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Autore: sophie97    06/02/2012    2 recensioni
Tutti conosciamo gli eroi dell'Iliade e dell'Odissea come persone forti, valorose, che non si fermano davanti alla difficoltà...combattono e uccidono uomini ogni giorno, come se fosse una cosa "normale". Immaginate che uno di questi eroi si renda conto di sbagliare...cosa accadrebbe?
Prima storia con più capitoli in questa sezione, spero che vi piaccia e aspetto le vostre recensioni!=)
Genere: Azione, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il vero significato della vita


 

 
Appena Ettore fu uscito dal palazzo fece un respiro profondo e annusò l’aria. Quell’aria che ormai da anni sapeva solo di odio, di dolore, di vendetta.
Si fermò a osservare. Due bambini poco distanti da lui giocavano a combattere con due spade di legno e più lontano alcune ragazzine chiacchieravano allegramente, mentre delle donne si recavano al tempio per pregare.
Sorrise e si diresse verso le mura della città.
Fu allora che si sentì spiato. Qualcuno lo stava seguendo da quando aveva lasciato il palazzo, riusciva a sentire i passi felpati dietro di lui.
Ettore si fermò e senza voltarsi chiese «Perché mi stai seguendo Paride?».
L’altro si fermò a sua volta sbalordito «Come hai fatto a scoprirmi?».
L’eroe troiano si voltò «Non sei mai stato bravo a non farti scoprire.».
«Ti seguo perché non voglio che tu vada a combattere contro Achille…» disse tutto d’un fiato il fratello.
«Anche tu?».
Ci fu un momento di silenzio.
Poi Paride si decise finalmente a spiegare: «Ho paura che Achille ti uccida. Anzi, a dire la verità ne sono certo, e per questo ti chiedo di non andare.».
Ettore lo guardò serio «Si, anche io ho paura. Ma non mi tirerò indietro, ormai ho deciso.».
«Ma hai preso una decisione sbagliata! Davvero non riesci a capire che non hai alcuna possibilità di vincere contro il Pelide? Questa la chiami una scelta giusta?» contestò l’altro.
«In fatto di decisioni penso che tu proprio non possa dirmi niente! Sbaglio o è per una tua decisione che adesso noi ci troviamo in questa situazione? Non è forse la tua splendida decisione la causa di questa guerra?» lo rimproverò l’eroe visibilmente infastidito.
«Quella è stata una cosa diversa…io mi sono innamor…».
«Tu non hai voluto seguire il mio consiglio, non hai voluto riportare indietro quella donna! È inutile che adesso mi dici di non combattere…perché adesso io non dovrei pormi neanche il problema di combattere se tu non avessi preso quella stupida decisione!».
Paride si sentì per la prima volta veramente la causa di tutto. Si sentì in colpa, come non si era mai sentito.
Guardò il fratello «Hai ragione. Ma proprio perché ho fatto una scelta sbagliata adesso ti chiedo di non ripetere il mio stesso errore.» disse.
Ettore si voltò di spalle e riprese a camminare, pensieroso, seguito dal fratello.
«Senti, io ho deciso e come ti ho già detto non cambio idea. Se perderò gli Achei si prenderanno Elena e la guerra sarà terminata.» affermò poco dopo.
«Ma non si accontenteranno di Elena! Distruggeranno la città!» ribattè Paride.
«Voi la difenderete.».
«Non ci riusciremo! È solo grazie a te se abbiamo resistito per dieci anni a questa guerra! Se tu vieni ucciso Troia è finita! E poi non pensi ad Andromaca, ad Astianatte…a Priamo nostro padre!».
«Si che ci penso, smettila!» sbottò il principe troiano.
Ci fu di nuovo qualche attimo di silenzio.
«Comunque io verrò con te. Assisterò al duello.» annunciò Paride.
«Per potermi dire poi “te lo avevo detto”? Non intervenire, qualsiasi cosa succeda non intervenire, chiaro?» disse l’altro e il fratello annuì.
 
Quando furono sul campo di battaglia Ettore vide il Pelide Achille avanzare verso di lui in quell’armatura così bella, invincibile. La sua espressione era malvagia, già soddisfatta per l’imminente vittoria.
L’eroe troiano fu colto da una paura indescrivibile, ma restò lì, accanto al fratello, impassibile.
«Puoi ancora tirarti indietro, pensaci.» sussurrò Paride.
Il principe Troiano scosse il capo e lo guardò dritto negli occhi «Non lasciare che la città venga distrutta…proteggi Andromaca e Astianatte…per piacere.» fu la sua risposta.
Poi andò incontro al Pelide.
 
Quando furono a pochi metri di distanza rimasero entrambi fermi a osservarsi.
Il terribile Acheo lesse la paura negli occhi di Ettore e cominciò a parlare: «Ettore, domatore di cavalli, pensavi forse di rimanere impunito per la morte del valoroso Patroclo? Ebbene, adesso la mia vendetta è vicina; questo duello stabilirà la vittoria da parte dei Danai o dei Troiani.».
«Ho ucciso Patroclo per errore, e non sono qui per questo. Ma per risparmiare la vita a decine di uomini Achei e Troiani.» fu la semplice risposta di Ettore.
Il Pelide cominciò a bilanciare la lancia e partì il primo colpo. Ma l’altro, attento, si chinò, schivandolo.
Fu lui quindi a tirare la lancia: neanche il suo colpo andò a segno.
I due eroi sguainarono le spade, e il duello vero e proprio cominciò.
Paride seguiva il combattimento poco distante, mentre la bella Andromaca osservava ogni mossa di suo marito dalla finestra della sua stanza, nel palazzo.
Achille e Ettore si sfidavano corpo a corpo, in una successione di fendenti e affondi.
Il glorioso Acheo pensava in continuazione “Ti ucciderò, è inutile che ti impegni, ti ucciderò come un cane…”.
Il Troiano era invece assalito dai soliti pensieri che non gli permettevano da giorni di combattere come aveva sempre fatto “E’ un uomo anche lui, come tutti gli altri, non merita la morte neanche lui…”.
Ettore cercò di scacciare questi pensieri…ma fu un errore.
Achille colse questo attimo di distrazione e balzò in avanti…non diede il tempo al nemico di capire, di reagire…e la sua spada penetrò nell’armatura dell’eroe Troiano nel petto, all’altezza del cuore.
Rimasero entrambi in piedi, immobili, a fissarsi.
Paride chiuse gli occhi, sperando di trovarsi solo in un brutto incubo.
Poco lontano risuonò il grido straziante di Andromaca.
Il Pelide ritirò la spada ed Ettore stramazzò tra la polvere.
Era finito. Era tutto finito.
Achille si avvicinò al corpo dell’eroe e sorrise. Il suo era un sorriso soddisfatto e malvagio che nessuno mai avrebbe dimenticato.
Diede un leggero calcio al suo rivale, che aprì gli occhi a fatica.
«So…soddisfatto?» chiese in un sussurro.
L’eroe acheo annuì «Non ti meritavi di meglio. Ho avuto la mia vendetta e si, ora sono soddisfatto.».
«La vendetta…e a cosa ti serve la vendetta? A far tornare in vita Patroclo forse?» disse Ettore, senza più forze. Le immagini ora gli apparivano sfuocate, sentiva un dolore lancinante alla ferita.
«No…ma ti assicuro che fa sentire meglio. Anche sapere che muori senza gloria mi fa piacere, nessuno ti ricorderà come un eroe che…».
«Non importa…» lo interruppe il principe troiano «Tu forse uccidendomi hai acquistato la gloria…ma io, a differenza tua, ho scoperto il vero significato della vita.» e con queste parole, esalò il suo ultimo respiro.
 
 



Ciao a tutti!!
Eccoci alla fine della storia!
Spero con tutto il cuore che questo capitolo vi sia piaciuto, perché ci tengo moltissimo, e prima di pubblicarlo l’ho letto, riletto e modificato tantissime volte perché non mi piaceva mai abbastanza!
Voglio ringraziare tutti coloro che mi hanno seguito e soprattutto ChiaraLuna21, Princess_Slytherin e Artie per le recensioni.
Un ringraziamento particolare a Pakometallaro, anche a lui per le recensioni, per i consigli che mi ha dato durante la storia e per la “revisione” di questo ultimo capitolo.
Buona serata!
Sophie=D

  
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