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Autore: aryasnow    08/02/2012    2 recensioni
La storia dei Borgia centrata sui tre fratelli Cesare, Juan e Lucrezia.
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sera del 10 agosto 1492

Cesare fin da bambino aveva dimostrato di essere forte e intelligente più del normale e si prendeva spesso cura dei sui fratelli, per questo il padre l’ha sempre preferito agli altri, anche se non lo dava a vedere in pubblico. Quando Rodrigo, il padre, lo fece diventare Cardinale lui oppose resistenza e non gli rivolse la parola per qualche giorno, non aveva la vocazione e quel vestito rosso sangue non faceva al caso suo. Juan era il secondogenito della famiglia, amato molto dal padre e sempre sottovalutato non aveva mai brillato in niente di speciale e a Roma era conosciuto come il più bello della famiglia e il più donnaiolo, ogni ragazza che fosse passata dal suo letto raccontava le sue prodezze con entusiasmo, qualcuna di loro si dice si sia perfino innamorata. Lucrezia invece era il ritratto della bellezza, lunghi capelli ondulati le incorniciavano il dolce viso roseo, proprio come raggi di sole splendenti e brillanti. Era dolce con il miele, specialmente con suo fratello Cesare, credeva nell’amore anche se mai provato per via della sua tenera età. Era intelligente e caparbia: l’orgoglio del padre. Infine l’ultimo nato nella famiglia Borgia era Jofrè, amatissimo dalla madre e protetto dai tre fratelli. Giocava spesso con Lucrezia e con le sue bambole.

Faceva freddo quella sera a Roma, anche se erano i primi giorni di Agosto, in strada si sentivano poche voci tra qui quella di Juan Borgia che si aggirava tra le vie buie e tetre della città con il suo fare altezzoso accompagnato da due donne che parevano non sentire il freddo da quanto la loro pelle fosse scoperta. La luna rischiarava pochissimo perché quasi totalmente coperta da nuvoloni grigi come il fumo che si vedeva uscire dai camini delle case in inverno. Juan canticchiava e barcollava, in una mano teneva una bottiglia di vino quasi finita mentre con l’altra palpava il seno della giovane donna al suo fianco.  Una volta arrivati in piazza apparve Cesare, che per niente impressionato dal comportamento del fratello si avvicinò ai tre con quel suo solito sorriso smagliante che splendeva anche in quella buia notte “ Oh fratello, che bello vederti ! Papà mi ha assicurato che ti avrei trovato qui” – esordì Cesare – “ Beh papà mi conosce, non quanto te ovviamente”.  Entrarono in un locale dove si scorgeva a malapena il pavimento, le lanterne emanavano poca luce e il suono delle risate e degli applausi disturbava parecchio Cesare che, invitato da suo fratello, si sedette in un tavolo libero lontano dal frastuono. Le due ragazze fecero altrettanto, e mentre i due fratelli parlavano, loro accarezzavano i capelli di Juan e baciavano il suo collo. “Avranno l’età di nostra sorella, te ne sei accorto o la bottiglia quasi finita di vino che hai lasciato sul bancone ti ha fatto perdere del tutto la cognizione della realtà?” – Domandò polemico Cesare al fratello – “ Non c’è alcun bisogno di ricordarmelo fratello caro, lo so bene . Qual è il motivo della tua visita? Cos’è papà ti ha mandato a controllare il figlio più stupido perché troppo occupato a scoparsi quella troietta della sua amante?” – Domandò Juan in un impeto di rabbia – “ No. Sono venuto di mia volontà, volevo unirmi a te bevendo qualcosa, ma vedo che sei già in buona compagnia e hai bevuto abbastanza” – Rispose Cesare alzandosi dalla sedia di legno e sorridendo alle due ragazze – “ Aspetta, vengo con te. Ragazze a domani sera. Ah, e la prossima volta Gertrude per favore non urlare così tanto di piacere, non voglio dare spettacolo. Buona notte signore” . – Anche Juan si alzò lanciando qualche occhiata maliziosa alle due ragazze che rimasero sedute al tavolo – “ A presto nostro signore!”

I due fratelli uscirono quindi dal locale rumoroso e piombarono nel silenzio tombale della pizza. Le loro orecchie sembravano essere diventate per un attimo sorde fino quando il rumore degli zoccoli di un cavallo sulla strada ruppero il magico silenzio. “Andiamo a casa Juan, non hai un bel colorito e ti vedo stanco, ti sei divertito stasera con quella due ragazze?” – Domandò apprensivo Cesare – “ Molto fratello, davvero tanto . Penso che domani mi rivedranno sicuramente, una di loro sembrava assatanata sotto le coperte, mentre l’altra era così dolce che quasi mi sembrava di far sesso con una bambina” – Rispose spavaldo Juan – “ Domani è il gran giorno, se tutto va come previsto papà diventerà il nuovo Papa di Roma, io Cardinale e tu Gonfaloniere.” – Disse Cesare – “ Ben detto fratello . Immagino tu abbia ucciso qualche cardinale anche oggi, sai per far un favore a papà e farlo eleggere Papa. Ti servirebbe un po’ di svago, domani sera dopo l’elezione verrai con me da Gertrude e Giulia, così da rilassarti un po’” – Propose entusiasta Juan – “ Fratello, tra qualche giorno diventerò Cardinale, devo mantenere una condotta esemplare agli occhi dei cittadini di Roma!” – Rispose ridacchiando Cesare – “ Si fratello, come vuoi tu!” – disse Juan.

Juan e Cesare s'incamminarono insieme verso casa e la vigilia del giorno più importante per la loro famiglia stava quasi per terminare, scoccò la mezzanotte.
  
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