C'era una ragazza intimorita, le sue mani tremavano, la sua voce era sottile e lei era costantemente terrorizzata dall'idea che nessuno potesse sentirla gridare per la sofferenza, per la paura, per cose più grandi e forti di lei. Temeva di non avere la meglio su niente e su nessuno. Si chiudeva in se stessa, aspettando che qualcuno dipingesse un sorriso sulle sue labbra carnose, che mordicchiava quando le lacrime raggiungevano le sue guance, rigandole, per poi cadere sul pavimento e rimanere lì, in attesa di scomparire piano piano..

C'era un ragazzo sicuro di sé e al contempo possedeva una dolcezza sovrumana; era in grado di cullare le persone con la sua voce, aveva la capacità di trasportare nei sogni anche i più cinici e i più realisti.. Persone come quella ragazza.

Si chiamava Rosie. Amava sognare, ma questo prima di scontrarsi con la realtà.. Quella dimensione dura, crudele e completamente differente dai suoi desideri. L'aveva messa al suo posto. Rosie, da sognatrice, era diventata.. Morta. Era diventata un essere capace di azzerare le proprie emozioni e riattivarle solo ogni tanto. Con il tempo, però, il controllo che esercitava su se stessa non le permise più di sorridere. Il suo mondo stava scivolando sotto di lei, stava cadendo in una realtà peggiore di quella che tutti, bene o male, affrontano. Voleva morire.. Eppure viveva, ma non riusciva a dare nulla.. Finché non arrivò lui, un ragazzo alto e dagli occhi castani, i capelli lunghi come quelli di un degno rockettaro degli anni '80.

Si chiamava Richie.

Richie Sambora. Si erano conosciuti in un locale ma non importa come, dove e nemmeno quando. Rosie era rimasta affascinata dalla sua voce; amava ascoltarlo parlare e cantare, veniva completamente rapita da lui, che la portava su un altro pianeta, lontana da tutto e tutti. Non avrebbe mai voluto abbandonare quelle braccia, non avrebbe mai voluto smettere di baciare le sue labbra, non si sarebbe mai allontanata dall'unico capace di farle provare i sentimenti che le mancavano tanto. Era tornata viva, grazie a lui. Non era più un cadavere. Non era più un estraneo, costretto a vivere come uno straniero in una comunità di cinici razzisti. Si sentiva al suo posto, non era più nascosta nell'angolino in cui la realtà l'aveva spedita a testa bassa. Aveva trovato la sua fonte inesauribile di gioia.

"Promettimi.. Promettimi che non mi lascerai mai da sola.. Promettimi che continuerai a tenermi in vita esattamente come hai fatto dal primo momento in cui ho sentito la tua voce. Promettimi che non ci diremo mai addio". Lui glielo aveva promesso.. Ma spesso la distanza era troppo pesante da sopportare, per tutti e due. Arrivò il momento che giaceva negli incubi di Rosie e nelle paure di Richie. I tour, i suoi impegni, le registrazioni, le fotografie, i video.. Rosie si sentiva felice e triste, utile e inutile, viva e morta, ma troppo spesso triste, inutile e morta. Non voleva tornare come prima, non poteva permetterselo.

"Forse è giunto quel momento..".

"Si. E' giusto così"

No, non lo era. Entrambi deglutirono, Richie per ricacciare indietro le lacrime, Rosie perché si era rassegnata a tornare quella di prima.

When you're too proud to crawl,

It keeps your back against the wall

You wanna die, but you live,

With nothing left to give

And there's no place to hide,

When you're tangled up inside

There's a burning light in this town

For every heart that's broken down tonight

Here tonight

You're stranded out there in the rain,

But you just can't see past the pain tonight

Erano passati due anni. Rosie viveva ancora in quella casetta di Woodbridge che avevano acquistato qualche mese dopo essersi conosciuti. 7 mesi, forse 8. Gli aveva detto che lui era la sua dolce dipendenza, non riusciva a far meno di quegli occhi nei quali si immergeva per trovare il suo pezzetto di Paradiso. Aveva cercato di farlo ancora, voleva ritrovare quella pace, all'inizio così insolita e nuova. Ma con una fotografia.. Non era lo stesso.

"And there's no place to hide, when you're tangled up inside..". Cantò quelle parole, totalmente cosciente del fatto che erano le più vere che avesse mai sentito. Non poteva nascondersi, era immersa in quella situazione da troppo tempo e non sarebbe mai riuscita a girare una pagina contenente così tante emozioni.

"Non hai cambiato nulla. C'è ancora la mia camicia blu sulla poltrona". Rosie si alzò di scatto dal letto e si voltò verso di lui. Era tornato o stava sognando? Era comparso così tante vole, nei suoi sogni, che ormai faticava a riconoscere la realtà dalla fantasia.

"Mi sembrava scortese buttarla via, nel caso avessi voluto tornare per riprendertela..". Risposta sciocca, quasi scontata e del tutto inutile. Priva di senso, piena di ironia e malinconia.

"Sono tornato. C'è una pausa, registrerò un cd, da solo, senza i ragazzi..". Rosie annuì, con una mano nascose il fazzoletto di carta che aveva appoggiato di fianco a lei.

"Voglio sorridere, Richie. Senza di te non ci sono mai riuscita, nemmeno una volta. Voglio tornare a volare, voglio abbandonarmi alla gioia, della quale non ricordo più nemmeno il sapore. Lo so, sono egoista.. Ma è l'unica maniera che ho a disposizione per sentirmi viva".

 Lui ebbe un attimo di esitazione; possibile che fosse così indispensabile per una persona? Eppure non credeva di essere così importante pressoché per nessuno. Annuì, disposto a tornare ad essere la causa del sorriso della ragazza che amava. Perché, insomma, che razza di angelo custode sarebbe stato, se non fosse tornato al fianco della sua protetta?

Nota dell'autrice:

Per prima cosa vorrei ringraziare tre persone in maniera particolare. La prima è la mia migliore amica che ha sempre avuto un mucchio di pazienza nel leggere le mie innumerevoli (e terrificanti ç_ç) storie. Mi ha sempre consigliata e incitata ad andare avanti, a credere nel mio sogno e a continuare a fare quello che amo.

In secondo luogo ringrazio Ilaria, - KeepSmiling -, dicendo che qui, su EFP, le critiche ti aiutano a crescere e ti danno un motivo in più per mettere sulla carta - o su una pagina word - quello che la fantasia detta costantemente. 

Infine ringrazio il protagonista maschile di questa mini storia, Mr Bluesman ovvero Richie Sambora. E' merito suo se moltissime delle mie paure sono svanite nel nulla e se, spesso, ho smesso di stare male proprio grazie alla sua voce.

Grazie a tutti per la lettura :) 

Rosie