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Autore: LemonKing    28/01/2012    4 recensioni
« Ho un regalo per te », Izaya posò una mano sul fianco: « Ti permetto di colpirmi. »
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izaya Orihara, Shizuo Heiwajima | Coppie: Izaya/Shizuo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Sento il bisogno di dirlo: non sono pienamente soddisfatta.
Ma tengo a questa fanfiction, in quanto è un regalo che ho fatto al mio Shizu-chan, dal momento che oggi è il compleanno di Shizuo Heiwajima.
Buona lettura (spero). ><




The Flea and the Beast

 

L’ora di educazione fisica era un’ora sopportata con fatica da Shizuo, insieme alla ricreazione.
Questo perché la sua classe e quella di Izaya si trovavano a condividere la palestra, la lezione e, di conseguenza, lo spogliatoio.
Era un giorno qualunque. Un noiosissimo giorno qualunque.
Anche se era il suo compleanno non cambiava nulla.
In molti gli facevano gli auguri, ma non era poi così speciale. Solo suo fratello era solito fargli un regalo.
Shinra sembrava la persona più entusiasta, ma era tipico del suo carattere; assicurò anche che gli avrebbe fatto un regalo se Shizuo gli avesse permesso di analizzare il suo corpo. Ovviamente la sua risposta fu un netto rifiuto.
Izaya gli andò vicino, dopo che anche Kadota gli ebbe detto “Buon compleanno”.
Fu in quel momento che scese il silenzio, sinonimo di forte tensione.

<< Shizu-chan, tanti auguri. >>

Shizuo si stupì di udire solo quelle parole provenire da lui.
Gli altri studenti, ammutoliti, si cambiavano d’abito per indossare il completo da ginnastica.
Quei due erano ancora vestiti e si scrutavano a vicenda.
Izaya aveva il volto tranquillo, uno sguardo quasi derisorio.
Il ragazzo dai capelli biondi, invece, era accigliato e teso. La sua sola presenza lo irritava.

<< Grazie >>, mormorò solamente.

<< Ho un regalo per te >>, Izaya posò una mano sul fianco: << Ti permetto di colpirmi. >>

Immediatamente tutti gli occhi furono rivolti a loro.
Shizuo digrignò i denti.
Ecco dove voleva arrivare la pulce.
Gli dava fastidio, fastidio, fastidio. Voleva grattarlo via, farlo sparire dalla sua visuale.
Quella proposta, quel “regalo”, non era altro che un modo di prenderlo in giro.
Sapeva che Izaya amava tirare fuori la sua parte più violenta e animalesca.
Shizuo gli diede le spalle e iniziò a togliersi la camicia della divisa scolastica.
La pulce fece un passo avanti, un piccolo salto nel suo territorio. Era pronta ad attaccarsi a lui.

<< Shizu-chan, non si rifiuta mai un regalo.
Avanti, hai l’opportunità di farmi quello che vuoi. Anzi, di mostrarti per quello che sei. >>

Un mostro, no?

<< Una bestia.
Una bestia di aspetto discreto, con una terrificante inclinazione alla violenza.
Tutti hanno paura di te.
Ma, sotto sotto, sei anche gentile. >>

Shizuo chiuse gli occhi e il respiro accelerò.
Non sopportava di sentire quelle cose.
Si allontanò dal proprio armadietto, cercando di controllarsi, di non dargliela vinta.
Shinra e Kadota guardavano la scena senza intervenire.
Izaya non mollò la presa e si portò di nuovo verso di lui.
Fu in quell’istante che Shizuo perse la testa e allungò un braccio per spingerlo con quanta forza aveva in corpo.
Scaricò la sua rabbia attraverso la mano che gli toccò bruscamente il petto.
La pulce andò a sbattere con la schiena contro l’armadietto aperto, quindi contro le diverse mensole che portavano scarpe e abiti, che gli caddero addosso. E rise. Rise di gusto.
Shizuo gli andò ancora contro, prendendolo per il colletto della maglietta rossa.
Era nervoso per la sua risata, frustrato per aver ceduto, per essere caduto nella sua trappola.

<< Finiscila o ti ammazzo! >>

Lo lasciò di scatto. Lanciò un’occhiata furiosa agli studenti, che fuggirono in palestra.
Kadota seguì Shinra, che prima di uscire rassicurò i due che avrebbe detto al professore che sarebbero andati a lezione con qualche minuto di ritardo.

Nello spogliatoio rimasero solo Shizuo e Izaya.
Quest’ultimo si alzò in piedi e gli diede le spalle. Si tolse la giacca e poi l’indumento sottostante; rimase con la schiena scoperta.
Anche Shizuo si stava cambiando. Aveva appena finito a dire il vero, anche se aveva strappato la maglia nella foga di indossarla, dati i nervi ancora poco saldi.
I suoi occhi caddero sul corpo dell’altro e la prima cosa che vide furono le ferite sulla pelle.
Si soffermò in quei punti arrossati, che sarebbero diventati sicuramente violacei. C’erano pellicine che lasciavano intravedere la parte di pelle più scura, quasi rossiccia.
In quel momento lo attraversò una sensazione di disagio. Non voleva vederlo così, perché, sì lo aveva provocato, ma il colpevole era lui. Lui gli aveva procurato quelle ferite e in quel momento non importava che fosse Izaya.
Un senso di colpa lo pervase. Liberare la sua adrenalina era stata una sua scelta, fatta, però, al fine di diventare sempre più forte e riuscire, un giorno, a controllarsi. Voleva migliorarsi.
Con una potenza del genere aveva sempre distrutto, poche volte salvato.
E adesso si rendeva conto di aver ferito una persona, l’ennesima persona, che lo meritasse o meno.
Odiava vedere il suo ‘operato’, perché odiava vedere di cosa fosse capace - in maniera negativa.

Era davvero una bestia.

 
In uno scatto allungò un braccio e prese la mano dell’altro, per fermarlo e non farlo vestire.

<< Cosa c’è, Shizu-chan? Vuoi portarmi dal Preside perché ho fatto il bambino cattivo? >>

<< Zitto. >>

Il tono distaccato e gli occhi fissi sulla maglia da ginnastica che la pulce voleva indossare.
Le dita lasciarono la presa e corsero delicatamente sulla pelle, fino a raggiungere la spalla.
Era dietro di lui, così prese ad accarezzargli la spina dorsale, passando i polpastrelli anche sulle ferite.
Izaya restò fermo, rilasciò lenti sospiri quando venne toccato nei punti più sensibili.

Era una bestia gentile.
(Era esattamente come lo descriveva Izaya… ?)


Si chinò a posare le labbra sulla pelle rossa e chiuse gli occhi.
Lo teneva per i fianchi ora, così che con la bocca poteva scendere e salire lungo la schiena.
La pulce non parlava e lui apprezzava il silenzio e quei bassi gemiti che ogni tanto si lasciava sfuggire.
Salì fino al collo e gli lasciò un delicato morso.
Sentiva una forza più grande della sua prendere il sopravvento e guidarlo.
La lingua guizzò fuori e andò a posarsi sull’orecchio del ragazzo con i capelli scuri. Leccò il lobo e poi l’interno, spostandosi in avanti sulla guancia.
Fu allora che Izaya si scostò delicatamente, per voltarsi e liberarsi dalla sua presa:

<< E’ questo che vuoi per il tuo compleanno? … Me? >>

Lo guardò attentamente, riducendo gli occhi a due fessure, gradendo le sue stesse parole.
L’atteggiamento dell’animale che aveva dinnanzi era stato del tutto inaspettato, ma non aveva bisogno che gli fosse spiegato: aveva capito tutto.
Non era difficile.
Molto più umano di quanto pensasse.
Shizuo scosse il capo, arrossendo.
Non capiva cosa gli fosse preso. 

<< Vuoi sentirti dire che sei una brava persona allora? >>

<< No. >>

Voleva essere lasciato in pace in quel momento.

<< Bene, perché non lo sei. Lo dimostrano le mie ferite. Sei una bestia, Shizu-chan. >>

Izaya faceva così per provocarlo.
Shizuo strinse i pugni e si allontanò per dirigersi in palestra.
Intanto quello continuò:

<< Però, sai… nelle favole le bestie diventano principi, dunque gli animali diventano uomini. >>

<< Cosa vorresti dire? >>

<< Che le favole non sono reali, purtroppo. >>

A quelle parole seguì una smorfia e un suono di disprezzo da parte del ragazzo con i capelli biondi:

<< Posso essere più cattivo di qualunque mostro mai inventato, però. >>

<< Quindi anche più altruista di qualunque eroe? Oppure… più coraggioso? >>

<< Coraggioso? >>

Shizuo fece quella domanda, mentre Izaya si portava di fianco a lui:

<< Sì, coraggioso a tal punto da diventare un principe. >>

Shizuo accennò un lieve sorriso, ma nessuno se ne accorse, nemmeno Shinra: era preso a contemplare con quanta tranquillità erano entrati quei due, insieme, in palestra.

  
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