Ad occhi chiusi, con l'mp3 nelle orecchie, i pensieri e le immagini viaggiano veloci, simili ad un sogno senza una sequenza logica. Si ha la fulminea illusione che il mondo intero, risucchiato nel ritmo di quelle dolci note, cessi di esistere. Però, è proprio in quei momenti che mi sento viva.

***

La stanza era avvolta nel buio, solo la luce rossa della radiosveglia, riflessa sullo schermo del televisore, tremolava un po' di luce. Era mezzanotte in punto, lui sarebbe arrivato a momenti. Gettò un ultimo sguardo al foglio perfettamente intatto che aveva sistemato sulla scrivania. Le registrazioni ci sarebbero state nell'arco di pochi giorni ma, per quanto si sforzasse, non riusciva a scrivere il testo.

“La musica che compone Ren è meravigliosa, i miei testi invece sono così superficiali che rischierei di rovinarla...e poi, cosa rappresento io per loro? Mi considerano come una macchina dalla voce d'angelo, e una macchina che smette di funzionare non serve a niente!”.

Proruppe in un pianto disperato, naufraga nell'abisso dei suoi pensieri, finché due colpi rapidi e decisi la fecero sussultare. Si sistemò confusamente i capelli e si lisciò l'accappatoio mentre raggiungeva la porta.

<< Bentornato >> disse con un sorriso appena accennato, come se dubitasse lei stessa delle sue parole.

<< Tieni, l'altra volta hai dimenticato di prenderlo >>

Fece oscillare l'accendino davanti ai suoi occhi, fingendo di ipnotizzarlo e ,con un gesto provocatorio, lo invitò ad entrare.

<< Reira, non c'era bisogno della scusa dell'accendino. Avresti potuto dirmi chiaramente che volevi vedermi, sarei venuto in ogni caso >>

<< Scusami, non riesco ancora ad abituarmi all'idea che qualcuno si preoccupi per me, se non per via della mia voce >> proseguì lei tenendo gli occhi bassi, quasi intimidita.

<< Bene, se non c'è altro io me ne torno a casa >> replicò lui e volgendo le spalle fece per andarsene, ma la ragazza lo bloccò, trattenendolo.

<< Aspetta, Shin! Per favore, resta con me questa notte >>

Lui tacque per un attimo, alla ricerca delle parole giuste, sconcertato dalla schiettezza della ragazza.

<< Reira, sei sicura che un amore mercenario come il mio possa consolarti? >> parole secche, taglienti come lame.

<< Non pretendo di essere amata, ma permettimi almeno di amarti... >>

Poi furono solo sussurri di labbra che si cercavano delicatamente, esplorando il baratro della reciproca solitudine, trasportate dal bisogno insopprimibile che avevano l'uno dell'altra. Le loro mani si intrecciavano, si accarezzavano, si congiungevano stringendo i loro corpi in una morsa d'acciaio.

Il corpo di lui era adesso attaccato al suo e lei ne poteva sentire il calore. Guardò i suoi biondi capelli, che le scendevano leggeri fino alla vita; una ciocca ondeggiava sul suo viso passando vicino alla bocca rosea lievemente aperta. Iniziò a baciarla sul collo mentre le sue dita slacciavano l'accappatoio, che ricadde ai loro piedi formando dolci onde. Lei ansimò per il freddo improvviso e fu percorsa da un tremito.

<< Shin... >> fu un sussurro

Le posò un dito sulle labbra

<< Stai tranquilla, non ti lascerò mai sola >>

Non era solo desiderio : le loro anime si riconobbero, come se l'una fosse ciò che necessitava all'altro.