Someday…
The Accident
Seduta
in salotto, davanti al camino, con una
coperta nel ventre, Blair sorseggiò l’ultimo
goccio di tè. La tazza in
porcellana che teneva fra le dita, era ancora calda, e le riscaldava i
polpastrelli, sempre freddi in quel nevoso inverno che sembrava
interminabile.
Blair nervosamente osservò l’orologio che teneva
al polso ed emise un profondo
sospiro, domandandosi quando sarebbe rientrato in casa. Era
l’una di notte ed
iniziò a preoccuparsi, soprattutto ricordando ancora
nitidamente quella sera di
sette anni prima, quando tutto ebbe inizio e quando tutto
rischiò di finire.
*
“Blair,
Blair..noi non abbiamo bisogno di andare
via. Noi possiamo allevare questo bimbo qui” le
sussurrò, accarezzandole la
guancia, cercando di rassicurarla. D’altronde lei, aveva
proprio bisogno di
quello, di essere rassicurata, di sapere che sarebbe andato tutto bene.
Con
lui. Al suo fianco.
Blair guardò un’ ultima volta i fotografi alle
loro
spalle, dietro il finestrino oscurato di quella lussuosa limousine.
Lì dove tutto
era iniziato e lì dove tutto avrebbe potuto finire.
“Dove mi trovo, S?”domandò, pur
conoscendo la
risposta.
“In ospedale”le rispose Serena, non aggiungendo
altro e probabilmente già sapendo quale sarebbe stata la sua
prossima domanda.
“Come sta?”chiese con voce tremante, sperando con
tutta se stessa che l’amica al suo fianco le avrebbe dato una
buona notizia,
accenandole magari anche un sorriso per il suo inutile tono drastico e
preoccupato. Ma Serena non sorrise ed i suoi lineamenti non si
rilassarono. Blair,
perciò, comprese anche la seconda risposta.
“Ha perso molto sangue, B”la voce di Serena era
roca e divenne pian piano un sussurro. Blair non domandò
altro, non volendo
sapere altro. Rimasero, quindi, entrambe in silenzio, l’una
persa nel dolore
dell’altra.
I
giorni a seguire in ospedale passarono
lentamente, ogni cosa al suo interno pareva muoversi una marcia
indietro
rispetto alla vita al di fuori: i dottori, le infermiere, i pazienti, i
familiari. Sembrava che il tempo si fermasse, rallentasse, come
l’ultima scena
di un film tragico o malinconico. Quell’ultima scena a
rallenty dei saluti e
degli arrivederci. Blair non ci credeva, non voleva essere stata
ingaggiata
come attrice per quel tragico film, a sua insaputa. Eppure in quella
settimana,
sembrava fosse stata scelta proprio come protagonista. Le cattive
notizie continuavano
ad arrivare: dalla perdita del bambino al non ancora avvenuto risveglio
di lui.
*
Sentì l’apertura
dell’ascensore all’entrata e deglutì
quell’amaro groppo alla gola di preoccupazione. Si
alzò dal divano e gli andò
incontro con entusiasmo, come quando era piccola ed accoglieva suo
padre.
“Auguri, Chuck” gli disse, abbracciandolo.
“Auguri, Blair. Ti avevo detto che sarei tornato
tardi. Non devi stancarti”la rimproverò,
sorridente e preoccupato allo stesso
tempo, sciogliendo l’abbraccio e accarezzandole il ventre.
Blair sorrise,
notando la luce negli occhi di suo marito.
“Ultimo Natale come coppia” constatò
lei, eccitata.
“Io credo che è da un bel po’ che non
passiamo un
natale come coppia”sussurrò Chuck, baciandola
dolcemente e prendendole la mano.
“Tutto merito di Serena!”esclamò Blair,
salendo le
scale.
“E Humphrey? Per quanto ne so i bambini si fanno in
due”aggiunse lui, sarcastico, rimembrando i giorni di Natale
degli ultimi
cinque anni.
“Jingle
Bells! Jingle Bells! Jingle all the way!
Oh what fun it is to
ride
in one horse open
sleigh…
Jingle Bells…”
“Isobel…” mormorò Dan,
coprendosi il volto ancora
dormiente con il proprio cuscino.
“Papà..è l’ora dei regali!
Svegliati!”esclamò la
bambina, saltando sopra al letto.
“Jingle Bells...”continuò a canticchiare.
“Isobel..”la richiamò Serena, ancora
assonnata.
“Mamma, alzati! E’ Natale!”disse,
eccitata,
stendendosi nel letto in mezzo ai propri genitori.
“E’ presto..dormi ancora un
po’”tentò Dan,
coprendola con le coperte.
“Dai, sveglia!” esclamò lei, rialzandosi
in piedi e
ricominciando a saltare.
“Sfondi il materasso, Isobel” la
rimproverò
un’altra volta suo padre.
“Mamma. E’ Natale!”entrò in
camera il più piccolo
della famiglia, scuotendo il braccio di Serena.
“Samuel…torna a dormire..”rispose lei.
“Sam, vengo io con te..loro ormai sono vecchi per
queste cose..”gli spiegò la sorella.
“Chi sono i vecchi?!” le chiese Serena, afferrando
la figlia e facendole il solletico.
“Voi”le disse, divertita la piccola.
“Non credo, proprio”intervenne Dan, alzandosi e
prendendo in braccio l’altro figlio.
“Ora, Sam..ti mostro che non devi dare ascolto a
quella vecchietta di tua sorella” esclamò il
padre, trasformando Samuel in un piccolo
aeroplano.
_________________________________________________________________
L'ho postata. Non ci posso credere, finalmente mi son decisa a postarla.Ho scritto questa fanfiction al termine del 5x10 e non so come sia venuta, lascio a voi il giudizio.
Credo che la continuerò, perché mi piace l’idea dei personaggi ambientati in un futuro ed era da un po’ che ci pensavo.
Mamma mia..lunedì finalmente ritorna gossip girl..sono in ansia, ragazzi!