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Autore: BlueSmoke    06/01/2012    11 recensioni
“Dicono che nei branchi dei metalupi, dietro al più forte, corra sempre il più veloce, per lanciarsi avanti, come una freccia d'argento, quando il capo è stanco.”
Una breve OS su come vedo il rapporto tra Jon Snow e suo padre, Eddard Stark. La scena si svolge subito dopo che Jon riceve la notizia di ciò che accade nell'episodio 1x09 (quindi spoiler).
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eddard Stark, Jon Snow
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Un unico colpo
Un unico colpo 


di Blue Smoke





Padre...”
La neve, sotto gli stivali neri, scricchiola come quella del bosco di Winterfell all'alba.
Non può ignorare il soffio del vento, pungente come spilli, che si alza sopra la Barriera sussurrando che il lento cammino dell'Inverno non si ferma. Nasconde il viso scarno, le labbra screpolate nella pelliccia di lupo che gli cinge il collo, e il fiato che si allarga dalla bocca lo illude per un momento che il calore di un uomo sia più dell'incerta fiammella sempre sul punto di spegnersi che ora, nel freddo, gli sembra la vita.
Ma lo scricchiolio della neve è quello di casa.
Ora il suo passo di uomo – non se n'era mai accorto – somiglia a quello del padre.
Ricorda gli esili tonfi, da cucciolo di lupo, del suo camminare di bambino sulla coltre bianca, quando, un passo avanti, la falcata possente di Lord Stark, suo padre, faceva gemere la neve come un nemico abbattuto. Dicono che nei branchi dei metalupi, dietro al più forte, corra sempre il più veloce, per lanciarsi avanti, come una freccia d'argento, quando il capo è stanco. Lui, Jon Snow, segnato come bastardo anche da una snellezza che i corpi massicci dei suoi fratellastri non possedevano, aveva il privilegio di cacciare al fianco del padre, perché solo lui era capace di avvicinarsi alla preda rapido e silenzioso come la morte.
Padre” mormora nell'aria gelata, e, mentre stringe i pugni, il gemito del cuoio piegato è il guanto di Lord Stark che impugna l'arco e tende la corda.
Il messaggero ha detto che la testa di suo padre è caduta a terra con un unico colpo.
Nessun corvo si è alzato in volo dalle torri della Fortezza Rossa. I lupi del Nord hanno ululato per giorni. Anche il suo, Spettro, prima di accucciarsi ai suoi piedi, col muso affondato nella neve appena caduta.
Lord Stark è morto solo.
In cima alla Barriera, mentre fissa la distesa ostile della foresta ghiacciata, a Jon sembra di percepire il buio dei suoi ultimi giorni. Morendo, Lord Stark è stato solo e disprezzato come il suo figlio bastardo. Una mano gelida si stringe intorno al cuore. Quella solitudine è spaventosamente ingiusta, eppure, per un istante di assurda ebbrezza, lo rende felice: gli pare che finalmente lui e suo padre si siano uniti per sempre, che nessuno dei suoi fratellastri avrà il privilegio di comprendere ed essere stato compreso dal padre come lui. Perché di tutti, solo lui, come Eddard Stark il traditore, è reietto, solo lui conosce il significato dell'umiliazione e il coraggio immenso di non abbassare gli occhi neanche davanti al disprezzo del mondo.
Il vento fischia tra le fessure dei blocchi di ghiaccio. Se fosse la voce dei morti, gli direbbe il nome di sua madre. Il nome che forse, nella prigione della fortezza, suo padre ha sussurrato un'ultima volta.
Ma ora tutto è perduto, come fiato caldo davanti alla bocca: l'ultimo sussurro, il cuore vivo di Lord Stark, i suoi ricordi di padre, il nome di lei. La promessa, fatta nell'attimo in cui separavano i loro cammini sulla terra, di rivelare quel nome segreto al loro prossimo incontro.
Mai più.
Mai. Più.
Chiude gli occhi e dentro il ricordo è ancora a caccia nel bosco innevato di Winterfell. Il cervo è fermo, annusa con sospetto l'aria del mattino. Lui alza il viso a cercare gli occhi del padre. Lo sguardo di Lord Stark è il perno intorno a cui gira il cielo. L'arco da caccia quasi si spezza. La freccia scocca. Il cervo cade tra i rami. Un unico colpo.
Si avvicinano cauti, nella neve che geme.
Il cervo ansima, con la lingua riversa sul sangue sparso intorno.
Lord Stark posa l'arco per terra. “Avvicinati, Jon.” Lo tocca sulla spalla destra, per esortarlo a guardare. “Non temere, figlio.”
Lui è confuso. Non c'è bellezza nella morte. È una mano gelata che si stringe intorno al cuore. È il bosco che si svuota, il risucchio di un silenzio che non si comprende.
Jon, ricorda ciò che provi. In una sola morte, c'è tutto il dolore del mondo.”
Lui annuisce piegando il collo. Osserva suo padre estrarre la freccia dalla carne del cervo. Lo vede ancora, nitido nella memoria, i capelli bruni che nello scatto dell'estrazione scivolano sulla guancia scarna come la sua.
Ora non ha il coraggio di aprire gli occhi. Sa che almeno un dettaglio di quel viso si perderà per sempre, quando tornerà a guardare il buio della notte.
Un passo si avvicina.
È Sam, che è venuto a dargli il cambio al turno di guardia. “Torna al forte, Jon. C'è un gran fuoco. E vino dolce da poco scaldato.”
Lui non può muoversi. È troppo grande il peso, troppo possente.
Sam gli tocca la spalla con la mano. La spalla destra.
In una sola morte, c'è tutto il dolore del mondo.
E Jon, a occhi chiusi, piange come un bambino.




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Grazie a tutti per aver letto! Volevo tanto fare un piccolo omaggio a questa serie TV che mi ha appassionato moltissimo e che ha personaggi uno più interessante dell'altro (chi sa, spero di scrivere su qualcun altro, prima o poi, se ho un briciolo di tempo). 
   
 
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