Circa 370 parole, decisamente introspettiva e terribilmente angst.
[...] un corteo di zefoli di vento, piccoli, spensierati e ribelli come folletti o come bambini che non vogliono farsi pettinare arrivavano fin lì con la fretta infantile di chi non vuole perdere tempo ma non ha una singola cosa da fare e si rincorrevano arricciandosi tra loro; risate gioiose che gli altri chiamavano fruscii si perdevano nell’azzurro cupo che invade il cielo dopo il tramonto, quando il mondo diventa buio e i cuori magri hanno paura.
No, sorry, non è una slash - la presenza di un altro personaggio si sente a malapena.