con uno strattone che provocò varie scintille.

Four sbuffò e guardò il cielo coperto “Allora, quali sono i propositi dell’anno nuovo?” domandò mentre le girandole si consumavano.

“Conquistare Lenalee?” fece lui arrossendo, come per chiedere conferma all’amica di star andando bene. Four alzò lo sguardo su di lui “È lo stesso dell’anno scorso” sentenziò seria.

Bak sbuffò e scrollò le spalle “Non importa”

Four si masticò l’interno delle guance “La maggior parte delle persone ha sempre gli stessi propositi per l’anno nuovo, perché non riesce a realizzarli, perché sono irrealizzabili o perché non ci tiene davvero così tanto”. Bak fece una smorfia sofferente nel sentire la parola irrealizzabili, ma lei continuò “alla fine dei conti è solo un modo per promettere a noi stessi che saremo più felici”.

Bak la osservò mentre lei alzava lo sguardo su un’aiuola innevata, gli altri erano finiti chissà dove e la loro presenza era rivelata solo da qualche schiamazzo.

“E tu che proposito hai per il nuovo anno?” chiese il ragazzo mentre le girandole si spegnevano una dopo l’altra.

“Non te lo dico, se no non si avvera” asserì Four con strafottenza. “Ma mica è un desiderio!” sbottò lui colpito sul vivo. Ci fu uno sbuffo unanime e non si guardarono più, rimanendo in silenzio.

“Ah, Bak” cominciò di nuovo lei, senza voltarsi a guardarlo “non ti ho ancora augurato buon anno”

“Buon anno anche a te”

   
 
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