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Autore: Rejoice96S    14/01/2012    1 recensioni
U2 e Green Day. The Saints Are Coming.
La musica degli Irlandesi si fonde con la musica degli Americani.
Se non è magia questa..
Genere: Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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I giorni erano trascorsi veloci come fulmini da quando provarono per la prima volta The Saints Are Coming. Il giorno fatidico del concerto era arrivato. Non sembrava vero, sembrava ieri il giorno in cui i Green Day stavano attendendo con ansia gli U2 all’aeroporto.  Ora, a distanza di una decina di giorni, erano di nuovo all’aeroporto. Stavolta stavano imbarcandosi tutti insieme. Destinazione New Orleans.
 
I primi a salire sull’aereo furono Billie e Mike, che si sedettero subito vicini. Poi fu il turno di Adam e Trè, che scelsero i due sediolini dietro il nano e il basettone, Larry  e The Edge affianco. Con qualche minuto di ritardo arrivò anche Bono. Si era dimenticato gli occhiali in auto.
“Ehi voi! Grazie per avermi aspettato! Dove mi sied… oh!” Esclamò l’irlandese. “No, ma.. Non scomodatevi a trovare un posto anche per me!” Aggiunse, notando che tutti avevano scelto il proprio compagno di viaggio, dimenticandosì però di lui.
“Bono! Qui affianco a me e Larry c’è un posto! Vieni così sei pure seduto vicino a me!” Propose The Edge all’amico.
Bono si avvicinò, ringraziò il chitarrista e poi si voltò verso i due sediolini. Uno era libero, come detto da Edge, l’altro era pieno di appunti e scartoffie varie, un quaderno vuoto e una penna nera.
“Ecco il tuo compagno di viaggio ideale!” Sogghignò Larry.
“Mmmmh.. E va bene. Ma me la pagherete cara questa.”
Però in un certo senso Larry aveva ragione. Non c’era cosa migliore di un quaderno dove poter scrivere tutto quello che passava per la mente. Bono amava riportare ogni emozione, ogni sensazione, ogni sciocchezza su un pezzo di carta e conservarlo. Non era stato poi uno scherzo così ‘brutto’.
 
In meno di mezz’ora Billie si addormentò, poggiandosi sulla spalla del suo migliore amico, il quale stava leggendo un libro. Larry seguì l’esempio del moro e posò il capo sulla spalla sinistra di Dave. Quest’ultimo decise di prendere la sua chitarra e di suonare qualcosa. Suonare lo rilassava molto e, ogni volta che lo faceva, riusciva a infondere in tutti grazia e serenità. Trè e Adam iniziarono un’avvincente partita di carte. Dall’espressione felice del batterista si intuiva che stava vincendo. Bono stava fissando l’America dal finestrino. Rifletteva, scriveva, pensava. Pensava a quanta strada avevano fatto da quel lontano autunno del 1976, da quando facevano le prove nella cucina di Larry. Pensava al fatto che erano diventati un gruppo-pilastro del rock. Pensava a cosa avrebbe fatto in futuro insieme a The Edge, Adam e Larry, al loro futuro. Pensava al passato, al presente, al futuro degli U2.
 
In un paio d’ore arrivarono a destinazione. Era appena mezzogiorno ma erano fuori orario massimo. Avevano un calendario di orari da rispettare per poter arrivare puntuali al Superdome.
“Ehi, svegliatevi tutti! Tra dieci minuti saremo a New Orleans!” Disse Mike a tutti, sbatacchiando Billie come un tappeto impolverato.
Quando scesero dall’aereo, capirono che il programma potava andare pure al diavolo. Quasi un mese dopo dal disastro provocato dall’uragano Katrina, New Orleans era devastata, non esteticamente, perché piano piano la città si stava riprendendo, ma internamente. C’era una profonda ferita ancora aperta nell’animo di tutti i cittadini. Bisognava chiudere quella lesione con la loro musica al più presto.
Una lacrima attraversò la guancia di Billie. Trè lo abbracciò forte. Riusciva a sentire il suo cuore battere all’impazzata.
“Coraggio, siamo qui per risollevare l’America e per far vedere al mondo intero cosa siamo capaci di fare insieme!” Disse Bono tentando ti risollevare il morale dei suoi amici. E ci riuscì.
“Giusto..! Andiamo a mangiare qualcosa, riposiamoci un po’ e poi andiamo a provare!” Programmò Mike.
 
***
Cinque minuti. Solo cinque minuti all’inizio del concerto.
Il cuore degli U2 e dei Green Day sembrava un toro senza controllo, non c’era speranza di controllarlo. Le urla delle persone che acclamavano i loro nomi echeggiava nelle loro menti. Era giunto il momento di fare sul serio.
 
Lì fuori il mondo stava per andare in delirio. Dietro le quinte, invece, stava succedendo il finimondo.
Mike sorseggiava istericamente un caffè dopo l’altro.
The Edge cercava inutilmente di strappargli quei bicchierini ricolmi di caffè.
“Dammi quei dannati caffè! Non capisci che Un giorno o l’altro ci lasci la pelle?”
“Cazzo no.  Non esiste roba più buona e che riesca a darmi la carica!”
“Beviti una camomilla!!!”
“MAI!”
“E se provassi con un po’ di yoga?”
“Ma sei rincretinito?”
Mentre il chitarrista e il basista discutevano vivacemente, Larry pregava il dio della batteria affinché non si rompa un altro tamburo come accadde  durante le prime prove. Trè, vedendo il biondo in ginocchio, decise di unirsi al ritiro spirituali.
“Santissima ed amatissima divinità protettrice delle batterie.. Fa che vada tutto bene e che non rompa niente e te ne sarò per sempre grato...” Pregò il Mullen.
“...E fa che le mie bacchette non ammazzino nessuno. Amen.” Aggiunse e concluse l’altro batterista.
Adam provava beatamente qualche accordo sul suo basso, dimenticandosi di tutto e di tutti per almeno pochi minuti.
Bono era al telefono con Ali. Cercava coraggio nelle parole della moglie. Era l’unica donna capace di tenere a bada una personalità come lui.
“Grazie. Ti amo anche io.” E chiuse il cellulare.
Billie era nervoso come al suo solito. Prima di un concerto non bisognava intralciare i suoi pensieri. Poi, stufo del battibecco tra Mike e The Edge, decise di intervenire con la forza.
“Ohè! La finite di litigare come due bambini? Se non la smettete mi prendo i vostri strumenti!”
“Ha iniziato lui!” Urlarono in coro i due indicandosi l’un l’altro.
“Ehm... Scusami. Non volevo farti innervosire, ma è solo che ti voglio bene e non voglio che un giorno ti senta male.” Disse Evans imbarazzato.
“Beh.. Scusami tu invece. Ho un caratteraccio.. Ah, ti voglio bene anche io!” Rispose commosso Mike.
Si abbracciarono come vecchi amici. Una scena commovente.
 
“Mi sentite o siete sordi?! E’ la quarta volta che lo dico... Si va in scena!!” Urlò esasperato un tecnico.
“Di già?!? Va beh.. Che questa avventura abbia inizio!” Gridò Adam.
 
Fu l’inizio di una delle esperienze più belle dei Green Day e degli U2. Un capolavoro.
The Edge iniziò suonandole prime note di Wake Me Up When September Ends”, poi Billie iniziò a cantare. Fu indescrivibile. Non esistono parole per descrivere quella canzone. E finalmente, ecco… I santi stavano arrivando.
 
There is a house in New Orleans
They call the Rising Sun
It's been the ruin
Of many a poor boy
And God I know I'm one

La voce del moro tremava per l’emozione.

I cried to my daddy on the telephone “How long now?”
“Until the clouds unroll and you come down,” The line went
But the shadows still remain since your descent, your descent

I cried to my daddy on the telephone “How long now?”
“Until the clouds unroll and you come home,” The line went
But the shadows still remain since your descent, your descent

Bono era un leone. Aveva voglia di cantare all’infinito. La gioia superava la paura.

The saints are coming
The saints are coming
I say no matter how I try
I realize there's no reply

The saints are coming
The saints are coming
I say no matter how I try
I realize there's no reply

Billie, Bono, Mike e The Edge insieme. Quattro voci intonavano un inno che arrivava dritto al cuore.

A drowning sorrow floods the deepest grief, how long now?
Until a weather change condemns belief, how long now?
When the night watchman lets in the thief, what's wrong now?

Billie era di nuovo carico. Che potenza, la musica!

Boom Cha Hey!
I versi di Bono non potevano mancare.

The saints are coming
The saints are coming
I say no matter how I try
I realize there's no reply

The saints are coming
The saints are coming
I say no matter how I try
I realize there's no reply
I say no matter how I try
I realize there's no reply
I say no matter how I try
I realize there's no reply!

La gente andò in delirio. La canzone era stata un successone. Ma non era finita. Era il turno di Beautiful Day.
E fu così che anche quell’avventura terminò. No. Non è vero. Era soltanto l’inizio. Perché la forza della musica va oltre tutto ciò. Ormai i Green Day erano legati per sempre da un sentimento chiamato ‘amicizia’.
“Chiamiamoci, ogni tanto... Così suoniamo qualcosa insieme!” Propose Trè con le lacrime agli occhi.
“Ovvio!” Fu la risposta di Adam. “Ci mancherete...”
“Ma che dite? Sembra che non ci rivedremo mai più!” Disse BJ.
“Ha ragione il nano!” Esclamò Bono.
“Senti da che voce viene il pulpito..” Sorrise Larry con gli occhi lucidi.
“Questo è un inizio!! Nulla al mondo impedirà di ostacolarci! Tanto per iniziare, tra due settimane vi invito ufficialmente in Irlanda, scoprirete che è un paradiso!” Dichiarò infine The Edge.
 
L’amicizia è così. Va oltre tutti i limiti.
Musica è amicizia. Musica è speranza. Musica è felicità. Musica è magia.
  
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