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Autore: Valeriaep    12/01/2012    3 recensioni
Possono passare anni, possono cambiare le persone, ma certe cose, non cambieranno mai.
(Huddy)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Greg House, Lisa Cuddy | Coppie: Greg House/Lisa Cuddy
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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..Eppure, in cuor suo, sperava che lei in qualche modo, lo stesse ancora aspettando. Sperava, che non l’avesse dimenticato, che provasse qualcosa per lui, che quella telefonata, per  risolvere un caso nel suo nuovo ospedale, celasse qualcosa dietro. In realtà,  aveva solo viaggiato troppo con la fantasia. Cuddy, è sempre stata una donna forte, doveva immaginarsi, che, andando via da lui, avrebbe ricominciato una nuova storia, una nuova vita. E che lui, in quella vita, sarebbe stato solo un gelido nome.
-Dovevi stare qui, tre ore fa- gli disse Foreman, appena lo vide rientrare nell’ospedale.
-E, tu dovresti conoscere le mie abitudini ormai. Ho capito che vuoi dimostrare al tuo vecchio boss, che sei un bravo boss..-
-Ha avuto un arresto cardiaco-
-Chi?-
-Superman, House.-
-Oh mio dioo, adesso il mondo andrà a rotoli, la gente impazzirà..
-House!-
Il tono di Foreman, divenne serio.
-Ok, vado a fare colazione, e prometto che, tra una ciambella e una tazza di caffè, ci ragiono.-
-Hai dieci minuti di tempo-

Sorrise.
Ancora quel profumo, ad inebriargli i sensi. Si voltò di scatto, fu come una visione. Era lì, che cercava di far mangiare sua figlia. Rachel, era cresciuta, certo, due anni più grande, di come la ricordaba, sempre con quello sguardo vispo, bella, come sua madre. Cercò di non farsi notare. Ma come si fa a non notare House?
-Mi scusi?-
House si voltò lateralmente, -mi dispiace, ma lei qui non può stare- Ancora quell’uomo, quello della sicurezza, che la sera prima provava a non farlo avvicinare a Cuddy.
House sorrise –Vorrei solo una ciambella- Provò a dire con tono da bambino impaurito
-mi dispiace, non mi costringa a chiamare i rinforzi.-
Era irritato, lo aveva chiamato, ma non poteva avvicinarsi a lei, non poteva passarle accanto,  non poteva guardarla da lontano, perché lei non glielo permetteva. Si avvicinò a quell’uomo così grosso, quasi con fare minaccioso. Avrebbe voluto spaccargli la faccia. In realtà era solo arrabbiato con se stesso. Poi si girò verso Cuddy, che lo fissava. –Bene.- fu l’unica cosa che riuscì a dire.
Fu un secondo, lui stava per avvicinarsi all’uscita, che una piccola mano gli afferrò il bastone. Si voltò arrabbiato, ma fu tutto così veloce.
Rachel era sgattaiolata via, senza farsene accorgere e abbracciava la sua gamba, quella che gli procurava tutto quel dolore.
-House, sei tornato?!- Esclamò sorridente.
Era paralizzato. Come potesse ricordarsi di lui. Impossibile
-Rachel, quante volte ti ho detto che non devi importunare degli estranei.-
Una voce machile, afferrò la piccola, tirandola a se.
Un uomo, sulla Cinquantina, con i capelli leggermente brizzolati, così simile a lui, esteticamente, solo che non era zoppo.
-Ma lui è House, l’amico di mamma.-
Quel nome, rimbombò in quella sala, rimbombò nelle orecchie di quell’ uomo, che istintivamente portò indietro la piccola, guardò, Lisa, e in poco tempo, diede un pugno ad House.
Sentiva delle voci, sentiva quel profumo, aveva il labbro superiore che bruciava da morire, e un forte mal di testa, voleva aprire gli occhi, ma la luce lo infastidiva. Vedeva una figura, in lontananza, e poco nitida.
-House, come stai?- Era Park
-come uno che.. diamine, chiudi quelle tende-
La ragazza si mobilitò immediatamente, appena la stanza si oscurò, lui riuscì ad aprire gli occhi.
-che mal di testa-
-è stato il miglior pugno mai visto. Giuro.- La ragazza era quasi emozionata nel raccontare.
Adesso si ricordava tutto. Lisa, Rachel, l’uomo della sicurezza, il pugno in faccia sferrato senza esitazioni.
-il marito della Cuddy, ti  ha..-
-Non c’è bisogno, ricordo tutto, e quello che non ricordo non voglio saperlo. Prendimi i pantaloni.-
-Non puoi.- disse la donna.
La guardò, la fulminò.
La ragazza alla fine acconsentì.
-Dove hai intenzione di andare?-
-Ho un caso da risolvere- Si avvicinò all’ascensore, entrò, non badando alle persone all’interno di essa.– Poi, ho bisogno di andare a casa mia, lavarmi, fare del buon sesso, mangiare un mega panino pieno di schifezze, ubriacarmi , fare nuovamente sesso, e poi ubriacarmi mentre faccio sesso- La guardò, era buffa –vuoi venire con me?- disse ammiccando scherzosamente.
-Io scendo qui- disse la ragazza. Con lei scesero la maggior parte delle persone presenti in quell’ascensore.
Quando questo  si chiuse, risentì quel profumo, troppo vicino, si voltò di scatto. Era lì, in un angolo, ferma, che si mordicchiava quel labbro inferiore, e che fissava dei fogli che aveva in una cartellina. Probabilmente non stava neanche leggendo, probabilmente… Avrebbe voluto fermare quell’attimo, avvicinarsi, accarezzarla, attirarla a se, e baciarla, senza pausa. Ma non poteva.
-Strano che non ci sia anche la tua guardia “facciofuoriHouse”del corpo-
Non rispose. E quel silenzio, lo straziava.
Era arrivato. La porta si aprì, probabilmente quella sarebbe stata la sua ultima occasione per starle così vicino. La guardò ancora un attimo, lei alzò lo sguardo, e ancora una volta i loro sguardi si incrociarono. Quella Cuddy così gelida, gli fece capire quanto fosse stato un coglione.
-Addio.- Avrebbe voluto dirle altro, avrebbe voluto dirle tantissime altre cose. Ma andò via così.
Riuscì a risolvere il caso. Stava uscendo dall’ascensore, in lontananza, vide Foreman e Cuddy, sciogliersi in un abbraccio, che probabilmente stava a significare un “a presto”, o magari un “arrivederci”. Lentamente passò al suo fianco. Non riuscì a guardarla, perché se solo l’avesse guardata un secondo in più sarebbe impazzito. Aveva bisogno di allontanarsi da lei. Aveva bisogno di dimenticarla nuovamente, di scacciare via tutti quei pensieri. Si fermò prima di uscire da quell’ospedale.  Voleva voltarsi, ma incrociare nuovamente quegli occhi, sarebbe stato per lui un suicidio. Sospirò, avvolse intorno al collo quella sciarpa, e andò via. Provando a lasciarsi alle spalle, il suo passato.
Voleva dimenticare una donna indimenticabile.
  
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