Mi sveglio, mi lavo, mi preparo, faccio colazione, aspetto il pullman, vado a scuola. Una canzone mi ronza per la testa.
Ok, fino a qui tutto normale.
 
Entro in quell’inferno chiamato scuola e ci resto per almeno cinque ore. Riprendo il pullman, torno a casa. Ho ancora quel ritmo che martella la mia mente.
Cosa c’è di strano?
 
Butto lo zaino in aria, mi sistemo, pranzo e poi mi scaravento sul letto. Cuffie nelle orecchie, musica per il mio sistema nervoso. Chiudo gli occhi, lascio che la musica invada ogni più piccola parte del mio corpo. Il mio cuore inizia a battere a ritmo di musica. I miei problemi volano via come una piuma in balìa del vento.
Ritornano invece le emozioni. Le stesse emozioni di sempre che mi sorreggono quando ne ho bisogno. In un attimo è tutto buio.
 
Riapro gli occhi. Dov’è la mia camera? Dove sono? Non c’è più quella musica che mi scalda il cuore. Solo tante persone che mi circondano, sono dappertutto. Ma non guardano me, no. Saltano, esultano a qualcosa. O forse qualcuno? Ecco ritornare quella musica che mi piace tanto, poco a poco, il volume è sempre più alto, sempre di più. Mi volto anch’io. E capisco. Sono ad un concerto. Quella gente inneggia un gruppo. Chi sono? Aspetta, forse vi riconosco. No.. Non può essere. Pochi minuti fa ero sdraiata sul mio letto ad ascoltare Voi. Ora Vi ritrovo proprio davanti a me. State cantando Welcome To Paradise, la canzone che tanto vagava nella mia mente da quando mi ero svegliata. Una lacrima di gioia percorre la mia guancia. Rido. Salto. Canto. Non potrei desiderare di essere in un posto diverso. La canzone è finita, e Voi vi voltate verso di me. Billie, Trè.. Perché mi sorridete in questo modo? Mike.. Perché mi porgi la tua mano tanto amorevolmente? Salgo sul palco, mi abbracciate come se fossi una vostra vecchia amica. ‘Benvenuta in paradiso’ mi dite.
Parte il basso con Longview. Poi la batteria. Poi tu, Billie, inizi a cantare, offrendomi il microfono. Canto anche io. Poi vado verso te, Mike, e mi dai un bacio sfuggente mentre suoni. Mi dirigo infine verso di te, Trè, mi lasci suonare per un po’ un tamburo. Sono partecipe di tutto. E’ finita anche questa canzone. Mi riabbracciate di nuovo sussurrandomi in un orecchio ‘Dobbiamo andare, ci rivedremo. E’ una promessa.’
 
Chiudo gli occhi per asciugare i miei occhi lucidi e pieni di commozione. E’ di nuovo tutto buio.
Li riapro, ma non sono più tra le Vostre braccia. Sono di nuovo nella mia camera, sdraiata. Sfilo le cuffie dalle mie orecchie e mi rendo conto che è stato solo un sogno. Un bellissimo sogno. Riprendo coscienza di me.
 
Vi rincontrerò solo stanotte nei miei sogni e ogni vostra canzone.
‘Ci rivedremo, è una promessa.” Forse è vero. Sicuramente è vero. Un giorno riuscirò ad incontrarvi, riuscirò a piangere dalla gioia per essere riuscita a stringere le vostre mani.