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Autore: EnyaRap    06/02/2012    2 recensioni
E' vietato scrivere eventuali scene di erotiche incestuose, ma non è vietato pubblicare storie in cui sia presente un incesto di qualunque tipo.
( Visto? Conosco il regolamento! )
Christopher ritorna da L.A con la morte nel cuore: la famiglia di Mariae, la sua ragazza, non lo accetta per colpa delle origini portoricane di sua madre, e loro sono costretti a lasciarsi. Washington è sempre la stessa, proprio come la sua famiglia... ma c'è qualcosa che non va: sua sorella, la sua adorabile Beatrix, sembra aver subito un cambiamento drastico dalla sua partenza.
Cinica, quasi senza sentimenti, e con un corpo da sballo, Bea lo farà sentire in colpa per i sentimenti che comincerà a provare.
Tra risate e tristezza, tra malinconia e romanticismo, questo è delirio d'amore, dove il sangue verrà messo in secondo piano.
( PS. ci sarà un lieto fine. )
( PS. Vi piace? Recensite, ne sarò felicissima.
Non vi piace? Recensite, cercherò di migliorare.
Avete qualche dubbio? Recensite, risolverò io i vostri dubbi
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Regole su particolari tematiche/tipologie di storie:

Incesto

In Italia l’incesto (genitore/figlio, fratello/sorella, fratello/fratello, sorella/sorella) è considerato reato e per via di alcune leggi e dell’atmosfera attualmente vigente, EFP ha deciso di non permettere la pubblicazione di descrizioni di scene erotiche incestuose. Non è vietato pubblicare storie in cui sia presente un incesto (di qualunque tipo), ma un'eventuale scena di sesso può venire solo accennata, non descritta nei particolari.

Visto? Conosco il regolamento! Pertanto preferirei non ricevere recensioni sulle quali mi spiegate quali siano le regole di EFP, anche perché sono assolutamente sbagliate. E' vietato scrivere eventuali scene di sesso, ma non è vietato pubblicare storie in cui sia presente un incesto di qualunque tipo. 

Naturalmente accetto qualsiasi recensione: negativa o positiva che sia. Quindi, rilassatevi, va tutto bene. 

 

Prologo

 

 

 

 

 

 

Christopher sorrise, rabbrividendo.

Dopo un anno lontano da casa, finalmente era ritornato... single, certo, ma era pur sempre ritornato con un sorriso sulle labbra. Era strana la vita, decisamente: un attimo prima sei certo di stare bene, e un attimo dopo ti rendi conto che stai male, e che hai bisogno d'aiuto.

Era successo tutto troppo velocemente: Mariae l'aveva abbagliato così tanto da fargli abbandonare qualsiasi cosa, persino la sua famiglia; lei e i suoi occhi, il suo corpo, e quel modo di pensare che l'avevano rapito dal primo momento.

Si erano messi insieme all'inizio di maggio, ed erano la coppia perfetta. Lui giocatore di rugby, e lei cheerleader. Re e reginetta al ballo di primavera, e voti alti in tutte le materie; nessuno avrebbe desiderato di meglio.

Poi lei e la sua famiglia si erano dovuti trasferire da Washington a L.A, spezzandogli il cuore. Ma suo padre gli aveva insegnato fin da piccolo a inseguire i propri sogni, e l'aveva fatto. Era partito insieme a lei, incantato dai suoi occhi azzurri, per poi essere tradito senza alcun sentimento.

Lui non era abbastanza. Le sue origini non erano abbastanza, in realtà: nonostante suo padre fosse un imprenditore di successo, la famiglia di Mariae non accettava le origini portoricane di sua madre. Avevano scelto un purosangue per la loro adorabile erede. 

Lei stessa aveva detto che lui non era ciò che cercava, e che non gli avrebbe dato ciò che desiderava. Come se Chris fosse uno spacciatore o un cameriere. Suo padre guadagnava molto più di quello di Mariae, e a ventun'anni avrebbe ereditato la sua attività.

- Stronza. - disse tra i denti, guardando poi verso casa sua. Una villetta stile vittoriano che si eregeva maestosa su un terreno a rilievo. Piscina sul lato destro, giardino perfettamente curato, e un cancello di ferro battuto con lo stemma della loro famiglia: AJ.

Suo padre era erede di una grande fortuna, ed era il bianco più orgoglioso e bastardo che abbia mai messo piede a Woshington; aveva conosciuto sua madre su una nave crociera, e mentre lui si godeva il viaggio, sua madre si spaccava la schiena lavorando come cameriera.

Un solo sguardo e si erano innamorati: suo padre l'aveva sposata senza pensarci due volte, nonostante le minacce di suo nonno di togliergli tutto. Alla fine lui aveva fatto ciò che voleva, e aveva anche ricevuto l'eredità, essendo unico erede.

- Guarda chi si vede. 

Christpher sobbalzò, girando il viso di scatto. Un uomo sulla cinquantina, con capelli brizzolati che variavano dal nero al grigio, occhi verde scuro, portamento fiero, divisa da golf e sorrisetto sulle labbra sottili, lo guardava dall'alto in basso. 

- Papà... - sussurrò Chris, spalancando gli occhi. In men che non si dica si ritrovò stretto tra le sue braccia, e quel sapore concreto di casa, di sapere di essere tra braccia conosciute dove sarebbe stato sempre amato, lo fece star bene.

- Ci sei mancato, mostriciattolo. 

Nonostante avesse oramai diciotto anni, suo padre si divertiva a chiamarlo ancora mostriciattolo. - Anche voi mi siete mancati. - disse Chris, sorridendo e quasi soffocando nell'abbraccio del padre.

- Beatrix? - domandò, quasi trepidante. 

Beatrix. La sua Beatrix... l'aveva lasciata in lacrime, con quei grossi occhiali che le coprivano il viso e le trecce che l'avevano caratterizzata fin da bambina. Bea, la più intelligente, la 'secchiona' e l'orgoglio di casa.

- Ti sei perso un bel pò di cose. - disse, abbassando lo sguardo. 

- Cos'è successo a Bea? - scattò Chris, guardandolo allarmato; nonostante in passato ci aveva litigato più volte, picchiandola anche, sua sorella era la cosa più importante della sua vita. Era la sua vita.

- Le hai spezzato il cuore. 

Questo lo sapeva già. Quando se n'era andato aveva lasciato Bea con una rabbia incredibile; lei gli aveva urlato contro che non l'avrebbe mai perdonato, e che non sarebbe mai più stata sua sorella. 

- Non le è successo niente. E' diventata una ragazza, se proprio vuoi saperlo. - sbuffò una voce alle sue spalle. Josephine era sua nonna, e nonostante i settant'anni suonati, era la donna più dura e divertente che avesse mai incontrato.

- Sei riuscita a corromperla? - disse divertito Chris, sciogliendo l'abbraccio del padre e tuffandosi in quello della nonna materna. 

- Sei sempre bellissima, Jose. 

Naturalmente sua nonna non voleva sentirsi chiamare 'nonna', diceva che lo faceva sentire vecchia. - Anche tu sei in forma. - disse, guardandolo con orgoglio e battendogli una mano sulla spalla e facendogli quasi sputare un polmone.

- Oh, eccola la mia bambina! 

Christopher aggrottò le sopracciglia, sospettoso. Sua nonna non aveva mai chiamato nessuno bambina, se non sua madre oramai morta da tre anni; almeno che... davvero non avesse corrotto Beatrix.

Jose non aveva mai sopportato l'atteggiamento da bambina di sua sorella, e ogni santissimo giorno cercava di infilarle qualcosa di femminile nell'armadio. Senza mai riuscirci, naturalmente.

- Guarda chi si vede. - sussurrò una voce alle sue spalle, facendogli balzare il cuore in gola. Chris si girò lentamente, con gli occhi sbarrati, per poi guardare quella che sembrava una visione distorta di quella che doveva essere sua sorella.

Sedici anni volati via. Bea sogghignò, mostrandogli i denti bianchi come il latte; aveva lasciato liberi i capelli castano scuro, che ricadevano in dolci e sinuose onde sulle spalle esili. Gli occhi verde foglia erano appena truccati, e lo squadravano quasi senza sentimento.

Le labbra rosse, il naso a punta, e la pelle diafana che sembrava risplendere sotto il sole estivo di giugno. Gonnellina bianca, scarpe da ginnastica, maglioncino bianco e mazza da golf appoggiata delicatamente ad un fianco.

- Bea? - balbettò, non riuscendo a crederci. 

Dov'era finita la sua adorabile sorellina? Che ne aveva fatto quella ragazza di quella ragazzina che gli veniva incontro sempre sorridente?

- Benvenuto all'inferno, fratellino.

Quello spiegava tutto. Quella non era sua sorella, ma un demone di passaggio. Quella non era casa sua, ma il centro esatto dell'inferno. E tutto ciò non avrebbe portato nulla di buono, nemmeno lo guardo di Bea che brillava più del lecito.




  
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