Anime & Manga > Inazuma Eleven
Ricorda la storia  |      
Autore: evilangel    07/01/2012    5 recensioni
L’albino gli sfiorò le dita, gli prese la mano, per poi intrecciare le proprie dita con le sue. Non si rivolsero alcuno sguardo.
Non sapeva cosa stesse facendo, ma Fubuki era riuscito a farlo sentire così in un solo istante. Un istante troppo veloce anche solo per definire cosa stesse provando davvero, anche se nemmeno lui riusciva a capirlo. Sentiva le guancie diventare bollenti, una strana sensazione diffondersi nel petto. Non era ancora in grado di dare un nome a quella sensazione, quel calore avvolgente che, partendo da quel contatto, si espandeva in tutto il corpo.

Salve a tutti :3 Questa è la mia prima fanfiction, quindi siate clementi... sto scherzando =w=". No, non è la mia prima fic, ma la sensazione è la stessa .w.
Non scrivevo da tanto, e sono contentissima di essere tornata °u°... Un BuonSalve a tutti ;3
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shawn/Shirou, Xavier/Hiroto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

~ Snowflakes ~

I cori natalizi riempivano l’aria, si mescolavano al chiacchiericcio pressante della gente che passeggiava per l’ampia strada.
La musica delicata gli si infiltrava nelle orecchie, tentava di sfiorargli l’anima introversa, che tentava comunque di respingerla, senza ottenere alcun risultato.
Si sistemò bene la sciarpa attorno al collo, coprendosi la bocca, dopo aver notato che l’aria si condensava al suo solo respiro, salendo in tante piccole nuvole bianche.
Giocavano con l’aria, venivano trasportate per i secondi loro concessi, e poi si dissolvevano nel nulla, come se non ci fossero mai state.
 
La via era affollata di tantissimi tipi di persone, dai più piccoli ai più anziani.
Passeggiavano su è giù, in cerca di regali, di un posto caldo in cui ripararsi dal vento gelido, mentre il ragazzo continuava la sua camminata verso casa.
Perché si, quella ormai era la sua nuova casa. Certo, una casa in cui non era ben accetto, ma non aveva nessun altro posto dove andare.
Camminando con le mani in tasca, giocava con la neve sotto i suoi piedi, pensando che quello avrebbe dovuto essere un giorno speciale, ma che presto si sarebbe trasformato in un inferno, che aveva appena fatto in tempo ad immaginare.
Improvvisamente, si chiese se ci fosse un modo per riuscire a saltare la cena con i “parenti”, così da poter sgattaiolare in camera senza essere quasi notato.
Probabilmente, anche se fosse corso direttamente in camera sua, nessuno si sarebbe accorto la sua mancanza, ma era meglio non rischiare.
Si sistemò un ciuffo dei capelli rossi, che così, davanti agli occhi, gli dava leggermente fastidio, mentre imboccava una strada forse ancora più affollata.
Le persone stipate davanti ai negozi, si ammassavano tanto da impedire la vista di qualunque cosa dietro alle vetrine.
Anche i negozi erano troppo confusionari e pieni perché ci potesse entrare, ma era come se le persone non si rassegnassero ed entrassero ugualmente, anche consapevoli che sarebbero uscite a mani vuote.
 
‘Davvero, non capisco perché tanta ressa per una stupida festività’
 
Il pensiero si fece largo nella sua mente, come se non fosse abbastanza aver pensato questo per un sacco di giorni addietro, quando la sua sorellastra se n’era andata a fare compere chiedendogli di accompagnarla. Anche quel giorno la gente ricopriva le strade, e passare con i pacchi era stato davvero complicato.
Sfortunatamente, quel giorno era stato troppo impegnato anche solo per comprare un regalo a qualcuno della squadra, anche se non aveva la minima idea di cosa avrebbe potuto regalare.
Non era mai stato un asso con i regali, ora che ci pensava, quindi forse era meglio così.
Continuò a camminare indisturbato ancora un po’, fino a che la folla non fu diventata così grande da complicare anche il solo muoversi.
Erano tutti riuniti attorno ad un grosso abete, addobbato dalle luminarie più belle che avesse mai visto, e cantavano. Cantavano cori natalizi con la luce negli occhi, con le persone a loro più care, durante la vigilia di Natale. E intanto sorridevano, con i sacchetti sotto braccio, e anche lui si fece per un attimo trasportare da quell’allegria, mentre sulle sue labbra nasceva un timido sorriso.
Bhe, dato che non riesco a passare, tanto vale rimanere qui’, pensò. E così fece, anche se i canti gli arrivavano così lontani e senza senso.
Era comunque piacevole essere circondati da persone felici, sentire il vento freddo sfiorargli le guancie, ma non sentire comunque freddo.
Fu quasi preso dalla voglia di cantare anche lui qualcosa, ma se rese presto conto di non ricordare nessuna delle canzoni cantate, per quanto all’orfanotrofio, ogni Natale, Midorikawa le cantasse senza sorta fino al momento di aprire i regali. Gli mancavano i Natali passati con i suoi amici, e anche quelli passati con l’intera squadra.
Ma ormai si era sistemato, avrebbe dovuto passarlo così, facendosi cullare dai canti di altra gente.
Improvvisamente, assorto in un mondo tutto suo, venne risvegliato da una voce familiare, da un ragazzo che aveva imparato a conoscere bene da quando si era unito all’Inazuma.
 
Lo guardò in quegli occhi azzurri, prima di salutarlo.
Stranamente, aveva sempre trovato interesse in quegli occhi, considerandoli incantevoli. Il che era abbastanza strano per un ragazzo…
 
<< Ciao anche a te, Hiroto >>. L’albino sorrise, mentre prendeva a frugare tra i sacchetti che aveva al braccio.
<< Sei andato a fare compere? >> chiese il rosso,  la voce mascherata dalla sciarpa.
<< Si, mi mancavano alcuni regali per la squadra >>.
Lo guardò cercare qualcosa dentro le borse e a quel punto si sentì sprofondare il cuore, per il solo fatto di non aver preparato nemmeno un pacco per quelle che considerava le persone più importanti della sua vita.
Dopo una breve ricerca, il grigio tirò fuori da una borsa un pacchetto rosso, piccolo.
Se lo girò un attimo tra le mani arrossate per il gelo, poi glielo porse.
<< Buon Natale, Hiroto >> e gli donò un altro dei suoi sorrisi.
Il rosso fissò sorpreso il pacchetto, senza che gli venisse in mente qualcosa da dire.
Alzò lo sguardo verso Fubuki, che rispose con un espressione di assoluta innocenza, della serie nonringraziarmil’hofattocolcuore.
<< Dato che non penso che ci incontreremo domani, te lo do oggi. Quindi se vuoi lo puoi aprire anche subito >>
<< No, fa nulla. Non voglio rovinarmi la sorpresa >>. Sorrise dietro alla sciarpa. Qualcuno aveva pensato a lui. A lui. Poi gli venne in mente una cosa.
<< Fubuki, scusa… ma io non ho ancora preso nulla per te >>. Cercò di assumere l’espressione più dispiaciuta che si potesse permettere, ma non ce ne fu bisogno. Il grigio sorrise ugualmente, troppo buono per arrabbiarsi.
<< Non importa >> rispose, << l’importante è che stai bene >>.
Il ragazzo stava per replicare, che non si poteva certo dire che stesse bene, ma Fubuki fortunatamente lo interruppe: << Belli questi canti, vero? >>.
Rivolse lo sguardo al grosso albero di Natale, che, decorato da innumerevoli luminarie e palline colorate, torreggiava sulle persone che ancora cantavano.
Anche Hiroto ritornò a contemplare l’albero, con lo sguardo perso in quella luce indefinita. Sentì un soffio di vento freddo e chiuse istintivamente gli occhi. Per una frazione di secondo, solo una frazione di secondo. E non seppe precisamente cosa successe in quella frazione di secondo.
L’albino gli sfiorò le dita, gli prese la mano, per poi intrecciare le proprie dita con le sue. Non si rivolsero alcuno sguardo.
Non sapeva cosa stesse facendo, ma Fubuki era riuscito a farlo sentire così in un solo istante. Un istante troppo veloce anche solo per definire cosa stesse provando davvero, anche se nemmeno lui riusciva a capirlo. Sentiva le guancie diventare bollenti, una strana sensazione diffondersi nel petto. Non era ancora in grado di dare un nome a quella sensazione, quel calore avvolgente che, partendo da quel contatto, si espandeva in tutto il corpo.
Rispose incerto alla stretta, mentre si chiedeva cosa avrebbe dovuto fare a quel punto. Ma non ce ne fu alcun bisogno.
Fubuki lo attirò a sé, gli cinse la vita con un braccio, mettendolo in difficoltà. Ma non perché era lui, perfetto, tutto quello che una persona possa desiderare, ma era la stranezza della situazione.
Avrebbe dovuto davvero abbandonarsi al tocco di un altro ragazzo?
Sentiva il suo calore travolgerlo, offuscare ogni pensiero che gli stesse ingombrando la mente, imporsi prepotentemente su tutto il resto.
Avrebbe voluto andarsene, preferire che le persone lo guardassero come un ragazzo normale, ma nello stesso tempo non poteva, incapace di continuare a camminare. Perché se avesse fatto anche solo un passo, sarebbe caduto, da quelle gambe instabili che ora sentiva crollare.
Lui, con quel suo guscio freddo… che si era sempre riparato dalla vita dietro a uno scudo vuoto. Come aveva potuto quel ragazzo distruggerlo?
In realtà, aveva sempre saputo di essere fragile, troppo fragile, ed era per questo che faceva in modo che certi sentimenti non gli arrivassero. Ma in quel momento si sentiva impotente.
E i canti diventavano via via più animati, le voci più forti, le melodie sempre più avvolgenti.
Sentì un fiocco di neve sfiorarli una guancia, toccarla e sciogliersi. Aveva iniziato a nevicare, e presto quella neve avrebbe ricoperto tutto e tutti.
I due alzarono gli occhi al cielo. Avrebbe potuto dire qualsiasi cosa in quel momento, ma ne scelse solo una…
 

<< Buon Natale, Shirou… >>
 

*salta fuori da un buco temporale uscito dalla sua sveglia (?)*
Bene bene bene… *guarda sezione di IE*
Ciao a tutte :D
Vedo che sono cambiate un po’ di cose qui èwè… E, soprattutto, che ci sono un sacco di persone nuove :3
*Inizia a piangere spudoratamente*
Scusate ;~; … mi è mancato troppo scrivere qui Q~Q
E non mi ero resa conto di quanto mi mancasse prima di riprendere a scrivere ;A;
Quindi, cercate di capirmi, non scrivo da tanto e quindi questa one-shot fa abbastanza schifo =.=”
Ma spero di riprendere presto a scrivere :D

Altra cosa per cui scusarsi: non siamo più a Natale QAQ
Ma stranamente avevo ispirazione per gli alberi di Natale e quelle lucettine colorate e non ho resistito uwu
E poi Hiroto è un tantino troppo OOC =3=”, ma se non scrivevo così non ero contenta èwé
E ora me ne volo via a finire gli ultimi compiti ._____.”
 
Kiss <3,
Evilangel98
 
P.s. Spero di “re-inserirmi” bene :3
P.p.s. Se pensate che sia troppo fluffosa… stavo ascoltando a ripetizione “Touched” di BoA e “Star” di “Jay Park”. Viva il K-pop **
 

 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: evilangel