Fiore dell'inferno
Non vi sono più spine rimaste per proteggerlo …
Ogni singola difesa è stata abbattuta …
Vulnerabile e sofferente, ciò che rimane di ciò che un tempo era stato una meraviglia della natura, ora non è altro che un brandello morente e sanguinante di emozioni: il piccolo fiore, timido ed ingenuo, è stato estirpato sino alle sue giovani radici.
La sicurezza e la fierezza che lo contraddistinguevano sono state spazzate via, come foglie che ricoprono di un manto variopinto le strade, spinte dal vento, in autunno.
Ora giace disteso, inerme e silenzioso, circondato dal rosso vivo che un tempo rappresentava la sua bellezza.
Nessuna luce, nessuna speranza di uscire dalle tenebre.
Tutt’intorno, c’è solo il vuoto, in perfetto equilibrio tra felicità e tristezza.
Cosa può essere responsabile di tali sofferenze?
Cosa può tingere di depressione l’innocente gioia dei sentimenti?
Non c’è arma o parola che possa colpire tanto in profondità.
Non c’è nulla che possa essere tanto letale.
Non c’è nulla che possa condurre così tanto alla pazzia.
Non c’è nulla che possa donare gioia e dolore allo stesso tempo.
Non c’è nulla di più potente dell’amore.
______________________________________________________________________________________________________________________________
NOTA DELL'AUTRICE
Dati i precedenti che questa metafora ha avuto, ci tengo a precisare che ho deciso di pubblicarla in questa sezione più per mancanza di alternative piuttosto che perchè sia un'effettiva poesia. Mi sento in dovere anche nell'affermare che io non mi ritengo assolutamente in grado di scrivere poesie, lungi da me credere di poterlo fare! Pertanto, chiunque ritenesse che questa non sia una poesia, sappiate che io per prima sarò d'accordo con voi.