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Autore: Moira__03    08/01/2012    7 recensioni
Era stato fatale. Un colpo così improvviso e repentino che non riuscì nemmeno a vedere. Vegeta era stato colpito, ma non se ne accorse. Lo fece solo quando qualcosa cercava di tirarlo verso il basso, e qualcuno gli proferiva parole che avrebbero segnato la sua sconfitta.
Non doveva finire così. Lui non poteva.
Genere: Drammatico, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per la prima volta in vita sua era terrorizzato.
Il terrore, che per lunghi anni aveva caratterizzato ed evoluto la sua vita, ora si stavano schiantando contro di lui.
Non era ancora finita.
Era su quel ciglio troppo sottile che lo divideva dall’abisso della morte. E ne era consapevole.
Ma non sapeva perfettamente se ciò sarebbe potuto essere uno strumento a cui appigliarsi per buttare via il suo passato.
Dopotutto non sapeva cosa lo aspettasse.
Di sicuro avrebbe pagato.
Ed era terrorizzato.
 

“Le cose non vanno mai come credi.
Il tempo è ladro di cose mai dette e so che indietro mai più si ritorna.
Per questo viaggio ci vuole coraggio”

 
Sentì una flebile vocina soffiarle quelle parole.
Probabilmente era il suo orgoglio che cercava di rimproverarlo per la sua debolezza, o forse era la sua dignità. Non avrebbe mai immaginato invece che quel vociare che sentiva dentro di se non era altro che la sua coscienza. Non aveva mai minimamente pensato all’opzione di possederne una.
Anche gli assassini avevano questo diritto?
 
 

Without a soul my spirit sleeping somewhere cold
until you find it there and lead it back home

Wake me up inside.
I can’t wake up.
Save me.
Call my name and save me from the dark.
Wake me up
Bid my blood to run
Before I come undone
Save me
Save me from the nothing I’ve become

 
La sua infinita prepotenza ed egoismo, lo condussero persino a corrompere quella voce che insinuava dentro di lui. Cercò di appellarsi ad essa in tutti i suoi modi.
Non voleva morire.
Aveva paura.
Lui non poteva morire.
Non era ancora riuscito a tirar fuori il meglio di se, il meglio che agli occhi altrui si sarebbe materializzato in orrore puro. Possibile che non esisteva nessun mezzo per salvarlo da quell’incubo?
Piangeva.
E si immerse in quella speranza, lasciando che il destino vincesse quella lotta, che disperatamente cercava di intrattenere, contro la morte.
Ne uscì perdente.
Com’era possibile che lui, principe dei sayan, ora era costretto a guardare il suo avversario dal basso? E il peggio era che egli godeva nel vederlo soccombere. Non doveva essere lui ad essere in questa situazione.
E questo era uno schiaffo sanguinante al suo orgoglio.
Il suo animo gli accennava quelle crude parole che serbavano la realtà, ma l’unica figura concreta a cui potesse far riferimento e a cui potesse attribuire il peso e la nascita di quelle profezie era lui.
Il suo ultimo fratello.
Avrebbe fatto fuori quel tiranno per ottemperare ad una richiesta che pareva una supplica.
E questo non faceva altro che continuare a prendere a schiaffi violentemente il suo orgoglio.

 
Without a thought
Without a voice
 Without a soul
Don't let me die here
There must be something more
Bring me to life

 
 
Imprecava disperatamente e piangeva.
Ma riusciva già a scorgere le fiamme dell’inferno che lo attendevano.
Non poteva abbassare lo sguardo per guardare cosa lo stesse aspettando. Lui non doveva morire.
Doveva continuare a guardare quella salvezza incarnatasi nella figura di suo fratello. Atto che non lo caratterizzava, ma che ora si sentiva in dovere di fare, per alleviare parzialmente la sua agonia, per attutire il suo futuro tormento.
Tanto oramai non aveva più niente da perdere.
Nessuno lo avrebbe più trattato in quello stato pietoso e nessuna figura concreta avrebbe più inveito contro di lui e giudicato il suo fallimento.
Ora, poteva farlo solo la sua dignità.
Per la prima volta nella sua vita, pregò.
Pregò quella figura, così tanto distante da lui quanto familiare, e di esaudire il suo ultimo desiderio … affinchè potesse essere felice, li giù nell’inferno.
 

You're so consumed with how much you get
You waste your time with hate and regret
You're broken
When your heart's not open

 
Quella voce tagliente sembrava non volesse dargli tregua.
Non la sopportava.
Non la tollerava.
Perché era una scottante verità. Ma non c’era più niente da fare ormai.
Nessuno l’avrebbe salvato.
Così come lui non aveva mai avuto pietà delle sue vittime, così ora la sua anima non voleva saperne di tirarlo fuori da quel guaio.
Aveva la mano protesa verso l’alto e che cercava disperatamente qualcosa. Agli occhi esterni sembrava che stesse chiedendo pietà, vedendolo fremere e piangere in direzione del suo familiare; mentre lui, aveva alzato quella sua mano, ricoperta dal sangue delle sue vittime, perche stava cadendo da quel ciglio, e cercò disperatamente di aggrapparsi.
Ma non ce la fece.
Così, per la prima volta nella sua vita, si arrese e mentre sprofondava nell’oscurità illuminata lievemente dal fuoco, abbassò la mano.
Ormai non riusciva a trovare nessun altro appiglio in quel pozzo di terrore.
Poi cadde con un rombo al suolo.
Aveva chiuso gli occhi per sempre.




(Song-fic dedicata alla morte di Vegeta. Non trovando una canzone adatta all'evento, ho deciso di utilizzare più frasi prese da più canzoni. Queste sono: "Marzo" , "Bring me to life" , "Frozen")
   
 
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