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Autore: Reghina    20/01/2012    1 recensioni
Una terra di pirati. Ma dalla morte del Re Gol D Roger, Line non è più un bel posto dove vivere. I Tenryūbito hanno vietato la pirateria e solo le famiglie nobili che sono passate dalla loro parte non fanno la fame. Trent'anni dopo la morte del Sovrano, c'è chi si è abituato e chi ancora lotta per riavere indietro l'identità di Pirata. E poi c'è chi vive alla giornata, come Zoro.
Questa fic è una AU solo nel senso che non siamo in mare. In realtà è One Piece ambientato sulla terra ferma. Buona lettura!
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Roronoa Zoro, Sanji, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Note e Chiarimenti a fine capitolo.

9. Stanza.

Rufy ansimò passandosi la mano sulle labbra, lì dove del liquido cremisi macchiava la pelle.
Zoro e Sanji si scambiarono un'occhiata preoccupata, tornando a fissare il giovane Monkey D intento a rimettersi in piedi.
Fosse dipeso da loro due, avrebbero immediatamente aiutato quell'idiota che ormai era il loro Capitano a tutti gli effetti come quando erano bambini, ma erano quasi certi che il nobile li avrebbe presi a calci se c'avessero provato.
E inoltre, per quanto fosse dura ammetterlo, non avevano la forza di muoversi nemmeno per finta.
Robin e Chopper invece erano appena arrivati e forse avrebbero potuto combattere, ma l'archeologa non avrebbe potuto usare i suoi poteri visto che Arlong era ricoperto di acqua di mare e il medico aveva le zampette che tremavano terrorizzate.
Franky stava ripiegato su se stesso tentava di non farsi finire il ciuffo azzurro davanti gli occhi, Sanji leggermente accucciato con la sigaretta in bocca e Zoro appoggiato ad una delle sue spade piantata in terra.
Avevano tutti e tre combattuto contro decine e decine di uomini-pesce, non ce l'avrebbero fatta a continuare e Arlong non sembrava debole come i suoi subordinati.
E anche lo fosse sembrato, ebbero subito la prova che non lo era quando si gettò nuovamente su Rufy cercando di addentarlo.
Il ragazzo attese fino all'ultimo momento per spostarsi, facendo mordere una colonna che si frantumò in mille pezzi rischiando di seppellirlo.
Ruotò a mezz'aria atterrando in piedi e allungò la gamba per poi tentare di tirare un calcio all'uomo-pesce che però si gettò nella piscina.
Il Capitano ringhiò osservando l'acqua con le gambe divaricate e la schiena sporta leggermente in avanti, attento però a non avvicinarsi troppo al bordo della piscina.
Chi mangiava un frutto del diavolo non poteva nuotare e lui non voleva certo rischiare di affogare.
Doveva eliminare quel dannato uomo-pesce che aveva fatto piangere la sua Navigatrice.
Non gli importava un bel niente se erano passati dieci anni o più da quando lei era diventata parte della ciurma di Arlong, non gli interessava se da bambino non era riuscito a fare niente e l'aveva condannata, non gli importava se lei non voleva che tutto quello succedesse.
Era la sua Navigatrice e di nessun altro, non avrebbe permesso al primo pesciolino dal naso a zig zag che capitava di portargliela via.
Avvertì l'acqua della piscina muoversi e sentì tutti gli sguardi puntati sulla massa azzurro chiarissima.
Gli pareva di percepire i suoi compagni trattenere il fiato e gli abitanti del villaggio stringere la presa su picconi e attrezzi vari da lavoro.
Sentì un brivido percorrergli la schiena e capì che era quello il momento dell'attacco di Arlong.
Prima ancora che l'acqua si aprisse per far passare l'uomo-pesce lanciato a tutta velocità Rufy saltò.
Lo spostamento d'aria causato dall'attacco fu talmente potete che il giovane nobile finì comunque contro il palazzo di Arlong, battendo la schiena.
Si aggrappò alla parete, poggiando i piedi su un piccolo tetto che sporgeva da una delle finestre.
Un solo secondo di esitazione e sarebbe stato preso in pieno e anche schivando il colpo aveva rischiato di spezzarsi la schiena battendo contro il castello.
Guardò verso il basso, notò Arlong immergersi nuovamente quindi divaricò le gambe cercando stabilità e assottigliò lo sguardo.
Sogghignò e si buttò giù dal tetto avvicinandosi al bordo della piscina, sotto gli sguardi stralunati dei suoi compagni.
“Levati di lì!” gli urlò Sanji.
“Quell'idiota” borbottò Zoro.
Nami strinse maggiormente il cappello di paglia sul suo capo e trattenne il fiato.
< Rufy > pensò.
L'archeologa osservava cercando di mostrarsi indifferente, ma le iridi azzurre leggermente dilatate smentivano quella sua aria composta.
Chopper si era nascosto dietro di lei e sbirciava il combattimento nascondendosi ogni volta che Arlong entrava nel suo campo visivo.
Quando l'uomo-pesce uscì nuovamente dall'acqua a tutta velocità e Rufy ancora non si muoveva tutti trattennero il fiato ma il ragazzo saltò all'ultimo momento unendo le dita tra loro allungandole come a formare una rete.
Prese Arlong per il naso e ruotò su se stesso gettandolo lontano dalla piscina.
L'uomo-pesce si schiantò sulla finestra del castello sfondandola e finendoci dentro e il giovane nobile allungò un braccio afferrando il bordo di uno dei piccoli tetti per lanciarsi a sua volta all'interno.
Nami spalancò gli occhi riconoscendo il punto in cui i due erano entrati sfondando la finestra e si portò una mano alla bocca stringendo con l'altra più forte il copricapo di paglia cercando di nascondere gli occhi che andavano riempendosi di lacrime.
Proprio quella camera...la sua camera.

L'aveva trascinata fino a delle mura di cinta che la bambina avrebbe giurato non esserci, fino ad una settimana prima.
Era stata portata dentro e l'odore salmastro di acqua di mare improvviso le aveva mozzato il respiro così come i suoi occhi si erano spalancati.
Delle immense piscine d'acqua salata costeggiavano una costruzione gigantesca con i piani rettangolari che andavano man mano restringendosi fino al tetto appunta di mattonelle rosse, a buccia di banana.
Ogni piano aveva uno di quei tetti e innumerevoli finestre.
La bambina deglutì e desiderò ardentemente avere lì Nojiko per stringerle la mano, ma non l'aveva vista da nessuna parte.
Dopo che Arlong aveva sparato a Bellemere la sorella aveva invitato la più piccola a scappare ed era così che Nami era arrivata fino a Rufy.
Solo che poi il bambino era andato ad affrontare l'uomo-pesce e lei si era trovata da capo a dodici, sta volta costretta a lavorare per Arlong.
Doveva trovare 100.000.000 in modo da pagare il debito del suo quartiere e liberarlo, quel debito che aveva contratto più per salvare la vita del suo giovane amico che degli abitanti del posto.
Si lasciò trascinare passivamente su per le scale fino a quando non venne scaraventata dentro una stanza ripiena di fogli bianchi, fili per appenderli, mollette, librerie, una scrivania con tutto l'occorrente per disegnare, una sedia e una finestra.
Guardò Arlong che ghignò.
“Qui hai tutto quello che ti serve...quindi mettiti pure al lavoro, 'Navigatrice'!”.

Forse perché era così vivido nella sua mente, ma riconobbe immediatamente la pioggia di fogli che precipitò giù dalla stanza.
Svolazzavano tranquilli cadendo e ben visibili erano i disegni tracciati con la matita.
Anche se non li avesse visti, Nami li conosceva troppo per non saperli riprodurre anche ad occhi chiusi.
Quelle erano le 'sue' cartine, le cartine che aveva disegnato per Arlong.
Soffocò con la mano un suono che voleva uscirle dalle labbra, ma non riuscì ad evitare di mormorare il nome del suo salvatore.
“Rufy” chiamò appena.
Nemmeno lui l'avesse sentita, il muro precipitò e insieme ad esso la scrivania su cui aveva tanto lavorato, senza mai volerlo davvero, facendolo solo perché costretta e per paura di quelle creature.
Si sporse istintivamente in avanti, cercando di vedere attraverso le macerie come stava andando lo scontro e anche il resto dei compagni di Rufy non esitò a fare lo stesso.
Gocce di sudore imperlavano i volti di Sanji e Zoro, vicini l'uno all'altro, incapaci di muoversi per avvicinarsi al luogo dello scontro ma mai troppo esausti per chiedersi come stesse il loro Capitano.
Franky buttò con violenza il ciuffo di lato per impedire gli oscurasse la visuale come già stava facendo da troppo, da quando aveva esaurito la scorta di coca cola.
Robin incrociò le braccia tra loro alla ricerca di un luogo stabile dove fosse possibile far spuntare un occhio supplementare per seguire la lotta e Chopper annusava furtivamente l'aria alla ricerca di un odore di sangue più o meno umano, più o meno forte.
Nessuno riuscì a vedere niente, perché l'edificio crollò su se stesso immediatamente dopo l'abbattimento del muro.
O almeno questa fu l'impressione.
Rufy, da dentro, invece aveva continuato a distruggere tutto ciò che gli capitava a tiro.
Cartine, mobili, penne, libri, mura.
Non si stava più preoccupando del combattimento con l'uomo-pesce che stava immobile a terra allucinato dal comportamento del ragazzo.
Pensava solo a radere al suolo quel posto che aveva fatto soffrire Nami.
Forse si sbagliava, poteva anche essere che non fosse causa di quella stanza, ma lui sentiva che doveva raderla al suolo, che nessuna di quelle mappe era davvero della sua Navigatrice e che lei lì dentro non era mai stata felice nonostante avesse a disposizione tutti gli strumenti per lavorare al meglio possibile.
Sapeva solo di aver visto una piuma d'oca sporca di sangue e non averci capito più niente quando Arlong gli aveva detto che Nami era una 'sua cosa'.
Perché il giovane nobile non considerava certo la ragazza una sua proprietà, ma la sua preziosa compagna.
Aveva trovato la forza di alzarsi ma non per uccidere quel pesce dal naso strano, semplicemente per distruggere quel posto.
L'inizio era stato il muro di lato, poi aveva alzato il piede allungandolo oltre il tetto in maniera da sfondarlo e infine con foga l'aveva abbattuto contro Arlong e contro il pavimento.
E tutto era crollato con lui dentro, davanti gli occhi dei suoi compagni e di un intero quartiere che adesso tratteneva il fiato.
“Ohi! Che succede?”.
Usopp arrivò camminando a gambe larghe con tranquillità, sorridendo.
“Cosa? Non ditemi che tutta questa folla è per me!”.
Avanzò fino a raggiungere le spalle degli abitanti del quartiere, che però nemmeno si girarono ad ascoltarlo.
Il ragazzo sporse il labbro e assottigliò lo sguardo.
“Ohi, mi sentite?”.
Cercò di farsi largo tra la gente spintonando a destra e a manca, riuscendo a emergere al fianco di Robin.
L'Archeologa fissava davanti a sé con gli occhi spalancati e attaccato alla sua gamba Chopper aveva la stessa espressione terrorizzata.
“Ehi, Robin! Chopper! Che succede qui?” chiese il Cecchino.
Sporse la testa e notò Nami con il volto totalmente coperto dal cappello di paglia di Rufy che stava in piedi leggermente isolata dagli altri.
Usopp si grattò il capo e fece scorrere lo sguardo fino al piazzale ricoperto di uomini-pesce.
Sanji e Zoro fissavano le macerie di un'enorme edificio ondeggiando su loro stessi come se da un secondo all'altro dovessero svenire, parevano incapaci di respirare o parlare oltre che di muoversi.
Franky era in ginocchio poco più di lato che osservava lo stesso punto con il capo riverso all'indietro per non farsi finire il ciuffo davanti gli occhi, l'espressione però era la stessa dei due più piccoli.
Usopp cercò di osservare con più attenzione l'edificio ma non vi vide nulla di particolare.
“Ohi, dov'è Rufy?” domandò a Robin.
L'Archeologa stava per aprire bocca quando le macerie si mossero e rotolarono di lato tutte insieme e sulla sommità, coperto di polvere rimasta appiccicata a causa del sangue, il giovane Capitano stava in piedi.
“NAMI! TU SEI LA MIA NAVIGATRICE, CHIARO?” urlò.
La ragazza strinse maggiormente il cappello e annuì forte, senza riuscire a pronunciare una sola parola, ma non servì, perché il nobile sorrise solare.
Usopp piegò il capo di lato perplesso.
“Qualcuno mi spiega cos'è successo?” domandò.
Intorno a loro erano scoppiate grida di festeggiamento e tutti si abbracciavano cantando finalmente alla ritrovata libertà.

 

Note e Chiarimenti.

1. Credo di essere in ritardo stroboscopico e credo che questo capitolo non sia un granché, ma era per 'concludere' la faccenda Arlong e spero sia abbastanza 'RuNamoso'.

2. Usopp a me ha abbastanza divertito, spero abbia fatto lo stesso effetto anche a voi XD

3. Nel prossimo penso inizierò 'Il Baratie'. Tanto devono tornare nel territorio del Rosso e non esiste che Rufy non abbia fame dopo una battaglia u.u

4. Se vi state chiedendo quando dura un singolo giorno a Line, sappiate che 24 ore non sono ancora esaurite. Non è la giornata infinita, sono loro che fanno tremila cose in dieci minuti XD

5. Qualsiasi richiesta è ben accetta <3

   
 
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