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Autore: Daistiny    19/01/2012    0 recensioni
Lei figlia di nessuno, figlia del deserto di Dalmasca, figlia delle sabbie e del vento... Il suo carattere e la sua bellezza superba degna del deserto la facevano subito distinguere per il suo nobile lignaggio.
Non si considerava nessuno, soltanto se stessa.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Al-Cid, Altro Personaggio, Ashe, Basch
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Oltre il vento e la sabbia..'
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L'ex paladino di Dalmasca teneva puntato la faccia del marchese Ondore, che da incredula divenne quasi cupa... Basch sapeva bene cosa significava, qualcosa frenava il marchese dal dare subito una risposta all'invito di sulla altezza.
Non sapeva di cosa si trattasse con precisione quel qualcosa che aveva inavvertitamente notato, ma aveva il vago sospetto che dovesse trattarsi qualcosa di grosso.
Il giudice non potè chiedere nulla, se nò sarebbe stato come scoprire le sue carte, per tanto si limito solo a tenere doccio il nobile.
Halim non aveva più scusanti, con quell'invito che aveva ricevuto sua altezza Lady Ashe gli ordinava a raggiungerla a Rabanastre per la cerimonia di restaurazione. Il marchese sapeva bene quanto era difficile declinare un invito come quello, che era quasi un ordine, sapeva anche quando fosse indispensabile la sua figura alla cerimonia e il ruolo che ne ricopriva... ma non poteva andare a dire a sua nipote che il motivo per cui tanto tentennava era Amaya.
Se Ashe avesse saputo... di certo l'avrebbe presa molto male, Halim aveva fatto una promessa ad Amaya promessa che più che altro un giuramento... ma il cuore del marchese, era più umano del predicatore kiltiano che era lui. Ashelia doveva sapere le ragioni per cui lui si tratteneva dal dare una risposta.
Ondore chiese hai sui assistenti che gli fosse portata della carta da lettere e dell'inchiostro, annunciando così di voler rispondere alla missiva di sua nipote Lady Ashe. Il giudice archadiano chiese cosa volesse gli rispondere a sua altezza ,la principessa, il governatore dell'isola gli rispose che non era affar suo.
- Sto scrivendo a mia nipote, sua altezza Lady Ashe le motivazioni che  lei stessa vi ha mandato a cercare fin qui.-
-Sua maestà Lady Ashe mi ha mandato qui per sapere se intendete venire o no alla cerimonia di restaurazione, ricordandovi che siete una figura fondamentale-
-Su via giudice Gabranth... sono meglio di voi, quali sono i miei doveri verso la famiglia reale...e quali verso la chiesa kiltiana.-
Il marchese squadro dalla testa ai piedi il giudice, che in quel momento si tolse il pesante elmo in mithriil, rivelando il suo bellissimo volto che per molti era il volto di un traditore.
Molto spesso nei suoi incarichi, Basch indossava quasi sempre l'elmo nascondendo così il suo volto alla vista di chiunque, solo a palazzo e nelle poche occasioni il giudice si toglieva l'elmo. Da quando era stato invitato a Rabanastre per la cerimonia di restaurazione del regno insieme a Lord Larsa, il giudice aveva  sempre portato il'elmo per non mostrare mai il suo volto.
Eppure Basch sapeva che agli occhi di tutti con quell'armatura appariva un altro, la sua stessa voce sembrava venir modificata dal elmo inquietante.
Quella era la sua unica difesa a gli occhi del popolo dalmasco e dell'intera Ivalice.
Mentre la punta del calamaio lentamente tracciava linee e solchi neri armoniosi tra loro, la penna ondeggiava flessuosa assecondando i rapidi movimenti della mano che si muoveva su carta. Rivelando cosi una scrittura sottile e rapida, senza fronzoli di alcuna maniera, Basch poteva solo lontanamente immaginare.
Halim aveva deciso di dire la verità in quel messaggio, aveva scritto delle brevi righe contenenti tutta la verità. Il marchese si era fatto portare il suo sigillo e la cera lacca. Firmato il messaggio aveva chiamato il giudice e gli aveva consegnato la missiva, guardandolo con una certa freddezza.
Ondore non poteva sopportare quell'uomo e quello che gli ricordava, ne voleva far sapere a sua nipote della venuta di un cosi simile individuo. Ringraziò gli dei se la sua amata nipote aveva avuto l'accortezza di non farsi trovare in quel momento, se fosse saltato fuori non avrebbe avuto nessuna scusa per giustificare le domande che il giudice gli avrebbe posto.
L'huma era solo seccato del comportamento della ragazza che non riteneva al quanto decoroso per una del suo rango, da quando aveva lasciato la corte Amaya siera inselvatichita, diventando molto più ribelle.
Per il marchese era una fatica farsi rispettare da quella ragazza dai modi bruschi e poco consoni a quelli che lui era abituato. Già sapeva che quando sarebbe ritornata lei e lui avrebbero dovuto fare una discussione a quattro occhi, ma per adesso quello non era il caso aveva ben altro di cui occuparsi.
Halim non vedeva l'ora di far andare via il giudice dal suo palazzo, non tollerava più che quel individuo stesse un secondo di più nel suo palazzo, voleva che se tornasse da dove n'era venuto, non prima di aver consegnato il messaggio per cui era li.
Il marche non osò pensare che cosa sarebbe potuto succedere se il giudice si fosse fermato più del dovuto li, non gli avrebbe mai permesso di avvicinarsi ad Amaya chiunque egli 

sarebbe stato. Non gli avrebbe permesso di commettere un sacrilegio.

   
 
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