Anime & Manga > Rocky Joe
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Autore: telesette    11/01/2012    1 recensioni
Ma che bella storiella!
Certo Joe poteva anche credere a quelle parole, all'affetto sincero e disinteressato delle persone come lui, ma quello che non poteva assolutamente tollerare era che qualcuno intendesse rimproverargli qualcosa. Nessuno dei presenti in quella stanza, a parte lui, sapeva cosa significasse nascere e vivere ai margini della società; la gente si affanna e lotta continuamente con coraggio e umiltà, senza chiedere niente a nessuno; eppure qualche ricco smorfioso si sente sempre in diritto di umiliare e calpestare la dignità altrui... No, quel dolce sarà anche stato un dono dei suoi amici, ma proveniva dalle mani viscide e disgustose di quelle carogne che Joe detestava con tutto sé stesso.
Piuttosto che vomitare al pensiero, preferiva disfarsene subito...
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nel momento in cui Joe sentì il rumore della cella che veniva aperta, si domandò che altro volessero quelle carogne dei secondini. Visto che non aveva altra scelta, se non quella di starsene rinchiuso come un animale, perlomeno voleva starsene tranquillo e pensare agli affari propri in santa pace...

- Dai, balordo, sbrigati - borbottò il secondino, girando la chiave con evidente fastidio. - A quanto pare, c'è una visita per te!

Rocky si alzò in piedi senza fiatare e, uscendo lentamente, si grattò la testa con indifferenza.

- Ah sì, davvero - esclamò il giovane con un sorriso beffardo. - Chissà chi è che viene a scocciare l'anima adesso... E dove mi porti di bello?
- Avanti - tagliò corto l'altro bruscamente. - Seguimi nell'ufficio del direttore!

"Addirittura il direttore? Accidenti, che onore", pensò subito Joe.

Ogni volta che il ragazzo aveva sbraitato contro le guardie, affinché lo facessero uscire o per parlare direttamente con il responsabile di quella specie di inferno con le sbarre, l'unica cosa che aveva ottenuto era di farsi mettere sotto da tre o quattro secondini, per giunta armati di manganello... Ora invece era proprio quel vecchio bastardo con la cravatta a volerlo vedere di persona nel suo ufficio. Povero illuso! Forse sperava di mettergli paura con qualche ramanzina, circa il suo comportamento ribelle e l'azzuffarsi con le guardie, ma ovviamente sprecava solo il suo tempo. Joe Yabuki non era tipo da piegarsi facilmente, davanti ad alcuna regola o imposizione: quel ragazzo aveva sfidato e affrontato la vita fin da quando era bambino, combattendo contro tutto e tutti; non si era mai abbassato a chinare la testa davanti a nessuno, si sarebbe fatto ammazzare piuttosto; chiunque cercasse di imporgli qualcosa contro la sua volontà, presto si accorgeva che non era così semplice... Joe era una forza della natura! Non si può rinchiudere la piena di un fiume o l'onda del mare in tempesta, figuriamoci poi riuscire a contenere un tipetto come lui in una prigione con solide sbarre.
Ad ogni modo, visto che la società aveva deciso di fargli pagare lo scotto della sua "truffa" ( ovvero per aver messo su una lacrimevole storiella, commuovendo i giornalisti e spillàndo impunemente denaro alle famiglie più facoltose e importanti della città! ), il ragazzo era dannatamente curioso di sapere quali altre punizioni avrebbe dovuto aspettarsi ancora da quell'ambiente. Giunti dinanzi all'ufficio del direttore, il secondino bussò alla porta.

- Avanti - rispose la voce dall'interno.
- Ho portato Rocky Joe - rispose l'agente, aprendo la porta e spostandosi di lato per far passare il giovane alle sue spalle.

Come il ragazzo entrò nella stanza, si stupì enormemente nel trovarsi davanti proprio la donna che era stata causa di tutti i suoi problemi: Yoko Shiraki, la figlia del più importante magnate della città, era proprio lei; l'Angelo dei Bassifondi, come erano soliti chiamarla in città, per la sua abitudine di prestare aiuto e sostentamento alle famiglie disadattate; ma per Joe, abituato ad essere diffidente con tutti, costei non era altro che un'ipocrita... Che cosa voleva ancora da lui ? Non le bastava saperlo dietro le sbarre, per averla presa in giro ed essersi burlato dei suoi nobili intenti ? O forse intendeva mostrarsi solidàle con un povero carcerato come lui, in modo da guadagnarsi altra pubblicità coi giornali e con l'opinione pubblica? La sola vista di quella ragazza, così bella ed elegante nei quattrini del suo ricco padre, gli faceva venire il voltastomaco... Nessuno poteva immaginare neanche lontanamente quanto Joe odiasse quel genere di persone, capaci di crogiolarsi nel lusso e nell'auto-compiacimento, mentre i meno fortunati facevano la vita dei pezzenti implorando per avere le loro briciole. Era una cosa disgustosa, disgustosa e nauseante, solo la vista di quella ragazza gli ripugnava profondamente. Entrambi si guardarono negli occhi per qualche istante e, pensando a quant'era buffo che una così virtuosa signorina di buona famiglia fosse venuta a trovarlo, Joe non poté fare a meno di concedersi una risatina divertita.

- Joe, non capisco perché stai sorridendo - osservò il direttore severo.
- Non posso fare a meno di ridere, non vede? - rispose il ragazzo con strafottenza. - Alla fine l'Angelo dei Bassifondi mi regala una visita!
- Rocky Joe, la signorina Shiraki è qui per farti uscire - spiegò il direttore, sperando di convincerlo a cambiare atteggiamento.

Proprio come pensava. Nient'altro che l'ennesimo tentativo di una ragazzina viziata di apparire buona e disinteressata col prossimo... Davvero molto commovente, peccato che Joe non fosse tipo da sentirsi in debito con coloro che odiava profondamente.

- Se ci riuscirà, i giornali scriveranno: "la bella e ricca signorina prende a cuore un carcerato"...

Che insolenza! Perfino il direttore non riusciva a concepire per quale motivo una persona rispettabile come la signorina Shiraki avesse tanto a cuore la sorte di un simile mascalzoncello di periferia. Joe Yabuki era un vagabondo maleducato e arrogante, il classico tipo di delinquentello comune, un elemento irrecuperabile... Agli occhi dell'anziano uomo dai capelli bianchi, non valeva la pena di perdere tempo con uno come lui.

- Ora ha capito chi è, signorina? - sottolineò il direttore.

Yoko Shiraki aveva inteso perfettamente l'atteggiamento provocatorio del giovane ma, se adesso si trovava lì ad intercedere per lui, non era certo perché gli avesse perdonato qualcosa. In realtà erano state le suppliche accorate dei bambini del quartiere dei bassifondi ( gli unici veri amici di Joe ) a commuoverla e convincerla a fare tutto ciò che era in suo potere per accontentarli. Quei piccoli vedevano nel giovane Yabuki una sorta di fratello maggiore, un compagno su cui contare, e non riuscivano ad accettare l'idea che stesse rinchiuso in galera... Joe non era un criminale! Era un ragazzo buono e sensibile, che non esitava a schierarsi dalla parte dei più deboli, ed era un esempio di forza d'animo e volontà che essi ammiravano incondizionatamente.
Per quanto la stessa signorina Shiraki fosse prevenuta nei confronti di Joe, non poteva certo ignorare le parole di quei bambini innocenti.

- Rocky Joe - esclamò. - Per favore, non fraintendermi, non sono venuta qui per un sentimento di solidarietà umana...
- No, eh? - rintuzzò l'altro.
- L'ho fatto per Danpei Tange - proseguì lei, incurante del suo sarcasmo. - Quei bambini me l'hanno chiesto!
- Quel Danpei - fece Joe, quasi divertito. - Strano, lui sa che è solo per colpa sua che mi trovo qui, avrebbe potuto pensarci prima...

Joe sbatté una manata così violenta, su uno dei mobili dell'ufficio, che perfino il direttore trasalì impressionato. Ovviamente si ricordava benissimo, di quel vecchio strambo e delle sue dannate farneticazioni. Da che lo aveva incontrato, il vecchio Danpei s'era messo in testa di farne un pugile professionista; di insegnargli a combattere, e tutto quanto il resto; poi invece, per colpa di quella faccenda con la polizia, lo stesso Danpei era corso a stanare Joe dal suo nascondiglio... e, nonostante l'età e l'occhio mancante, era riuscito a consegnarlo nelle mani degli sbirri a forza di cazzotti. Ovviamente Danpei sapeva che, se Joe avesse seguitato ad opporre resistenza alle forze dell'ordine, per lui sarebbe andata a finire anche peggio. Tuttavia Joe non aveva assolutamente intenzione di perdonargliela, per averlo fatto rinchiudere in gabbia come un animale. Joe era uno spirito libero: per lui stare dentro le mura di un carcere era peggio che morire, dunque quel vecchio maledetto poteva anche risparmiarsi adesso i suoi inutili piagnistei.

- Adesso non so che farmene del suo interessamento - esclamò il ragazzo con fare minaccioso. - E tantomeno del vostro, mi sono spiegato?
- Fin troppo chiaramente - sospirò Yoko rassegnata, aprendo però la borsa per estrarne un involucro di stoffa dall'aspetto invitante. - Questo è per te, spero che almeno questo lo gradirai...
- Mi faccia vedere - fece Joe incuriosito.

Dentro il pacchetto, altro non c'erano che delle appetitose fette di torta ricoperte con panna.

- Da parte dei tuoi piccoli ammiratori - spiegò dunque Yoko, quasi commossa al pensiero della tenerezza e sensibilità di quei bambini.
- Già, ma i miei amici non ne vedono mai di leccornie simili - fece notare Joe, avvertendo una sorta di presa in giro nelle parole dell'altra.

Vista la sua ottusità e testardaggine, Yoko pensò dunque di raccontargli cos'era successo il giorno precedente, quando la piccola Saki e gli altri ragazzini del quartiere erano andati a trovarla nella sua villa...

***

Accettando con gratitudine l'ospitalità della signorina Shiraki, gli affamati ragazzini si buttarono con entusiasmo a divorare le leccornie e le prelibatezze che costei aveva offerto loro... Tuttavia Saki non aveva ancora dato un solo morso alla sua fetta di torta. Gli amici la guardarono stupefatti, senza capire assolutamente per quale motivo stesse guardando quel pezzo di dolce con tanta tristezza e malinconìa.

- Saki ma... Ma non ti piace?
- Vuoi che lo mangi io?
- NO - ribatté energica la bambina.
- Beh, io credevo... Scusa!

Improvvisamente Saki sollevò il piattino col dolce e si avvicinò sorridendo alla signorina Shiraki.

- Signorina - esclamò. - Quando vedrà Joe, glielo può dare da parte mia?

Tutti gli altri smisero immediatamente di mangiare ( alcuni addirittura col pezzo di dolce fermo davanti alla bocca ). Il pensiero del loro amico Joe, che non poteva certo assaggiare tutte quelle buone cose, gli fece passare completamente l'appetito. Di comune accordo, decisero dunque di rinunciare a ciò che restava della loro parte per imitare il gesto altruista di Saki.

- A... anche questo!
- E anche quello che è restato di questo...

***

Joe non disse nulla, semplicemente si limitò ad osservare quei pezzi di torta che aveva tra le mani.

- Tutti, chi più chi meno, hanno rinunciato a una parte del dolce per te - concluse Yoko, convinta che ciò sarebbe servito quantomento a farlo riflettere.

Anche il direttore, per quanto duro e prevenuto di carattere, non poté fare a meno di commuoversi al pensiero di quella chiara dimostrazione di affetto.

- Joe - disse. - Se io avessi degli amici come quei bambini, credimi, mi sforzerei di rigare dritto per poterli riabbracciare al più presto... Pensa a loro, ragazzo mio!

Ma che bella storiella!
Certo Joe poteva anche credere a quelle parole, all'affetto sincero e disinteressato delle persone come lui, ma quello che non poteva assolutamente tollerare era che qualcuno intendesse rimproverargli qualcosa. Nessuno dei presenti in quella stanza, a parte lui, sapeva cosa significasse nascere e vivere ai margini della società; la gente si affanna e lotta continuamente con coraggio e umiltà, senza chiedere niente a nessuno; eppure qualche ricco smorfioso si sente sempre in diritto di umiliare e calpestare la dignità altrui... No, quel dolce sarà anche stato un dono dei suoi amici, ma proveniva dalle mani viscide e disgustose di quelle carogne che Joe detestava con tutto sé stesso.
Piuttosto che vomitare al pensiero, preferiva disfarsene subito...

- Questo dolce è andato a male, dopo che lo ha toccato con le sue mani, signorina - esclamò Joe, lasciando cadere la torta sul pavimento e spiaccicandola sotto i piedi. - E' avvelenato!
- Rocky Joe !!!

Il direttore non riusciva a credere ai suoi occhi, era semplicemente allibito di un simile atteggiamento, d'altro canto Joe si sfregò le mani con noncuranza. Non era certo con una torta che quegli sporchi commedianti potevano sperare di convincerlo a cambiare opinione su di loro.

FINE

   
 
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