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Autore: fepha    10/02/2012    1 recensioni
‘Già, nel mondo succede di tutto, ma ora tu sei qui, e sei qui con me. Cosa ci importa del resto del mondo? Cosa pensi che mi interessi di chi sta dormendo? Io una volta ero tra quelli che camminavano soli nel freddo, ora il mio sole mi ha scaldato. Moon, sei tu il mio sole’ disse ridendo.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kiss the fire.

 

Appoggiò la fronte al freddo vetro della finestra e si lasciò avvolgere dal buio della notte. Solo una piccola candela a forma di fiore illuminava il davanzale sulla quale era comodamente appoggiata. Portò la tazza color panna alle labbra e sentì il caldo thè dal retrogusto di vaniglia scorrerle per la gola, fino ad arrivare alla pancia facendo esplodere nel suo corpo una vampata di calore che le colorì leggermente le guance di porpora. Abbassò lo sguardo e sorrise. Ormai l’abitudine di avere i lunghi capelli attorno al collo era tanto forte da farle avvertire un senso di vuoto non appena, con le dita, cercò le lunghe punte color pece ormai inesistenti. Ed ecco davanti ai suoi occhi, dietro all’appannato vetro, avvampare enormi lingue rosse. Fuoco. I suoi occhi si inumidirono non appena il ricordo tornò vivido nella sua mente. Erano i capelli che la riportavano indietro nel tempo, perché lei non li aveva mai avuti così corti, sua madre non glie lo permetteva perché diceva che i capelli significavano femminilità. Già, la madre che era morta nell’incendio abbracciata al marito, nonché suo patrigno. Madre morta tra le fiamme insieme ai suoi lunghissimi capelli. Afferrò il lembo del suo enorme e morbido pigiama e cominciò a giocarci mordendosi un labbro. Era stanca di piangere per una cosa che ormai era successa. Si, le faceva male solo per il fatto che lei non aveva fatto niente per salvarli, ma che le importava? Lei odiava sua madre e il suo compagno. Ora non aveva più davanti nessun ostacolo. Non aveva più quell’altissimo muro che le impediva di raggiungere il suo sogno, che ora si era realizzato. Ora era felicemente sposata con l’uomo che sua madre non aveva mai accettato, per chissà che ragione. L’uomo che lei amava. Delle grandi mani circondarono i suoi fianchi. Abbassò immediatamente lo sguardo, presa alla sprovvista.
Guarda chi si fa vedere dopo tutta una giornata’ ironizzò lei, girandosi. L’uomo le sorrise e, senza dire niente, la strinse a se facendole appoggiare il viso sul suo petto. Le diede un bacio sulla nuca e poi le sussurrò: ‘Ti ho pensato tutto il giorno. E’ stato massacrante non poter tornare a casa prima della fine delle prove. Mi sei mancata’.
La ragazza annuì e inspirò tutto il suo profumo. Profumo che ora apparteneva anche a lei.
Cosa stavi facendo?’ le chiese portandole dietro l’orecchio una ciocca di capelli, che non c’era. L’abitudine era una brutta cosa, perché difficile da modificare. Tutte quelle carezze, quei baci, tutto segreto. Forse per questo gli erano rimasti tanto impressi nella mente da compiere il gesto persino quando era impossibile farlo. La mora si girò appoggiando la schiena sul petto di lui e rovesciando indietro la testa, gli rispose: ‘Stavo guardando fuori. Hai visto la luna? E’ piena stanotte’.
Il suo sussurrò arrivò all’orecchio dell’uomo, il quale appoggiò il mento tra i suoi capelli e prese a contemplare il grande cerchio bianco su, su nell’infinito cielo. Socchiuse gli occhi e cominciò a cullarla, cantando una lenta melodia con le labbra serrate. La ragazza si lasciò cullare e, chiudendo gli occhi, lasciò che le note entrassero nella sua mente e si posassero leggere, in modo tale da rimanere indelebili.
Lo senti questo silenzio?’ chiese lei, facendo interrompere la canzone. Il ragazzo sollevò la testa e la appoggiò sulla spalla di lei. Chiuse gli occhi.
Si, lo sento’ rispose mantenendo il silenzio.
Ci pensi che là fuori sta succedendo di tutto? C’è chi sta nascendo. Michael, ci saranno coppie che staranno coronando il loro sogno d’amore con un figlio. C’è chi starà dormendo o chi si starà svegliando. Chi starà faticando chi, invece, si starà rilassando. Michael, là fuori c’è gente che sta morendo. Gente, bambini. E io sono qua, a rimpiangere le cose che ormai sono passate.’ Disse trattenendo le lacrime, ancora una volta. Le mani del moro cominciarono a tremare, ma non lasciarono la presa. Trattenne il respiro e affondò il viso tra il collo e la spalla di lei. La ragazza gemette. Michael sapeva che quello era il suo punto debole. Fu quello il momento in cui i muscoli facciali e tutta la volontà di lei crollarono come un muro di mattoni senza cemento. Si coprì il viso con le piccole mani e scaricò tutta la sua tristezza per la colpa che si portava addosso, tutta la rabbia per quell’uomo che non la capiva. No, cosa stava dicendo, lui la capiva fin troppo bene, per quello stava cercando in qualche modo di farle pensare ad altro.
Già, nel mondo succede di tutto, ma ora tu sei qui, e sei qui con me. Cosa ci importa del resto del mondo? Cosa pensi che mi interessi di chi sta dormendo? Io una volta ero tra quelli che camminavano soli nel freddo, ora il mio sole mi ha scaldato. Moon, sei tu il mio sole’ disse ridendo.
Perdona il gioco di parole’ aggiunse cercando di far sciogliere la situazione con un bacio. Lui odiava dichiararsi apertamente per il semplice fatto che non ne era in grado, ma le poche volte in cui ci riusciva, successivamente era impossibile per lui rimanere serio. Il ragazzo affondò la mano nel cortissimi capelli neri di lei, e lasciò che la sua lingua guidasse quella della ragazza, che ora come ora era persa in mille pensieri. Tempo qualche secondo ed ecco che ora tutte le preoccupazioni erano svanite, c’era solo Michael e le sue labbra. Doveva essere in paradiso. Si, non c’era altra spiegazione. Lei ora era in paradiso e il suo angelo custode si stava fondendo con lei per mezzo di un passionale bacio. Bacio come tanti altri? No, bacio unico nel suo genere. Bacio tanto significativo da riuscire a farla piangere.
Io ti amo’ Michael riappoggiò le sue labbra su quelle di lei ‘Lo sai?’ concluse lei socchiudendo gli occhi e lasciando le la sua lingua si arrotolasse con quella di lui. Affondò la mano nei suoi capelli e sentì il bacino di lui spingerla verso la mensola. Con un salto si sedette e aprì a tentoni la finestra. Il frizzante vento estivo li invase con una folata, facendo perdere l’equilibrio alla mora. Michael le afferrò la schiena e lentamente la fece girare. Riaprì gli occhi e vide i suoi piedi a penzoloni al di là della finestra. Con un salto cadde sull’enorme balcone che si affacciava sul giardino di casa Jackson. Con un tonfo Michael la raggiunse e senza aggiungere una parola, velocizzò il passo verso di lei e la baciò nuovamente, facendole inarcare la schiena. Mise la mano sulla sua nuca e lentamente la fece sdraiare sul freddo pavimento. I brividi invasero la schiena della spaventata ragazza. Spaventata si, ma non per quello che stava per succedere. No, assolutamente no. Quello che stava per accadere era la forma massima d’amore e di dolcezza che Michael poteva mostrarle. Chiuse gli occhi mentre Michael le sfilava dolcemente il pigiama.
Hai freddo?’ le sussurrò accarezzandole la nuda coscia ora ruvida per la pelle d’oca. Fecce cenno di no con la testa, così facendo sorridere Michael in modo dolce e soddisfatto.

 Erano loro due, piccoli esseri umani dai mille problemi. Mille problemi insignificanti sotto quell’enorme cielo ricoperto di stelle. Erano loro due, piccoli esseri umani nudi, abbracciati l’uno all’altro e avvolti nella coperta della notte più magica della loro vita. Erano loro due, piccoli esseri umani. Piccoli esseri umani innamorati.

  
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