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Autore: Something Rotten    19/01/2012    3 recensioni
- Non è colpa mia! La colpa è della Sindrome di Mufasa.-
Alzare il sopracciglio ed assumere un'espressione contrariata era diventato il suo sport preferito.
- Non conosci la Sindrome di Mufasa?!- aveva urlato con fare isterico - Ma quale infanzia triste hai vissuto Moikey?!-
- Un'infanzia felice, direi...-
- La Sindrome di Mufasa colpisce nove bambini su dieci! Lo dicono le statistiche, diamine!-
- Quali? Quelle dei ricercatori Pampers?-
Pete gli aveva tirato un ciuffo di capelli, esclamando convinto che quella era una cosa seria.
- Spiegami questa Sindrome, su!-
Pete aveva stretto le braccia intorno ai suoi fianchi ossuti, poggiando il mento sul suo petto e fissandolo negli occhi con aria seria.
- Non vorrai mica che io diventi zuccheroso, vero?-
- Zuccheroso?! Sei tu che hai tirato fuori questa sindrome, non dare la colpa a me.-
- Non cambia nulla, tu non mi caverai una parola dalla bocca.-
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Fall Out Boy, My Chemical Romance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Big Boys don't Cry.

{But if they do is all because the "Mufasa Syndrome"}

{Capitolo Unico}


Quello era il classico pomeriggio da passare sotto alle coperte con un buon libro ed una tazza di caffè fumante. Anche il tempo era perfetto per quell'intento dato che fuori era nuvoloso - cosa che lo rendeva sempre leggermente privo di forze- e si gelava. Ma era impossibile mettersi sul letto quando c'era quell'esserino esagitato che gli zompettava per casa rischiando ogni tre secondi di rompere qualcosa - o nella migliore delle ipotesi di rompere qualcosa di suo, come un osso o il cranio-. E, tanto per la cronaca, il suddetto esserino non aveva nulla a che fare con quel bambino biondo e riccio che, seduto sul divano, si impiastricciava il volto con la nutella e guardava tranquillo la televisione, ma aveva a che fare con il padre di quel bambino. Quel nano malefico dai capelli neri e corti che era costantemente in overdose da zucchero dato che non aveva bisogno né di dormire, né di mangiare, visto che non faceva altro che zompettare a destra e a manca.
- Pete, il televisore! - aveva urlato chiudendo gli occhi non appena aveva visto la piccola palla di carta colpire violentemente lo schermo piatto del suo bellissimo - e nuovissimo- televisore da non sapeva quanti pollici che gli era costato metà dello stipendio.
Il moretto gli aveva chiesto scusa e gli si era avvicinato con la testa bassa, segno che era  dispiaciuto - oppure fingeva di esserlo-. Gli si era seduto sulle gambe, fissandolo con l'espressione da "cucciolo dispiaciuto". Aveva maledetto Ryan e Brendon ed i loro ormoni così tanto agitati, da non potersi contenere neanche un pomeriggio! Beh, perché si, la colpa della presenza di Pete e Bronx nel suo appartamento era loro, dato che li avevano sbattuti fuori con tanto di passeggino e valigie per passare una serata in solitaria.
- Non vorrai mica farmi sentire in colpa perché ti ho giustamente urlato contro! - aveva esclamato
Pete aveva scosso la testa, prima di fargli le fusa.
- No, perché tanto non ci riesci... -
Pete aveva abbassato gli occhi, farfugliando un "tu non mi vuoi in questa casa" che, sì, lo avevano distrutto. Gli era presa la solita "morsa" allo stomaco di quando faceva sgridare Gerard per qualcosa che aveva commesso lui, quella morsa di dispiacere e di sensi di colpa. Gli aveva spettinato i capelli, sorridendogli apertamente come a volergli dire di non essere arrabbiato con lui. Pete, tutto contento, si era rimesso in piedi tornando a fare casino. Si era pentito di avergli sorriso non appena aveva visto quella pallina di carta sfiorare il suo amato basso appeso al muro, se l'era già immaginato a terra, rotto in mille pezzi. Aveva sfiorato l'infarto.
Non volendo sfiorare, nuovamente, l'infarto si era immerso nuovamente nella lettura del quotidiano. Non aveva letto neanche un pagina che Pete era tornato all'attacco.
- Moikey... - aveva esclamato, infatti, con tono lagnante.
Lui odiava quel tono ma, più di tutto, odiava quando gli storpiava il nome.
- Si, Pete? -
Si era accucciato nuovamente sulle sue ginocchia, sbuffando sonoramente.
- Bronx si sta annoiando... -
Si era voltato verso il bambino biondo, osservando la sua espressione divertita di fronte all'ennesimo cartone animato di Topolino, rideva di gusto. Poi, tenendo un sopracciglio ben alzato, aveva fissato Pete.
- Si, infatti il sorriso è il primo segno della noia.-
- No, davvero! Sono il padre, quindi so quando lui si annoia o si diverte! -
- Come vuoi tu Pete...- aveva riaperto il quotidiano, scansando malamente Pete e cercando di finire almeno quell'articolo sulla situazione economica Americana. Il ragazzo al suo fianco aveva sbuffato sonoramente.
- Lo sai che succede se Bronx si annoia, Moikey?-
"Quello che succede a te se non la smetti di chiamarmi così?" aveva pensato, mordendosi il labbro inferiore pur di non dirlo ad alta voce.
- No, Pete, illuminami...-
- Bronx non avrà più voglia di venire qui... -
Aveva sentito un brivido percorrergli la schiena. Certo si lamentava, ma non sarebbe mai stato in grado di resistere un solo week end senza di Pete. Quel nanetto infame sapeva dove colpire, sapeva di essere importante per lui.
- Hai vinto, Wentz. -
- Ho vinto? Davvero?- si era alzato in piedi battendo le mani con un'espressione ai limiti della mania.
- Si, Pete, hai vinto. -
L'altro stava per fare un'altra domanda, glielo leggeva negli occhi, peccato che un sonoro tonfo aveva catturato la sua attenzione. Si erano voltati in sincrono fissando il divano dove, fino a qualche secondo prima, era seduto Bronx e lo avevano trovato vuoto. Il bambino se ne stava seduto sul pavimento, era caduto - per fortuna di sedere- ed ora aveva l'espressione di uno che stava per scoppiare in un pianto disperato. Pete lo aveva preso tra le braccia, cullandolo e cercando di non farlo piangere, ma l'espressione sul suo volto non era cambiata, anzi forse era anche peggiorata.
- Non piangere!- aveva esclamato togliendogli un ciuffo di capelli dagli occhi.
Lui non si era mosso, si godeva quel quadretto diabetico dal divano, pensando a quanto poteva essere instabile Pete. Si comportava da perfetto cretino, ma aveva quei momenti nei quali era dolce fino allo sturbo, era serio e soprattutto era perfetto, sia come padre che come fidanzato. Ashley era stata una vera cretina a lasciarlo andare così, dato che Pete si comportava da scemo, ma non lo era realmente...
- Tu sei un bambino grande, ormai! Non puoi piangere! Hai mai visto tuo padre piangere? -
Mikey avrebbe giurato di aver visto la testolina del ragazzino annuire, ma non lo avrebbe ammesso mai in tutta la sua vita, aveva paura del lato "sadico" di Pete.
- Questo perché io sono un adulto! E gli adulti non piangono mai! E tu vuoi diventare come me, vero?-
Il bambino continuava a fissare il padre con un'espressione sofferente, eppure Pete si era lasciato andare in un monologo sul fatto che i "bambini" grandi non piangevano mai, in nessuna situazione. Mikey avrebbe voluto tanto rimangiarsi tutto quello che aveva pensato, Pete non si comportava da scemo, Pete lo era e basta.
Si era alzato dal divano, avvicinandosi a Pete e tendendo le braccia verso di Bronx. Il bambino non appena se ne era accorto si era lanciato fra le sue braccia, buttando le braccia paffute al suo collo e poggiando la testa sulla spalla. Si era lasciato andare in qualche singhiozzo, prima di mettersi il dito in bocca e di calmarsi.
- Deve essere qualcosa nel Dna, un gene che lega i Way ed i Wentz... - aveva bofonchiato Pete.
Mikey aveva fatto finta di non averlo sentito, concentrando tutte le sue attenzioni sul biondino.
- Visto che sei stato così bravo da non piangere... lo vuoi vedere un cartone della Disney?-
Il biondino aveva annuito leggermente, indicando l'enorme teca che conteneva tutte le cassette della Disney. Mikey le custodiva gelosamente e, spesso, non lasciava avvicinare a quella teca neanche il fratello o Frank per quanto ci teneva!
- Quale vuoi vedere?-
Il bambino aveva tolto il dito dalla bocca puntandolo contro alla teca nella direzione del Re Leone. Mikey aveva aperto la teca, tirando fuori la cassetta e lasciandola fra le mani di Pete che l'aveva inserita nel videoregistratore. Mikey aveva cercato di mettere Bronx sul divano, ma quello gli si era attaccato alla maglietta, protestando con un leggero piagnucolio.
- Si, c'è veramente qualcosa nel Dna... - aveva continuato Pete.
Sembrava felice di quel comportamento del figlio, ma Mikey sapeva che nel profondo gli dava fastidio.

{.....}

Durante la prima parte del film era tutto filato liscio, Bronx si era, persino, messo seduto sul divano, mollando la presa dalla maglietta di Mikey. Ogni tanto sorrideva fissando Rafiki, la scimmia pelosa e manesca che si divertiva a spaccare il bastone sulla testa del primo malcapitato che gli passava tra le mani, mentre Pete sembrava essersi perso completamente nel cartone, come se non lo avesse mai visto. Ma verso la metà del film, era successo il finimondo. Durante la scena dell'inseguimento degli Gnu e della morte di Mufasa, Bronx si era accucciato contro al padre, prendendo fra le mani un lembo della felpa, lo teneva così stretto che le nocche delle sue mani paffute erano diventate bianche. Pete, invece, tremava.
- Ma che diamine? - aveva urlato Mikey fissando il volto bagnato di Pete - Ma stai piangendo? Tu?! Guarda Bronx, l'adulto qui sta piangendo!-
Bronx aveva fissato il volto del padre, sorridendo.
- Ora, quando crescerai potrai prenderlo in giro!-
- Non sto piangendo! - aveva urlato coprendosi il volto - Mi è entrato un bruscolino nell'occhio!-
Mikey aveva annuito convinto.
- Oh, si certo! Un bruscolino! Che tenero che sei! -
- Ho detto che è un bruscolino! -
- "Noi adulti non piangiamo mai, mi hai mai visto piangere Bronx?" - gli aveva fatto il verso continuando a ridere.
- Andiamo Bronx, è ora di andare a dormire! - aveva urlato Pete alzandosi dal divano e prendendo il biondino fra le braccia.
Mikey gli aveva augurato la buonanotte, continuando a ridere da solo. Pete gli aveva rivolto un'ultima occhiata stizzita prima di uscire dalla stanza.

{.....}

Qualche minuto più tardi era tornato nel salotto senza felpa.
- Non guardarmi così! Per colpa tua non voleva lasciare la felpa, ogni volta che provava a strappargliela dalle mani frignava graffiandomi! -
Mikey aveva ricominciato a ridere, puntualizzando che non era colpa sua dato che era stato Bronx a scegliere il cartone.
- Ha un anno, cribbio, non sa ancora quello che vuole! -
- Oppure non sa ancora quello che il padre può o non può vedere, piccolo tenerone! -
Pete gli aveva mostrato il dito medio, accucciandosi contro al suo petto, mandando nuovamente a puttane l'idea di leggere il quotidiano.
- Non è colpa mia! La colpa è della Sindrome di Mufasa.-
Alzare il sopracciglio ed assumere un'espressione contrariata era diventato il suo sport preferito.
- Non conosci la Sindrome di Mufasa?!- aveva urlato con fare isterico - Ma quale infanzia triste hai vissuto Moikey?!-
- Un'infanzia felice, direi...-
- La Sindrome di Mufasa colpisce nove bambini su dieci! Lo dicono le statistiche, diamine!-
- Quali? Quelle dei ricercatori Pampers?-
Pete gli aveva tirato un ciuffo di capelli, esclamando convinto che quella era una cosa seria.
- Spiegami questa Sindrome, su!-
Pete aveva stretto le braccia intorno ai suoi fianchi ossuti, poggiando il mento sul suo petto e fissandolo negli occhi con aria seria.
- Non vorrai mica che io diventi zuccheroso, vero?-
- Zuccheroso?! Sei tu che hai tirato fuori questa sindrome, non dare la colpa a me.-
- Non cambia nulla, tu non mi caverai una parola dalla bocca.-
Mikey aveva tirato fuori il telefonino, cliccando sull'icona blu di Twitter e scrivendo un messaggio compromettente.
- Che fai? Cerchi su internet la Sindrome?-
- No, ti sputtano su Twitter, ora tutti sapranno che tu sei un piagnone, Pete. La tua immagine di "uomo" verrà seriamente compromessa!-
- Non oserai....-
- La scelta è la tua, Pete. O mi dici di cosa si tratta o tutti conosceranno il tuo piccolo segreto...-
Pete aveva sbuffato, arricciando con le dita i lunghi ciuffi biondi del ragazzo.
-  Okay, okay... - aveva bofonchiato - La sindrome di Mufasa è quella cosa che ti prende quando vedi quel povero leone morire così e guardi l'espressione di Simba...-
- E?-
- Non mi hai detto di dirti altro! Volevi sapere quello che era e io l'ho detta....-
- Sto inviando... - aveva cinguettato continuando a trafficare con il telefonino.
- Oh, smettila! Ed io mi immagino nella sua stessa situazione.-
- Cioè? Immagini la tua testa sul corpo del leoncino e quella di Patrick sul corpo di uno Gnu?-
Pete gli aveva sorriso, scrollando la testa.
- E allora?-
- Mi immagino di essere Simba e di perdere la persona più importante della mia vita... e divento triste.-
- Bronx?-
- Okay, rettifico, la seconda persona più importante della mia vita e divento triste, perché so benissimo che se dovesse succedere io...io smetterei di vivere all'istante.-
- E chi sarebbe la seconda persona più importante della tua vita?-
- Non lo saprai mai...-
Mikey gli aveva mostrato il messaggio che aveva scritto, poi aveva mosso il dito verso il pulsante con su scritto "Twetta".
- Non lo faresti mai...- aveva commentato credendo fermamente in quelle parole.
Ma non appena aveva visto il dito avvicinarsi troppo allo schermo aveva sputato il rospo.
- Sei tu.-
Mikey gli aveva sorriso, posando il telefono sul pavimento e abbracciando il moretto. Si era trattenuto per un po prima di dire qualcosa di "antizuccheroso", voleva crogiolarsi in quel piccolo momento di tenerezza, così raro con un ragazzo simile, ma poi - quando era saturo di zucchero- aveva esclamato : "Oh, ma non ti preoccupare, se mai Patrick dovesse cercare di ucciderti io lo lascerei fare tranquillamente! Non c'è alcun pericolo che lui uccida me.."
Pete lo aveva incenerito con lo sguardo, balbettando qualcosa che poteva essere simile a : "Uccidi sempre i momenti più romantici, sei proprio un ammazza-tenerezza!".
Mikey gli aveva preso il mento fra le mani, tirandolo leggermente in su, premendo le labbra contro le sue e sussurrando un flebile:
"I love you, Big Boy".



Se siete arrivate fino a qui avete tutta la mia stima! ç-ç
Questa cosa obriobriosa che ho scritto è per la mia Spencer personale che mi sopporta quasi quotidianamente e che "ascolta" tutti gli scleri che la mia mente elabora, compreso questo (?).
è il mio personale modo - molto personale- di dirgli grazie <3
Per il resto... beh, giuro che la prossima sarà una lemon e non ci sarà tanto FLUFF.
Peace!.
   
 
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