Un colpo. Dritto in fronte. Chiunque si sarebbe messo a gemere di dolore, chiunque sarebbe scappato.
Non lui.
Lui si limitò a ridere, cadendo all'indietro.
Dalle sue labbra si levò una scia di fumo dal forte odore di tabacco.
''Piccola pulce..''
Disse solo questo.
Nessun distributore nelle vicinanze. 'Fanculo.
Izaya incrociò le braccia con aria di fredda superiorità, fissando il biondo vestito da barista con i suoi occhi scuri.
''Cosa pensi di fare, adesso?''
Lo canzonò Shizuo, alzandosi da terra e sistemandosi le lenti blu sul naso.
Quanto lo odiava, quel ragazzino impertinente: gli avrebbe volentieri fracassato la testa contro il vetro del primo distributore della strada.
Stettero in silenzio, uno di fronte all'altro, mentre la pioggia incessante bagnava i loro volti ghignanti. Il biondo, quello di cui tutti temevano l'ira, era caduto sotto un sasso lanciato dalle mani del ragazzo che lui aveva chiamato pulce: non gliela avrebbe fatta passare liscia.
''Pensi davvero di salvarti la faccia, I-za-ya-kun?''
Il ragazzo dai capelli scuri si vide sollevare da terra.
L'altro gli sputò in faccia, per poi lanciarlo sulla via umida del viottolo e gli balzò sopra, tenendogli le mani bloccate sul freddo suolo.
I loro occhi si incontrarono. Non ghignarono. Né parlarono. Solo il rumore incessante della fredda pioggia d'autunno scompigliava il silenzio nel quale si erano immersi.
Izaya fece per parlare, ma il suo insulto venne soffocato brutalmente dal tocco di labbra rabbiose e gustose di pioggia e di denti sporchi di sangue.
Del suo sangue.
Gli aveva morso le labbra con troppa, eccessiva forza.
Il biondo si alzò, sistemandosi gli occhiali blu sul naso perfetto: i capelli lasciavano cadere gocce sulla pelle, illuminata dalla sola luce di un lampione. La stessa luce che faceva brillare il poco sangue di Izaya sulle sue labbra dischiuse.
''Vaffanculo, Shizu-chan''
''Se è il tuo, volentieri''