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Autore: Ellie_x3    07/01/2012    2 recensioni
Al di sopra di ogni amante disposto a pagare, al di sopra di ogni responsabilità, c'era il beato Elua.
Lui era la Possibilità e il suo precetto un modo per capire che, se desiderava amare, non c'era che da buttarsi. E l'aveva fatto.

Tre Flash-fictions Alcuin!centric sulla coppia Anafiel/Alcuin, più o meno sperimentali.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Loving Death


#1  Possibility



Alcuin si imbozzolò meglio nel lenzuolo. Sotto, la stoffa sfiorava la pelle nuda, bianca come carta ad eccezione dei piccoli segni dei morsi. Erano cerchi rossi appena visibili, o tanto grandi e viola da sembrare ematomi.
Ma erano suoi.
Per averli non era stato necessario un pagamento. Al contrario, rappresentavano una specie di ricompensa.
Si chiese cosa ne avrebbero detto i patroni, ma senza reale preoccupazione: non gli importava. Al di sopra di ogni amante disposto a pagare, al di sopra di ogni responsabilità, c'era il beato Elua.
Lui era la Possibilità e il suo precetto un modo per capire che, se desiderava amare, non c'era che da buttarsi.
E l'aveva fatto.

Sentiva ancora le mani di Delaunay su di sé. La sua bocca contro la propria. I respiri pesanti. I brividi di piacere.
Dentro di lui, custodiva il ricordo delle dita del suo signore che tracciavano i contorni della sua Marque ormai completa.
Non c'era centimetro di pelle che non fosse stato sfiorato e baciato. E, per quanto avesse cercato di ribaltare le posizioni, Alcuin aveva la sensazione di essere stato lui il centro del rapporto.
Non, come aveva sperato, un suo rendere omaggio a Delaunay; era lui quello verso cui era stata mostrata tutta la delicata attenzione che si ha verso un fiore raro o un gioiello prezioso.
La cosa lo rendeva felice, lo imbarazzava e lo affascinava.
Il solo pensiero lo fece avvampare.

Lo amava. Lo amava maledettamente.

Sbadigliò, si stiracchiò come un gatto e si prese ancora un istante per annegare nella dolce, pigra consapevolezza di essere felice.
E bastava ripeterselo per renderlo ancora più reale: lui, proprio lui – non Phèdre, non Melisande – e il suo Signore Anafiel Delaunay.
Nella stessa stanza. Nello stesso letto. Nello stesso abbraccio.
Alcuin sorrise. Lasciato a riposare nella stanza di Delaunay era completamente solo, ma ciò non gli impediva di sorridere come uno sciocco alla finestra aperta, ai raggi del sole, al cielo limpido di Città di Elua.
Era una giornata meravigliosa.

[330 parole]


# 2  Feeding Lies



“Alcuin?”
Si voltò. La voce di Phèdre era dura, e lei lo guardava con un sopracciglio inarcato e le mani sui fianchi.
Aveva un'aria così contrariata da risultare divertente.
“Sì?” domandò, soave.
Smettila di essere così compiaciuto!” lo rimbeccò la ragazza, agitando verso di lui un grosso libro dalla copertina consumata. Alcuin ricordava di averci dato una letta e di averlo trovato mortalmente noioso, nonché scritto in un pessimo skaldico. Non capiva come Phèdre potesse leggerlo. “Dovresti vederti: ciondoli in giro con quell'espressione gongolante...e canticchi! Che ti prende? Per Elua, se non hai niente da fare riporta questo a Delaunay.”
“Il libro?”
Phèdre sbuffò, spazientita. “E cos'altro, altrimenti?”, domandò.
Ancora un po' e avrebbe arruffato le penne, iniziando a rincorrerlo per picchiarlo con lo stesso libro che gli stava tendendo. Solo immaginando la scena, Alcuin scoppiò in una risatina.
“Perdonami, Phèdre.” le disse, in tono gentile. “So di non essere stato giusto nei tuoi confronti.”
Lei avvampò. “Non so di cosa tu stia parlando.”
A quelle parole, Alcuin esibì un mezzo sorriso: certamente la imbarazzava parlare di Delaunay, nonostante fosse stata proprio lei a spingerlo a farsi avanti.
Avrebbe dovuto essere completamente sincero, tuttavia manteneva segreti gli ultimi eventi.
Per un certo verso, si sarebbe sentito a disagio nel raccontarle tutto: non era certo di voler condividere quella sensazione di abbandono che aveva provato quando per la prima volta Delaunay aveva risposto al suo bacio. La dolcezza che gli aveva mostrato nel prenderlo tra le braccia, la sua affettuosa dedizione nello spogliarlo. Più che un resoconto su un rapporto sessuale, avrebbe finito per cantare esclusivamente le lodi del loro Signore.

Ma, allo stesso modo, non voleva farla soffrire, o sentire esclusa. Sapeva fin troppo bene i sentimenti che avrebbe scatenato: vivevano in lui ogni volta che la mano del loro Signore si tendeva ad accarezzare la testa corvina dell'anguisette.
“No. Hai ragione. Parlavo in generale.” replicò lui, con una scrollata di spalle. Quando le prese il libro dalle mani, la ragazza si allungò a sfiorargli i capelli.
Per un secondo, gli parve di scorgere una luce triste nei suoi occhi.
“Fila a riportare quel mattone.” brontolò, ma la sua voce suonò roca. Come se si sforzasse di non piangere. Ritirò la mano, piano. “Era illeggibile.”
Alcuin annuì.
“Te l'avevo detto.”

Eccolo: ciò che temeva si materializzava davanti ai suoi occhi – l'imbarazzo, la conversazione superficiale, la paura di dire troppo, i movimenti affettati.
Quel leggero senso di nausea sotto la sensazione di felicità.
Odiava avere segreti per Phèdre.

[342]



#3  You, and you alone



“Volevo chiedervi una cosa, mio signore.”
Anafiel Delaunay non alzò nemmeno gli occhi dal grosso volume che stava sfogliando. 
“Dimmi.” si limitò a dire, asciutto.
Era un tono completamente diverso da quello usato la notte precedente -più posato, più composto- e tuttavia Alcuin sentì che c'era dell'altro. La necessità di trattenersi, forse.
Sarebbe stato bellissimo scoprire che Anafiel aveva lo stesso bisogno di toccarlo, di abbracciarlo che sentiva lui.
Davvero.
Peccato che non avrebbe mai avuto il coraggio di chiederlo.
“Riguarda un voto.” bisbigliò, continuando a passeggiare per lo studio. Sfiorava il dorso dei libri e gli scaffali vuoti alla ricerca di qualcosa da fare.
“Di che genere?”
“Un voto ad Elua.” rispose lui, alzando lo sguardo. Incontrò gli occhi del suo signore, scuriti dalla paura e dalla curiosità. Aveva tutta l'aria di chi ha appena ricevuto un colpo allo stomaco.
Che tipo di voto?” ripeté Delaunay, brusco.
Alcuin gli restituì l'occhiata.
“Lo stesso che avete giurato voi al principe Rolande.” lo interruppe una mezza imprecazione, dopo la quale Anafiel si affrettò a guardare da un'altra parte – pareva così pallido e scosso che Alcuin si pentì per un istante di ciò che aveva detto. Ma era troppo importante, e le parole sembravano non volersi fermare. Proseguì: “Io sono legato a voi dal mio nome, che è anche il vostro. Ma non è abbastanza.”
“Non è affatto necessario.”
Ma lo era. Alcuin lo sentiva forte e chiaro, quel bisogno di sentirsi legato a Lui ancora più di quanto fosse già. Aveva giurato di stare sempre al suo fianco, di amarlo e di sacrificarsi per lui, ma era stato un voto silente.
In qualche modo, voleva cambiare le cose.


Lo è. E' un vecchio voto, lo so. Ma non importa: non lo faccio perché lo avete fatto voi. Lo faccio perché sento che devo. Se lo pronuncerò, voi mi ascolterete?”
Delaunay non rispose, ma quella muta accettazione bastava.
Doveva bastare.
“Giuro sullo stesso sangue del Beato Elua che amo voi, e solo voi. Per il sangue che il beato Elua ha versato, per quanto ci sarà concesso vivere, lego me stesso a voi. Solo a voi.”
Alcuin tacque. Aveva lo stomaco annodato e il cuore pareva volergli uscire dal petto, ma era soddisfatto.
Rimase stupito quando vide il suo Signore coprirsi la bocca con una mano, visibilmente confuso: aveva le sopracciglia aggrottate e lo sguardo rivolto altrove. Ogni suo respiro era pesante.
Lui lo aspettò, paziente, immobile dall'altra parte del tavolo.
Ma non ci fu risposta per il resto della giornata.

Molte ore dopo, Delaunay si chinò a baciarlo.
“Ho dei doveri verso Terre d'Ange. Sai che non posso giurare lo stesso.”
“...Mio signore?”
Fu la risposta di Rolande. Ed è anche la mia. Mi dispiace.

[509 parole]




--- Note ad minchiam

Request per il gruppo Fanfiction su Commissione

Personaggio: Alcuin
Pairing:
non è necessario, ma se lo inserite vorrei che fosse Alcuin/Anafiel (se parlate di qualche contratto, va comunque bene il "padrone" di turno)
Rating:
giallo/arancione/rosso
Tipologia
: dalle 1000 parole in su (volendo, anche raccolte di drabble - purché in totale si raggiungano almeno 1000 parole)
Genere:
introspettivo d'obbligo, altri eventuali a scelta
Avvertimenti
: vietato solo OOC,
(Mi sembrava giusto mettere la scaletta U_ù)

Ehm. Hi. *si nasconde perché sa di aver fatto un flop totale.*
Beh, è il mio primo tentativo in assoluto sul Dardo e la Rosa e non si può affatto dire che sia un capolavoro. Ehnnò.
O, almeno, non lo pare a me: anche se, giuro, ho fatto di peggio.
Di solito quando esordisco in un fandom non sono così tesa ma...oh, well, davvero, non so che dire se non che mi dispiace, dispiace, dispiace di aver stuprato il povero Alcuin in ogni suo possibile stato d'animo. Non pensavo che la sua introspezione fosse tanto difficile ò.ò Per non parlare della Timeline che è assurdamente scombussolata.
Ma almeno ho tentato ù_ù

Note all'ultima flash-fic (che ha sforato): A parte l'ovvio 'questi personaggi non mi appartengono' e tutto il solito trafiletto. Titolo, giuramento e conseguente risposta non sono miei, ma della somma Carey. Io mi sono solo limitata a spingere Alcuin a ficcare il naso dove non doveva xD

*fugge*


   
 
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