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Autore: piratatommy    12/01/2012    2 recensioni
Parla semplicemente di una vita, vista dalla prospettiva di un'immagine ricorrente.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La spiaggia Il vecchio stava seduto sulla spiaggia: il vento e il tepore del sole al tramonto gli accarezzavano il viso, i piedi lambiti dalle onde che giungevano a distendersi sulla sabbia ancora calda. Con gli occhi chiusi ascoltava sereno lo stormire dei gabbiani, il fruscio delle palme, e ripensava.
Fin da quando era piccolo aveva amato il mare, e quella era subito stata la spiaggia perfetta, la sua spiaggia. Aveva visitato coste e litorali, baie e scogliere, ma quella la ricordava sempre così, uguale e introvabile. Ne avevano passate tante insieme.
Quando andava a scuola era quello il luogo che gli dava speranza nei momenti più freddi e tristi dell'anno: durante le verifiche si sedeva sempre di fronte alla lavagna, e una volta terminato il compito con un pezzettino di gesso la disegnava, illuminando quel nero così tetro, regolare e calcolatore. Restava lì, un piccolo angolino di paradiso di cinque minuti, sempre lo stesso ma sempre diverso.
Nella gioventù sapeva che lì poteva rifugiarsi: quando il mondo sembrava remargli contro, quando si sentiva oppresso da doveri e obblighi di cui non capiva il significato sognava di fuggire e di nascondersi su quella riva libero e senza pensieri, per un attimo da solo con la bellezza accecante del tramonto, con il sapore di salsedine sulle labbra.
E sempre lì aveva portato le sue prime ragazze, per farle innamorare: "Immagina noi due soli a guardare il tramonto sul mare..." così iniziava le sue lettere, così condivideva con loro ciò che era il suo sogno, ciò che credeva fosse felicità.
Una volta cresciuto, con il fuoco nel sangue aveva deciso di partire e viaggiare, per andare in cerca delle sue aspirazioni. Inquieto dentro, voleva trovare la serenità all'esterno. Sperava d'incontrare qualcuno con cui vivere, a cui dare il proprio cuore, un porto sicuro da amare. E poi chissà, magari un giorno raccontare ciò che era e ciò che aveva immaginato ad una nuova vita.
Ma più andava avanti più si perdeva, e lo scopo che aveva ben chiaro quando era partito svaniva nella memoria, confuso tra la miriade d'esperienze. Ma proprio quando temeva d'essersi smarrito nel mondo per sempre, che sorpresa scoprire e ritrovare la sua vecchia spiaggia nelle persone che conosceva lungo il suo cammino, persone con cui condivideva cibo, parole, lacrime, risate. Era a casa, perché riusciva a dare agli altri qualcosa di sé, ma soprattutto sapeva accettare i doni che questi gli offrivano; sentiva di amare, e di essere amato.
Poi lentamente ma inesorabile, il tempo era trascorso.
Il vecchio aprì gli occhi: eccolo di nuovo lì, dopo tutti quegli anni, la luce ancora sul volto, limpida come la prima volta, le palme che si muovevano sussurrando ricordi al vento.
Respirò a fondo: l'aria salmastra e frizzante come sempre non l'aveva mai stancato, sapeva di sguardi e parole. Strinse la sabbia: quanti piedi l'avevano calpestata, quante persone erano passate per di lì con lui, qualcuno per un bacio, qualcuno per lunghe chiacchierate, qualcuno per pochi istanti.
Tutto profumava di solitudine, ma il vecchio era sereno, senza nostalgie né rimpianti. Aveva speso bene la sua vita, e ora quel luogo così denso di memorie gli appariva più vivo e concreto che mai.
Un'onda gli solleticò i piedi, il mare lo chiamava.
Il vecchio stanco si distese appoggiandosi alla palma alle sue spalle. Sentiva che per qualche ragione questa volta sarebbe potuto restare.
Felice, chiuse gli occhi per riposare.
  
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