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Autore: GoddessHaruna    23/08/2006    2 recensioni
Il mio finale ideale...Un cambio di programma. Il ritono degl'eroi, ma Apollo si ricorderà di Silvia?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Ultime act: one year later

 

 

 

 

Il sole picchiava forte sulla terra rovente.
La sabbia regnava ovunque e il silenzio ne faceva da padrone.
Soltanto piccoli arbusti qua e la, sfidavano le insidie di quella calura, ma con scarso rendimento.
D’animali nemmeno l'ombra, solo sabbia e tanto, tanto caldo.
Il deserto.
Paradiso un tempo, un inferno ora.
Si narra che quel posto brulicava d’alberi d’ogni specie e che gli animali ne facevano da padroni.
Ora quel che restava di quel posto era soltanto la solitudine e nient'altro.
Gli umani avevano avuto il coraggio di costruire anche una strada che passava lì in mezzo, ma pochi si avventuravano.
Lo sapeva bene quel povero vecchietto, seduto nel suo piccolo bar, del suo vecchio distributore di benzina.
Stava la, seduto, bevendosi un sorso di cognac, ogni tanto, e aspettando che qualcuno passi per di li e che gli chieda: " Mi fa il pieno? "
Dietro alle alte montagne, secche e rocciose, il sole stava tramontando, ma non smetteva ancora di cuocere tutto quello che trovava.
Il vecchietto si alzò da dov'era e uscì dal suo piccolo bar.
Fece qualche passo e si fermò ad ammirare quella palla di fuoco rovente che se ne tornava a dormire: era uno spettacolo magnifico.
Dopo tutto quel caldo, il sole si esibiva in una specie di danza, per lasciare il palcoscenico dopo una giornata di lavoro.
All'improvviso, il vecchietto sentì la terra tremare sotto ai suoi piedi.
Tremò per un pò e poi più nulla.
- La solita scossa...- disse il nonnino, bevendosi un altro sorso di cognac, ma un altro terremoto, più forte di quello di prima, seguito da un boato, risuonò nel deserto.
Le scosse si fecero più frequenti e il vecchio cadde a terra, perdendo l'equilibrio.
Tutto tremava e i barattoli d’olio al suo fianco, caddero a terra, continuando a tremare.
Delle grosse crepe cominciarono a formarsi tutto intorno a lui ed a dividere il terreno circostante, dirigendosi tutte in unico punto, in mezzo all'asfalto.
Il vecchietto si mise le mani in testa e aspettò la sua ora, ma all'improvviso non sentì più nulla.
Aprì lentamente gli occhi e vide che la terra si era fermata e che più nulla tremava.
Si alzò lentamente in piedi e si guardò attorno: le crepe nel terreno erano enormi.
Le seguì fino al loro punto d’unione e appena si avvicinò un pò di più, un'esplosione: dal terreno uscì un forte raggio di luce che andò a finire nel cielo.
Il nonnino cadde a terra, schioccato: il raggio di luce aveva lasciato un grosso buco nel terreno.
L'anziano signore non sapeva che fare e rimase fermo lì, mentre vide una mano uscire dal grosso cratere e poi scomparire.
L'uomo non credette ai suoi occhi, quando qualcosa uscì velocemente e si andò a fermare davanti a lui.
Il vecchio indietreggiò un pò e si mise ad osservare quella cosa: sembrava un ragazzo, alto, dai capelli color fuoco.
All'uomo sembrò che il ragazzo aveva un paio d'ali bianche dietro le spalle, ma poi si strofinò gli occhi e si accorse che era la luce del sole che gli faceva confondere le idee.
Il ragazzo si stiracchiò la pelle e poi si guardò attorno con i suoi occhi marroni.
- Te l'avevo detto che abbiamo sbagliato strada! - urlò infine.
Il vecchio non capiva con chi parlava, ma poi vide uscire dal cratere un secondo ragazzo, dai capelli bianchi agli strani occhi viola.
- Non prendertela con me! Piuttosto dillo a Sirius -
Un terzo uomo uscì dal grosso buco fatto nel terreno.
- E naturalmente è sempre colpa mia! - disse quest'ultimo.
- Va beh non importa. Ora siamo fuori e questo ci basta...- continuò il ragazzo dai capelli rossi.
I tre uomini si accorsero dal vecchietto davanti a loro e si guardarono in faccia.
- Che dite? Morirà d'infarto, ora che ci ha visto? - chiese Sirius inginocchiandosi per vederlo meglio.
- No, io penso di no...- Rispose Toma guardando il vecchio signore.
- Bene...Ragazzi non so voi, ma io torno a casa! - disse Apollo, facendo un salto in alto e cominciando a fluttuare nell'aria: - L'ultimo che arriva è un pezzo d'asino! -
- Aspettaci! - urlarono in coro Toma e Sirius, seguendo il loro amico, lasciando solo il povero vecchietto, schioccato e molto confuso.
 

- Silvia? Dove vai? -
Una splendida ragazza dai capelli color oro e i lineamenti delicati, si stava avventurando in una prateria, dove l'erba le arrivava fino al ginocchio.
La ragazza si voltò sentendo chiamare il suo nome e scorse una seconda fanciulla alle sue spalle: - Reika che ci fai qui? - chiese, vedendo avanzare la sua amica.
- Ti ho visto mentre ti allontanavi e ho deciso di seguirti...-
Silvia non disse nulla sulla decisione dell'amica e continuò per la sua strada.
Raggiunsero una grande quercia e, una volta li, si fermarono tra le sue grandi radici che riaffioravano dal terreno.
Era notte, ormai, e il cielo brulicava di stelle, mentre una splendida luna piena illuminava il paesaggio.
Le due ragazze rimasero in silenzio per un pò ad osservare il panorama davanti a loro: erano su di una collinetta e ai loro piedi avevano Atlantide, con le sue luci e i colori della notte.
Una brezza leggera gli accarezzò la pelle, ad entrambe, e fece muovere la grande chioma del grosso albero.
I lunghi filamenti d'erba si piegarono tutti insieme, sotto il comando della brezza e formavano dei movimenti che facevano pensare alle onde del mare.
Silvia sospirò guardando quella meraviglia: - Un anno...- disse lievemente.
- Già - rispose Reika abbassando lo sguardo.
Silvia ricordò quello che era successo poco tempo fa: la battaglia, ma soprattutto il loro addio.
- Ti ha detto qualcosa prima di andarsene? - chiese Reika timidamente.
- Mi ha bacia...-
Reika guardò Silvia con un pò d'invidia: - Almeno ha te ti ha fatto qualcosa, a me non ha detto assolutamente nulla...-
Silenzio ancora tra le due e poi un'altra brezza leggera.
- Credimi sarebbe stato meglio anche per me che non mi avesse baciato -
- Perchè dici così, Silvia? -
La ragazza bionda abbassò lo sguardo e si prese le mani, stringendole più che poteva: - Perchè ora mi manca da morire...-
Improvvisamente qualcosa di duro colpì la testa di Silvia e poi cadde a terra.
La ragazza si tastò la fronte e poi prese in mano lo strano oggetto.
- Che cos’è? - chiese Reika, avvicinandosi.
Le due studiarono l'oggetto e insieme dissero: - Una mela! -
- Sarà caduta dall'albero -
- Infatti -
Una seconda e una terza mela caddero ai loro piedi e le raccolsero.
Silvia s'illuminò: - Un momento! Ma questo è una quercia e non può far mele! -
Le due amiche si guardarono negl'occhi e poi alzarono lo sguardo verso le fronde dell'imponente quercia.
Su di un grosso ramo, c'era seduto un ragazzo dai capelli rossi, con in mano un sacco di mele e le stava studiando tutte.
- Questa? No, è marcia! - ...e buttò via il frutto, facendolo finire ai piedi delle ragazze.
- Questa? Si, questa può andare! - ...e la mise da una parte.
Silvia non poteva credere ai suoi occhi: - A..Apollo? - chiese.
Il ragazzo rivolse lo sguardo a Silvia e a Reika e con un balzo scese a terra, mentre in mano teneva una mela rossa.
- In carne e ossa! - disse mentre diede un morso alla grossa mela.
Silvia e Reika lo guardavano a bocca aperta.
Lui deglutì il grosso boccone e, vedendo le due sconvolte, disse: - AH! Non vi preoccupate! Ci sono anche gli altri due! -
Così dicendo si appoggiò al tronco dell'albero e bussò due volte sul duro legno.
- Hai finito di disturbarm...- Sirius aveva fatto capolinea con la testa, da uno dei grossi rami e appena vide Reika, smise di parlare.
- Sirius...- disse la fanciulla.
Lui scese dall'albero e, quasi, incredulo quanto lei, disse: - Reika...-
I due si abbracciarono forte.
- Oddio che scena toccante! -
Da dietro il tronco fece capolinea anche Toma, con la sua faccia di sempre.
- Tu stai zitto, Toma! - urlò Sirius, mentre continuava ad abbracciare Reika.
Apollo intanto aveva finito la sua mela e lanciato lontano il torsolo, mentre Silvia lo aveva guardato per tutto il tempo.
- Che c'è? - chiese infine il ragazzo.
- Co..come avete fatto a...-
- Niente di speciale! Una volta compiuta la nostra missione, i nostri poteri sono aumentati e abbiamo scavato finchè non siamo arrivati in superficie...niente diche!-
Silvia si portò le mani al petto e osservò Sirius e Reika: perchè anche Apollo non l'aveva abbracciata? Che si fosse dimenticata di lei?
- Beh io me ne vado! Addio! - disse Toma, sparendo da dov'era.
- Vieni Sirius...ci sono tante cose che devo dirti! -
- Anch'io se è per questo...- Sirius e Reika si allontanarono abbracciati e felici di essersi ritrovati.
Apollo e Silvia rimasero soli, a guardarsi.
Lei era sempre più convinta che lui aveva perso la memoria e abbassò lo sguardo, cercando di non incontrare il suo.
- Quanto tempo è passato? - chiese lui.
- Un anno...-
Una terza brezza scompigliò ad entrambi i capelli.
Silvia gli diede le spalle: - Sono felice che sei tornato! - disse, poi, formando una bolla intorno a se, fluttuò nell'aria.
Se avesse saputo che avrebbe perso la memoria, lei non avrebbe tanto pregato per riaverlo indietro.
- Aspetta! -
Silvia sentì qualcosa che la bloccava e si voltò: Apollo stava volando e le aveva preso il polso per fermarla.
Alla ragazza sembrò che lui avesse un paio d'ali, ma si strofinò gli occhi e l'impressione svanì.
Lui la tirò dolcemente fino in cima alla chioma della quercia e si fermò.
- Ma come ci sei riuscito? -
La luna era sopra a loro e vegliava vigile ogni loro mossa.
Lui le sorrise e, dolcemente, la portò a se, baciandola.
Silvia corrispose al bacio e mise le sue mani nei morbidi capelli di lui.
Si mollarono e unirono le loro due fronti, guardandosi negl'occhi.
- Come riesco a volare? Come sono riuscito ad uscire vivo dalla sotto?-
Lei annuì leggermente e lui le sorrise.
- Dovevo rivederti a tutti i costi...ecco come riesco a fare tutte queste cose! -
Lui le riprese il viso e lo portò sempre più vicino a se: - Ti amo, Cheliant -
- Ti amo anch'io -
Le loro due labbra si rincontrarono e un lungo e intenso bacio.
Le ore ombre erano diventate una sola.
Sulle loro teste due immagine opache si riflettevano nella luna: gli spiriti di Ali del Sole e di Cheliant era là, insieme a loro e questa volta sarebbero stati uniti, per sempre.
 

****
Questo sarebbe stato il mio finale ideale...
Spero che vi sia piaciuto
GoddessHaruna
  
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