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Autore: Rota   Capitolo: 1
Non si ricorda perché si ritrovi lì, a fissare la parete molle di una tenda da campeggio montata in fretta e furia senza pensare troppo all'estetica. La ragione gli è stata strappata assieme a un pezzo di memoria - pur non sapendolo lo percepisce, perché la nostalgia è l'unica cosa chiarissima che gli stringe il petto e lo affanna senza dargli altro.
Si ricorda, però, di essere scappato perché i Lupi Grigi erano diventati nemici. Si ricorda, però, della riconoscenza che deve alle ombre per la vita che si ritrova a continuare. Gli sembra più grave del solito quell'esistenza a cui non riesce a dare un motivo, almeno non completamente. La mutazione è avvenuta e lo vede ogni volta che gira lo sguardo: non c'è il tetto di una casa sopra la sua testa e non ci sono shinobi a circondarlo e a camminargli attorno. La cosa più frustrante di tutte è quella di non poter dare un giudizio valido e coerente a quanto accade, perché l'ignoranza lo costringe e Gau non sa neppure cosa replicare ai suoi stessi dubbi.
Tende una mano in alto e ne guarda le dita, una a una. Pollice, indice, medio, anulare e mignolo. La concreta materialità gli da la sicurezza di un continuo banale e sempre uguale a sé stesso, l'intangibile certezza che non può essere altro che proprio quello. Volta la mano, guarda il suo palmo. Lo apre e lo chiude, nel movimento vede una vita biologica che non ha bisogno di un passato preciso.
Sente il vento fuori dalla tenda, fischia leggero e fa tremare le pareti della piccola dimora di plastica. Si è alzato prima per vedere se l'ingresso fosse chiuso, l'ha serrato in modo tale che non entri neanche il più piccolo spiffero di freddo. In quel momento, muovendo piano le gambe dentro il sacco a pelo, non sente freddo sulle dita né lungo i polpacci. Si rende conto, in realtà, di star bene.
Sprofonda con il viso dentro la coperta calda, avvolgendo le braccia al petto e chiudendo per qualche secondo gli occhi. Non cambia niente, la coscienza rende la sua mente più sveglia del dovuto. Ricorda vagamente momenti di pura angoscia, dove turpi sentimenti tenevano arzilla la coscienza e frenetiche le mani. In un'immobilità discreta, riscopre l'inquietudine che gli è tanto familiare - pur soffusa, pur sottile come un filo di cotone. Si stende e s'attorciglia addosso a lui, perché non scordi almeno quello.
Si perde per qualche istante nell'incoscienza, prima di sentire un mugugno leggero che si fa sveglio, quasi una nuova alba tinga di caldo l'atmosfera.
Personaggi: Gau Meguro, Raikō Shimizu
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