Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Shade Owl    03/01/2012    2 recensioni
Altri sei mesi sono ormai passati dal giorno in cui Timothy Anderson ha scelto di mantenere i propri poteri demoniaci. Ora però le cose sembrano farsi di nuovo complicate, e ancora una volta l'Alleanza delle Ombre è coinvolta. Un nuovo potere, dormiente da millenni, si è improvvisamente ridestato. La battaglia finale con l'Alleanza sembra imminente. Ma è davvero così, o siamo solo all'inizio di qualcosa di più grande?
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Sangue di demone'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il suo corpo fu totalmente scosso da uno starnuto così potente, così terrificante, che la testa le scattò in avanti troppo in fretta e sbatacchiò la fronte contro lo sportello metallico del suo armadietto, lasciandole un discreto doloretto in mezzo agli occhi.
Massaggiandosi il punto colpito Miley fu certa di sentire, attorno a sé, delle risatine che le confermarono i propri timori: la sua figuraccia non era affatto passata inosservata.
Miley Logan era una ragazza di diciassette anni, dai lunghi ed ondulati capelli rossi, con grandi occhi marroni ed una corporatura abbastanza proporzionata ma un po’ esile. In quel momento (starnuto a parte) stava prendendo i libri per la prossima lezione.
- Che bel raffreddore!- ridacchiò qualcuno lì accanto.
Si trattava di Miranda, la sua migliore amica: era leggermente più bassa di lei, ed aveva, come quasi sempre, un’espressione furba stampata sulla faccia rotonda.
- Piantala, Mir.- ribatté Miley, un po’ scocciata.
- Oh, ma dai…- disse l’altra - Piuttosto, vedi di riguardarti: un altro starnuto così e tanti saluti a te.-
- Non dire idiozie!- esclamò la ragazza - Non posso ammalarmi ora, non posso!-
- Perché no?- chiese Miranda - Io ci metterei la firma.-
- Perché abbiamo il test di matematica questa settimana.- sbuffò Miley, prendendo i libri - Non dirmi che te ne sei dimenticata.-
Ma, a giudicare dalla sua espressione, Miranda se n’era dimenticata eccome.
- E va bene…- sospirò, chiudendo l’armadietto - Vieni da me dopo la scuola, così ripassiamo insieme, d’accordo?-
- Perché, sei preparata?-
Miley ebbe improvvisamente un flashback della settimana precedente. Vide se stessa aprire il libro sulla scrivania, con tutte le intenzioni di mettersi a studiare, ma dopo cinque minuti le veniva meno la concentrazione e cominciava a guardare fuori dalla finestra, a leggere altri libri, a guardare la televisione, a giocherellare distrattamente con le penne e lo scotch…
Miranda parve rendersene conto, perché non aggiunse altro.
Insieme si recarono in classe per la lezione più odiosa che avessero, biologia. Dico odiosa perché a tenerla era un nanerottolo di un metro e mezzo circa, dagli ordinatissimi quanto scarsi capelli grigio polvere, con tanto di orrido riporto per coprire l’inizio di calvizie. Per essere più precisi, un tipo di mezza età, misogino e patito di football, con sospettata frustrazione sessuale dovuta all’impotenza (questo a detta di alcuni studenti della scuola).
Arrivare in ritardo ad una sua lezione significava subire un’interminabile serie di battutacce, commenti anche sconci e lamentele inutili. Fu per questo che quando Miley, subito prima di sedersi, controllò nello zaino per prendere l’astuccio e notò l’assenza del diario, sentì l’umore peggiorare ulteriormente.
- Accidenti…- si lasciò sfuggire - Ho lasciato il diario nell’armadietto…-
- Che ti frega, segni dopo.- rispose Miranda, sedendosi al tavolo accanto a lei.
- Sì, così poi me ne scordo…-
- E allora vallo a prendere.- disse lei, paziente - Tanto non è ancora arrivato.-
- Eh, la fai facile…- sbuffò Miley, che comunque balzò in piedi e cominciò a correre verso gli armadietti, nei corridoi ora semideserti della scuola.
Avete presente quando andate di fretta e siete continuamente rallentati da qualcosa? Come quando siete in ritardo a un appuntamento ma ogni volta che uscite di casa ricordate di aver scordato le chiavi della macchina, poi il cellulare, poi il portafogli… o trovate la strada bloccata dal traffico? Sì?
Ecco, appunto.
Mentre correva verso il suo armadietto, Miley scivolò sulla carta di un panino caduta fuori dal bidone dei rifiuti, al quale si aggrappò istintivamente per non cadere; essendo più pesante dell’oggetto se lo trascinò dietro, rovesciandolo e coprendosi di spazzatura; scuotendosi i rifiuti di dosso si rialzò, raggiunse l’armadietto, sbagliò tre volte la combinazione del lucchetto… scardinò lo sportello, prese il diario, tentò inutilmente di chiuderlo e, lasciandosi dietro l’anta metallica penzolante riprese a correre verso la classe, scivolando su una buccia di banana e cadendo di nuovo nella spazzatura.
 
***
 
Quando ebbe finalmente raggiunto l’aula, scoprì con  suo sommo orrore che la porta era chiusa: il Nano Malefico era già entrato (ogni riferimento a fatti e persone reali… bah, fate voi…).
Preparandosi alla “tremenda vendetta” dell’insegnante, bussò piano ed aprì la porta.
Subito l’accolse la sua voce nasale e saccente.
- Ah, bene.- disse lui, mentre Miley chiudeva - Vedo che si è degnata di illuminarci con la sua splendente presenza e…- annusò l’aria, cogliendo ovviamente l’odore che si portava dietro fin dal corridoio - … con la sua sublime fragranza. Cos’ha fatto, la lotta nel fango, per caso?-
Per quel giorno si era messo il suo migliore (quindi il più orrido) completo di tweed color panna, dall’aria così vissuta da farlo sembrare quasi cadaverico. Stava in piedi accanto alla cattedra, e la fissava (così credeva lui) dall’alto in basso, il naso per aria come se cercasse di guadagnare qualche centimetro.
- No.- rispose a denti stretti lei, sforzandosi di guardarlo negli occhi - Sono inciampata. Mi dispiace.-
- Le dispiace?- ripeté il professore - Dovrebbe scusarsi con i suoi compagni, signorina Logan. Grazie a lei, abbiamo perso del tempo che invece avremmo potuto usare per la lezione. Le consiglierei di farsi le unghie nel suo tempo libero, quindi.-
Lei fece un profondo respiro per non rispondergli a tono, serrando tuttavia la presa sul muso senza bocca stampato sulla copertina del diario, così forte che quasi lo artigliò. Il piccoletto, nel frattempo continuò con la sua filippica su quanto tempo avesse rubato alla classe, forse incapace di rendersi conto che lui stesso ne stava facendo perdere molto di più.
Quando finalmente le fu concesso di sedersi, Miley vide che il posto accanto a Miranda era ora occupato da qualcuno che non riusciva a vedere in faccia per via del grosso microscopio nell’angolo del tavolo, quindi dovette accontentarsi di mettersi accanto a Rod Bellamy, un nerd occhialuto e dai rossi capelli ricci che aveva una gran cotta per la sua amica.
- Ti ha proprio strapazzata, eh?- ridacchiò piano il ragazzo, mentre lei si sistemava vicino a lui.
Miley non rispose e si voltò per gettare un’occhiata velenosa a Miranda. Occhiata velenosa si tramutò in un’occhiata di burro.
Accanto alla ragazza era seduto uno studente nuovo, che non aveva mai visto prima. Aveva indubbiamente la loro età, ed anche se era seduto si capiva che era piuttosto alto. Aveva disteso le gambe e si era abbandonato contro lo schienale della sedia, in una posizione che rivelava la più totale delle noie. I capelli neri erano una massa liscia e piutosto ordinata, molto diversa dalla maggior parte delle chiome di quell'età, e aveva gli occhi grigi, incorniciati da un paio di lenti quadrate.
Vestiva con un paio di pantaloni scuri ed una camicia nera, su cui risaltava enormemente un piccolo ciondolo a forma di goccia, bianco come la neve. In quel momento era rivolto verso la cattedra ma poi, forse perché voleva cambiare posizione, forse perché si era accorto che lei lo osservava, il ragazzo si voltò, e lei distolse gli occhi, sentendo un gran caldo sotto il colletto.
 
- Chi accidenti era?- esclamò, aggrappandosi alle spalle di Miranda e facendola sussultare talmente tanto che per poco il vassoio vuoto della mensa non le sfuggì dalle mani.
- Sei pazza?- sbottò - Mi stavi facendo venire un infarto!-
Miley seguì l’amica in fila per il pranzo, continuando a chiederle chi fosse il ragazzo e perché era seduto vicino a lei.
- Non lo so!- sbuffò alla fine Miranda, esasperata - Ha detto di essersi appena trasferito qui, è arrivato da meno di una settimana, oggi era il suo primo giorno. Si chiama Devon Cunningham.-
- E cosa ci faceva vicino a te? Perché gli hai dato il mio posto?-
- Colpa del prof.- disse qualcuno alle sue spalle, che lei ignorò.
- Aaaah, quindi è stato il Re degli Gnomi…- disse lentamente Miley, guardando l’amica - E tu non hai detto niente?-
- Ha detto che c’eri tu, ma non l’ha ascoltata.- rispose nuovamente la voce, in tono casuale.
Lì per lì il suo primo pensiero fu di dire all’impiccione di farsi gli affaracci suoi, ma un’occhiata di Miranda le fece venire in mente una possibilità piuttosto imbarazzante.
Deglutì a vuoto e la guardò negli occhi con un’espressione da “è dietro di me, vero?”.
Evidentemente Miranda aveva il dono della telepatia, perché annuì mentre pagava il pranzo, ed uscì dalla fila ad aspettarla. Stringendo i denti per farsi forza, Miley si voltò per affrontare il nuovo venuto.
- Ciao.- disse cordiale il ragazzo,  porgendole la mano - Piacere di conoscerti. Mi chiamo Devon.-
- Ehi, ragazzina!- esclamò la donna alla cassa, prima ancora che potesse rispondere o afferrare il palmo davanti a sé - Che fai, non prendi niente?-
Miley la guardò e si rese conto di essere arrivata in fondo alla fila senza prendere nulla, vassoio compreso. Si sporse per guardare la coda formatasi e comprese che, per tornare fino lì, non sarebbe mai riuscita a mangiare in tempo. Si era praticamente giocata la pausa.
- Ti do qualcosa io.- disse tranquillo Devon, intuendo i suoi pensieri e spingendola in là.
- Eh?- farfugliò lei, imbarazzata - No… davvero…-
- Andiamo!- esclamò ridendo lui - Poi mi ripaghi domani, okay?-
Accompagnati da una ridacchiante Miranda, i due trovarono un tavolo libero e si sedettero con lei.
- Allora, Devon…- disse Miranda - Come ti trovi, Re degli Gnomi a parte?-
- Bene.- rispose lui - Non posso lamentarmi, anche se potrei non rimanere a lungo.-
Miley sgranò gli occhi.
- Come mai?- chiese.
- Ho alcune faccende da sbrigare.- rispose - Sai, certe questioni molto importanti…-
- Cosa devi fare, salvare il mondo?- sghignazzò Miranda, mandando giù un pezzo di pane insipido.
Il ragazzo fece un sorrisetto simile ad una smorfia.
- Chissà, potrei anche provarci.- rispose, stando al gioco.
Parlarono del più e del meno per tutto il tempo. Venne fuori che si era trasferito da Phoenix, che era nato a Marzo e che viveva da solo con suo padre, in una casa che si affacciava sulla spiaggia. Miley più che altro ascoltò, mangiucchiando un po’ del pranzo di Miranda e un po’ del pranzo di Devon (da lui osò accettare pochissimo), ma alla fine il ragazzo si rivolse proprio a lei, mentre si alzavano per tornare in classe.
- Direi che di me ne sappiamo abbastanza.- osservò - Ma tu non mi hai ancora detto come ti chiami.- disse tranquillo.
Miranda alzò gli occhi al cielo e guardò l’amica, che non seppe bene cosa dire. Sbuffando, le passò un braccio attorno alle spalle.
- Devon, lei è Miley Logan.- disse.
- Piacere di conoscerti.- ridacchiò il ragazzo, allungando la mano - Bel nome, tra parentesi…  è quasi un sorriso.-
Quest’ultimo commento le fece girare la testa, mentre gli stringeva la mano per la seconda volta. Abbassò istintivamente lo sguardo, e così ebbe modo di vedere bene il ciondolo di Devon; prima le era sembrato bianchissimo, ma doveva essere stato uno scherzo della luce: adesso, infatti, era grigio come un sasso.
 
Mentre Miley usciva dalla sala mensa, un custode in tuta da lavoro blu, tutta macchiata, la guardò passare senza essere visto. Era un uomo piuttosto alto e dal fisico ben formato, dai capelli biondo cenere. Strinse forte il manico della scopa vedendo Devon Cunningham che gli passava vicino, ma poi riportò subito gli occhi sulla ragazza.
- Mmmh…- gemette - E ti pareva…-
Poi riprese a fare il lavoro di copertura che si era procurato.
 
***
 
Finita la scuola, le due amiche andarono un po’ in giro per i negozi sul lungomare a guardare le vetrine, poi si rintanarono in un bar per qualche tempo, dove Miranda prese in giro Miley per la sua incapacità di spiccicare parola con Devon.
- Certo che sei proprio incredibile!- la derise, mentre si prendevano una Coca - Insomma, lui ti offre il pranzo senza nemmeno conoscerti e tu vai ad impappinarti come una scema! E non gli hai neanche detto come ti chiami!-
Lei la guardò male.
- Dimmi, come sta Rod?- chiese - È sempre lui il solo a chiederti di uscire o ce ne sono altri che io non conosco?-
Questo le tappò la bocca.
Arrivate a casa di Miley trovarono il salotto e l’ingresso assolutamente vuoti, ma lo scintillio di mattonelle e vetri la convinse che sua madre aveva appena finito le operazioni di sterilizzazione. Era maniacale, in quel senso.
- Ehi, siete morti tutti?- gridò, posando lo zaino ed appendendo la giacca all’attaccapanni.
- Sì, tutti.- rispose sua sorella maggiore, Dana, dal bagno - Com’è andata?- chiese.
- Una meraviglia…- sbuffò Miley - Dobbiamo studiare matematica.-
Dana le raggiunse, fresca di doccia, un asciugamano attorno ai capelli, in mutande e maglietta. Ormai aveva superato i vent’anni da un pezzo, e stava per sposarsi. Non abitava più lì da un bel po', ma in quel periodo stava organizzando il proprio matrimonio, che si sarebbe tenuto di lì a un paio di mesi, e il suo futuro marito era via per lavoro. Così era tornata da loro, approfittando dell’appoggio della famiglia per semplificarsi la vita.
- Matematica? Come vi invidio…- commentò con scarso entusiasmo - Ciao, Miranda.- aggiunse, vedendola.
- Mamma e papà dove sono?- chiese Miley.
- All’agenzia di catering.- rispose Dana, sfregandosi l’asciugamano sulla testa - Dovevano parlare del menù, credo. Conosci mamma, vuol fare tutto lei…- e si lasciò scappare un sospiro - Bhè, buono studio a voi.-
- Non è che ci puoi aiutare, vero?- chiese speranzosa Miranda.
Dana fece un verso sarcastico.
- L’ultima volta che ho preso un bel voto a matematica, nevicava a Miami.- rispose, tornando in bagno.
- E quando è successo?- chiese Miranda, sorpresa.
- Mai!- gridò lei, in risposta.
 
Devon Cunningham si sdraiò sull’amaca che aveva in veranda, osservando il mare e ripensando a Miley: era certo di aver trovato quello che stava cercando, ormai. Le prove che gli servivano per identificarla c’erano tutte, ed erano assolutamente inconfutabili, a questo punto. Aveva solo bisogno di ricevere istruzioni su come procedere e sarebbe potuto andare a prenderla.
Purtroppo, se davvero i loro avversari si erano accorti del talismano ed avevano capito anch’essi che lei ne era l’inconsapevole custode, aveva pochissimo tempo per evitare che la prendessero per primi.
Non sapeva con chi avrebbe dovuto scontrarsi, ma sperava di non dover far ricorso a Chimaira: lui era un esperto di localizzazione e, per quanto fosse stato addestrato alla lotta, di solito cercava di tenersene fuori. Preferiva usare i suoi talenti più per cercare che per battersi.
Osservò il ciondolo di Pietra di Luce che aveva indossato durante tutta l’ultima settimana e mezzo: ora era di nuovo bianchissimo come il latte, ma quando si era avvicinato troppo a Miley aveva perso la sua brillantezza e la sua magia, diventando un comune sasso. Non dubitava che dipendesse dal Talismano del Patto di Sangue dentro di lei. In fondo, era proprio per quel motivo che l’aveva indossato a scuola.
Tuttavia, non era stato un evento immediato o caduto dal cielo non appena era arrivato: era da un po’, ormai, che setacciava la città, mettendoci tanto tempo solo per scoprire che si trattava di qualcuno che andava ancora a scuola. Se non l’avesse trovata adesso, probabilmente avrebbe dovuto supporre di essere arrivato troppo tardi. Iniziava già a disperare.
Sbuffando, maledisse mentalmente l’Evocatore per aver reso la vita tanto difficile ai suoi successori. Non poteva proprio nasconderlo in qualche altro modo?
Cercando di non pensare a ciò che avrebbe potuto attenderlo in caso di incontro con eventuali nemici, si alzò in piedi ed andò in spiaggia: casa sua era sicura, grazie ad un incantesimo che rendeva irrintracciabili coloro che vi risiedevano, ed era stato sufficientemente bravo da estendere tale magia anche alla porzione di litorale più vicina all’edificio, così da poter uscire senza preoccuparsi e starsene tranquillamente in spiaggia.
Era tranquillo, e sicuro. Anche suo padre si trovava bene. Purtroppo, però, non sarebbe durato a lungo, sperare che la protezione tenesse anche in caso di inseguimento sarebbe stato ottimistico fino alla stoltezza. Fare quel lavoro era difficile e pericoloso.
Sospirando di nuovo, Devon Cunningham rientrò in casa per preparare la cena.
 
***
 
- Aaaah…- gemette Miranda, lasciando cadere il capo sul tavolo metallico della mensa - Ahi…- si lamentò dopo, massaggiandosi la fronte.
- Tutto bene?- chiese Devon, arrivando con Rod da lei e Miley, entrambe evidentemente abbattute.
- Non proprio.- disse la ragazza, tornando ad appoggiare la testa sul tavolo - Sono distrutta… ho passato la notte sui libri…-
- Quali libri?- chiese Rod.
- Matematica.- spiegò Miley - Il test della prossima settimana.-
- Bhè, puoi venire da me, a studiare.- disse lui - Sarei ben contento di dare ripetizioni ad una povera donzella in difficoltà…-
- Piuttosto esco con Hannibal Lecter.- sbuffò Miranda - Da sola con te non ci resto.-
- Potremmo fare una cosa a quattro.- propose Devon, bevendo un po’ d’acqua - Anche io non sono proprio ferrato in materia.-
Miley si sentì avvampare, e Miranda alzò la testa a guardarla.
- Che ne dici?- le chiese - Se ci fossero abbastanza testimoni, per me andrebbe bene.-
- Ehm…- esitò lei, mentre nella sua testa prendevano forma una serie di immagini che preferiva non condividere con nessuno dei presenti, e tutte riguardavano Devon (anche se una, piuttosto esilarante, aveva come soggetti Miranda e Rod…) - Bhè… sì, per… perché no?- rispose, vedendo l’occhiata supplichevole dell’amica.
- Bene.- disse Rod - Ma non oggi, ho un impegno.-
- Cosa, il congresso dei fan di Star Trek?- sbuffò Miranda.
- No, quello era la settimana scorsa…- rispose lui - Oggi c’è quello dei fan del Signore degli Anelli…-
Miley smise di ascoltare, e a quanto pareva anche Devon: era una sua impressione, o sembrava deluso dalle parole di Rod?

Al primo capitolo, già abbiamo ben due ringraziamenti da fare: la prima è come sempre Ely79, che per qualche strano motivo recensisce tutto quello che pubblico. Forse l'ho corrotta e non lo so...
E poi c'è anche _Arse_, che sembra essersi innamorata della serie Sangue di Demone, visto che ha messo sia nelle seguite che nelle preferite le prime due storie ed ha già recensito il prologo. Bene, grazie a entrambe, speriamo che non restiate da sole!

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Shade Owl