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Autore: Alexandra_ph    05/02/2012    1 recensioni
Questo racconto è la continuazione di Fly with me ed è stato scritto nella primavera del 2003.
A quei tempi la mia ispirazione procedeva in direzione diversa rispetto alle puntate della 7a stagione che stavano trasmettendo (forse perchè erano puntate ben poco shipper...) e così ne venne fuori una "storia parallela", che seguì la sua strada...
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fly with Me'
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Una vendetta crudele

Nota dell’autore:

Questo racconto è la continuazione di Fly with me ed è stato scritto nella primavera del 2003; la mia ispirazione, a quei tempi, procedeva in una direzione completamente diversa e non riusciva più a riallacciarsi alle puntate della settima serie, che stavo vedendo ma che trovavo un pò "poco shipper".  

Mi ero resa conto che stavo creando una specie di "storia parallela"... ma che avrei potuto farci? Nulla, credo... E così ho lasciato ce la mia ispirazione procedesse, sperando che piacesse a chi avesse letto...

Esattamente oggi, che ripubblico le mie storie, mi auguro altrettanto: spero che piaccia anche a voi. Buona lettura!



UNA VENDETTA CRUDELE




Capitolo 1


“Sei il solito arrogante presuntuoso!”

“Tu, invece, sei il solito bulldozer!”

Le voci del colonnello MacKenzie e del capitano Rabb risuonarono alte anche attraverso la porta chiusa dell’ufficio del colonnello. Il tenente Sims alzò il capo dai documenti che stava preparando per l’ammiraglio e cercò, con lo sguardo, il volto di suo marito. Il tenente Roberts le rispose con il suo solito cenno, che esprimeva rassegnazione e al tempo stesso poneva una domanda.

Harriet guardò in direzione dell’ufficio dal quale, ora, non provenivano più voci. Dai vetri, tuttavia, si potevano vedere due persone che si fronteggiavano con aria bellicosa. Ad un certo punto il colonnello girò attorno alla scrivania e si fermò un attimo davanti al capitano, per dirgli qualcosa. L’espressione era corrucciata. Poi fece per uscire, una mano già sulla maniglia della porta, ma il capitano la fermò, prendendole l’altro braccio. A quel punto il colonnello diede uno strattone per liberarsi e uscì, brontolando ad alta voce, infastidita: “Vai al diavolo, Harm!”

“Mac, aspetta…” il tono del capitano Rabb sembrava dispiaciuto, mentre la seguiva, uscendo anche lui dall’ufficio.

“Ne ho abbastanza!” Mac si girò come una furia verso il capitano “… è inutile continuare a discutere con te!”

“Signori!” la voce autoritaria dell’ammiraglio Chegwidden si alzò sopra le altre, gelando l’atmosfera della stanza. Tutti si voltarono. Il colonnello e il capitano ammutolirono e si misero subito sull’attenti.

“Ammiraglio…” dissero contemporaneamente. L’ammiraglio li guardò per una frazione di secondo con aria severa.

Poi disse deciso: “Capitano, colonnello. Nel mio ufficio. Immediatamente!”

“Sissignore!” risposero entrambi.

L’ammiraglio li fece entrare; quindi si chiuse la porta alle spalle. Non prima, però, d’aver rivolto un’occhiata severa agli altri presenti, che si erano immobilizzati ad osservare la scena. Lo sguardo non poteva essere frainteso: significava “lo spettacolo è finito!” Il personale dell’ufficio obbedì automaticamente.

Harriet, confusa, abbassò il capo sui documenti ai quali stava lavorando. Non capiva più nulla. Erano passati circa due mesi dalla sera in cui aveva parlato col capitano Rabb, per raccontargli come il colonnello MacKenzie fosse sconvolta, mentre lui era disperso in mare durante una tempesta. Aveva colto immediatamente in Harm uno sguardo di pura felicità, quando gli aveva comunicato la notizia che il matrimonio tra Mac e Mic Brumby non sarebbe più stato celebrato. Pensava che le cose, tra il capitano e il colonnello, fossero state chiarite e che i due avessero capito, finalmente, di amarsi. Invece sembrava che tutto fosse cambiato. Non solo quelli che vedeva varcare la soglia dell’ufficio ogni mattina, non sembravano per nulla due persone innamorate... Addirittura non sembravano più neppure amici. Anzi: sembrava proprio che non si sopportassero nemmeno. Scosse tristemente la testa, pensando quanto, a volte, gli uomini e le donne potessero essere stupidi e buttassero al vento qualsiasi possibilità d’essere felici. Sia lei che Bud avevano continuato a sperare che Harm e Mac, i loro più cari amici, finalmente si mettessero insieme. A quanto pareva, però, non sarebbe mai successo. Tornò a concentrarsi sui documenti che stava preparando: meglio rimettersi subito al lavoro e non dare all’ammiraglio un motivo per arrabbiarsi anche con lei.

Nel frattempo, il tenente colonnello Sarah MacKenzie e il capitano di fregata Harmon Rabb stavano subendo, in silenzio, una bella lavata di capo da parte dell’ammiraglio Chegwidden.

“Allora, mi dite cos’è questa storia?” tuonò l’ammiraglio. “Da quando lei è rientrato in servizio, capitano, sembra che non riusciate più ad andare d’accordo. Che vi succede?”

“Nulla, signore” risposero all’unisono il capitano e il colonnello. Uno sguardo del loro superiore, tuttavia, li fece pentire della risposta: all’ammiraglio non piaceva essere preso in giro. Assolutamente no!

“Vede, signore, abbiamo una divergenza d’opinioni riguardo al caso che stiamo seguendo” disse il capitano, con tono conciliante.

“Ah, davvero?” domandò sornione l’ammiraglio. “Oggi si tratta di una divergenza d’opinioni sul caso… E l’altro giorno? E la scorsa settimana? E un mese fa? Me la racconti giusta, capitano!”

Mac guardò Harm di sfuggita: l’ammiraglio non avrebbe lasciato correre, questa volta. Harm ricambiò il suo sguardo rapidamente e cercò di calmare l’ammiraglio: “Davvero, signore, si tratta di divergenze…”

“Capitano, non mi prenda per uno stupido! Voi due avete lavorato assieme per anni e, nonostante, a volte, abbiate avuto divergenze d’opinione, non vi siete mai comportati come state facendo da alcune settimane a questa parte. Per la precisione da quando lei…” e guardò il capitano “… è rientrato in servizio dopo la sua brutta avventura in mare, e lei… “ e questa volta squadrò il colonnello “… non si è più sposata con Brumby. Cos’è successo, tra voi due?”

“Forse abbiamo lavorato per troppo tempo assieme…” suggerì il colonnello MacKenzie.

“Cosa intende, colonnello? Che non vuole più lavorare assieme al capitano Rabb?” chiese l’ammiraglio, con un tono che stava ad indicare quanto fosse infastidito dall’eventualità di dover modificare certe sue decisioni.

“No, no, signore! “ si affrettò a replicare Mac. “Lo dicevo solo per spiegare il motivo per il quale, ultimamente, non andiamo d’accordo.”

“E come pensa di risolvere la cosa, se continuerà a lavorare col capitano?” l’ammiraglio la osservava con aria divertita, ora.

“Ecco, signore…” iniziò Mac, ma Harm la interruppe: “Ammiraglio, lei ha ragione.”  Mac guardò Harm con una luce omicida negli occhi. Lui continuò, evitando il suo sguardo:

 “Vede, signore, io e il colonnello abbiamo soprattutto delle divergenze personali. Tuttavia, ritengo che possiamo risolverle a breve, da persone civili!”

L’ammiraglio scrutò sia il capitano, sia il colonnello. Si divertiva un mondo metterli alle strette.

“D’accordo, capitano, vedrò di crederle sulla parola. Lei cosa ne dice, colonnello? Pensa di riuscire a risolvere i suoi problemi con questo diavolo d’uomo?” chiese con aria divertita.

“Farò il possibile, signore” rispose Mac, sospettosa di fronte all’aria quasi amichevole che aveva assunto l’ammiraglio.

“Bene, signori, perché non ho nessun’intenzione di modificare la mia decisione di farvi lavorare assieme! Ora potete andare” e li congedò, sempre con un sorriso divertito negli occhi.

Harm e Mac uscirono dall’ufficio dell’ammiraglio in silenzio. Si rivolsero uno sguardo carico d’astio e molto eloquente: entrambi ritenevano che la colpa fosse dell’altro. Negli uffici del Jag nessuno fiatò, quando li videro dirigersi alle rispettive scrivanie senza rivolgersi più la parola. Harriet seguì con lo sguardo prima l’uno, poi l’altra. Dopodiché si alzò dal suo posto e bussò alla porta dell’ammiraglio.

“Mi scusi, ammiraglio. Le ho portato i documenti che mi aveva richiesto.”

“Ah, tenente, grazie” e allungò una mano per prenderli. Il tenente Sims si congedò e fece per voltarsi ed uscire, ma la voce di Chegwidden la fermò: “Harriet, aspetti un momento, per favore”

Lei lo osservò, titubante.

“Si sieda, la prego...”

Harriet si sedette in silenzio, aspettando che l’ammiraglio parlasse.

“Lei sa cosa sta succedendo tra quei due? ” chiese, facendo un cenno del capo in direzione della porta.

“No, signore”, rispose Harriet.

“N’è sicura, tenente?” le chiese di nuovo, con uno sguardo indagatore “ero convinto che lei e il colonnello foste amiche. Inoltre il tenente Roberts è amico del capitano…”

“Mi creda, ammiraglio: anche io e Bud non siamo riusciti a capire cosa sia successo. Quando il capitano tornò dalla convalescenza dopo il naufragio, fui proprio io a dirgli della reazione del colonnello e del fatto che il matrimonio era stato annullato. Lo vidi felice, alla notizia… Pensavo che avrebbe parlato con Mac… Pensavo che si sarebbero chiariti. Quei due sono innamorati pazzi l’uno dell’altra, signore!” disse con enfasi, ma subito, osservando lo sguardo dell’ammiraglio continuò “Oh, mi scusi…”

“Lasci stare, Harriet” la fermò l’ammiraglio “anch’io sono convinto che siano innamorati. Quello che non capisco è il loro comportamento da un po’ di tempo a questa parte… Credevo che, almeno lei, sapesse qualcosa in più. Ma, a quanto pare, brancoliamo tutti nel buio! Pensavo di dover tenere a bada solo il capitano, di solito è lui che mi rende la vita un inferno!” e ricambiò il sorriso che era comparso sul volto del tenente Sims a quelle parole “… ma ora ci si mettono tutti e due! Possibile che il capitano sia riuscito a contagiare anche il colonnello, con la sua speciale capacità di crearmi problemi?” domandò quasi a se stesso.

Harriet sorrise di nuovo. Le piaceva proprio quell’uomo! Talvolta la sua aria burbera la intimidiva, ma lei aveva potuto costatare in molte occasioni che la sua severità spesso era solo una facciata, la maggior parte delle volte imposta dal suo grado.  Dietro quell’aria da duro, si celava un cuore tenero, ma guai a chi si fosse fatto sfuggire un commento simile! Eppure, lo si capiva da come si preoccupava per tutti loro... e non perché ne andava del lavoro, anche se era quello che voleva far credere a tutti. L'Ammiraglio considerava i sui subalterni un po’ come se fossero tutti figli suoi; in particolare aveva una predilezione per Harm e Mac. Bastava ricordare la preoccupazione che aveva avuto dipinta in viso, mentre il capitano Rabb era disperso in mare. E l’aria paterna con cui aveva osservato il colonnello MacKenzie, mentre era sconvolta, nell’attesa di notizie... No; l'ammiraglio Chegwidden poteva anche pensare di essere un duro, ma lei, ormai, lo conosceva bene!

“Se dovesse capirci qualcosa, me lo verrebbe a dire? So che non dovremmo intrometterci nella loro vita privata, ma quei due ragazzi mi stanno preoccupando. Ultimamente sembrano sempre sul punto di sbranarsi a vicenda…” disse pensieroso. Poi, notando lo sguardo compiaciuto e quasi tenero del tenente, si riprese immediatamente e aggiunse con tono più severo: 

“Non tollero che sul lavoro ci si porti dietro la vita privata! Devono smetterla! Altrimenti sarò costretto a prendere seri provvedimenti!”

Harriet represse un sorriso e rispose: “La terrò informata, signore.” Detto questo, uscì. Per poco non si scontrò con Mac.

“Colonnello… sta uscendo?” le chiese, vedendola con la cartella dei documenti.

“Si, Harriet… me ne vado. Ne ho abbastanza per oggi!” disse, rivolgendo uno sguardo seccato in direzione di Harm che la stava raggiungendo lentamente. Tornando a guardare Harriet, aggiunse con aria cospiratrice: “Inoltre ho un appuntamento“

“Un appuntamento romantico?” l’apostrofò Harm, scrutandola con aria divertita.

“Eccoli che ricominciano!” pensò Harriet tra sé.

“Molto romantico…!” rispose Mac con uno sguardo sognante; quindi continuò, rivolgendosi al tenente con voce dolce: “Buona serata, Harriet”. Poi, guardando negli occhi Harm, disse: ”Buona serata anche a te, capitano!”, e gli lanciò un bacio sulla punta delle dita, con la chiara intenzione di prenderlo in giro. Infine se ne andò.

Harriet osservò Harm fissare per qualche secondo la porta chiusa dietro di lei e poi ritornare nel suo ufficio, scuotendo il capo.


  
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