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Autore: ikuccia    10/01/2012    1 recensioni
Era bastato uno stupido commento ad una delle tante foto con cui Jared affolla Twitter per iniziare un gioco di intirghi e mistero per le strade di Parigi...ma era reale o era tutto un sogno??
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ci potevo credere!!! Sullo schermo del mio blackberry si illuminava l’icona di twitter: qualcuno mi aveva menzionata sul social network, ma chi poteva essere stato? Era notte fonda e lo schermo del mio cellulare era riuscito, con la sua fievole luce, ad illuminare la mia camera da letto ed attirare la mia attenzione. ‘Maledetto sonno leggero ‘ pensai … Ma perché mi ostino a dormire con il cellulare acceso? Odiavo quella mia maledetta fissazione per quell’oggettino malefico, ma proprio non riuscivo a spegnerlo. A dire il vero una volta c’ero riuscita.: era una sera d’inverno, proprio come questa, e guardando la Torre Eiffel che svettava sulla città, avevo deciso di spegnere quel dannato cellulare. Rientrai dal mio balconcino sospeso sulle vie di Parigi e feci pressione sul tastino rosso vedendo quello schermo morire… Inutile dire che il coma di quello strumento malefico durò meno di 5 minuti… Era una malattia la mia! Non potevo allontanarmi da quel maledetto cosetto nero che ora stringevo tra le mie mani. Aprì la notifica e fissai quello schermo con gli occhi sbarrati… Non ci potevo credere!!! Sfidai l’aria gelida della mia camera da letto ed abbandonai il mio pesante piumone per piombarmi al pc. Forse avevo visto male, forse il mio cellulare mi aveva mandato una notifica inesistente… In fin dei conti io mancavo da Twitter da un paio di giorni, avevo fatto una puntatina solo il pomeriggio, nella mia pausa caffè sul lavoro, e avevo commentato solo un messaggio… Jared Leto aveva pubblicato una delle sue foto assurde. Quando l’aprì mi venne da sorridere e dissi ad alta voce, nel mio italiano che in quella città nessuno comprendeva, “ WOW, Jared, sei passato dai tombini al tuo grande amore: le porte”. Jared aveva postato una foto di una porta bianca con su disegnato un cuore e la didascalia era al quanto banale: “ la porta del mio cuore”. Era troppo golosa quell’occasione per burlarlo e mi ero ritrovata a rispondere a quella stupida immagine; avevo aggiunto anche la mia risposta ai tanti messaggi che Jared non avrebbe mai letto… “le chiavi ce le ho io :P “. Lo schermo del mio pc stava dando ragione al mio cellulare: Jared Leto aveva risposto a quel mio messaggio e lo aveva confuso con una provocazione. “visto che hai le chiavi del mio cuore e ti trovi nella città dell’amore, rivendico la loro restituzione”. Ma che messaggio è? “La città dell’amore”, ma che ne sa che scrivo da Parigi? Subito il mio cervello incominciò a colmarsi di domande ed ipotetiche risposte… Decisamente il mio sonno era andato e la mia sanità mentale anche… Ok, tra la bio avevo scritto che ero a Parigi, ma perché rispondere a me??? Non riusi controllare la mia curiosità, che le mie mani avevano già inviato una nuova risposta: “Si, sono a Parigi, ma non so se voglio restituirtele, e pure se volessi non potrei”. Non tardò la sua controbattuta… Questo gioco si stava facendo interessante e, sapendomi nascosta dietro uno schermo, iniziai a sfidare la pazienza della divah. “ Vedo la tua stessa grande torre… potremmo sfidare la notte e mi potrai rendere quanto mi è dovuto”. Ok, Jared Leto era online, ed era a Parigi…e forse era anche molto stupido visto che stava confermando la sua posizione e ben presto i miei amati echelon ci avrebbero raggiunto…forse x uccidermi??? Oddio,Jared mi aveva risposto e ce ne erano di fanatiche ultimamente… Ma quel gioco era troppo irresistibile e la voglia di fargli scontare tutti i “soon” e “very soon” pronunciati in questi anni era troppa. “Scoperta, lo ammetto, ma come posso renderti qualcosa se non so dove e quando…e poi ti stai rendendo vulnerabile”. Subito mi arrivò un messaggio privato; Jared aveva deciso di sottrarre quello scambio di battute, quel gioco di cose mezze dette, agli occhi indiscreti della comunità di Twitter. “Dammi la tua mail privata, o dimmi se vuoi essere contattata qui…vedo che ti piace giocare, e questo gioco mi diverte, ma le regole le voglio dettare io.” Riuscivo quasi ad immaginarlo: accoccolato sul suo letto enorme e confortevole, mentre premeva convulsamente le sue mani sul suo cellulare. Vedevo i suoi occhi azzurri e glaciali fissare lo schermo ed un sorriso sgembo disegnarsi sul suo viso… Era un sorriso di sfida o il sorriso di un nottambulo che aveva trovato compagnia con cui condividere quella sua assenza di sonno? Gli dissi che era un gioco e la mia email era troppo personale, quindi preferivo il terreno libero di quel sito… La sua risposta tardò. Forse doveva essersi addormentato, oppure conoscendolo, più che per il racconto di cronisti del gossip che per esperienza personale,si era annoiato e aveva lasciato perdere il tutto. Quando ero intenzionata a ritornare al caldo del mio letto un suono di notifica attirò la mia attenzione… Sia sul mio cellulare che sul mio pc comparve un nuovo messaggio: “dimmi dove posso recapitarti le istruzioni, manderò qualcuno domattina per le 11…tranquilla, cancellerò questo dato, rispetto la tua privacy”. Iniziai a mordermi il labbro, corrosa dalla curiosità di quel gioco. Le mie dita ballavano veloci su quella tastiera scura del mio piccolo portatile pronte ad istruire il mio rivale. “ Manda alla Boutique Blur che si trova in centro. Chiedi di Diana”. Quel gioco si fermò dopo la mia risposta e io tornai al caldo del mio piumone cercando di non pensare a quel che era appena successo. Perché fissarsi su una cosa senza senso? Perché credere a quelle parole? Era Jared Leto e ,a messo che fosse stato veramente lui a rispondermi, sarà stato il diletto di una sera noiosa che voleva condividere con qualcuno. **************** Era ormai mattina inoltrata ed ero al negozio indaffarata a servire una ragazza snob accompagnata da una donna coperta da una costosissima pelliccia… Prendevo vestiti ed accessori che quella ragazza dai capelli neri e la puzza sotto il naso accostava in modo indecente. ‘Il cliente ha sempre ragione’… la mia testa mi implorava di mantenere la calma davanti a quegli accostamenti orridi ma il mio essere italiana, il famoso made in italy che mi scorreva nelle vene, avrebbe voluto picchiarla per quello che si stava buttando addosso ed in un modo cosi sgraziato. All’improvviso mi sentì chiamare dalla titolare del negozio che venne a sostituirmi riferendomi che un fattorino mi aspettava, concedendomi cosi una piccola pausa di 10 minuti. La gentilezza di quella donna mi colpiva ogni volta e da subito non compresi quello che mi aspettava alla porta di cristallo di quel grazioso negozio, ma quando vidi un fattorino con un completo scuro ed un pacco lungo e stretto in mano fui attraversata da un brivido lungo la schiena e la mia memoria volò ai messaggi di quella notte. ‘ non può essere, ieri era solo un gioco ’ pensavo mentre mi avvicinavo a quell’uomo. “Lei è Miss Diana?questo è un pacco per lei e dovrebbe già sapere il mittente” mi disse mentre mi allungava quel involucro che afferrai scuotendo la testa in segno di risposta positiva alla sua domanda. L’uomo si congedò ed io mi avviai velocemente nel magazzino per poter aprire quello strano pacco. Avrei potuto aprirlo anche all’ingresso ma avevo paura che potesse essere uno scherzo di pessimo gusto. “dopo Hurricane ti puoi aspettare di tutto” dissi con un sorrisetto rassegnato sulle labbra. Aprì lentamente quella scatola candida sigillata da un fiocco rosso e, nel rimuovere delicatamente il coperchio, rimasi come sconvolta dalla bellezza del suo contenuto: vi erano 15 rose rosse che facevano da letto ad una maschera, simile a quella del video di From Yesterday, ed un biglietto piegato sul quale c’era scritto di pungo: “Tu hai qualcosa di mio, e ora lo voglio… hai iniziato questo gioco e ora lo finirai… Questa notte, alla mezzanotte ti troverai ai giardinetti sotto la Torre Eiffel, indosserai questa maschera e porterai con te una di queste rose. Sarò io a venirmi a prendere quello che è mio di diritto. JL” Non potevo crederci. Sfioravo con i polpastrelli la delicatezza di quelle rose mentre rileggevo quel messaggio… Ma in che casino mi ero ficcata? Bè non potevo mica tirarmi indietro, la lettera era chiara: “hai iniziato questo gioco e ora lo finirai”. ************** Era mezzanotte meno dieci e il taxi si fermò nel luogo prestabilito. Non mi aspettavo nulla, anzi ero convinta che non si sarebbe presentato nessuno e il mio abbigliamento manifestava questa mia convinzione: avevo un jeans blu scuro tutto strappato, un paio di converse grigie in abbinamento con il maglioncino che portavo e mi stringevo nel mio cappottino rosso lungo fino a metà gamba. Avevo la rosa e la maschera, come mi era stato ordinato nella lettera, chiuse in borsa. Mezzanotte precisa… Intorno a me non c’era nessuno e mi sentivo tanto una stupida a stare a prendermi quel dannato freddo per uno stupido gioco. Estrassi gli oggetti dalla borsa; tirai indietro i mio ciuffo biondo che mi cadeva sugli occhi ed indossai quella stupidissima maschera…L’avevo amata nel video di from Yesterday, ma ero certa che indossata da me perdeva tutto il suo fascino… Avevo aspettato qualche minuto ma poi, un po’ imbarazzata, un po’ invasa da un immane senso di stupidità, gettai a terra la rosa e stavo per filare la maschera quando una persona , dietro le mie spalle, mi disse di non farlo. Rimasi pietrificata, lasciando la mia mano sul mento di quell’oggetto adagiato sul mio volto. Sentì quella presenza muoversi dietro di me, poi si fermò davanti ai miei occhi. Non potevo crederci, non poteva essere vero; stavo sognando eppure quel freddo mi schiaffeggiava violentemente e mi imponeva di credere a quello che stavo vedendo. Davanti alla mia persona c’era Jared Leto, stretto in un cappottone grigio legato in vita : i suoi capelli castani venivano spettinati dal quel vento invernale; c’era una leggera barba su quel volto; i suoi occhi erano chiarissimi e la sua pelle sfidava il pallore della luna piena parigina… Non era un sogno, lui c’era veramente, era lì con me. “ sei tu la custode delle chiavi del mio cuore?” mi disse lentamente, avvicinandosi al mio orecchi per sussurrarmi quella domanda. Non riuscivo a muovermi e a parlare… forse non stavo neanche più respirando… All’improvviso sentì il freddo colpirmi in pieno viso. Jared mi aveva portato via la maschera e sorrideva mentre cercava di penetrare il mio sguardo con quelle due biglie color ghiaccio. Io ero lì, ma era come se non ci fossi… Avevo creduto che era solo un gioco, avevo creduto di essere sola ed invece lui era lì con me. In quel momento maledissi quella stupida risposta, quella stupida voglia di scrivere cavolate in risposta alle foto banali che quell’uomo pubblicava. Quella tortura di pensieri si arrestò quando sentì una soffice pressione sulle mie labbra che mi riportò alla realtà: Jared mi stava regalando un casto bacio. Dolcemente si allontanò dal mio volto e mi sorrise… Lo guardavo sorridendo divertita… Quel gioco era reale e lui stava rivendicando le sue chiavi, le chiavi di quel cuore disegnato su una porta bianca. Si allontanò di qualche passo e mi tese la mano. “ allora chiave, vieni ad aprirmi” pronunciò con la sua voce soave e seria, mente sul suo volto si disegnava un dolce sorriso che gli faceva brillare gli occhi. Afferrai quella sua mano morbida e delicata e mi lasciai trascinare nel suo gioco… *************** Il mattino dopo mi svegliai nel mio letto caldo. Era stato solo un sogno mi ripetevo ancora, mentre mi sfioravo le labbra per trovare un segno di quel bacio. All’improvviso il mio blackberry si illuminò… un nuovo messaggio privato da Twitter: “questa notte verrò a trovarti e ancora guarderemo la luna dal tuo letto. JL” Allora non era stato un sogno: quel profumo di buono che avevo sulla mia pelle era il suo e le mie labbra avevano il ancora suo sapore. Mi girai verso la scrivania e trovai quelle 15 bellissime rose rosse e quella maschera. Io avevo la sua chiave e lui non mi avrebbe lasciato in pace finché non glie l’avrei resa…
  
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