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Autore: mamogirl    08/02/2012    3 recensioni
To relive the splendor of you and I on that rooftop that rainy night.
Una festa in un locale di Las Vegas, un compleanno da festeggiare nel mezzo di un tour. E poi quel biglietto e quella sorpresa.
Perché, a volte, basta solamente la presenza di una sola persona per rendere speciale ed indimenticabile il giorno del tuo trentaduesimo compleanno.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian Littrell, Nick Carter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Brian, Nick e gli altri Backstreet Boys non mi appartengono e questo mio scritto, frutto della mia fantasia, non vuole essere veritiero sul loro orientamente sessuale. 

 

 

 

 

 

 

On the rooftop

 

 

 

 

 

 

28 Gennaio 2012
Las Vegas

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sembrava che stesse per piovere anche se, fino a quel momento, dalle grigie nubi non era ancora scesa nessuna goccia, nemmeno la più piccola.
Nonostante fosse gennaio inoltrato, non faceva freddo; c’era sì una lieve brezza, con quell’odore tipico che preannunciava l’arrivo di un temporale o, solamente, di una fresca pioggia che avrebbe portato sollievo dalla calura che si alzava dal deserto circondante.
Las Vegas era un concentrato di luci intermittenti, edifici così eccentrici che in qualsiasi altro luogo sarebbero apparsi ridicoli, tranne lì. Las Vegas era un’isola felice, difesa da chilometri e chilometri di sabbia e sabbia, e forse era proprio per questo che veniva definita la “città del peccato”: così alla deriva, così isolata, chi mai avrebbe potuto scoprire ogni minimo segreto?
Come il loro.
Già, Las Vegas era il luogo perfetto per due amanti, due innamorati che per stupide ansie e paure non potevano vedersi alla luce del sole ma aspettare che altre potessero farli brillare.
Nemmeno dovevano vedersi, quel giorno. 
Nonostante fosse il suo compleanno, nonostante non avessero mai perso l’uno il compleanno dell’altro, quell’anno avevano dovuto mettere in un angolo ogni progetto di poterlo festeggiare insieme: Baylee aveva le prove di una recita scolastica ed abbandonarlo durante il weekend con anche la partita di baseball al sabato... no, non gli avrebbe mai permesso di perdere quei preziosi momenti solo per festeggiare il compleanno insieme. Così, aveva lasciato carta bianca a Lauren per organizzare la festa mentre lui cercava in tutti i modi di tenersi impegnato per evitare di sentire troppo la sua assenza.  Eppure, dovevano essere abituati a questi periodi di lontananza, già solo ricordando quegli anni in cui si erano evitati in ogni modo possibile; invece, ora che stavano insieme, la distanza pesava quanto più di un macigno ogni maledetta volta.
Per cui, quando la sua guardia del corpo si era avvicinato con in mano un biglietto bianco ripiegato, la prima cosa che Nick aveva pensato era che qualche fan era riuscita ad impietosirlo e far arrivare a lui una delle tante dichiarazioni d’amore.
Ma poi... poi era bastato lanciare un’occhiata alla calligrafia con il quale era stato scritto il suo nome per capire immediatamente che non era stata una fan a farglielo arrivare. 
Decisamente no.
Il cuore che batteva più velocemente, la musica ed il chiacchiericcio che si annullò completamente, Nick aprì quel sottile pezzo di carta, ritrovandosi di fronte al miglior regalo di quel suo compleanno.
Forse ti conviene salire sul tetto.
Non disse niente agli amici seduti attorno al suo tavolo, anzi, nemmeno li degnò di uno sguardo; si alzò ed incominciò a camminare velocemente verso la zona dove erano situati gli ascensori, evitando o non badando alle ragazze che cercavano di salutarlo, abbracciarlo o avere un autografo. In un altro momento, in un’altra situazione, si sarebbe fermato e reso felice quelle fan ma non quella sera. Forse era egoista ma sapeva di avere le ore contate. Se davvero Brian era sul tetto ad aspettarlo, significava che aveva deciso all’ultimo e chissà per quanto poteva rimanere.
L’ascensore andava lento, troppo lento per i suoi gusti. Era impaziente, i nervi che facevano salti mortali usando il suo stomaco come rete di sicurezza, si sentiva come un bambino a cui era stato concesso di aprire un regalo prima che scattasse la mezzanotte durante la Vigilia di Natale.
Beh, se la serata andava come lui già si pregustava, avrebbe comunque avuto qualcosa da scartare!
Finalmente, dopo minuti che sembravano essere durati quanto delle ore, l’ascensore lo portò alla sua destinazione, l’ultimo piano a cui si poteva accedere alla terrazza del tetto.
Appena aperta la porta, si ritrovò catapultato in qualcosa che aveva solamente visto in uno di quei film romantici in bianco e nero che Brian adorava tanto: un piccolo gazebo di ferro battuto – di cui non aveva mai fatto caso prima – con piccoli rami di rose attorcigliati attorno alle gambe. Sotto, un piccolo tavolino con due sedie, candele accese che rilasciavano un tenue aroma di vaniglia nell’aria ed una bottiglia di Moet con due calici vicini.
Ma tutta la sua attenzione venne catturata dal ragazzo che stava vicino a quella scena, l’uomo che gli aveva rubato il cuore quando ancora lui non sapeva che cosa fosse l’amore o che cosa significava amare qualcuno in quel modo così totalitario e così travolgente. I capelli biondi leggermente smossi dalla brezza, vestito con un semplice paio di jeans neri e quella camicia azzurro scuro che lo rendeva assolutamente irresistibile. Oltre che a farlo sembrare ancor più giovane dei suoi trentasette anni.
Non appena Brian si accorse che era arrivato, il sorriso gli illuminò il volto.
“Piaciuta la sorpresa?” gli domandò mentre entrambi annullavano la distanza fra di loro.
“Non... non avresti dovuto. – mormorò Nick. – A chi hai lasciato Bay?”
“Allo zio preferito.”
Nick lo guardò corrucciato. “Aj?”
“No. – rispose Brian, sorridendo. – Kevin. E ho fatto in modo che si ricordasse alla perfezione tutte le nostre migliori battute sulle sue sopracciglia.”
La risata precedette la battuta di rimando di Nick. “Stai tranquillo, credo che Baylee abbia preso il meglio delle nostri battute e le abbia... rimodernate!”
Ora che erano vicini più di quanto lo fossero stati in quelle ultime settimane, era quasi innaturale e contro natura rimanere anche solo divisi anche da un minimo millimetro: le mani si cercavano, accarezzavano la pelle che la mente ormai conosceva alla perfezione  e ne riscoprivano il sapore ed il tatto.
Brian si alzò sulle punte e sfiorò le labbra di Nick in un soffice bacio. “Buon compleanno.”
Con altrettanta dolcezza, Nick ricambiò quel loro saluto. “E’ decisamente migliore ora che tu sei qui.”
“Anche se non ti ho organizzato una festa in uno dei più esclusivi locali di Las Vegas?” Ribatté Brian, staccandosi ed allontanandosi verso il tavolino.
“Che cosa c’è di più esclusivo se non una festa in cui gli unici invitati siamo io e te?” Anche Nick si avvicinò al tavolo e prese in mano uno dei calici mentre Brian si occupava di aprire la bottiglia. Stappato il tappo, Brian versò il contenuto in entrambi i bicchieri ed alzò il suo.
“A te, l’unico che riesca sempre a farmi dimenticare della mia paura per le altezze.”
Una luce maliziosa si rifletté negli occhi di Nick. “Lo spero, visto il metodo poco ortodosso che ho usato.” Commentò, il suo stesso corpo che si riscaldava nel vedere il rossore colorare le guance di Brian.
I calici tentennarono uno contro l’altro, un brindisi che non celebrava solamente l’anno in più sulla carta d’identità di Nick ma anche quell’ennesima occasione per sfuggire dal mondo e rintanarsi nel loro.
“Posso avere questo ballo?” Domandò Brian, allungando una mano verso di lui dopo aver rimesso sul tavolo entrambi i bicchieri, ormai vuoti.
Nick lo guardò con aria confusa: a parte il rumore delle macchine che sfrecciavano sotto di loro, non c’era nessuna melodia in sottofondo che potesse accompagnare i loro passi.
“Non abbiamo la musica.”
Brian sorrise, quasi come non considerasse di fondamentale importanza quel piccolo dettaglio. Si avvicinò a Nick, prendendo la mano fra le sue e poi appoggiò quell’intreccio sul petto del ragazzo, ad altezza del suo cuore. “Certo che ce l’abbiamo. Batte proprio qui ed è la melodia più romantica che esista.”
Nick sbatté le palpebre più volte, l’emozione di quel momento che si leggeva nei suoi occhi che piano piano diventano più lucidi.
Come sempre, come ogni volta, Brian era l’unico che riusciva a commuoverlo anche con il più piccolo dei gesti.
Facendo leva su quelle mani strette attorno alla sua, spinse il ragazzo contro di sé, circonda dogli la vita con l’altro braccio. Abbracciati così, stretti come se leggi fisiche e naturali non avessero senso su di loro e sui loro corpi, la coppia incominciò a muoversi seguendo quel ritmo che batteva dolcemente e, nello stesso tempo, risuonava attorno loro, amplificato in un’illusione che il tempo e lo spazio si fossero annullati attorno a loro.
“Solo tu... – bisbigliò Nick all’orecchio di Brian. - ... solo tu puoi rendere Las Vegas un luogo romantico.”
Ogni altra parola venne sommersa dalla pioggia che aveva incominciato a scendere silenziosa, quasi come se anche il cielo sopra di loro si fosse commosso davanti a quella scena, davanti a quell’amore che, dopo esser stato tenuto silente e tacito per troppo tempo, trovava finalmente la sua occasione di librarsi libero, senza doversi guardare alle spalle.
Su quella terrazza, in quel giorno così speciale, vi erano solo loro due.

 

 

 

 

 

 

To relive the splendor of you and I
On that rooftop
That rainy night

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Un po' in ritardo ma ecco una cosuccia scritta per il compleanno di Nick. ^__^ 
E lo so che non riuscite a crederci, davvero ho scritto solo e solamente fluff? Ne avevo bisogno e ne aveva bisogno anche Brian, visto come lo torturo ogni giorno in altre storie! lol 
La citazione finale é tratta da "The Roof" di Mariah Carey ed é anche la canzone che mi ha ispirato. Non é esattamente la stessa situazione, più che altro mi ha ispirato il contesto e l'ambientazione.
Alla prossima! (forse potrò avere qualcosa per S. Valentino e poi c'é il compleanno di Brian! Nick riuscirà ad organizzare qualcosa di altrettanto romantico? lol) 

   
 
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