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Autore: Mao chan    08/01/2012    4 recensioni
Non era inverno quando Uncas si era gettato su Magua ed era morto per salvare la donna che amava, né quando il vecchio Chingachgook era stato esaudito nella sua richiesta agli dei e aveva raggiunto il Consiglio nelle stelle, poco tempo dopo.
Eppure, era quando il verde delle foreste si colorava di bianco, gli animali cessavano i loro canti e il silenzio impregnava quelle terre che Uncas mancava davvero.
[Nathan/Cora ; Alice/Uncas] [per la Winter Challenge di visbs88, luogo: bosco innevato]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Loss [Inverni dell’entroterra]

 

A cosa stavi pensando?

A cosa pensavi mentre ti lasciavi cadere nel vuoto?

 

«Cora?»

La donna cammina lenta, affondando ogni passo deciso nella neve, che scricchiola sotto il suo peso.

I lunghi capelli scuri sciolti sulle spalle, il vento la tocca ma non la colpisce.

Sente il freddo, ma non ne soffre.

Prende una boccata di quell’aria gelida, la sente nella bocca scendere giù, lungo la trachea, e infine riempirle i polmoni, una nube fredda all’altezza del petto che va ad aggiungersi a tutto il gelo che sente dentro…

«Cora, amore mio, torniamo a casa.»

Nathan le è subito accanto, e vorrebbe stringerla, vorrebbe farlo.

Ma non la tocca.

Lei alza gli occhi sul cielo chiaro.

 

Sono bianchi i boschi dell’entroterra americano, d’inverno.

L’aria è così fredda e impalpabile che solo un fantasma potrebbe camminarci dentro senza fare rumore.

E non ce n’è uno, di rumore, nelle foreste.

Cora trattiene il respiro, e Nathan non osa interrompere il suo sguardo, ovunque sia diretto.

Ci sono cose, riflesse in quegli occhi scuri, che lo tormentano ogni volta che arriva l’inverno e i primi freddi fanno fuggire le prede a Sud, dove lui non può seguirle.

Non più.

«Non da solo.» sussurra a se stesso, ed ecco che il vento gli toglie le parole dalle labbra, portandole lontano, oltre la vallata, e Nathan le segue con lo sguardo, come sbuffi di neve, ripercorrendo esattamente le stesse rocce che ha calpestato suo fratello per l’ultima volta.

 

Non era inverno quando Uncas si era gettato su Magua ed era morto per salvare la donna che amava, né quando il vecchio Chingachgook era stato esaudito nella sua richiesta agli dei e aveva raggiunto il Consiglio nelle stelle, poco tempo dopo.

Eppure, era quando il verde delle foreste si colorava di bianco, gli animali cessavano i loro canti e il silenzio impregnava quelle terre che Uncas mancava davvero.

 Guardò Cora.

Ad ogni freddo, in un giorno qualunque, usciva dalla loro capanna coloniale e ripercorreva le stesse strade, per due notti, senza fermarsi a mangiare o riposare.

E Nathan usciva insieme a lei, la seguiva, ma non la fermava mai.

Almeno finché il bosco bianco e silenzioso non cominciava a fargli paura, e il terrore che Cora compisse quel passo in più

[ quello stesso passo di Alice ]

gli invadeva i polmoni con l’aria gelida.

Allora la chiamava, poi l’afferrava e la stringeva.

Ma non la guardava mai negli occhi.

Perché vi avrebbe visto suo fratello cadere, e Alice seguirlo.

 

«A cosa pensavi mentre ti lasciavi cadere nel vuoto?» bisbiglia Cora, il viso affondato nella spalla di Nathan.

E sa benissimo qual è la risposta.

Se la ripete ogni volta che lui le sorride, e la vede, vede Alice

[ e sorride anche lei, ed è in piedi sul ciglio del dirupo ]

 

«Lo hai visto quell’uomo, sorella mia? Quando avvertivo i suoi occhi su di me, quando ero terrorizzata e mi ha stretta a lui, quando stavo per andare incontro ad un destino forse peggiore della morte e lui è morto per me. L’ho saputo da subito, da quando ci hanno salvate sulla strada per il forte, che l’avrei seguito, qualunque fosse stata la strada. Quando Magua gli ha tagliato la gola, e mentre cadeva, vedevo la mia vita, la nostra vita, cadere con lui. Mi ha guardata, un attimo prima, e io l’ho guardato e gli ho detto “Vai. Non preoccuparti. Io ti raggiungerò”. E, sai, penso mi abbia sorriso.»

 

Cora urla ogni volta, non vuole ascoltare, vuole solo afferrarle le mani e tirarla a sé, lontano dalle cascate, al sicuro tra le sue braccia che così tante volte l’hanno stretta.

 

«Lo so che capisci, sorella mia. Lo vedo ogni volta che Nathan ti sfiora. Non temere per me, Cora. Ti amo e ti ringrazio per tutte le volte che mi hai consolata e cullata sul tuo petto, ma non c’è più nessun pericolo ormai. Uncas mi terrà la mano, e io non avrò più nessuna paura.»

 

Si getta.

Sotto gli occhi di Cora.

Non l’ha avuta, quella paura che l’attanagliava ad ogni colpo di fucile.

Nemmeno per un attimo i suoi occhi hanno esitato, neanche quando Magua le tese la mano.

“Guarda. Muoio.” sembrò dirgli.

 

«Cora, amore mio, torniamo a casa.» le ripete, a pochi centimetri dal suo orecchio.

Finalmente lei annuisce, stringe le pelli pesanti che ricoprono il corpo di lui e si alza in piedi.

«Sì, torniamo a casa.»

Gli prende la mano, sotto il cielo trasparente dell’inverno del Nuovo Mondo, e riprende il cammino nel bosco bianco.

Nathan lascia un ultimo sguardo dietro di sé.

Il vento soffia di nuovo, e gli riporta gli echi delle sue stesse parole.

 

“Non da solo”

 

 

 

 

 

 

Winter Challenge

Luogo: bosco innevato

 

  
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