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Autore: Nanecch    15/01/2012    0 recensioni
Jane Sun è un'investigatrice che ha solo quattordici anni;
è molto intelligente e giovane per fare questo lavoro,
riesce sempre a risolvere i casi (anche quelli molto difficili) che le procura il suo collega Fill Jonson.
Però casi non li risolve praticamente MAI il suo collega.
Questo libro non è solo un giallo, ma parla anche d'amore, di tristezza e di morte.
Che cosa succederà a queste due persone? Eppure ci sarà anche qualcuno a mettergli i bastoni fra le ruote!
Intanto i due ragazzi continuano a svolgere senza tregua il loro lavoro.
Genere: Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Terzo Capitolo: Il mistero è risolto

Terzo Capitolo: Il mistero è risolto!

 

La polizia venne appena le dieci il segnale prima che l’assassino fuggisse; lo presero e videro che era proprio il signor Summer vestito da Fill.

Dei giornalisti arrivarono (non si sa come) e mi fecero delle domande una di queste era: come avevo capito chi fosse il vero imputato.

“Prima di tutto quando ho saputo dell’omicidio, ho fatto delle ricerche dei criminali scappati. Vidi in prima pagina una foto di Jack Summer e mi ritornò in mente il precedente caso, così era il primo sospettato” Cominciai a rispondere.

“Quando i poliziotti mandarono Fill in prigione, c’era anche Nigel con loro che scambiò l’imputato con l’assassino.

Poi, quando andai a trovare Fill in prigione, un poliziotto di nome Nigel Black, mi fece un discorso su di me e, infine, mi ha proposto una tazza di the verde; sapevo con certezza che Nigel mi avrebbe fatto qualcosa, ma di sicuro non mi voleva far perdere i sensi: voleva uccidermi.

Per questo motivo prima di andare al centro di detenzione mi ero presa (per sicurezza), una pillola fatta apposta per non morire, così accettai e bevvi quel buonissimo the, inconsapevole di cosa mi sarebbe successo.

In seguito il poliziotto mi portò dall’imputato che mi raccontò tutto quello che era successo nei minimi dettagli; quando cominciai a svenire notai che, alla fine dell’urlo Fill aggiunse: […] Penso sia morta!

Così ebbi proprio la certezza che fosse il signor Summer, poi svenni.

All’ospedale feci finta di non ricordare niente quando il carcerato mi guardò negli occhi appena sveglia. L’ho fatto per ricavargli più informazioni, ovviamente.

Infatti mentre mi spiegava chi fossi e della mia indagine aggiunse testuali parole: […] Allora sei andata al centro di detenzione e hai incontrato un poliziotto…  mi feci questa domanda tra me e me: come faceva a sapere che avevo incontrato un poliziotto? Allora lì ho capito tutto quello che vi ho spigato.

Ovviamente feci finta di pensare cose del tipo “Stupida!” perché lui ci cascasse vedendo la mia faccia.

Sono sicura che Fill sia nello sgabuzzino del centro di detenzione, controllate e dopo portatelo a casa sua a riposarsi!

Un ultima cosa, se volete sapere il movente ve lo dico ora, il movente per uccidere la vittima era solo di farmi prendere quel caso così che dopo io andassi al centro di detenzione, prendessi la tazza di the e morissi.

Il movente per uccidermi? Ho sbattuto in carcere lo scorso caso il signor Summer per un altro omicidio.

Non ho altro da dirvi!”

Infine andai a casa a dormire: ormai erano le 3:00 passate.

 

 

 

 

  
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